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Corinna
Urbano
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- SIPHO SEPAMLA: UNO SCRITTORE E
IL SUO TEMPO
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- L'apartheid è stato lo scenario
delle poesie e dei romanzi di Sipho Sepamla.
- Poeta e scrittore, figura di spicco nel
panorama letterario sudafricano di lingua inglese, nacque nel 1932
a Krugersdorp, agglomerato urbano alle porte di Johannesburg.
Considerato uno dei massimi rappresentanti della stagione di
Soweto, fiorente periodo letterario degli anni Settanta-Ottanta,
compì parte del suo percorso scolastico presso una scuola
statale, ricevendo una buona istruzione, ricca di riferimenti
classici e affiliazioni con la letteratura occidentale. Malgrado
ciò, la sua istruzione, come quella di ogni altro
sudafricano nero, mancò completamente dello studio degli
autori africani, moderni e antichi, tralasciati dai programmi
delle scuole, secondo precise strategie politiche. Riuscì a
concludere gli studi e a divenire insegnante, professione che gli
permise di approfondire il suo interesse per la letteratura e le
arti in genere. Col tempo si avvicinò al teatro, divenendo
autore e critico teatrale e a partire dagli anni Settanta diresse
due riviste, S'ketsch e New Classic, che accoglievano
recensioni e lavori inediti di autori in maggioranza
neri.
- Sepamla iniziò a scrivere poesie
agli inizi degli anni Settanta; una delle sue prime liriche, To
Whom It May Concern, destinata a divenire famosa,
capitò nelle mani di Nadine Gordimer, già scrittrice
di notorietà internazionale, la quale si attivò
affinché fosse pubblicata. Questo momento (è il
1972) può essere preso come punto di riferimento: se prima
Sepamla si era posto come osservatore esterno, partecipe della
vita culturale e artistica del paese, ma intervenendovi più
da intellettuale che da elemento creativo, successivamente a tale
data egli maturerà un atteggiamento attivo, guardando alla
composizione poetica e alla prosa come a efficaci strumenti per la
formazione civile del suo popolo.
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- Sepamla e il Black Consciousness
Movement "Trace their lost steps into their blackness"
1.
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- Due cambiamenti contribuirono a tale
evoluzione: il primo, di ordine tecnico, fu dovuto a una raggiunta
sicurezza rispetto alla padronanza della lingua
inglese2.
- Il secondo cambiamento intervenne
più avanti, a metà anni Settanta: nel 1976
divampò la protesta dei giovani, simboleggiata dalla
rivolta di Soweto. Storicamente, l'irrompere improvviso della
rabbia giovanile è da attribuire all'ennesima infamia
concepita dallo stato: l'introduzione dell'obbligo
dell'insegnamento di metà dei programmi scolastici in
lingua afrikaans, considerata l'idioma dell'oppressore. In
realtà, la protesta delle nuove generazioni non era
imprevista, né circoscrivibile all'ultimo atto del governo,
ma aveva radici profonde. Ma il merito e la forza dei giovani
degli anni Settanta furono principalmente quelli di essere stati
capaci di plasmarsi un'identità di pensiero e d'azione,
fondandola sull'ideologia della Black Consciousness (BC). Mentre i
loro genitori e i loro nonni, a partire dalla fine degli anni
Sessanta (decennio terribile che si aprì con il massacro di
Sharpeville e continuò con la messa al bando dei maggiori
movimenti politici anti-apartheid, tra cui l'ANC e il PAC, la
vergogna del General Law Amendment Act3, e
l'imprigionamento a vita di molti leader, tra cui Mandela)
sembravano essere divenuti apatici e rassegnati, essi si fecero
depositari della speranza e dell'impegno, restituendo la voglia di
combattere. Il movimento della BC non si limitò a fare
attività politica, comprendendo che era necessaria una
svolta prima di tutto culturale: la blackness doveva
divenire punto di partenza ed elemento fondante
dell'identità dei neri4. In altre parole, non
era possibile ottenere la fine costituzionale dell'apartheid senza
liberarsi dai sensi d'inferiorità che impedivano la libera
espressione della propria individualità di africani, quale
risultato di una storia e una cultura diversa da quella dei
bianchi.
- I giovani e gli intellettuali furono i
più sensibili all'avvento ideologico della BC; tra loro
anche Sepamla, insieme a tutti gli scrittori e gli artisti di
quella stagione5.
- Sepamla fu influenzato in maniera
decisiva dalla BC (il processo innescatosi con la rivolta dei
giovani di Soweto, conseguente al diffondersi del movimento della
BC, si rifletté nella sua opera, e prima ancora nella sua
meditazione personale): se precedentemente reputava che fare
letteratura in Sudafrica non dovesse implicare obbligatoriamente
un impegno politico, dopo Soweto divenne più radicale e
convinto sostenitore della necessità e del dovere dello
scrittore di riportare con la parola scritta gli avvenimenti di
cui era testimone. La letteratura non doveva, né poteva
più prescindere dalle condizioni nelle quali i neri erano
costretti a vivere. Il secondo cambiamento trasformò quindi
il suo atteggiamento verso il mestiere dello scrittore, da ora
considerato non più affrancabile dalle sue
potenzialità sociali6.
- Michael Chapman, studioso di letteratura
sudafricana, così introduce il legame esistente tra la BC e
la poesia di Soweto:
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- Briefly, BC, to quote Allan Boesak's
study, A Farewell to Innocence (1976), is "an awareness
by black people that their humanity is constituted by their
blackness"[...] It is a determination to be judged no
longer by white values, and it signifies a re-discovery of
their history and culture." These concepts are basic to an
understanding of Soweto poetry which - like BC - usually
involves a process of self
definition7.
