Clara Bulfoni

BAI HUA: UN AMORE AMARO

 
Bai Hua, autore di poesie, romanzi, racconti, soggetti teatrali e cinematografici e di saggi politico-letterari, è diventato famoso in Occidente soprattutto per Amore amaro (Ku lian), un soggetto cinematografico scritto nel 1979. Originariamente Amore amaro era un lungo brano di poesia lirica intitolato La strada si allunga sotto i suoi passi (Lu zai ta de jiao xia yanshen), pubblicato a Hong Kong sul Wen Hui Bao. Venne rielaborato dallo stesso autore, in collaborazione con Peng Ning1, e trasformato in sceneggiatura con il titolo Il sole e l'uomo (Taiyang he ren); Amore amaro è il titolo che venne poi adottato per il film. Già dopo le prime proiezioni per un pubblico selezionato, l'opera suscitò aspre critiche e pesanti accuse vennero rivolte all'autore. Era un fatto sorprendente: per la prima volta, dopo anni, un intellettuale veniva accusato di atteggiamento anti-socialista e anti-partito e costretto ad un'autocritica.
Secondo Paul Clark il fatto che fosse stato scelto un film per lanciare un attacco ad un singolo scrittore era un indizio della costante vulnerabilità, e insieme potenza, del cinema: "La forza del cinema risiede nella sua capacità di influire efficacemente su un vasto pubblico. Sostenendo il punto di vista utilitario sull'arte" [il fatto di aver chiesto a] "Bai Hua di cambiare i suoi indirizzi implicava che i dirigenti della politica culturale erano consapevoli delle potenzialità dell'arte cinematografica"2.
 
Bai Hua, il cui vero nome è Chen Youhua, è nato il 20 novembre 1930 a Xinyang nella provincia dello Henan. Il padre fu ucciso nel 1938 dai soldati giapponesi che avevano invaso la Cina: questo fatto fu sicuramente di importanza fondamentale per le successive prese di posizione politiche e sociali dell'autore. Iscrittosi al Dipartimento d'Arte della Scuola Normale di Xinyang, nel 1946 pubblica le sue prime opere sui giornali locali; l'anno successivo dirige, sempre su un quotidiano del posto, la pagina supplementare di arte e letteratura, dove pubblica, insieme ad alcuni giovani progressisti dello Henan, scritti di vario genere letterario. Dopo queste sue prime attività culturali, Bai Hua viene cacciato dalla scuola perché la sua "ideologia" è considerata troppo di sinistra.
Nell'autunno del 1947 si arruola nella "Armata delle Pianure Centrali" dell'Esercito Popolare di Liberazione e, come membro del dipartimento di propaganda, scrive dispacci di guerra e manifesti in versi.
Nel gennaio 1949 entra a far parte del Partito Comunista Cinese; viene poi trasferito con l'esercito nello Yunnan dove inizia ad occuparsi di letteratura scrivendo poesie, saggi, racconti e soggetti teatrali. Nel 1952 Bai Hua viene trasferito nella zona militare di Kunming (provincia dello Yunnan) come capo del gruppo di lavoro letterario, e vi resta fino a quando, nel 1955, viene chiamato al Dipartimento Politico Generale di Pechino.
Nel 1957, accusato di essere ideologicamente di destra, Bai Hua è inviato in un "campo di riforma attraverso il lavoro". Ciò avviene in seguito alla "Campagna contro la destra" lanciata da Mao Zedong nel 1957 come correttivo all'eccesso di liberalismo nel dibattito scaturito dalla "Campagna dei Cento Fiori", avviata un anno prima, e rivolta agli operatori del mondo culturale perché dessero il loro contributo allo sforzo per lo sviluppo del Paese; è solo dopo quattro anni che gli viene tolto il "cappello" e dal 1961 al '64 vive a Shanghai presso gli studi cinematografici Haiyan. Riammesso nell'esercito, viene poi trasferito al distretto militare di Wuhan come sceneggiatore-capo del gruppo teatrale.
Durante il periodo della Rivoluzione Culturale, Bai Hua è nuovamente accusato di far parte della "cricca nera" ed in carcere trascorre gli anni dal 1966 al 1973: ma la sua completa riabilitazione avviene solo nel 1978, con l'avvento al potere di Deng Xiaoping.
Dal 1985 Bai Hua, lasciato il suo incarico nell'esercito, lavora all'Associazione degli Scrittori Cinesi di Shanghai, dove anche risiede.
Un'ultima notizia, reperita su Internet3, riferisce quanto segue: "In June 1996, Bai Hua was held incommunicado under the pretext that he lived a 'socially unacceptable lifestyle'. Presumably this was meant as a warning to 'avant-garde intellectuals'". Non ho trovato riscontro di questo fatto su nessun organo di informazione cinese o di Hong Kong da me consultato.
 
