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- Corinna
Urbano
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- SIPHO SEPAMLA: UNO SCRITTORE E
IL SUO TEMPO
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- 1. Mafika Gwala, "Writing as a Cultural
Weapon", in M. J. Daymond, J. U. Jacobs, M. Lenta, Momentum on
Recent South Africa Writing, Pietermaritzburg, University of
Natal Press, 1984, p. 38.
- 2. Benché la sua conoscenza di
tale lingua risalisse all'infanzia, Sepamla aveva interrotto
precedenti tentativi di scrittura perché convinto di non
averne un'adeguata conoscenza.
- 3. Il General Law Amendment Act concesse
alla polizia il potere di detenzione per novanta giorni, senza
accusa né processo. Fu emanato nel 1963.
- 4. "Black Consciousness is an attitude
of mind and a way of life... Its essence is the realization by the
black man of the need to rally together with his brothers around
the cause of their oppression - the blackness of their skin - and
to operate as a group to rid themselves of the shackles that bind
them to perpetual servitude", Steve Biko, I Write What I
Like, London, Heinemann, 1987 (ed. or. 1978), pp.
91-92.
- 5. Il motivo va ricercato nel contesto
politico sudafricano, che impediva che testi politici, portatori
d'ideologie marxiste 'sovversive' (quali quelle su cui si
fondavano i movimenti afroamericani d'oltreoceano, considerati i
diretti ascendenti della Black Consciousness), varcassero i
confini del paese; solo alcune istituzioni scolastiche, a livello
universitario, riuscirono a avvicinare quei testi, rendendone
possibile la divulgazione agli studenti e agli intellettuali che
gravitavano nell'ambiente accademico.
- 6. La raggiunta elaborazione
dell'esigenza in Sudafrica di una letteratura d'ispirazione civile
non significa che Sepamla si fosse persuaso di una superiore
importanza rivestita dai contenuti, tralasciando la forma e
l'estetica, così come ogni ricerca di nuovi percorsi
letterari. Al contrario, egli ebbe accesi confronti con altri
scrittori che, diversamente da lui, sostenevano la prevalente
rilevanza del messaggio politico rispetto a quello formale,
questione che implicava una certa indifferenza allo stile.
- 7. Michael Chapman, Soweto
Poetry, Johannesburg, McGraw-Hill Book Company, 1982, p.
17.
- 8. L'emigrazione dei neri verso le
città fu dovuta a molteplici motivi: se negli anni Venti un
forte motivo di richiamo verso le aree urbane fu la notevole
crescita industriale del paese (in particolare del settore
manifatturiero) che attirò manodopera nera, negli anni
Trenta, successivamente alla Grande Depressione e alle forti
siccità che si abbatterono sul paese impoverendo le
campagne, il movimento migratorio africano verso le città
si espanse ancora, comportando uno sviluppo smisurato degli
agglomerati urbani.
- 9. Dorothy Driver, "Drum Magazine 1951-9
and Gender", in Kate Darian-Smith, Liz Gunner, Sarah Nuttall,
Text, Theory and Space. Land, Literature and History in South
Africa and Australia, London and New York, Routledge, 1996, p.
234.
- 10. Ibidem. In questo caso,
l'antitesi tra tradizione e modernità ha una valenza
piuttosto negativa, perché il passaggio dalla prima alla
seconda è stato il risultato di un esproprio perpetuato da
altri (i bianchi).
- 11. Kelwyn Sole, "Authorship,
Authenticity and the Black Community: The Novels of Soweto 1976",
in Steve Clingman, Regions and Repertoires. Topics in South
African Politics and Culture, Johannesburg, Ravan Press, The
African Studies Institute, University of Witwatersrand, 1991, p.
180.
- 12. Cfr. African Voices. Interviews
with Thirteen African Writers, Interviewed by Raoul Granqvist
and John Stotesbury, Sidney, London, Dangaroo Press, 1989, p.
61.