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- Riassumibili in due concetti chiave, gli
strumenti che permisero a Sepamla di avvicinare il lettore e
rendere dinamico il rapporto con il testo, aspirando a favorire il
processo d'autodefinizione, furono una teorica poetica e un
registro espressivo aderenti alla realtà e la
capacità di legare il tempo passato a quello presente: il
primo in quanto memoria che fonda l'esistenza, e il secondo,
specchio di una volontà rinata che la fa
proseguire.
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- La fedeltà al vero: la
terra
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- La volontà d'essere fedeli alla
realtà nell'opera letteraria ha come prima conseguenza la
restituzione di una descrizione ambientale - e sociale - il cui
grado di aderenza ai dati è quasi assoluto: le liriche di
Sepamla raffigurano la realtà con un desiderio di
autenticità che le distingue dall'opera di altri autori,
caratterizzando la sua produzione. Così facendo, egli
ritrae i luoghi dell'esistenza di ogni sudafricano nero,
allontanando il pericolo dell'indifferenza. Lo scenario sul quale
si stagliano personaggi e avvenimenti assume forme essenziali,
quasi scarne, perché Sepamla vuole farsi specchio, per
impedire ai neri di guardare qualcosa che non è, o
semplicemente di guardare altrove.
- La realtà ambientale di cui
Sepamla si fa portavoce è la township ove sono
cresciuti la maggior parte dei suoi contemporanei e le generazioni
successive, conservando un mero ricordo del villaggio rurale.
Ciò avvenne perché dagli anni Venti i neri
cominciarono ad emigrare in massa verso le città, e il
fenomeno s'intensificò ancor più nei tre decenni
seguenti8: al villaggio e alla "traditional rural
life"9 si andavavano sostituendo, sempre più
velocemente, il ghetto e la "urban modernity
life"10.
- Infatti dal 1913, con l'approvazione del
Natives Land Act, furono poste le basi della politica di
segregazione: il territorio sudafricano fu diviso in due parti, il
92% spettava ai bianchi, mentre il restante 8%, che coincideva con
le aree più povere di risorse naturali (per lo più
concentrate intorno alle città), andava alla
comunità nera. A partire da questa data una serie di leggi
esasperarono ulteriormente il rapporto dei neri con la loro terra,
rendendolo ambiguo e conflittuale: l'ambiguità scaturiva
dalla trasformazione della terra natia - per i neri e quindi per
la maggioranza della popolazione - da patria a
prigione.
- La violenta ambivalenza presente nel
rapporto fra i neri e la terra trovò uno sbocco espressivo
nella raffigurazione letteraria del ghetto, ovvero della cornice
ambientale e sociale nella quale gli autori di Soweto vissero sin
dalla nascita; Sepamla stesso scrisse "My inspiration is urban,
completely urban"11.
- Va fatta distinzione, però, fra
l'appartenenza urbana dei bianchi e quella propria dei neri: pur
essendo entrambe portatrici del concetto di 'polis', la
'città' nera sta agli antipodi della capitale bianca: lo
squallore, la povertà, la disperazione del ghetto sono
requisiti diversi e lontani da quelli propri delle zone
residenziali bianche.
- Il ghetto che divenne l'emblema della
lotta fu Soweto, acronimo di South West Township, creato
negli anni Cinquanta a seguito della demolizione pianificata di
Sophiatown. Soweto, dagli anni Settanta, in particolare
dall'inizio delle proteste studentesche, smise d'essere solo
un'entità geografica, allargando i confini della propria
identità: il suo nome non si limitava più ad evocare
un luogo, ma divenne un simbolo e una bandiera della lotta di
tutto il popolo nero sudafricano, battezzando addirittura la nuova
stagione letteraria nera. Ampliatosi da luogo geografico a luogo
della mente, entrò a far parte del mito, rendendosi epico e
come tale stimolo per l'ispirazione artistica.
- Sepamla ha più volte interpretato
e rappresentato Soweto, offrendo al lettore un vivido spaccato del
ghetto. Per uno scrittore nero raccontare la township con le
parole significava farsi storico: in un paese in cui la
testimonianza storica è sempre stato un compito assolto dai
bianchi, e la parola scritta e orale - intesa come codice per
comunicare, e quindi espressivo - è stata negata ai neri,
l'arte fondata sul linguaggio, in particolare la poesia e la prosa
ma anche il teatro, veniva modellata fino a farsi specchio
tridimensionale dell'esistenza africana. Il sistema non
riconosceva lo status di soggetti agli africani; conseguentemente
l'istruzione comprendeva solo la storia e la cultura bianca.
L'unico modo per dare spazio alla propria identità storica
era offerto dalla creazione artistica, non certo dal sistema
giuridico e sociale del paese. La parola 'creativa' nelle mani del
suo artefice doveva quindi farsi comprensiva della realtà
attuale dell'universo nero, registrandone gli
avvenimenti.
-
- Così si esprimeva a questo
proposito Sipho Sepamla:
-
- Historically speaking our books are very
important. We don't have black historians recording what is
happening. So writers, whether black or white, play the role of
historians. Five years from now people will ask what happened in
the '70s, what happened in the '80s, and then our books will give
them an idea12.
-
- Si chiarisce quindi l'importanza che
assume la descrizione della terra nell'opera letteraria, quando
questa rappresenta l'unica fonte documentaria: narrare la terra
equivale a illustrare la relazione esistente tra essa e i suoi
abitanti, e quindi lo scrittore ed il poeta divengono portavoce
del rapporto contraddittorio esistente tra i sudafricani neri e il
loro paese.