Bai Hua è vissuto per lunghi periodi, come membro dell'Esercito Popolare di Liberazione, nelle regioni di confine della Cina sud-occidentale, regioni popolate prevalentemente da minoranze etniche4 e ciò ha profondamente influenzato il contenuto e lo stile delle sue opere.
La sua prima raccolta di brevi poesie, Memorie del Fiume delle Sabbie dorate (Jinsha Jiang de huainian), pubblicata nel 1955, è un elogio delle valorose azioni dei soldati di confine che combattevano per la difesa della patria e, contemporaneamente, descrive l'affezione delle popolazioni locali nei confronti dei militari e, in particolare, nei confronti di He Long5. Anche un'altra raccolta di poesie, Il canto dell'artista reba (Reba ren zhi ge)6, ha come soggetto la descrizione della vita delle minoranze etniche.
Tra le poesie lunghe sono da ricordare Stormo di falchi (Ying qun), pubblicato nel 1956, e Il pavone (Kongque), pubblicato nel 1957, di genere molto particolare essendo ispirato alle leggende della minoranza Thai.
Fra i racconti, pubblicati nello stesso periodo, citiamo: I suoni della regione di confine (Bianjiang de shengyin) del 1953; La carovana senza campana (Wuling de mabang) del 1955, dal quale venne realizzato il film Il misterioso compagno di viaggio (Shenmi de lüban) dalla Casa Cinematografica di Changchun; La ragazza del cacciatore (Lieren de guniang) del 1956. Fra i soggetti cinematografici, invece, appare Al suono della campana fra i monti arriva la carovana (Shan jian ling xiang mabang lai), del 1954, realizzato dalla Casa Cinematografica di Shanghai.
Nel periodo che va dal 1961 al 1966, mentre lavorava a Shanghai e poi a Wuhan, Bai Hua è riuscito a far pubblicare solo l'opera teatrale Vivere come lui (Xiang ta nayang shenghuo) su una rivista di Canton. Ciò perché il fatto di aver portato il "cappello" di elemento di destra lo aveva notoriamente bollato, e, come lui stesso ricorda: "Nel '61 [il cappello] mi è stato tolto. Poi sono tornato a Shanghai, alla Casa Cinematografica. Allora avevo trent'anni, molti registi mi cercavano perché scrivessi delle sceneggiature, ed in un anno ne ho scritte molte, ma alla fine non è stato girato neppure un film… [ciò perché] il primo segretario dell'Ufficio della Cina Orientale del Partito Comunista, dopo aver saputo quello che facevo a Shanghai, ha fatto loro una ramanzina: 'Voi, comunisti, come potete permettere che questo elemento di destra faccia il rosso…'"7.
Nel 1977 Bai Hua ha scritto l'opera teatrale Prime luci del mattino (Shuguang), pubblicata nel 1978, nella quale l'autore, descrivendo le lotte fra le due linee politiche nel corso della storia del Partito Comunista Cinese, ritrae in modo realistico l'immagine del vecchio rivoluzionario proletario He Long.
Nel 1979 sono usciti il soggetto cinematografico Li Bai e Du Fu (Li Bai yu Du Fu), scritto insieme a Zheng Qunli, e l'opera tetrale Azalea rossa, azalea porpora (Hong dujuan, zi dujuan), portata sulle scene dal Gruppo teatrale del Popolo.
Nello stesso periodo sono stati pubblicati: le raccolte di poesie Canti della sera e canti di benvenuto (Wan ge yu huan ge), e Sentimento e ragione (Qing si); l'opera teatrale Questa notte le stelle sono splendenti (Jinye xingguang canlan), poi rielaborata dall'autore in soggetto cinematografico; l'operetta Il piccolo mulino ruota come volando (Xiao mo feizhuan); il soggetto cinematografico Amore amaro (Ku lian); racconti come Un fascio di lettere (Yi shu xinzha), in cui Bai Hua affronta i problemi della corruzione e dei privilegi dell'élite burocratica del Partito; Mamma! Mamma! (Mama ya, mama!; tradotto in francese da Li Tche-Houa e J. Alezaïs), e Ah, antica rotta (A, gulao de hangdao), incluso nella raccolta di novelle Bai Hua de zhongpian xiaoshuo.
Il film Questa notte le stelle sono splendenti, apparso sugli schermi nel giugno del 1980, è ambientato nel 1948 durante la fase finale della campagna militare del Huai Hai, ma è un film di guerra sui generis: viene posta attenzione non sui combattimenti ma sulle esperienze ed il martirio di un gruppo di giovani soldati e una contadina. Poco dopo le prime rappresentazioni, il Renmin Ribao (Quotidiano del Popolo) il 30 luglio 1980 pubblicò una recensione critica del film scritta da Chen Yi, un militare che aveva combattuto in quella campagna; nel suo commento Chen Yi stigmatizzava il modo in cui era stata rappresentata la vicenda storica. Ciò diede luogo ad una tavola rotonda nella quale il tema dibattuto fu il conflitto fra la democrazia in arte e le direttive amministrative imposte agli artisti. Nonostante la critica, il film fu calorosamente accolto negli ambienti cinematografici e continuò a essere proiettato8.
Nel 1983 viene rappresentata a Pechino l'opera teatrale L'alabarda d'oro del re di Wu e la spada del re di Yue (Wu wang jin ge Yue wang jian) - più nota nelle traduzioni in lingue occidentali come Guojian, re dello Stato di Yue -, particolarmente attesa per il suo soggetto storico dato che, nel turbolento decennio della Rivoluzione Culturale e della Banda dei Quattro (1966-1976), le opere a sfondo storico erano state vietate con il pretesto che "usavano il passato per denigrare il presente". L'opera è ambientata nel periodo delle Primavere e Autunni (770-475 a.C.), quando la Cina era divisa in numerosi piccoli regni perennemente in lotta fra loro, e narra la storia del Re dello Stato di Yue, Guojian, occupato a rafforzare il proprio paese dopo essere stato sconfitto da Fuchai, Re dello Stato di Wu. Guojian riesce a sconfiggere il Re oppressore dopo dieci anni di lotte combattute a fianco del suo popolo, ma alla fine dimentica la lezione amara del passato e indulge di nuovo alla lussuria e ai piaceri. Tra il 1963 e il 1964 Bai Hua aveva trascorso un anno a Shaoxing, la capitale dell'antico Stato di Yue, nella provincia del Zhejiang9, ed era stato particolarmente colpito dalle leggende locali sui Re, i cortigiani, le donne e i soldati, racconti che ha poi utilizzato nella realizzazione della sua opera teatrale accostandoli alle testimonianze storiche. In un articolo di commento del Renmin Ribao del 10 maggio 1983 Bai Hua viene considerato "non sufficientemente accurato e rigoroso" per aver descritto il cambiamento di Guojian in modo troppo rapido, senza prestare attenzione al processo di trasformazione, e per aver dotato i personaggi di una coscienza politica inimmaginabile nell'epoca "feudale" in cui è ambientata la storia. La rappresentazione viene bloccata e, per poterla riproporre rimessa sulle scene, Bai Hua è costretto a rivederne le parti "lacunose". Questa la critica ufficiale, ma voci che circolavano allora a Pechino parlavano di un'accusa molto più grave: con la figura di Guojian non si alludeva forse al Grande Timoniere? Se critica c'è stata in questo senso, è stata tenuta rigorosamente segreta.
Nel 1986 è stato pubblicato il romanzo Amore, sei solidificato nel cuore (Ai, ninggu zai xinli). Nel corso del 1987 è stata rappresentata l'opera teatrale Il canto dei fiori d'acacia (Huaihua qu), in cui Bai Hua racconta la storia di Yue Fei (1103-41), generale dei Song meridionali, che, nonostante le vittorie riportate, viene condannato a morte per tradimento (ancor oggi la storiografia lo esalta come un eroe per il suo patriottismo); vengono pubblicati il soggetto cinematografico Un canto ormai esaurito (Yi zhi kujiele de ge) e la raccolta di poesie I canti di quando amavo ed ero amato (Wo zai ai he bei ai shi de ge).
È del 1988 il romanzo Lontano c'è un paese delle donne (Yuanfang you ge nü'er guo; tradotto in inglese da T.O. Beebee e Wu Qingwu). Narra la storia di due giovani di origini e culture diverse che si incontrano durante il periodo della Rivoluzione Culturale. Il protagonista maschile è una guardia rossa, il quale, stanco di tutto, si rifugia in una remota regione di frontiera dove incontra una ragazza della locale minoranza etnica che vive ancora in una società definita "primitiva", e se ne innamora. Ma il giovane è solo abbagliato dalla bellezza e affascinato dal modo di vita della ragazza: in realtà non riesce ad adattarsi e perciò, sebbene con profonda tristezza, alla fine la abbandona. Secondo lo stesso autore10 il romanzo solleva due questioni: la prima, le cose primitive sono tutte arretrate mentre quelle moderne sono tutte avanzate?; secondariamente, l'amore senza matrimonio è giusto o no? Ai lettori la risposta… Lo stile narrativo consiste nel mettere a confronto, pagina dopo pagina, le due diverse società, quella "primitiva" dove la ragazza è nata e cresciuta, e quella "moderna" alla quale appartiene il ragazzo. Bai Hua stesso dice: "Con questo romanzo ho voluto dimostrare che noi ora con le modernizzazioni abbiamo sì ottenuto molte cose, ma ne abbiamo perse altrettante, e che nella società cosiddetta 'primitiva', nonostante il matrimonio non sia un'istituzione, ci sono fra le coppie veri e profondi sentimenti; ora noi invece per convivere dobbiamo sposarci legalmente, ma non è detto che ci sia del vero sentimento"11.
Dopo il 1988 e, soprattutto, dopo aver partecipato alle manifestazioni studentesche del 1989 sfociate nei noti fatti, il 4 giugno, di piazza Tian'anmen, le sue opere non sempre sono state accettate sulle riviste a diffusione nazionale12 ed anche il permesso di recarsi all'estero gli è stato a lungo negato. Solo nell'agosto del 1992 ha potuto fare un viaggio in Giappone e poi a Hong Kong - luogo in cui è sempre stato ben accolto -, dove ha rilasciato un'intervista in cui racconta le sue vicissitudini e parla della cultura in Cina e dell'attuale situazione sociale13.
 
