Enrique Santos Unamuno

 

LA SPAGNA TRA MODERNITÀ E POSTMODERNITÀ


 
1. Un tentativo di spiegazione storica di entrambi i filoni, nonché un'appassionata difesa della "modernità" della Spagna si può trovare in Ayala (1986).
 
2. Tra i tanti libelli denigratori che circolarono per l'Europa del '500-'600, vale la pena di ricordare quello che va sotto il nome di Apologie, redatto per conto di Guglielmo di Nassau, principe di Orange (1533-1584) e diretto a tutti i re e i potenti della Cristianità. Vi si descrivono le nefandezze teoricamente compiute dal monarca spagnolo, tra cui non mancano l'incesto e l'uxoricidio (Bleiberg, ed., 1979: 286-287). La diffusione e affermazione di un siffatto immaginario è ben visibile anche in ambito letterario, come testimonia ad esempio il Filippo dell'Alfieri, il cui personaggio omonimo è ricavato direttamente dalla leggenda nera.
 
3. Bersaglio principale degli strali antispagnoli diventeranno i gesuiti, con la loro fama di doppiezza, di melliflua e sottile intelligenza.
 
4. Da parte spagnola si svilupperà ovviamente una corrente opposta, tesa a difendere la Spagna da questi attacchi. Vi si possono scorgere due filoni principali: chi nega l'incapacità ispana per le scienze e le arti meccaniche e chi invece se ne fa un vanto e porta avanti un discorso misticheggiante e paranoico sul glorioso destino della Spagna nella storia universale. Questo secondo filone sarà una delle strutture portanti dell'ideologia franchista ed è sopravvissuto nel pensiero di un autore come Fernando Sánchez Dragó, che vede nella Spagna l'enfant terrible, l'eterno elemento eretico dell'Europa: "Conocemos de sobra el decisivo papel que le corresponde a España, recalcitrante oveja negra de la pax tomista en el nuevo florecer de heterodoxias. Lo de siempre: incordiar, cumplir la función de niña terrible en el seno de un continente acomodado y estéril."(Sánchez Dragó, 1985: 726).
 
5. Un riassunto delle teorie dei fratelli Schlegel e dei critici romantici tedeschi si trova in Wellek (1955).
 
6. L'immaginario hollywoodiano attingerà spesso a questa fonte (come d'altra parte a quella della leggenda nera) e senza andare molto lontano basti pensare all'immagine della Spagna filtrata dai mass media italiani, un calderone di ingredienti dove spiccano i "toreros", le "carmencitas", e i "bandoleros".
 
7. La definizione del sollevamento militare franchista come crociata contro il comunismo ebbe un grande seguito tra le alte cariche ecclesiastiche. Il 23 agosto 1936, appena un mese dopo l'inizio della guerra, Rafael Olaechea, vescovo di Pamplona, dichiarava: "No libramos sólo una guerra sino una cruzada" (Payne, 1984: 219). Un mese più tardi, il vescovo Pla y Daniel, in una lettera pastorale del 30 settembre, si esprimeva in termini simili (Montalto, 1992: 24). Dopo la caduta di Bilbao (giugno del '37), il cardinale Gomá ribadiva il concetto in una lettera collettiva diretta ai cattolici di tutto il mondo (García-González, 1994: 582).
 
8. Ruolo che non abbandonerà praticamente fino alla conclusione del processo di transizione verso la democrazia, a metà degli anni '80 di questo secolo. Per uno sguardo d'insieme sulla questione dell'esercito in Spagna dal '700 ad oggi, si veda Cardona (1990). Valido ed esauriente resta Payne (1968).
 
9. Nel 1796 c'erano addirittura 132 generali in attivo! (García-González, 1994: 375).
 
10. La citazione di Eugenio D'Ors si trova nel suo saggio El vivir de Goya. Le teorie di Enrique Gil Calvo relative alla corrida come mostra di un Illuminismo sotterraneo e profondo sono espresse in Función de toros, apparso nel 1989 (Sánchez Vidal, 1990: 94-95).
 
11. Pensiamo che in alcuni anni del '600 spagnolo i giorni lavorativi non arrivarono a 100 (Deleito y Piñuela, 1988: 11).
 
12. Eppure, a conferma di quanto detto e in risposta alla spregiativa domanda di Masson di Morvilliers, possiamo annoverare alcune tra le cose che il mondo deve alla Spagna: le sigarette (il cosiddetto "papel español", la carta spagnola), abitudine molto frequente nel popolino del '700; il calcetto, meraviglioso passatempo inventato da un galiziano, militante di sinistra di simpatie anarchiche, nel 1937; il chupa-chups, brevettato da un catalano alla fine degli anni '50; il mocio, qualitativo salto in avanti nella comodità di chi pulisce i pavimenti, inventato da un aragonese e diffuso in tutto il mondo dai turisti che ci visitavano negli anni '70 (Sánchez Vidal, 1990). E fin qui mi pare che con l'etica del capitalismo non ci siamo proprio.
 
13. Nella prima direzione sembrano andare le tesi neoilluministe di Jürgen Habermas, che tenta di ricomporre i frantumi del disastro imparando dagli stessi errori della Modernità (Habermas, 1981). Più numerosi i fautori dell'Antimodernità, tra cui possiamo ricordare Jean-François Lyotard e la sua società informatizzata basata esclusivamente su criteri di "performatività" (Lyotard, 1979) e Gianni Vattimo, difensore di una società della comunicazione generalizzata in cui non esiste più una razionalità o punto di vista centrale (Vattimo, 1989).
 
14. Lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán ha ricostruito dal punto di vista del costume (canzoni, film, paraletteratura…) la storia della società e la mentalità spagnole dagli anni '40 (anni di "ricostruzione della ragione personale e collettiva" dopo il bagno irrazionale della guerra, di miti precari come la casa e il cibo) e '50 (americanizzazione e calcio), fino al miracolo economico e sociale degli anni '60, che Montalbán giudica e condanna senza mezzi termini: "La cultura popular […] ya no sabe dar respuestas autóctonas a los estímulos políticos del mundo" (Montalbán, 1971: 176).
 
15. Questi precari equilibri videro la polarizzazione delle posizioni sia all'interno della compagine franchista (divisa in "aperturistas" e "continuistas") che in seno alle forze di opposizione al regime (il dilemma "reforma"/"ruptura").
 
16. Sul ruolo dei nazionalismi basco e catalano nel processo costituente apertosi nel 1977, si veda Solé Tura (1985).
 
17. Ultimo scandaloso atto di questa commedia fu la nomina del socialista Javier Solana (ex-sessantottino ex-antiamericano) a Segretario Generale della Nato.
 
18. Forse non sarebbe esagerato parlare addirittura di "occidentalizzazione", termine usato da Serge Latouche per riferirsi al processo di "sradicamento planetario" intrapreso dalle forze del capitalismo internazionale (Latouche, 1989).
 


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