- La complessità di tale rapporto
risiede nell'essere il risultato di un legame ancestrale che,
seppur materialmente reciso dai bianchi, questi stessi non seppero
mai cancellare quale sentimento d'appartenenza reciproca, frutto
di antiche concezioni filosofiche
africane13.
- Una delle liriche di Sepamla che meglio
esprime il legame ricco di sfaccettature fra la terra e il nero,
è Soweto 14, appartenente alla raccolta
del 1977, che è significativamente intitolata The Soweto
I Love:
-
- [...] on your neck was placed
a yoke of laws
- which have tried to strangle your
life
- and once you strained
muscles
- to shake off the
restarints
- a grear roar went up
abroad
-
- I love you Soweto
- I've done so long before
- the summer swallow deserted you
- I have bemoaned the smell of
death
- hanging on your other neck line a
albatross
- I have hated the stench of your
blood
- blood made to flow in every street
- but i have taken
courage
- in the thought that
- those who mother your
back
- will carry on with the
job
- of building anew
- a body of being
- from the ashes in the
ground
-
- Soweto è un pianto amaro in cui
però affiora la speranza; l'amarezza sta nel ricordo di una
terra che ha reso le madri vedove, che ha fatto del lutto uno
stile di vita, una terra su cui fu posto un giogo di leggi che
'tentò' di strangolarne la vita.
- La speranza s'intravede in quest'ultima
forma verbale, "on your neck was placed a yoke of laws/which have
tried to strangle your life": la vita non si è spenta; il
sangue dei suoi figli, quegli stessi che furono motivo d'orgoglio,
è scorso in ogni via del ghetto, ma salda è la
certezza che domani qualcuno s'impegnerà affinché un
nuovo giorno nasca da un suolo tanto luttuoso. Ed il possesso di
tale certezza, per l'autore, sostiene il coraggio necessario ad
affrontare la lotta.
-
-
- L'appartenenza alla storia: "Linking
our past with our present"
-
- Dopo il '76 per Sepamla divenne
inarrestabile il desiderio di assumere con maggiore energia "il
ruolo di testimone storico"15. Lui stesso
affermò: "Io sono uno storico, e finora ho soltanto
scalfito la superficie: i neri sono da troppo tempo in
silenzio"16. Essere uno storico implica la
capacità di osservare e comprendere i passaggi temporali,
rendendoli noti e intelligibili agli altri. Ciò dovrebbe
appoggiarsi a una lucida registrazione degli eventi, garantendola
ai posteri. Poiché la storia dei neri sudafricani - nella
sua accezione più ampia, comprensiva della cultura e delle
tradizioni di un popolo - fu, come già detto, volutamente
non documentata, gli scrittori di Soweto decisero di assumersi
l'onere di farlo17. Ed è qui che sta il secondo
requisito caratterizzante l'opera di Sepamla, e cioè
l'abilità nel legare il tempo passato a quello presente,
convinto che la consapevolezza dell'individuo debba fondarsi su
entrambi. Egli non aspira a un ritorno al passato che si compia
ripudiando la contemporaneità e il percorso fatto per
arrivarvi: "linking our past with our present" è il suo
obiettivo.
- La sopraccitata Soweto è,
in tal senso, emblematica: la stesura della poesia fu infatti
immediatamente successiva ai fatti di Soweto e, conseguentemente,
assumendo come chiave di lettura la contemporaneità dei
contenuti, è evidente come essa si fece specchio di quegli
anni.
- Ma se si assume come prospettiva
l'espressione formale, il risultato cambia radicalmente,
poiché la relazione della lirica con il passato emerge
altrettanto forte delle sue connessioni con il tempo presente: qui
il riferimento è al legame più scoperto, quello con
la tradizione orale, che si manifesta quando il poeta con un gesto
evocativo affidato alla parola afferma "I love you Soweto",
fondando su un processo di nominazione, caratteristico della
concezione africana basata sull'oralità, il suo legame con
la città. In tal modo rovescia la concezione occidentale
che, al contrario, ha bisogno, a sostegno delle appartenenze, di
segni di possesso tangibili18.
- Sepamla riesce così a comporre un
mosaico in cui le radici dell'africano sprofondano nel giorno
appena passato, così come nei secoli più remoti; in
cui la libertà è propugnata allo stesso modo dai
giovani del '76, dai Mandela e Sisulu degli anni Sessanta, come
dagli antichi eroi delle epoche più lontane.
- Ciò che però dà
più spessore e personalità all'opera è la
riflessione sugli anni contemporanei, che ha contribuito (insieme
all'intervento d'altri poeti dell'epoca) alla creazione di quel
black ethos necessario alla creazione di un'identità
collettiva, e poi individuale, dei neri sudafricani. Creare dei
'folk heroes' locali19 (i protagonisti dei due decenni,
Sessanta e Settanta) equivaleva a dare soggettività al
nuovo genere letterario che li proponeva e contribuiva al bisogno
di riferimenti storici, politici e sociali di una
collettività resa orfana di un passato
prossimo.
- Il critico africano Ezenwa-Ohaeto
afferma che Sepamla dimostra come "every poet is moulded by his
age, by the great events or Great Event that took place during his
impressionable years."20
- In tal senso, ciò che più
marcò il mutamento verificatosi rispetto alla passata
letteratura nera fu l'ambientazione cronologica del racconto, che,
dimenticando fughe in un passato idilliaco, si precipitò
nel tempo presente, che divenne così il vero protagonista
dell'opera di Sepamla21.