In Amore amaro, l'opera che ha fatto conoscere Bai Hua ad un pubblico internazionale per le polemiche che ne sono scaturite, l'autore fa uso di flashback che inframmezzano la narrazione. Infatti la storia inizia nel 1976 quando il protagonista, Ling Chenguang, nascosto nella palude, è ormai costretto, per sopravvivere, a cibarsi di pesce crudo, ed ad uno ad uno i ricordi e le esperienze della sua vita riaffiorano nella sua mente. La trama è piuttosto complessa, sia per il periodo di tempo che copre e gli importanti eventi che vi si svolgono, sia per la narrazione delle vicissitudini di altri personaggi.
Opera estremamente poetica e umana, è permeata di patriottismo che si rivela non solo attraverso i dialoghi e le vicende dei personaggi, ma anche attraverso la descrizione dei paesaggi della madrepatria. Ed infatti inizia con una suggestiva descrizione della natura:
 
Cielo azzurro profondo e senza confini, bianche nuvole simili ad una pennellata messa giù a proprio piacimento da un pittore…
Su un angolo dello schermo appare prima di tutto una canna violentemente scossa dal forte vento e tuttavia salda. La canna oscilla incessantemente ma con forza si tiene salda e si staglia nel vasto cielo blu…
C'è solo il fruscio del vento…
Il grido delle oche selvatiche lontane si fa sempre più vicino.
Da un angolo, in basso, dello schermo esce volando un'oca selvatica che, con sforzo, fatica, ma pur con portamento dignitoso, aleggia nel trasparente mare blu… Subito dopo l'apparizione dell'oca selvatica si diffonde il suono vibrante di uno strumento elettronico che scuote gli animi. L'obiettivo, seguendo l'oca selvatica, oscilla senza sosta, oscilla. Lo strumento elettronico suona una melodia di profondo sentimento che fa sorgere negli animi un senso di fierezza, ma possiede anche un leggerissimo sapore amaro difficile da deglutire, come la radice di canna, come l'ultima goccia di caffè nel fondo della tazzina. E la parte musicale è così vivace e profonda che sembra che l'universo tutto stia cantando come folle per l'ebbrezza.
Nel cielo appare un'oca, poi ne appaiono tre, cinque… Lo spiegamento di oche, facendo uso di quella che per un popolo è la parola più importante, traccia nel firmamento il carattere cinese "Uomo"14 che ricopre cielo e terra…
 
L'obiettivo dal firmamento si avvicina alla terra, si avvicina sempre di più fino a scorgere, fra i monti, una piccolissima macchia nera… Fuori campo una voce affettuosa:
"Permetteteci di presentarvi una persona! è un pittore! un nostro amico! Siamo sicuri che diventerà anche vostro amico!"
La piccola macchia nera a poco a poco si ingrandisce, ed è proprio un pittore, un innamorato infatuato della patria e del popolo che davanti ad una tela sta dipingendo.
Voce fuori campo:
"Non importa quale grande e saggio personaggio sia, davanti al dipinto della terra natìa è sempre modesto e minuscolo. Davanti alla madre, con addosso solo una maglietta senza maniche e un paio di calzoncini, dipinge il seno materno che ha nutrito il nostro pensiero e il nostro corpo".
Come folle per l'ebbrezza dipinge, con tutte le sue forze dipinge…
Gli occhi del pittore.
La terra natìa.
Gli occhi del pittore,
la terra natìa.
(Cast…)
Lo stupendo scenario naturale varia in continuazione: fiori primaverili, luna autunnale, salici piangenti, alberi avvizziti…
Monti e monti si estendono magnifici…
(Cast…)
Un pennello appare sullo schermo. All'improvviso, davanti all'obiettivo non c'è più la terra, ma c'è un'enorme tela, e lui, maneggiando il pennello, dipinge…
Il pittore, dando le spalle alla patria, si siede davanti a noi, batte la pipa e fuma, la nube di fumo dal suo volto passa oltre.
Voce fuori campo:
"Da dove cominciare? Il mondo è così grande, la strada così lunga e l'amore è così profondo…"
L'obiettivo si avvicina agli occhi del pittore, sempre più vicino: un paio d'occhi severi e che ispirano timore misto a venerazione riempiono l'intero schermo…
Quando l'obiettivo si allontana di nuovo velocemente, la scena è già cambiata.
Siamo nel 1976, in una palude di canne di una regione del sud al crepuscolo d'estate. Nel debole riflesso di luce c'è una piccola barca che si muove lentamente sull'acqua. Sulla barca c'è un vecchio pescatore che, a intervalli regolari, affonda nell'acqua del lago le pertiche di bambù; su un filo legato fra una pertica e l'altra sono appesi gli ami….
 