- 13. Si veda qui Itala Vivan:
"[...] Tale racconto fuoriesce dai blanks, [...]
per affermare una diversa realtà conoscitiva dove
l'individuo/corpo si collega alla terra. La voce contemporanea di
Sepamla si rifà alle concezioni antiche, come rivela un
confronto con la tradizione poetica orale sopravvissuta, ove
nell'identità dell'individuo si incarna metafisicamente la
terra, insieme alla presenza degli uomini sulla terra. Il
dibattito attualmente in corso sulla terra e l'identità va
quindi collegato a questa percezione del mondo, a questa diversa
concezione filosofica". "La parola letteraria e la
rappresentazione del territorio nell'immaginario africano", saggio
in corso di pubblicazione negli Atti del Convegno
dell'Università di Bergamo Culture dell'alterità:
il territorio africano e le sue rappresentazioni, 2/4 ottobre
1997, p. 12.
- 14. Soweto, in The Soweto I Love,
London, Rex Collings, 1977, p. 22. Da qui in avanti l'opera
sarà indicata con l'acronimo TSIL.
- 15. Si veda l'introduzione di Kelwyn
Sole a Soweto, (trad. italiana di A Ride on the Whirlwind), Roma,
Edizioni Lavoro, 1989, Collana "Il lato dell'ombra" diretta da
Itala Vivan, p. XIX.
- 16. Cfr. Sipho Sepamla, Selected Poems,
Johannesburg, AD Donker, 1984. La citazione è tratta
dall'introduzione di Mbulelo Mzamane. Da questo momento l'acronimo
corrispondente a quest'opera sarà SP.
- 17. "All of these writers, however, are
engaged in a common effort to enable their readers to
reappropriate their culture, and to contribute to that cultural
base which the liberation movement has recognised as a fundamental
necessity for the movement of a nation towards its liberation",
Jane Watts, Black Writers from South Africa. Towards a Discourse
of Liberation, Oxford, Macmillan, 1989, p. 250.
- 18. Cfr. più avanti Il
presente: la township, p. 117. Il binomio terra-tradizione
orale è un tema ricorrente della stagione letteraria di
Soweto: la diversa consapevolezza di appartenenza alla terra
è infatti ben illustrata dagli strumenti propri
dell'oralità (la nominazione, a cui segue la
personalizzazione), in grado di rappresentare il territorio
secondo la concezione africana.
- 19. Cfr. Armando Pajalich, Marco
Fazzini, Poeti sudafricani del Novecento, Venezia,
Supernova, 1994, p. 10.
- 20. Ezenwa-Ohaeto, "Black Consciousness
in East and South African Poetry: Unity and Divergence in the
Poetry of Taban Lo Liyong and Sipho Sepamla", presented at The 5th
International Conference on African Literature and the English
Language, University of Calabar, April 30 - May 5, 1985;
pubblicato in Présence Africaine, Vol. 140, pp.
10-25, 1986.
- 21. Chapman così spiega il
mutamento irreversibile occorso nella letteratura degli anni
Sessanta: "In generale, la letteratura nera degli anni Cinquanta e
dei primi anni Sessanta, che operava al seguito dell'umanesimo
intellettuale postbellico, offriva una letteratura ispirata al
liberalismo, che tendeva a far convergere modelli letterari e
filosofici ortodossi dell'Africa e dell'Occidente. [...]
assai diversamente, la poesia di Soweto ha fatto del rifiuto delle
continuità culturali e letterarie del mainstream
occidentale quasi un imperativo stilistico e morale", Michael
Chapman, South African English Poetry: A Modern
Perspective, Johannesburg, AD Donker, 1984, p.
248.
- Spezzare le affiliazioni stilistiche con
l'Occidente fu un momento della presa di coscienza di sé
dei neri, come identità separata e diversa da quella
bianca. Se prima degli anni Settanta la letteratura nera non aveva
mai ripudiato i canoni occidentali, la "search for roots",
caratteristica fondante di quella stagione letteraria, richiese un
rigetto di tutto ciò che aveva obliterato e schiacciato la
cultura africana. Uno dei criteri che determinava il non utilizzo
dei canoni occidentali, oltre a quello dell'estraneità con
la propria cultura, era l'accessibilità al pubblico nero:
poiché uno degli scopi degli autori di Soweto fu di
allargare il pubblico, divenne essenziale l'utilizzo di una lingua
comprensibile e accessibile ai neri: in una parola, contemporanea
e popolare. Tale rifiuto si esprimeva anche nella struttura
narrativa, dove i presupposti stessi del romanzo occidentale
venivano rovesciati, e al centro della narrazione era posta la
comunità, soggetto intorno al quale ruota la civiltà
africana anche nel contesto urbano della
township.