-
-
- Il presente: la
township
-
- Radicarsi nel presente volle dire
annodare i propri scritti al movimento dei giovani,
all'esaltazione degli eroi di quegli anni, alla raffigurazione
della township e quindi al legame indissolubile, e solo in
apparenza dissolto, con la terra.
- Va messo in rilievo il cambiamento che
occorse nel rapporto tra il poeta e la sua terra: se prima della
metà degli anni Settanta, ciò che più
emergeva era il dolore per la mutilazione subita, successivamente
affiorerà la speranza di un futuro incontro e si
farà strada il desiderio di gridare un'identificazione
'metafisica' e carnale con il proprio
paese22.
- This Land 23, poesia
solenne come un inno che vuole essere udito da tutti, è la
migliore rappresentazione di questa nuova e ardita posizione
culturale:
-
- [...] I have never had to
say
- this land is mine
- this land has always been
me
- it is named after me
-
- This land defines its texture by
me
- its sweat and blood are salted by
me
- I've strained muscles
yoked
- on the turning wheel of this
land
-
- I am this land of
mine
- I've never asked for a
portion
- there's never been a need
to
- I am the land
-
- Forte è l'eco del sentimento di
reciproca appartenenza in una relazione in cui una delle due parti
(la terra) è stata forgiata con il sangue e gli umori
dell'altra (l'individuo), tanto che col tempo diverrà
impossibile capire dove sono i confini dell'uno e dove quelli
dell'altro, fino a dire: "I am this land of mine / I've never
asked for a portion / there's never been a need to / I am the
land". Risuona qui la concezione filosofica africana, distante da
quella occidentale. Come in tutta la produzione poetica di
Sepamla, anche questa lirica è unita da un filo alla
tradizione orale: il possesso della terra è rivendicato e
poi riconosciuto attraverso la parola. Così osserva Itala
Vivan:
-
- Questa lirica del poeta sudafricano
contemporaneo Sipho Sepamla trasporta bruscamente in una
dimensione altra, ove il possesso della terra prescinde dalle
descrizioni cartografiche e dalle mappe del dominio e viene
semplicemente riconosciuto e assunto attraverso la parola.
[...] Nel prendere la parola, il poeta spazza via un
intero corpus di costrizioni coloniali - occupazione,
appropriazione, legalizzazione del dominio - e prende una
strada 'altra', rifacendosi alla sua cultura
africana24.
-
- Del pari coinvolgente è il
profilo di Soweto tratteggiato in A Ride on the
Whirlwind.
- La township è, in un certo
senso, la maggiore protagonista dei romanzi di Sepamla. L'autore
fornisce al lettore un'immagine vivida, quasi palpabile del
ghetto: la 'città nera' sembra essere un gigantesco animale
roso da ogni tipo di male, interno ed esterno (esterni al ghetto
sono i bianchi fautori dell'apartheid, ma interni al ghetto sono
gli informatori neri, le spie), che ha però ritrovato il
coraggio e vuole riprendere la lotta, nonostante un corpo malato
renda scoordinate e malferme le sue strategie.
- Una delle raffigurazioni più
evocative e drammatiche è affidata alle parole di un
tassista:
-
- the driver said: - The police waste
their time. Soweto is so big. Where does one begin to look for a
runner-away? I'm sure the police chief must be cursing the man who
first thought of building Soweto so huge. It is a monster. It is a
wild beast, this Soweto. That is why it growls, it snarls and
bares fangs even for its own kind. It is seeking sanity because so
much of its personality has been destroyed, so
much.25
-
- Soweto è il luogo crudele in cui
la vita trascorre lenta e sempre uguale, prigione in cui si
è costretti a risiedere al termine di lunghe e faticose
giornate lavorative, cordone ombelicale che mai si è potuto
spezzare, e che col tempo diviene catena ferrosa che segue e
controlla ogni movimento, fino a lacerare la pelle e la
carne.
- Eppure, contemporaneamente, si erge a
divenire grembo accogliente e materno, in cui l'individuo trova
conforto, una misera protezione; solo all'interno delle pareti
poco confortevoli delle case del ghetto gli abitanti possono avere
un po' di sollievo.
- La comunità dipinta da Sepamla si
muove in un'area che ha le fattezze d'un labirinto: è un
intrico di case e vie, assediato dalle camionette della polizia e
dai poliziotti in tenuta mimetica. Durante il giorno le strade
sono intasate dal traffico:
-
- As always there were many cars on the
road because Soweto takes the beat of its own heart from the
tense activity of throbbing Johannesburg: the butcher, the
vegetable dealer, the grocer, the factory hand, the window
washer, all these and more hurry into town in the morning and
as the day stretches east to west and its shadows west on east
Soweto trickkles back into its own
hole26.
-
- I bianchi costruirono Soweto e le altre
township per creare aree di contenimento in cui costringere
i neri e potersi salvaguardare da essi. Ma nonostante la
situazione ambientale dei ghetti fosse tragica, uno degli scopi
principali della politica bianca fu completamente evaso: il
controllo sociale che si sperava di poter meglio mantenere in aree
delimitate, s'infranse contro la voglia di sopravvivere dei neri,
che maturò anche nella loro capacità di plasmarsi
vantaggiosamente il territorio: le piccole case ammassate l'una
sull'altra cominciarono a mancare di numeri civici, rendendo
pressoché impossibile il senso dell'orientamento ai non
abitanti. Inoltre l'umiliazione di spazi così angusti si
trasformò nella possibilità di proteggersi
all'interno delle interminabili file di case, che, ammassate e
identiche, rendevano difficile all'occhio bianco una distinzione,
facilitando così fughe e nascondigli.