All'improvviso si propaga un grido di oca selvatica che fa sobbalzare i cuori dalla paura, anche il fuggiasco sussulta da capo a piedi e di scatto volge il volto verso il cielo.
L'obiettivo rapidamente si avvicina a lui: è il volto di un uomo primitivo, con una lunga barba, i capelli brizzolati; ma da quei due occhi riconosciamo che è proprio quel pittore apparso all'inizio del film: Ling Chenguang15.
 
E termina con un'altra elegia:
 
Voce fuori campo:
"Se questa fosse solo una tela, se fossero solo dei colori, solo delle linee, ombre e contorni scaturiti dalla fantasia del pittore, potremmo strapparla, cancellarla, gettarla via! Ma sfortunatamente è la nostra patria! Nei suoi corsi d'acqua scorre il nostro sangue, nei suoi boschi si conservano i nostri sogni d'infanzia, sul suo seno scorrono migliaia di strade grandi e piccole, e noi lungo queste strade abbiamo sopportato molte avversità, abbiamo consumato innumerevoli paia di scarpe. Ma noi, tuttavia, abbiamo ottenuto un sacrosanto diritto, e cioè quello di dire : "Patria, io ti amo!"16.
 
Sul tema dell'umanesimo e del patriottismo presenti nell'opera dalla prima all'ultima scena si è particolarmente soffermato Michael Duke:
 
It is first of all a profound love for the Chinese people - the human beings that together constitute the Chinese nation - in all the dignity of their work, their striving to create a better life, and their suffering…Secondly, it is a deeply felt love for the sheer physical beauty of the legendary Chinese landscape. Finally, both of these aspects taken together - love of the Chinese people and the Chinese landscape - contribute to a deeply felt respect for national cultural values (Chinese values) in contrast to the physically and spiritually destructive anti-traditionalism of the Cultural Revolution17.
 
Il patriottismo degli intellettuali cinesi è al centro di molte opere degli scrittori della generazione di Bai Hua (Liu Binyan, Wang Ruowang, Wang Meng, Zong Pu). Questo tema trova la sua più evidente espressione nelle vicende degli intellettuali rientrati in Patria alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese: colmi di speranza e di fiducia nella Nuova Cina erano desiderosi di offrire il loro contributo al popolo che "aveva osato alzare la testa".
 
Amore amaro narra la storia del pittore Ling Chenguang, nato in una povera famiglia di artisti nella Cina degli anni '20, e costretto a lasciare la casa:
 
…Piccolo Chenguang con la sua cartella sulle spalle sta in piedi davanti all'uscio di casa. Nel centro della stanza è posta un'asse di legno sulla quale giace il padre, il corpo emaciato, mentre la madre, curva sopra quel corpo, singhiozza silenziosamente e la nonna, battendo il pavimento con il bastone, non fa altro che sospirare…
"Mamma! non lascio la casa, non lascio te, non lascio la nonna…"
La mamma, tremante, risponde :"Figlio, anche la mamma non vorrebbe proprio che te ne andassi, ma come puoi non partire! Se non parti noi tutti …moriremo di fame…"18
 
La sua vena artistica si rivela sin da bambino: lungo le strade di campagna si sofferma ad osservare i poveri artigiani che costruiscono variopinti aquiloni o danno forme artistiche alle mattonelle d'argilla:
 
La scena cambia: fiori di magnolia che, riempendo la volta celeste, si stagliano nel cielo sereno. Piccolo Chenguang alza la testa e ammira piacevolmente colpito questi boccioli luminosi. È un piccolo cortile nel grande monastero buddista, estremamente tranquillo: sul pavimento di mattoni su cui cresce il muschio ricade l'ombra dei fiori di magnolia.
Piccolo Chenguang si toglie le scarpe e, in quattro e quattrotto, si arrampica sull'albero. Scelto un ramo lo strappa e poi, come una scimmia, scivola giù …Inquadratura su un ramo di fiori di magnolia in un vaso sbreccato. L'obiettivo si allontana e allora ci rendiamo conto che è uno scantinato mezzo diroccato, sembra quasi un antico castello. Qui il piccolo Chenguang si è allestito un proprio studio di pittura, al muro sono appesi i suoi quadri e le sue xilografie…19
 
A Shanghai, ormai giovanotto, partecipa alle attività politiche e prende ispirazione per i suoi dipinti dal popolo in lotta per la democrazia. Ciò attrae l'attenzione degli agenti del Guomindang che iniziano a perseguitarlo. Per questo motivo Ling Chenguang viene fatto imbarcare dai suoi compagni su una nave la cui destinazione, a lui ignota, è l'America (Meizhou) (forse l'autore intendeva Stati Uniti: Meiguo):
 
…L'alto palazzo sul molo di Shanghai…
Volantini con le scritte "Abbasso la fame! Abbasso la guerra civile! Abbasso l'oppressione!" sono lanciati tra la folla.
I volantini ondeggiano nell'aria, l'obiettivo ne insegue uno. Esso occupa l'intero schermo: uomini affamati che non tengono in mano ciotole ma armi, i loro occhi sprizzano fiamme di collera…
 
Sala di attesa al porto [di Shanghai]:… "Andiamo all'estero" "All'estero? In questo momento…"
"Signor Ling, sembra che per la patria non ci siano speranze, venga via con noi!"…
"No! Il mio punto di vista è esattamente opposto al vostro, non è vero che non ci siano speranze per la patria, al contrario, ci sono grandi speranze…" e, indicando la folla in corteo, "questa non è una speranza?"20.
 