- 22. Cfr. qui, nota 8.
- 23. This Land, in TSIL, p.
17.
- 24. Itala Vivan, "La parola letteraria e
la rappresentazione del territorio....", cit., p.
18.
- 25. A Ride on the Whirlwind
(Johannesburg, Ad Donker, 1981), qui nell'edizione Londra,
Heinemann, 1984, p. 162. D'ora in poi l'opera sarà indicata
con l'acronimo ROW.
- 26. ROW, p. 148.
- 27. ROW, pp. 14-15.
- 28. Sipho Sepamla, Third
Generation, Johannesburg, Skotaville Publishers,
1986.
- 29. ROW, p. 39.
- 30. Si riferisce a Mandla e
Mzi.
- 31. ROW, p. 36.
- 32. I Remember Sharpeville, in
The Blues Is You in Me, Johannesburg, AD Donker, 1976, p. 21.
D'ora in poi questa raccolta verrà indicata con l'acronimo
TBYM.
- 33. Kelwyn Sole, Introduzione a
Soweto, cit., p. XXII.
- 34. Malgrado ciò appaia
già orribile, le generazioni a lui successive videro un
accanirsi da parte del sistema, se possibile ancora più
crudele, che impedì ai neri di avvicinarsi a qualsiasi
testo, senza più alcuna distinzione tra autori bianchi e
neri.
- 35. Mbulelo Mzamane, "The Uses of
Traditional Oral Forms in Black South African Literature", in
Landeg White, Tim Couzens, Literature and Society in South
Africa, London and New York, Longman Studies in African
Literature, 1984, p. 147.
- 36. A. Emmett, "Oral, Political and
Communal Aspects of Township Poetry in the Mid-Seventies", in
English in Africa, Grahamstown, 6 gennaio 1979, p.
78.
- 37. Intervista rilasciata da Sipho
Sepamla il 6 ottobre 1997, durante la sua visita a Milano in
occasione dello spettacolo "La parola dell'altro. Racconti e
poesie dal Sudafrica", svoltosi presso l'Auditorium S. Fedele di
Milano. L'intervista è riportata nella tesi di laurea
inedita di Corinna Urbano, discussa presso l'Università
Statale di Milano il 9/7/1998.
- 38. Itala Vivan, "La parola letteraria e
la rappresentazione del territorio...", cit., p.
13.
- 39. "Nell'estetica della nominazione la
terra diventa la persona, e diventa essa stessa testo del corpo,
mentre il sé storico e sociale viene trasmesso per mezzo
della terra", Itala Vivan, "La parola letteraria e la
rappresentazione del territorio...", cit., p. 13. Vedi anche nota
12.
- 40. Kelwyn Sole, Introduzione a
Soweto, cit., p. XV.
- 41. Intervista rilasciata da Sipho
Sepamla il 6 ottobre 1997, cit.
- 42. Sipho Sepamla, "The Black Writers in
South Africa Today, Problems and Dilemmas", in Michael Chapman,
op. cit., pp. 116-117.
- 43. Come Duze Baby, in Hurry
Up to It, Johannesburg, AD Donker, 1975, in Selected Poems,
cit., p. 37. Da qui in avanti l'acronimo corrispondente a Hurry
Up to It sarà HUTI.
- 44. Jacques Alvarez-Pereyre, The
Poetry of Commitment in South Africa, London, Heinemann, 1979,
p. 215.
- 45. The Blues Is You in Me, in
TBYM, p. 70.
- 46. Da HUTI, in SP, p.
27.
- 47. Sepamla, qui, compie un ritratto dei
primi anni Settanta, periodo in cui a prevalere era la
rassegnazione; infatti la pubblicazione di Hurry Up to It,
da cui è tratta la lirica in esame, risale al 1975, anno
precedente alla data di inizio della rivolta di Soweto, e quindi
al risveglio della resistenza.
- 48. J. Alvarez-Pereyre, op. cit.,
p. 222.
- 49. Mafika Gwala, "Writing as a Cultural
Weapon", cit., p. 38.
- 50. S. Sepamla, "The Black Writer in
South Africa Today...", cit., p. 121.
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- Home page Culture
1998

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