Sommario
Culture 2000
- NOTE
-
- 1
Si veda il Catalogo del 53° Festival
internazionale del film di Locarno, Locarno, 2000.
- 2
Muller lascia Locarno dopo 9 anni di direzione, per
andare a dirigere la sezione immagine del progetto "Fabrica", cfr.
Piccino (2000).
- 3
l primo importante evento organizzato da Marco
Muller fu la grande mostra retrospettiva del cinema cinese "Ombre
elettriche", realizzata a Torino nel 1982, dove ben 120 film
cinesi venivano per la prima volta mostrati al grande pubblico
internazionale. Cfr. Muller (1982).
- 4
Wang Shuo nasce nel 1958 a Xiuyan, nella provincia
nordorientale del Liaoning, ma si trasferisce giovanissimo a
Pechino. Qui prende corpo il ricco e particolare tessuto
linguistico che costituisce una delle peculiarità della sua
scrittura, come vedremo più oltre. Cresciuto durante gli
anni turbolenti della Rivoluzione culturale, ne rivela nelle sue
storie i percorsi più tortuosi e grotteschi, sempre sul
filo di una disincantata ironia. Prima di mettersi a scrivere,
comunque, le sue biografie lo raccontano soldato di marina, poi
impiegato di una ditta farmaceutica statale, e infine occupato in
diverse piccole attività ai margini della
"normalità", che descriverà tanto abilmente nei suoi
romanzi, a partire dai primi anni '80, costruendo un successo
editoriale senza pari. In italiano si leggono due delle sue opere,
Scherzando col fuoco, Milano, 1998, e Metà fuoco
metà acqua, Milano, 1999, nella traduzione di Rosa
Lombardi, che è autrice anche di "Wang Shuo e la nuova
letteratura popolare cinese", (Lombardi: 1996, 95-101), e di
"Realismo e autobiografia: la nuova strada di Wang Shuo? A
proposito del suo nuovo libro Kan shangqu henmei (Bello a
vedersi)", (Lombardi: 2000, 41-52).
- 5
Il romanzo si intitola Io sono tuo padre, (Wo shi ni
baba), ed è stato pubblicato per la prima volta a puntate
sulla rivista letteraria di Shanghai, Raccolto (Shouhuo) nel 1992.
Esiste una traduzione francese, ad opera di A. Lévy e e
Wong Li-yine, intitolata Je suis ton papa, Parigi, 1997. I
riferimenti al testo, e le traduzioni che compaiono in questo
articolo, sono tratti dall'originale cinese, pubblicato nel III
volume delle Opere di Wang shuo, (Wang Shuo wen ji), (Wang: 1992,
171-428).
- 6
Sui complessi meccanismi che governano la
pubblicazione di libri e di periodici, cfr. Lynch
(1999).
- 7
La sua è la cosiddetta "letteratura dei
mascalzoni" (pizi wenxue), o dei "teppisti" (liumang): personaggi
principali sono gli emarginati delle periferie di Pechino o dei
vecchi quartieri degradati del centro, ragazzi senza ideali e
senza lavoro fisso che vivono di espedienti, ai margini del nuovo
benessere che le riforme economiche degli anni '80 hanno prodotto
a velocità supersonica. Wang Shuo è il primo
scrittore "nuovo" che coraggiosamente, sia per i temi che
affronta, sia per la sua stessa vita personale, si pone al di
fuori dell'establishment letterario: non farà mai parte
della Lega degli scrittori (Zuojia xiehui), l'organo ufficiale che
fino a tutti gli anni '80 raggruppa intorno a sé i
principali autori cinesi, e che, garantendo loro stipendi e
benefits - abitazioni in zone residenziali, viaggi, e altri
privilegi - ne controlla pesantemente anche la "produzione
artistica", ritmandone i temi e soggetti, dosandone i progetti e
le opere, e soprattutto indirizzandone la creatività e gli
impegni in base alle esigenze ideologiche della propaganda
ufficiale. Cfr. Hockx (1999, 204 e sgg.). Egli invece sforna un
romanzo dopo l'altro presso case editrici nuove e poco note,
scrive per la televisione sceneggiature per popolarissime serie
(ancora ineguagliato il successo nel 1992 della serie in 24
puntate, Storie da una redazione), fonda una casa di produzione
cinematografica e apre a Pechino persino una discoteca, "Nasa",
che diviene subito il locale più frequentato della
capitale. Il folgorante successo decretato dal pubblico giovanile
(si parla di più di 10 milioni di copie vendute già
all'inizio degli anni '90), per il quale egli diventa da subito
l'autore di riferimento, non può non scatenare
l'ostilità sempre più aperta da parte della
burocrazia ufficiale che, presa alla sprovvista, cerca di
annientarne le qualità letterarie dalle pagine degli organi
di stampa (cfr. il polemico editoriale contro di lui comparso sul
Quotidiano del popolo il 20 novembre 1996, in Mufson (1996).