- Nel romanzo si ritrova la volontà
di ritrarre fedelmente la realtà territoriale; ad esempio,
vi è una sistematica strategia volta ad ambientare il
racconto in luoghi reali (il lettore viene informato che una delle
case sta in Mncube Drive; e la zona nella quale si svolgono gli
avvenimenti è Dube, una delle aree di Soweto). Dare delle
coordinate topografiche realistiche dà forza e
credibilità, rendendo partecipe il lettore dei fatti
narrati.
- Durante la narrazione prendono forma
anche gli interni delle case, fra cui la minuscola abitazione di
Sis Ida, una militante non più giovane che ha offerto il
proprio alloggio e la propria disponibilità alla causa,
condividendo il proprio tetto con i giovani combattenti
protagonisti del libro.
-
- She hated to disturb the close-packed
sleeping figures stretched on the floor or sunk in the one
studio couch standing in the sitting room. Unconsciously she
counted eight of them in the tiny room. Huddled together
breathing in and out unevenly, none betrayed a care under the
circumstances. [...] The room was like a hippopotamus
taking a breather above the level of the water. There was
heaving and sighing as the youths came alive for the new
day27.
-
- Qui l'autore utilizza una metafora
sorprendente per rappresentare la mancanza di spazio vitale nelle
case del ghetto: paragona la stanza ad un ippopotamo che deve
emergere per poter respirare. In tal modo il lettore occidentale
percepisce l'affollamento di corpi in uno spazio ristretto, e nel
contempo viene a contatto con un'immagine insolita, capace di
infrangere i suoi codici referenziali.
-
-
- Tra passato e presente: gli eroi
'giovani' di Soweto
-
- I giovani ammassati gli uni sugli altri
nella casa di Sis Ida sono i protagonisti assoluti degli anni
Settanta, coloro che, come si è visto, restituirono vigore
alla lotta. Cosciente di ciò, Sepamla ha sempre guardato
alla loro evoluzione e alle contraddizioni che essa implicava.
Volgere lo sguardo a quei ragazzi voleva dire affrontare il
presente, affondarci nuovamente per comprendere e far
comprendere.
- Con A Ride on the Whirlwind, che
verrà alla luce nel 1981, Sepamla mette da parte ogni
remora (già da tempo aveva smesso di considerare improprio
il trattare politica e arte come due piani distinti, contestando
l'idea che l'arte avesse un valore proprio solo quando non fosse
contaminata da tematiche 'altre', quali la politica), e si pone
silenzioso a registrare le azioni compiute da un gruppo di ragazzi
durante i fatidici anni della rivolta degli studenti. Spiccano
sopra le altre due figure, Mandla e Mzi: il primo giovane
combattente idealista, entusiasta e generoso, leader suo malgrado,
perché convinto della validità della leadership
collettiva; il secondo, di qualche anno più anziano,
materialmente più preparato alla lotta perché
addestrato in un campo di guerriglia, ma cinico e arrogante, oltre
che totalmente disinteressato alle azioni del gruppo. Ad
accomunarli il coraggio, il carisma, la forte
volontà.
- I giovani eroi di Sepamla, Mzi e Mandla,
come pure il giovane Lifa protagonista di Third Generation
28, terzo romanzo dell'autore, rappresentano gli anelli
di congiunzione del presente con il passato: più volte
Sepamla li presenta come i diretti discendenti degli antichi eroi,
perché valorosi e audaci, combattivi e risoluti, ma
più di tutto perché mossi da ideali alti, la cui
realizzazione riveste nelle loro vite un'importanza
fondamentale.
- Così Mzi: "They can never touch
me. Never! I walk with the gods. They are the source of my power.
The gods of my father, of his father and his father's
father"29.
- Anche Uncle Ribs, il vecchio combattente
di A Ride on the Whirlwind, percepisce chiaramente nei due
ragazzi lo spirito superiore appartenuto ai grandi, comprendendo
che grazie a loro è finalmente giunto il momento di
riprendere la lotta:
-
- I was going to say there's never a time
I have felt as ready to die for the cause as now. Oh yes, I am
prepared to go to jail for the cause as now. Mandla and his
friends have rekindled in me the warrior spirit. I'm prepared to
die. I think you two30 are going to shake us all out of our long
sleep. You are going to make us deal a hard blow to our lethargy.
For too long we bowed our heads in despair. Now we are ready to
raise these greying heads. We are going to stand tall. So? I think
we can start out now31.
-
- Con I Remember Sharpeville
32, poesia che affiora da un passato appena prossimo,
l'autore mostra invece, ancora una volta, l'urgenza meditata di
rifarsi a eroi "recenti":
-
- in a flash
- of the eye
- of gun-fire
- like spray flayed
- they fled they fell
- the air fouled
- the minute fucked
- and life fobbed
- our heads bowed
- our shame aflame
- our faith shaken
- we buried them for what they
were
- our fallen heroes and our
history
-
- I giovani morti di Sharpeville non
provengono da secoli remoti, ma dal decennio precedente. Eppure,
come gli eroi antichi, hanno dato la vita per il loro popolo,
mutando i percorsi della storia.
-
-
- Il retaggio del passato: la
tradizione orale
-
- Sepamla ha sempre sentito l'esigenza di
radicare l'identità nera in un terreno profondo, giovane in
superficie, antico all'interno: esigenza conseguente al fine
ultimo del regime, che era stato di spogliare il popolo
sudafricano della propria eredità culturale, storica e
sociale.