…Ai piedi dell'alta scala di legno migliaia di studenti osservano Chenguang che in alto sull'ultimo piolo sembra molto piccolo; lui, maneggiando il pennello, sta dipingendo un quadro di propaganda: un giovane operaio chiamato alla lotta.
Uno sparo di fucile…
Gli studenti sotto la scala tendono le mani verso Chenguang gridando: "Scendi! Svelto!"…
Chenguang, protetto da due studenti, si nasconde dietro un veicolo, le pallottole colpiscono il muro…
…Nella cabina. Un marinaio getta a Chenguang una sigaretta già accesa. Chenguang la prende e chiede : "Dove va questa nave?"
"In America!"
"Come!?" Chenguang con un balzo è già in piedi : "In America?!"…
"No! non posso lasciare la mia patria…" Chenguang cerca di arrampicarsi sulla scaletta ma i marinai lo tirano giù; Chenguang si arrampica di nuovo, un marinaio allora lo riporta giù in braccio e chiude lo sportello con un lucchetto…
Chenguang perde ogni speranza, si siede in un angolo e sospira; sofferente fissa con occhi spalancati il piccolo oblò…21
 
In America Ling Chenguang ottiene notevoli successi e favorevoli critiche, ma alla fine degli anni '40 (alla fondazione della Nuova Cina), rinuncia ad un brillante futuro per rientrare in patria con la moglie Lü Niang a dare il suo contributo alla nuova causa:
 
La scena cambia: una città costiera americana alla fine degli anni '40. Il sole risplende, i bianchi edifici si ergono numerosi, sulla spiaggia decine e decine di persone prendono il sole, gli ombrelloni colorati sembrano funghi multicolori.
Una galleria d'arte moderna. Ciò che subito appare è l'insegna: "Personale di Ling Chenguang"…
All'ingresso c'è un gran via-vai di persone eleganti. Macchine si avvicinano…
Non appena una macchina nera si ferma davanti all'edificio la folla radunata all'ingresso si proietta verso quella direzione… subito le macchine fotografiche prendono di mira la vettura…
Il portiere dalla lunga barba apre la portiera. Chenguang, in raffinato abito di foggia occidentale e occhiali scuri, scende dalla macchina; ad una prima occhiata quasi non lo si riconosce: ha una corta barba ben curata, in bocca tiene una pipa. Le persone gli lasciano libero il passaggio, i flash scattano, tutti lo invitano a rilasciare un autografo…22
 
…Una pagina del Quotidiano dei cinesi d'oltremare, il cui titolo a caratteri cubitali è: "Il popolo cinese si è levato in piedi!" e c'è la fotografia della bandiera rossa con cinque stelle che sventola…
"Noi allora, colti dalla nostalgia, abbiamo chiesto di ritornare in patria, e siamo stati espulsi dal governo del paese di residenza senza risarcimento delle proprietà…"23
 
La moglie dà alla luce una bambina mentre stanno per raggiungere la costa cinese e, alla vista della nuova bandiera con cinque stelle sventolante su un faro, chiamano la bimba Xingxing (Stella). Sulla stessa nave viaggia il famoso poeta Xie Qiushan insieme alla moglie Yun Ying, malata di tubercolosi, che poi morirà lontana dal marito in un campo di rieducazione :
 
"Mi chiamo Xie Qiushan…"
"Ah! il poeta! Ho letto spesso sul Quotidiano dei cinesi d'oltremare le sue opere…"
Xie Qiushan, indicando la magra donna al suo fianco, la presenta: "Mia moglie Yun Ying"
"Piacere!", Yun Ying tende la mano ma è scossa da un colpo di tosse.
Chenguang, con sollecitudine, chiede: "Non sta bene…"
Yun Ying ridendo dice: "Andrà meglio, ritornata in patria andrà meglio! Tutto andrà meglio!"24
 
Impregnato com'è di patriottismo, Ling Chenguang vede stimolata la sua vena creativa fino a quando, alla metà degli anni '60, durante la Rivoluzione Culturale, è soggetto a umiliazioni, costretto a vivere con la famiglia in una piccola stanza buia e di nuovo perseguitato per presunti contatti con gli stranieri:
 
Le strade sono affollate di persone che brandiscono il Libretto delle citazioni di Mao, volti devoti, innocenti, ma fanatici…
Chenguang è davanti ad una legnaia in un angusto cortile25, titubante apre la porta.
Ciò che gli si presenta davanti è una piccola stanza buia: i muri sono scalcinati, ovunque ci sono ragnatele, a terra, oltre al bagaglio appena portato dentro, ci sono le mattonelle di carbone, ancora non portate fuori e che occupano metà stanza. Fra fagotti, casse, seggioline, giocattoli, siedono di sghembo sua moglie Lü Niang e la figlia Xingxing: esse, in silenzio, osservano Chenguang appena entrato.
Xingxing azzarda una domanda: "Papà, perché ci hanno fatto trasferire qui?"
Chenguang non risponde.
Xingxing, come imbronciata, dice a voce bassa: "Non c'è finestra, non c'è sole, non c'è aria… non si può vedere il cielo…"
Chenguang, in silenzio, prende un'asse di legno e comincia a sistemarci sopra le mattonelle di carbone; poi solleva l'asse e fa segno alla moglie e alla figlia di aggiungerne altre.
Lü Niang si avvicina ad aiutarlo, le mattonelle arrivano già all'altezza del petto, ma lui vuole che ne mettano altre: Xingxing allora ne posa una mentre Lü Niang lo sollecita a uscire. Chenguang, con grande sforzo, esce nel cortile.
Anche Lü Niang si dà da fare a portare fuori le mattonelle e lo stesso fa Xingxing.
Tutto lo spazio è nero, c'è solo una scintilla di fuoco che diffonde una debole luce. Solo quando l'obiettivo si avvicina ci accorgiamo che è il fuoco di una pipa: questa fievole luce illumina il volto pensieroso di Chenguang seduto su una bassa panca contro il muro.
Sul pavimento, Xingxing, appoggiata alla mamma, dorme…
Chenguang lentamente si alza, sfrega un fiammifero, accende una lampada ad olio. Con la mano fa da schermo alla luce temendo di svegliare le due donne. Con una mano prende la lampada, con l'altra pulisce un pezzo di muro e lo libera dalle ragnatele…
Prende la sua tavolozza, poi prende il pennello e comincia a mescolare i colori: quando è pronto si accinge a dipingere sul muro…
Lü Niang, con la testa appoggiata alla mano osserva il marito…
La luce della lampada ad olio a poco a poco si affievolisce, ma la stanza, a poco a poco, si fa luminosa…
Xingxing si sfrega gli occhi ancora socchiusi, si accorge che nella stanza c'è luce e allora si guarda attorno sorpresa: all'improvviso una finestra si presenta davanti ai suoi occhi, fuori di essa ci sono i gelsomini invernali, ci sono le rosee nubi dell'alba e il cielo azzurro. Xingxing si alza di scatto e dando degli affettuosi colpetti alla mamma dice: "Guarda! Abbiamo la finestra, il cielo azzurro, le nubi dell'alba, i boccioli… Che bello!"…
Voce fuori campo:
"L'uomo, a qualunque costo, vuole vivere, lavorare, combattere! Se non c'è la finestra, la dipinge, se fa troppo freddo e tutto intorno è triste dipinge l'arrivo della primavera! Il mondo non è stato creato da Dio ma dall'uomo! E proprio in questo angusto spazio ha creato questo vasto mondo!"26
 