Ugualmente compatti nella critica appaiono i colleghi scrittori:
valga per tutti lo stizzito: "Scrive così male!" con cui,
nel 1996, lo liquidava la scrittrice Zhang Jie, in una
conversazione con chi scrive.
- 8
La
formula jingshen wenming, letter. "civiltà spirituale",
indica la rinnovata attenzione per l'insieme dei valori etici che
la propaganda ufficiale sintetizza nei termini di: collettivismo,
patriottismo, socialismo, come vengono enunciati nei documenti
ufficiali del IV Plenum del Partito Comunista cinese (settembre
1996).
- 9
Durante questo periodo di quasi obbligato silenzio
pubblico, Wang Shuo venne anche per la prima volta in Italia,
invitato dal Premio Grinzane Cavour, a partecipare alla tavola
rotonda "Uno sguardo ad Oriente", (Torino 28 gennaio 1998), e in
quell'occasione fu anche protagonista di un grottesco equivoco,
che contribuisce forse a meglio inquadrarne la figura. Il giorno
dopo il suo arrivo a Torino, qualcuno a Pechino informò le
Agenzie stampa e l'Ambasciata d'Italia del suo probabile suicidio,
notizia che, solo dopo qualche ora, e molta agitazione, si
rivelò ovviamente infondata, e anzi, forse pilotata dallo
stesso autore, personaggio senza dubbio molto esperto nel creare
suspence intorno a sé. Cfr. La stampa, 29 genn.
1998.
- 10
l romanzo si intitola Bello a vedersi (Kan shangqu
henmei), Pechino 1999, e nel settembre di quell'anno, dopo soli
quattro mesi dalla pubblicazione aveva già venduto, secondo
l'autore, già duecentoquarantamila copie. Cfr. il lavoro di
Rosa Lombardi citato più sopra, nota 4.
- 11
Si tratta di testimonianze da me raccolte
personalmente nei giorni del Festival di Locarno, dove ho sovente
accompagnato Wang Shuo anche come interprete.
- 12
Il caso della pesante repressione che da più
di un anno il governo pratica nei confronti della setta religiosa
Falungong costituisce un fatto esemplare. Tra i numerosi articoli
cfr. Pomfret (2000).
- 13
Tra i casi di corruzione che sempre più
numerosi vengono ormai costantemente segnalati anche dalla stampa
ufficiale cinese, cfr. il dispaccio "China tries to clean up
graft-pagued Customs bureau", Agence France Presse, 28 sett.
2000.
- 14
È stato lo stesso autore a raccontare, con
il tono scanzonato e leggero che lo contraddistingue, ai
giornalisti presenti a Locarno, che gli chiedevano perché
avesse voluto cimentarsi nella regia cinematografica di una sua
storia, di aver voluto "semplicemente provare anche a fare il
regista, oltre che lo sceneggiatore" come in passato, grazie
soprattutto all'aiuto dei suoi amici e collaboratori. Cfr. Mermoud
(2000). A proposito di Wang Shuo e il cinema cfr. Zhang (1997, 264
e sgg.), e Bergeron (1997, 159 e sgg.).
- 15
È sua la regia della serie televisiva citata
(nota 7) Storie da una redazione, oltre che del famosissimo Un
pechinese a New York, (1993), cfr. Huot (1994).
- 16
La scrittura di Wang Shuo costituisce da anni
oggetto di studio e di ricerca da parte di autorevoli studiosi.