- Diverse furono le strategie seguite dal
governo bianco, tutte finalizzate a rendere invisibile la presenza
dei neri nel paese.
- Nel brano che segue Sepamla descrive il
ruolo della censura, che aveva il compito precipuo di cancellare
il patrimonio letterario africano dal paese:
-
- La censura aveva semplicemente fatto
sparire dalla scena sudafricana tutti i libri scritti dai neri,
in particolare da quelli che avevano lasciato il paese.
Qualsiasi cosa scritta in inglese da neri veniva
automaticamente considerata contraria alle istituzioni, ed
erano i libri di questo genere che si proibivano. Così
quando crebbi e cominciai a scrivere, ebbi grosse
difficoltà. Dipendevo da modelli bianchi, specialmente
inglesi [...] Degli scrittori sudafricani mi
capitò di conoscere soltanto Ezekiel Mphahlele - questo
è tutto33.
- I neri dovevano semplicemente
dimenticare di avere un passato: dovevano essere privati del
diritto alla memoria storica34.
- Tale premessa è necessaria per
comprendere una caratteristica fondamentale dell'opera di Sepamla,
che contraddistingue anche altri autori di Soweto: la ripresa
della tradizione orale, ovvero della più antica forma di
espressione poetica nera.
- Riprendere la tradizione orale
significò andare contro il regime, che tentava di annegare
ogni reminiscenza dei neri: al tentativo di annullamento dei
bianchi, corrispose la volontà nera di riconquista del
proprio passato remoto, in particolare attraverso il recupero
dell'izibongo o lithoko, denominazione della poesia
encomiastica di area zulu e xhosa. Essendo finalizzato a esaltare
le gesta eroiche, e con esse gli avvenimenti storici più
importanti, appare evidente perché esso sia stato
ampiamente ripreso nel contesto della lotta di liberazione
sudafricana.
-
- The izibongo genre has
influenced Black writers in southern Africa to a much greater
degree than is generally realised. [...] That is so
partly because the genre is indigenous and represents the
highest form of poetic expression known to blacks. But an even
more compelling reason for the widespread adaption of
izibongo in written poetry is that the genre largely
concerns itself with heroic actions. Heroism remains an
essential weapon in the liberation struggle in South Africa. So
that ...there is in all the poets a common urge to turn to
izibongo 35.
-
- La considerazione fondamentale di
Mzamane (parallela all'ammissione della 'necessità' di un
genere encomiastico nella letteratura di liberazione degli anni
Settanta-Ottanta) è che l'izibongo è un
genere 'indigeno', e come tale non ha nessuna derivazione
né influenza occidentale. Ciò coincide con il
bisogno dello scrittore nero di abbandonare l'eredità
letteraria coloniale per lasciare emergere il proprio patrimonio
culturale, lo stesso che i bianchi trascuravano o
censuravano.
- Attraverso il recupero della tradizione
orale, Sepamla e gli altri poeti e romanzieri ripresero il filo
interrotto della storia africana. Tale ripresa non
significò un mero omaggio alla tradizione letteraria
passata, poiché gli autori di Soweto non ne fecero uno
statico elemento formale autocelebrantesi, ma lo dinamicizzarono,
contestualizzandolo, attraverso i contenuti: essi infatti erano
africani e contemporanei.
- Sepamla in questo modo faceva sua la
voce degli antenati infondendo forza e unità allo spirito
della comunità, referente ultimo del suo lavoro
perché se anche "il risultato [artistico] si deve
reggere come opera d'arte"36, e non essere quindi solo
un veicolo di slogan politici, tuttavia il fine principale restava
quello di riscattare il nero dalla condizione di subumanità
e subordinazione in cui era stato costretto dai bianchi.
Così in un'intervista:
- "- What did it mean to be a poet in the
Soweto era - - I think we had to contribute to the struggle and
that was our way of contributing -"37.
- In sintesi, si può dire che la
tradizione orale rivive 'dinamicamente' nella poesia di Soweto
perché permette di resistere all'assalto del regime
attraverso la riabilitazione della storia e della cultura nera.
- Si è visto che nella poesia
contemporanea il retaggio della tradizione orale si mostra allo
studioso anche nella forma della 'nominazione': il luogo è
reso comprensibile e familiare al lettore non attraverso una
descrizione visiva (operazione tipicamente europea), bensì
attraverso la personalizzazione degli elementi naturali, che si
trasformano in entità, benevole o malevole a secondo dei
casi. "Qui, insomma, è la parola che configura il
territorio"38.
- È evidente che anche la
township, prototipo di sofferenza, si umanizza (come nella
già considerata Soweto I Love You) attraverso
la nominazione, innalzandosi ad identificare il gruppo sociale da
cui è abitata; tale identificazione si rifà ad un
ulteriore passaggio logico che si fonda sul concetto di reciproca
appartenenza tra terra e persona39.
- Da qui sorge però la
conflittualità del rapporto tra i neri e la loro terra,
apparendo difficile appartenere ad un ambiente tanto ostile,
eppure al tempo stesso l'unico in cui ancora sia possibile
percepire i segni della propria comunità.
-
-
- Sepamla e la 'sperimentazione': il
fenomeno dell'ibridazione
-
- Per "contribuire alla lotta", Sepamla
disponeva (oltre che di strumenti più formali, quali il
recupero di fattori stilistici propri dell'antica tradizione orale
africana) del suo talento personale, che consisteva nella notevole
capacità d'innovazione che lo portava, e lo conduce
tuttora, a non fermarsi di fronte a dogmi o schemi precostituiti,
sia politici che artistici, ma a ricercare sempre, convinto
sostenitore della fondamentale e insopprimibile libertà di
ognuno di esprimersi.