Xingxing si sposa con un cinese d'oltremare all'inizio degli anni '70 nonostante la disapprovazione del padre:
 
Xingxing, ormai una ragazza, spingendo leggermente la porta entra in casa, lei e la madre si scambiano una silenziosa occhiata d'intesa, poi a voce bassa chiama: "Papà!"
"Eh", Chenguang non presta attenzione, sta dando gli ultimi ritocchi al bosco sul quadro.
Xingxing, cercando di controllare l'ansia e l'irrequietezza nel cuore, dice, nel modo più calmo possibile: "Ho un amico…"
"Eh", Chenguang mescola i colori con il pennello, tutta la sua attenzione è concentrata in questa operazione.
Xingxing continua: "Vogliamo sposarci…"
A queste parole Chenguang ripone il pennello, come se solo ora abbia compreso ciò che la figlia vuole dirgli: "Come?"
Xingxing, con lo stesso tono di voce prosegue: "Voglio andare all'estero con lui…"
"Cosa?" , Chenguang all'improvviso si gira, stupefatto osserva la figlia.
Xingxing, pone sul piccolo tavolo il passaporto e il biglietto del treno già pronti, e dice a voce bassa: "Subi to…partiamo…"….
Chenguang è scosso da un brivido dalla testa ai piedi: "Non posso essere d'accordo che mia figlia lasci la mia patria; per raggiungere la patria ho percorso oscure strade per metà della mia vita…", Chenguang è esausto…
"Papà!", Xingxing raccoglie tutto il suo coraggio, "Io parto, è con l'uomo che amo che vado, io lo amo, anche lui mi ama. Io ti capisco, ti capisco molto bene, papà! Tu ami questo nostro paese, e, sofferente, sei restìo a lasciarlo, ma questo paese ama te?!"27
 
Durante la dimostrazione contro la Banda dei Quattro in Piazza Tian'anmen il 5 aprile 1976, Ling Chenguang viene fotografato dagli agenti della polizia mentre appende un enorme cartello "Qu Yuan interroga il Cielo"28. È quindi costretto a cercare rifugio in una palude dove vive come un uomo primitivo:
 
Alcuni poliziotti in borghese si fanno largo verso Chenguang…
Delle persone se ne accorgono e urlano ad alta voce rivolte a lui: "Svelto scappa… Svelto scappa!!"
Chenguang se ne sta fermo lì con aria ostinata senza assolutamente muoversi.
I poliziotti in borghese si fanno largo verso di lui.
La gente, con sguardi colmi d'apprensione, lo osserva. All'improvviso, una mano tira con forza Chenguang che allora scappa…
La marea di persone si scaglia contro i poliziotti e li bloccano…
Chenguang, tirato dalle persone davanti a lui, si rifugia dentro una camionetta…
Le persone che gli stanno davanti all'improvviso si fermano… Chenguang e Lü Niang, ansimanti, restano sbalorditi: davanti a loro c'è il generale monco.
Chenguang dice: "…Siete voi?!"
Il generale risponde: "Non puoi stare più a lungo a Pechino!"
Chenguang guarda con aria perplessa il generale, con esitazione replica: "Bisogna ancora fuggire nonostante si viva nella patria liberata? Bisogna ancora fuggire nonostante si viva nella patria socialista?!…"
Il generale si toglie il cappotto e lo mette sulle spalle di Chenguang; poi con tono serio dice: "Sei stato fotografato da quelli, devi lasciare Pechino!"
Chenguang, rivolto alla moglie, urla: "No! … No!"
Lü Niang, con gli occhi colmi di lacrime, interviene affettuosamente: "Vai! Sono capace di ritrovarti. Quando sei fuggito all'estero non ti ho forse ritrovato?!"
Davanti all'obiettivo gli occhi sbalorditi di Chenguang29.
 
Nella palude incontra un anziano ex-professore di storia, Feng Hansheng, che si sta nascondendo perché ha scritto una propria versione di alcuni fatti storici, probabilmente sulla Rivoluzione Culturale (nel testo non è esplicito, ma è facilmente deducibile):
 
"Vorresti chiedermi perché sono venuto in questo campo, è così?", Feng Hansheng sospirando prosegue: "Ah, per amore…"
"Amore?", Chenguang, enormemente sorpreso, chiede: "…Per chi?…"
"Stupendo! Stupendo!" Feng Hansheng è veramente eccitato.
"Probabilmente hai più di settant'anni!?"
"Settantaquattro…", Feng Hansheng ci pensa su e continua: "Fratello! ti sbagli", e slacciatosi la camicia si accarezza il petto dicendo: "Questo è il mio amore!"
Chenguang a queste parole osserva attentamente una cosa simile ad una fascia piatta legata alla vita dell'uomo, la tocca: "Soldi?"
"Soldi?!", Feng Hansheng slega la fascia, prende una piccola torcia e facendo luce tira fuori un libro scritto a mano: "Guarda!"
Caratteri scritti a mano fitti fitti.
"Il tuo manoscritto?"
"Esatto!", e riallaciandosi la fascia prosegue: "Storia, una storia vera! È perché essa non subisse soprusi che mi sono nascosto in questo campo…E tu?"
"…Io, naturalmente è per la pittura…"30
 
Ling Chenguang gli svela il desiderio di dipingere il paesaggio in cui si trovano e Feng si offre di andare a "prendere in prestito" i materiali necessari. Ma quando ritorna nella palude con parenti e amici per dirgli che può uscire dal nascondiglio perché la Banda dei Quattro è stata sconfitta, fraintendendo i loro richiami, Chenguang fugge ancora più lontano verso le colline fino a quando, esausto, cade privo di vita in un campo innevato: il suo corpo rattrappito forma il punto di un gigantesco interrogativo.
 