Basti qui citare Wang: 1996, 261 e sgg. A proposito del suo slang
pechinese, ecco come, recentemente, il critico del Quotidiano del
popolo ne ricostruisce il percorso: "Wang Shuo nasce nel 1958 del
distretto di Xiuyan nel Liaoning, e fino ad oggi non si è
mai definito un pechinese. Al contrario, "Vengo dal nord-est", ha
sempre fieramente affermato anche se, poco dopo la sua nascita, si
trasferisce con i genitori in una caserma nella periferia di
Pechino. Dopo la scuola media va a vivere in centro, nel cuore del
quartiere di Chaoyangmen, e solo allora entra davvero in contatto
con la lingua di Pechino. Perciò la lingua di Wang Shuo non
è affatto quella di un "vero pechinese", è una
lingua originale e autonoma costruita dopo l'incontro con il
pechinese, potremmo considerarla un nuovo aspetto della cultura
pechinese. Lo scherno, la messa in ridicolo diviene la sua
peculiarità linguistica. Lo scherno è una forma
linguistica più o meno dura, che egli adopera come
strumento più che come arma. Essendo una persona normale,
fin da piccolo si è trovato a dover fronteggiare
soprattutto aggressività, da parte dei teppisti di strada,
di maestri severi, di genitori dispotici, e chi non ha la forza
per rispondere deve adottare misure per difendersi. Wang Shuo
sceglie lo scherno, e così polverizza la l'offesa creata
dall'altro, e difende le proprie capacità". Cfr. Zhang
Xinpo (2000).
- 17
Magistrali le tirate retoriche, fatte di "alti
ideali", di "vite di eroi", di "aspirazioni comuniste" che propina
al figlio quando ne scopre le letture non "ortodosse", i romanzi
di arti marziali, (Wang: 1992, 348 e sgg). Si veda anche
l'esilarante brano " Mao speaks" in Barmé (1996:
224-227).
- 18
Fino ad epoche recenti, l'abilità di uno
scrittore veniva misurata proprio in base alla ricchezza delle
metafore "colte", attinte cioè alla tradizione classica,
all'impiego di una scrittura costruita con abili giochi
intertestuali, rimandi e allusioni velate alla letteratura del
passato. In questo senso l'opera dissacrante di autori come Wang
Shuo acquista un peso ed uno spessore altrimenti incomprensibili,
soprattutto per un lettore occidentale. Cfr. Gunn
(1991).
- 19
Allucinata una solitaria sbronza notturna in una
piazza deserta, mentre un enorme panda meccanico, simile a una
delle surreali foto giganti dell'artista concettuale Zhao Bandi,
sembra testimoniare, impassibile, la disperazione del protagonista
(Wang: 1992, 279), o un'altra terribile e molesta ubriacatura,
durante la quale Ma Linsheng ripercorre la propria vita, e sembra
constatare in un attimo tutti i propri fallimenti (Wang:1992,
360-61).
- 20
Spietata è però la descrizione dei
turisti provenienti da ogni parte dell'Asia, che dai lussuosi
pullman, provvisti di aria condizionata, guardano, in basso i
pechinesi che si accalcano per strada: "Intravede i volti carichi
di trucco pesante, delle vecchie signore e delle ragazze... queste
donne di razza gialla (huang zhong nuren) che vivono nella fascia
tropicale dell'Asia, hanno tutte delle facce terribilmente uguali.
Le più vecchie sembrano tutte dei pinguini, mentre le
giovani sono magre come cetrioli. Se non sono devastate dai
brufoli, portano occhialoni come nelle caricature, che riflettono
i raggi del sole proprio dove stanno guardando. Quanto ai loro
uomini, sono un misto tra un droghiere cinese e un ministro
giapponese" (Wang: 1992, 269).
- 21
"A guardarla da vicino, gli anni le si vedono
tutti. Il volto bianco è increspato da una sottile rete di
rughe, soprattutto intorno agli occhi e sulla fronte, e ricorda la
carta igienica che un tempo costava solo16 centesimi, e ora
è aumentata a 34" (Wang: 1992, 307).
- 22
Effetti esilaranti produce la trasposizione
cinematografica del primo bacio tra i due (Wang: 1992,
315).
- 23
"Sotto il cielo tutti gli esseri sono tranquilli",
è la raggelante chiusa dell'episodio, (Wang 1992,
404).
- 24
Cfr. l'intervista cit. nella nota 16.
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- NOTE