-
- Oggi credo di aver capito che il
mondo ruota attorno all'individuo, e che mai l'individuo
dovrebbe permettere di essere ridotto a ingranaggio di una
macchina40.
-
- E ancora, in un'intervista rilasciata
alla fine del 1997:
-
- I still believe that a person has to
be independent. I still believe that there's no way that the
thinking of a human being has to be dictated from the outside.
For me, conscience is very important. And that is formed by
you, not by outside. Independent thinking for me is very
important. [...] I have to be free to make my
judgement. I can't take that my judgement, my opinion may be
made by an outside force. I must determine the truth. Truth is
a relative thing, isn't it?41
-
- L'impulso connaturato a sperimentare lo
avvicinò al fenomeno dell'ibridazione: mescolare differenti
piani stilistici quali ad esempio quello prettamente poetico e
quello musicale, così come comporre poesie prendendo a
prestito la lingua parlata nei ghetti, 'ibridata' per definizione,
sono esempi dei nuovi tracciati che Sepamla per primo
percorse.
-
-
-
- 'The mixed
language'
-
- Più di un critico
considererà l'utilizzo in poesia del predetto miscuglio
linguistico frutto di una mancata padronanza della lingua, senza
comprenderne la profonda esigenza di realismo; infatti esso
riproduceva l'impasto linguistico correntemente parlato nelle
township, sorto dalla mescolanza dei differenti idiomi, col
tempo fusisi l'uno con l'altro. Gli africani comunicavano
utilizzando la lingua zulu oppure xhosa, e così via,
conformemente alle origini personali e a quelle
dell'interlocutore. A questo mescolavano parole afrikaans, e
veicolavano tutto attraverso l'inglese, che non era più
l'inglese ripulito che erano obbligati ad usare nei luoghi di
lavoro, a contatto con i bianchi, ma un insieme di espressioni
aventi più derivazioni. Ecco come spiega la sua scelta
Sepamla:
-
- the medium of communication requires
a thorough look-at because the whole exercise might be a lost
effort if one simply kicks off without looking at the
effectiveness of the English one is about to use. What I mean
is that if the situation requires broken or 'murdered' English,
then for God's sake we must do just that. If other people come
to the sad conclusion that writer so-and-so does not know
English, then we should not even offer prayers for those
misguided people42.
-
- La necessità di essere
così aderenti alla realtà, anche nella scelta del
linguaggio, mostra come nell'opera di Sepamla le affiliazioni con
il passato, ad esempio con la tradizione orale, non devono
allontanare e prescindere dal momento storico
presente.
- Una delle liriche più
rappresentative è Come Duze Baby
43:
-
- Hela baby!
- Zwakala daarso
- Of hoe se ek?
[...]
-
- [...] Jy's my number one
mbuzana
- Die neneweet
- Jy's my eie ding
- Met my ma!
-
- Baby come duze!
- Come duze baby!
-
- L'ibridazione linguistica elaborata nel
tempo da Sepamla sortisce due effetti: il primo, palese, è
quello di avvicinare la comunità nera al testo
letterario.
- Il secondo, porta a liberare la
creatività dell'autore, rendendola autonoma da un
restrittivo concetto di mera funzionalità rispetto
all'opera.
- I due risultati, apparentemente
contraddittori, si completano l'un l'altro: se la ripresa del
linguaggio conosciuto e familiare del ghetto corrispondeva alla
volontà dell'autore di farsi portavoce della
comunità di cui era parte, così da testimoniare
attraverso la parole scritta il 'suo' tempo e la sua appartenenza
alla cultura africana, d'altra parte tale scelta era prima di
tutto spiccatamente individuale, partorita dal suo desiderio di
percorrere nuovi sentieri artistici.
-
-
- Poesia e musica
-
- La passione di Sepamla per la musica, in
particolare per il jazz, si è spesso riflessa nelle sue
liriche: il risultato è stato un nuovo caso di ibridazione,
questa volta frutto dell'incontro di due differenti espressioni
artistiche.
- La musica è stata spesso
l'origine ispirativa dei componimenti poetici di Sepamla; ma anche
il coro nero che apre e chiude molti dei paragrafi di A Ride on
the Whirlwind sembra pervaso da un intimo ritmo
musicale.
- Le poesie hanno assorbito il ritmo del
blues o quello sincopato del jive, e la fisicità trasmessa
dal suono ha plasmato immagini visive vivide e quasi tattili,
facendo affermare ad un critico che "Sepamla is a writer whose
poetry makes the reader see and
think"44.
- Ciò è particolarmente
evidente nella lirica il cui titolo è un omaggio
all'incontro di poesia e musica: The Blues is You in Me
45:
-
- When my heart pulsates a
rhythm
- off-beat with God's own scintillating
pace
- and I can trace only those
thoughts
- that mar the goodness of living with
you
- then I know I've got the blues for
howling
-
- yeah I've been
howling
- clouds have been
muffling
- and the rain has come
- and washed away
- these blues of mine
-
- the blues is you in me
[...]
-
- [...] the blues is the shadow of
a cop
- dancing the Immorality Act
jitterburg
- the blues is the Group Areas Act and all
its jive
-
- the blues is the Bantu Education Act and
its improvizations
-
- the blues is you in me
- I never knew the blues until I met
you
-
- the blues is people huddled on a
bench
- eating of their own thoughts
[...]