Dopo alcune proiezioni in ambienti ristretti a poche persone, la diffusione del film sui grandi schermi fu bloccata e il 18 aprile 1981 il Jiefangjun Bao (Quotidiano dell'Esercito di Liberazione) pubblicò un articolo di critica.
Amore amaro fu considerato contenere seri errori sia sul piano ideologico che su quello della forma artistica. Il Wenyi Bao (Gazzetta letteraria) no. 19, 1981, sottolineava che Bai Hua si è servito delle sofferenze patite dal protagonista durante il periodo della Banda dei Quattro come simbolo della vita tragica degli intellettuali cinesi; ma non ha collegato il destino degli intellettuali con quello del popolo, né lo ha collocato in un contesto storico preciso. Inoltre l'opera, sempre secondo il Wenyi Bao, rende confusa la distinzione fra la vecchia Cina e la Nuova Cina socialista e punta il dito accusatore contro la patria socialista alla cui guida c'è il Partito Comunista invece che contro le atrocità commesse dalla Banda dei Quattro.
La critica enfatizza che l'autore ha paragonato, in una delle scene, un leader rivoluzionario all'immagine del Budda annerita dall'incenso bruciato dai fedeli:
 
"Perché questo Budda è così nero?"
La voce dal tono profondo del priore si leva nella sala per rispondere: "L'incenso bruciato dai fedeli lo fa annerire…"
"Ah?"
"Strano? Bambino!, a questo mondo l'esito di molte azioni è esattamente opposto alle buone intenzioni…"
Il volto di Chenguang, perplesso nonostante lo sforzo per comprendere, è messo in primo piano…31
 
ed insinua che questo è ciò che sta dietro la tragedia di Ling Chenguang e di altri come lui: "Ciò significa trattare il complesso fenomeno storico del culto della personalità in modo negativo. Questo atteggiamento, che è un lascito della Rivoluzione Culturale, certamente conduce alla totale negazione del leader rivoluzionario e della guida del Partito Comunista, così come della vita politica sotto il socialismo".
Dal punto di vista artistico, l'opera è stata criticata perché l'autore scrive partendo da concetti astratti: "Non procedendo dalla realtà e dal presente, l'autore crea immagini per spiegare concetti che sono confusi ed errati".
Il recensore del Jiefangjun Bao esprimeva però la speranza che Bai Hua "comprendesse i suoi errori di metodo, chiarisse la propria ideologia e scrivesse da quel momento in poi opere che potessero giovare al paese e al popolo socialista".
Bai Hua rispose alle accuse con un'autocritica pubblicata sul Jiefangjun Bao il 25 novembre 1981. Nella sua lettera, l'autore disse che il processo di critica ad Amore amaro aveva messo in evidenza una seria determinazione a restaurare la pratica di critica e di autocritica: "Ciò ha mostrato che il Partito e il popolo pongono grande attenzione e importanza alla strada che uno scrittore intraprende. Ciò non significa colpirmi, ma aiutarmi ad andare avanti…". "Uno dei miei errori fu quello di ignorare il potere del Partito e del Popolo, e precisamente il potere che smascherò la Banda dei Quattro e quello che sta costruendo oggi una viva e sana atmosfera politica… Il Partito, la Nazione ed il Popolo hanno sofferto insieme negli anni tumultuosi della Rivoluzione Culturale e hanno mostrato affezione e interessamento nei confronti degli intellettuali". Bai Hua inoltre ammise di aver commesso errori storici perché non profondamente a conoscenza della vita attuale, in particolare degli sforzi per correggere gli errori del passato.
 
Anni dopo, nel 1988, Bai Hua dà una propria interpretazione su quello che è successo fra il 1979 e il 1981. Alla domanda di un giornalista perché fosse stato preso come bersaglio da colpire, lo scrittore risponde: "Forse la mia analisi non è del tutto esatta, ma ritengo che [le critiche ricevute] derivassero da molteplici fattori, compresi i miei discorsi. All'inizio del 1979 al Convegno sulla poesia ho detto: 'Poeti! È meglio elogiare un mattone del muro della democrazia che elogiare un salvatore', la qual cosa ha provocato la forte scontetezza di alcune persone. Un altro caso è stato il discorso al Congresso degli scrittori dal titolo 'Senza offensiva non c'è letteratura'. Inoltre, fra il 1980 e l'81, all'interno del partito alcuni compagni ritenevano che il problema dell'ideologia fosse già diventato un grave problema, e proprio a quell'epoca erano iniziate le riprese di Amore amaro; il titolo usato per il film era Il sole e l'uomo. La parola 'sole' a quell'epoca in Cina era piuttosto 'sensazionale', perché negli altri paesi il sole è semplicemente un elemento della natura, mentre da noi ha una valenza emotiva32. Si aggiunga che l'atmosfera del film stesso era estremamente realistica, e questi motivi, messi insieme, hanno dato origine alla critica a Amore amaro"33.
 
Film criticato e vietato al pubblico, materiale cartaceo inesistente, quando nel giugno 1987 decisi di leggere e tradurre Amore amaro trovai pubblicazioni solo a Hong Kong. E proprio a Hong Kong il 29 novembre 1987 ebbi un incontro con Bai Hua che vi era stato invitato, per la prima volta, dalla Chinese University e dallo Hong Kong Institute for the Promotion of Chinese Culture per partecipare ad una serie di conferenze sulla letteratura contemporanea cinese. Egli mi disse testualmente: "Le mie opere sono state poco tradotte. Fra poco uscirà in Francia la traduzione del romanzo Mamma! Mamma!. Altre opere sono state presentate in Giappone, Europa dell'Est, ma molto poco nel resto d'Europa, ed addirittura per nulla in Italia."… "Anche in Cina le mie opere sono poco presentate e conosciute. Se alla fine vengono pubblicate, la censura ne ha tolto parecchie parti e il loro contenuto perde il loro significato originario… Un esempio è Amore, sei solidificato nel cuore, che ho scritto a Wuhan nel 1984: sono molto insoddisfatto dell'attuale versione perché i critici hanno tolto dal testo originale almeno diecimila caratteri. Non so proprio perché alle volte questi operatori si impuntino su soggetti e contenuti particolari!" Solo a Hong Kong e a Taiwan le sue opere hanno trovato grande spazio nella critica letteraria e nelle pubblicazioni. Un esempio ne è il libro del critico letterario Pi Hua sul nuovo realismo cinese, in cui molti capitoli sono dedicati a Bai Hua e alle sue creazioni con lunghe ed esaurienti analisi.
 
Amore amaro si colloca nel genere del "Nuovo Realismo", che emerse in Cina nella primavera del 1979. Da allora, e nel arco di un anno, uscirono molti lavori letterari che intendevano riflettere ed esporre le realtà sociali e politiche: un sistema economico in stasi, una diminuzione della produttività nelle industrie mal gestite, un'estrema povertà nelle campagne, organizzazioni amministrative minate dalla corruzione e una burocrazia non ricettiva delle necessità del proprio popolo.
I soggetti rappresentati nella letteratura di questo periodo sono personaggi psicologicamente depressi, incerti e frustrati; tuttavia, in mezzo a situazioni difficili e complesse, il popolo cinese è lodato dagli scrittori in quanto semplice, diligente e buon lavoratore.
Al IV Congresso degli scrittori, tenutosi nel 1979, Bai Hua, Liu Binyan e Liu Shaotang chiesero a tutti gli intellettuali cinesi di prendere coscienza delle proprie responsabilità sociali ed obblighi politici: "Gli scrittori devono esporre le contraddizioni sociali, il burocratismo e l'ingiustizia e le iniquità politiche"34. Gli intellettuali venivano quindi incoraggiati a farsi portavoce dei sentimenti e delle condizioni del popolo attraverso i loro lavori letterari.
Ma sin dall'inizio del 1980, l'enfasi della politica del governo fu posta sul ruolo sociale e politico dello scrittore. Il 16 gennaio 1980 Deng Xiaoping nel discorso "La situazione attuale e i compiti che abbiamo di fronte", pronunciato ad una riunione di quadri convocata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, dichiarava: "Dobbiamo far appello alla pace e all'unità… Le attività dei controrivo luzionari e di altri avversari devono essere trattate seriamente… I giornali, i periodici e i servizi radio-televisivi devono considerare come proprio compito costante, fondamentale, quello di promuovere la stabilità e l'unità e di elevare la coscienza socialista dei giovani… È impossibile per la letteratura essere indipendente dalla politica…" 35.
Secondo M. Duke36 e Lee Yee37 questo appello era un modo per dissuadere gli scrittori dall'esporre l'esperienza comunista cinese, e le condanne e le critiche alle opere letterarie da parte del governo portarono al declino del "Nuovo Realismo". Va però considerato il fatto che dai primi anni '80 comincia ad emergere una nuova tendenza letteraria, quella di una nuova generazione di scrittori che pongono l'attenzione su altre tematiche, soprattutto sull'essenza della cultura cinese, sulle sue origini, e questa tendenza ha preso, a poco a poco, il sopravvento su quella degli scrittori "passati" attraverso la Rivoluzione Culturale. Il declino del "Nuovo Realismo" va dunque visto anche in quest'ottica: per motivi generazionali e per l'evoluzione politica e sociale del paese l'interesse verso questo genere di opere si affievolisce fino alla sua naturale fine. Ciò non toglie il contributo che esse hanno dato per la comprensione della Cina nelle sue più cruciali fasi storiche, alcune forse oscure e tuttora al centro di studi e dibattiti. E Bai Hua ne è stato sicuramente una voce autorevole, una figura "scomoda" per la nomenklatura, ma sempre coerente con se stesso, consapevole del proprio credo politico e dei propri limiti, una voce che ha osato "farsi sentire" pur dovendo pagare di persona certe prese di posizione.
 
 
 
 
Glossario
 
 
A, gulao de hangdao
Ai, ninggu zai xinli
Bai Hua
Bai Hua suibi
Bai Hua, Yenan luansheng xiongdi dianying juben xuan
Bianjiang de shengyin
Hong dujuan, zi dujuan
Huaihua qu
Jietou 'neican'
Jinsha Jiang de huainian
Jinye xingguang canlan
Kongque
Ku lian
Li Bai yu Du Fu
Lieren de guniang
Ling Chenguang
Lu zai ta de jiao xia yanshen
Lü Niang
Mama ya, mama!
Peng Ning
Qing si
Qiu Jiang luoye
Reban ren zhi ge
Shan jian ling xiang mabang lai
Shenmi de lüban
Shuguang
Taiyang he ren
Wang ge yu huan ge
Wo zai aihe bei ai shi de ge
Wu wang jin ge Yue wang jian
Wuling de mabang
Xiang ta nayang shenghuo
'Xiangqian kan' de gushi
Xiao mo feizhuan
Xiao niao ting bu dong da shu zhi ge
Yaoyuan de guxiang
Yi shu xinzha
Yi zhi kujiele de ge
Ying qun
Yuanfang you ge nü'er guo
Yunnan de yun
 
Glossario con ideogrammi:
 
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Opere di Bai Hua:
 
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Jinsha Jiang de huainian, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1955.
Reba ren zhi ge, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1956.
Lieren de gunian, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1956.
Ying qun, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1956.
Kongque, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1957.
Xiang ta nayang shenghuo, in Yangcheng wanbao, Guangzhou, 1965.
Shuguang, in Renmin Xiju, no. 9, 1977.
Qiu Jiang luoye, in Renmin Wenxue, n. 12, 1978.
Jinye xingguang canlan, in Guangzhouu Wenyi, n. 7, 1979.
Li Bai yu Du Fu, in Shiyue, n. 2, 1979.
Ku lian, in Shiyue, n. 3, 1979.
Bai Hua (e altri), Ku lian, Tabei, Yuanliu Chubanshe, s.d.
'Xiangqian kan' de gushi, in Renmin Wenxue, n. 9, 1979.
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Mama ya, mama!, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1981.
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Yunnan de yun, in Xinhua Wenzhai, n. 5, 1982.
Bai Hua xiaoshuo xuan, Sichuan Renmin Chubanshe, 1982.
Wu wang jin ge Yue wang jian, in Shiyue, n. 2, 1983.
Yaoyuan de guxiang, in Dangdai, n. 6, 1984.
Bai Hua de zhongpian xiaoshuo, Beijing, Zhongguo Wenlian Chubanshe, 1985.
Ai, ninggu zai xinli, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1986.
Xiao niao ting bu dong da shu zhi ge, Beijing, Zhongguo Qingnian Chubanshe, 1986.
Jietou "neican", in Renmin Wenxue, n. 5, 1986.
Huaihua qu, in Shouhuo, n. 1, 1987.
Yi zhi kujiele de ge, in Shiyue, n. 1, 1987.
Wo zai ai he bei ai shi de ge, Shanghai, Wenyi Chubanshe, 1987.
Yuanfang you ge nü'er guo, Beijing, Renmin Wenxue Chubanshe, 1988.
The Remote Country of Women, tradotto da Beebee, Thomas Oliver e Wu Qingyun, Honolulu, University of Hawaii Press, 1994.
Bai Hua suibi, Shanghai, Zhishi Chubanshe, 1995.
 
 
Articoli di Bai Hua:
 
"Shiqule shenghuo zhenshi jiu shiqule mei - man tan 'Shenghuo de chanyi'", in Dianying Yishu, n. 1, 1980.
"You zhong de, yougan er fa de gechang (Jinye xingguang canlan paishe qian he Xie Tieli tongzhi de tanhua)", in Dianying Yishu, n. 7, 1980.
"Guanyu Ku lian de tongxin", in Xinhua Wenzhai, n. 2, 1982.
"Gei dianying tigong jianshi de wenxue jichu", in Xinhua Wenzhai, n. 4, 1983.
"Two exciting stories", in Beijing Review, n. 6, 1983.
"Kunhuo de niandai", in Shanghai Wenxue, n. 8, 1993.
 
 
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