-
- La musica rappresenta un ulteriore
collegamento che l'autore stabilisce tra sé e la
collettività poiché incarna, ancora una volta, la
voce della comunità nera, da sempre percorsa dal suono
musicale. In tal senso attraverso il richiamo ad essa, così
evidente nell'opera di Sepamla, la parola del poeta si immerge in
suoni familiari, viene modellata da essi, ed è restituita
in forma ancor più intelleggibile ai
lettori.
-
- Ben si adatta a suggellare queste pagine
una poesia tratta dalla raccolta Hurry Up to It, intitolata
The Loneliness Beyond 46: in pochi versi Sepamla
affronta il tema della solitudine, che emerge 'estrema' dalla sua
descrizione, perché non più o non solo stato
dell'animo, ma condizione definitiva
dell'esistenza.
- The Loneliness Beyond non solo
è una delle poesie più significative e struggenti
della produzione di Sepamla, ma si segnala anche perché la
dolorosa e nitida raffigurazione delle moltitudini di persone che
rincasavano alla fine di giornate prive ormai di ogni parvenza
d'umanità colpì addirittura Nelson Mandela, che dal
carcere volle scrivere a Sipho Sepamla per rivelargli il suo
commosso entusiasmo.
-
-
- Like raindrops
pattering
- They come singly and in
pairs
- Then as a torrent the rush of
feet
- Shuffles onto
platforms
- Dragging the last strains of
energy.
-
- I've seen hearts
palpitating
- Behind a single maskless
face
- Tired from the hurrying of a
city
- Spirits maimed by
commands.[...]
-
- [...] I've seen throngs of
people
- Disappear into little holes of
resting
- And I've pondered what might be
happening
- With the loneliness
beyond
-
- Il titolo già preannuncia il tema
della poesia e il verso che la apre non delude le aspettative:
"Like raindrops pattering" è un'immagine netta, incisiva,
che squarcia immediatamente, ma con pudore, la realtà degli
africani: ognuno di loro rappresenta solo una goccia, identica ad
un altro milione di gocce, appartenente a una pioggia che si
percepisce continua e costante. Hanno assorbito la malinconia e il
freddo della pioggia, lontani, ormai47, dalla rabbia e dalla
violenza del temporale, interpreti di un pianto silenzioso il cui
unico disturbo sta nel verbo usato "pattering", delicato
picchiettare che cerca di non farsi udire.
- Sepamla rende partecipi di un sentimento
di alienazione di cui il lettore è solo parzialmente a
conoscenza. J. Alvarez Pereyre così commenta la
lirica:
-
- This poem should be compared with
Mtshali's on the black inhabitants of the suburbs. The author
of Sounds observed the workers at their departure,
Sepamla observes them on their return. Mtshali stressed the lot
peculiar to the black workers and emphasized their alienation;
Sepamla goes much further in developing the theme of the
individual isolation in a modern industrial
civilization48.
-
- A chi scrive sembra che Sepamla non
descriva solo l'alienazione urbana tipica della moderna
civiltà industriale, rintracciabile in ogni periferia
urbana del pianeta: lo stato d'animo presentato da Sepamla
è più sottile, non incline a letture ideologiche e
come tali tendenti a cercare un comune denominatore; i sentimenti
mossi da The Loneliness Beyond non sono facilmente
esportabili, se non universalizzando immagini che in tal modo
perderebbero la loro identità, come spesso accade quando si
vuole forzatamente riportare vissuti particolari a modelli
globali.
-
-
- Conclusioni
-
- Questo breve excursus sull'opera di
Sipho Sepamla ha posto in rilievo come il merito incontestabile
del suo lavoro, e di quello degli altri autori di Soweto, fu di
introdurre la blackness nella letteratura
sudafricana.
- Le generazioni precedenti di scrittori
neri non erano riuscite a spezzare le affiliazioni stilistiche (e
non solo) con l'occidente. Furono gli autori degli anni Settanta e
Ottanta a fare della rottura con le convenzioni letterarie
occidentali il punto da cui ripartire, per liberarsi da un
fardello che da sempre impediva l'emergere dell'identità
africana.
-
- The writing that came with Mtshali
and Serote was to carry an impact very different from that made
by the writers of the late fifties. Black writers and artists
had decided to trace their lost steps into their blackness
[...]. It had come down on us, more markedly this time,
that only the black man can liberate himself, psychologically
and physically49.
-
- Partendo da questa considerazione, non
si vede perché non si debba riconoscere alla produzione
letteraria degli anni Settanta-Ottanta delle peculiarità
che la rendono degna di attenzione ben al di là della
valenza politica e della ispirazione civile.
- Il risultato di quanto scritto, è
che la poesia e la prosa di Sepamla non possano essere
classificate nei limiti ristretti della cosiddetta letteratura di
protesta, genere per definizione destinato a scomparire una volta
estintosi il regime dell'apartheid.
- Le ragioni via via addotte a motivare
tale tesi sono state diverse, ma tutte accomunate dalla scoperta,
negli scritti dell'autore, di quello spirito di ricerca,
innovazione e approfondimento proprio dell'artista: di chi scrive,
cioè, perché spinto da un moto interiore intimo e
spontaneo, solo successivamente stimolato da altre passioni,
quali, ad esempio, quella politica.
- A spiegare, conclusivamente, come la
stessa parola 'protesta' rivestisse per Sepamla un senso diverso e
più ampio di quello comune, si veda come l'autore tradusse
e interpretò le stentoree parole di Camus "We must
protest":
-
- He uses the words "we must protest" in a
sense that seems to go beyond protest as commonly used. In other
words we must be selfconscious at all
times50.