1. Dato che i due ex stati tedeschi sono comunque ben conosciuti anche con la loro sigla originale, mi permetto di non tradurli anche perché le rispettive sigle italiane RFT e RDT risultano meno chiare e immediate.
2. Cit.: Möbius Peter e Trotnow Helmut, Mauern sind nicht für ewig gebaut, Frankfurt a/M, Berlin ed. Propyläen, 1990, p. 18, fig. 2. "Nessuno ha intenzione di erigere un muro".
3. Era la sigla di "Sozialistische Einheitspartei Deutschland", ovvero del partito unico della DDR di ispirazione comunista, costituito a Berlino nell'aprile del 1946.
4. Cit.: Deutschland Archiv, "Zeitschrift für Frage der DDR und der D-Politik". 22. Jahrgang 1989, Chronik, p. 239. "Tra 50 e anche tra 100 anni il muro ci sarà ancora, finché non saranno eliminati i motivi che giustificano la sua presenza".
5. Cit.: Schlosser, Horst Dieter: Die deutsche Sprache in der DDR zwischen Stalinismus und Demokratie, Köln 1990, p. 216. "Vallo di protezione antifascista".
6. Cfr.: Reich H.H. Die Verwendbarkeit des Begriffs Euphemismus bei der Untersuchung politischen Sprachgebrauchs in: Sprach der Gegenwart Vol. 18 edit H. Moser, 1973 Schwann Düsseldorf, pp. 230-3.
7. Cit: Die Welt (quotidiano tedesco) 13.8.1971, p. 3. "La botola Berlino Ovest è stata sprangata" "La punta della lancia diretta al cuore della DDR è stata piegata".
8. La ADN (abbr.di Allgemeiner Deutscher Nachrichtendienst; ovvero la radio di trasmissione tedesca orientale), la domenica del 13.81961 alle ore 01.11 trasmetteva: "Die Regierungen der Warschauer Vertragsstaaten... betonen, daß die Notwendigkeit dieser Maßnahmen wegfällt, sobald die Friedensregelung mit Deutschland verwirklicht ist und auf dieser Grundlage die spruchreifen Fragen gelöst sind." Cit.: Die Welt, 13.8.1971. "I governi degli stati del Patto di Varsavia... sottolineano che la necessità di questi provvedimenti cadrà non appena verrà regolata la pace con la Germania e non appena verranno risolte le questioni mature su questa base".
9. Cit.: FAZ (il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung) 14.8.1971.
"Le misure del 13 agosto 1961 sono state proficue sotto ogni punto di vista... La pace in Europa è stata resa un bel po' più sicura attraverso questo provvedimento".
10. Cfr.: H.D. Schlosser, ibid. p. 164. "Confine di stato e protezione del nostro confine di stato".
11. V. nota 8.
12. Cit. FAZ, 13.8.1968. "La protezione del confine di stato è un'eccellente prestazione politico-organizzativa. Con essa è stata spezzata la politica del saccheggio economico a Berlino".
13. Cfr.: Picaper, Jean Paul, Kommunikation und Propaganda in der DDR, Stuttgart, 1976, p. 65.
14. Cit.: FAZ, 13.8.1981, p. 4. "Il 13 agosto non celebriamo soltanto il ventesimo anniversario dell'assicurazione dei confini di stato della DDR contro i piani aggressivi dell'imperalismo, ma anche il 110° anniversario della nascita di Karl Liebknecht... Nel senso di Liebknecht quel 13 agosto 1961 la DDR ha eretto un vallo di protezione contro la guerra fredda e contro i desiderosi di conquista".
15. Cit.: Krack, Eberhard, ZDF-Interview, in H.D. Schlosser, p. 165. "questo affare di cemento".
16. Cfr.: Moser, Horst: Das Aueler Protokoll, Die Sprache im geteilten Deutschland, Deutsche Sprache im Spannungsfeld zwischen West und Ost; 1964 Pedagogischer Verlag, Schwann, Düsseldorf, p. 92.
17. Cfr. H. Moser, ibid. p. 90.
18. Cfr. ibid., p. 84. "Costruzione di pace" oppure "confine di pace".
19. Cfr. FAZ, 14.8.1961, p. 1. "Prigione".
20. Cfr. Bild-Zeitung, 13.8.1965, p. 1."Carcere".
21. Cfr. Willi Brandt nel Berliner Morgenpost (ed. speciale), 15.8.1961, p. 2. Kz è l'abbreviazione di Konzentrationslager, ovvero "campo di concentramento".
22. Cit. Bild-Zeitung, ibid., p. 1. "Il muro della vergogna di Ulbricht".
23. Cit. FAZ, 13.8.1971, p. 1. "Il confine sanguinoso, il segno della violenza, l'avvilente monumento della divisione tedesca, il muro della morte di Berlino, la macabra esibizione della SED".
24. Cit. FAZ, 10.8.1971, p. 1. "Il muro era ed è un monumento di una politica di potenza che disprezza l'uomo".
25. Cit. FAZ, 13.8.1971, p. 1. "Il muro è rimasto il simbolo innaturale della divisione".
26. Cit. Bild-Zeitung, 13.8.1965, p. 1.
27. Cit. TAZ, 13.8.1981, p. 3. "Smantellate i muri".
28. Cit. TAZ, ibid. "Chi oggi pretende che il muro sparisca deve con ciò includere anche le bombe al neutrone e i missili Pershing 2 e SS 20, muri che sono di gran lunga più minacciosi."
29. Cit. FAZ, 30.12.1989, n°302. "Il meraviglioso avvenimento di quest'anno è stato veder cadere queste dittature come le mura di Gerico al risuonare delle trombe."
30. Cfr. Behutsame Verstädterung der Berliner Mauer. Internationaler Ideenwettbewerb. Eberhard Knödler-Bunte im Gespräch mit Rudolf Ganz: Die Mauer ästhetisch überwinden? Ästhetik und Kommunikation. pp. 105-109.
31. Cfr. Walwei-Wiegelmann, Hedwig: Die Wunde Namens Deutschland. Ein Lesebuch zur deutschen Teilung, Freiburg u. Heidelberg, 1981.
32. Cfr. Die Zeit, 7.8.1981.
33. Cfr. discorso di Ronald Regan per il 750° anniversario di Berlino il 12.6.1987 documentato in Europa-Archiv, 15/1987, p. 411.
34. Cit. FAZ, 13.8.1981, p. 1. "Le emozioni riguardo alla costruzione del muro hanno ceduto il passo ad una calma eccessiva".
35. Cit. FAZ, ibid., p. 4. "La risposta alla costruzione e all'ormai ventennale esistenza del muro non deve essere un muro del silenzio."
36. Cit. FAZ, 12., 14.8. 81. "Delimitazione".
37. Cfr. FAZ, 13.8.81, p. 4. "Linea di separazione".
38. Cit. Die Zeit, 17.11.1989, p. 22. "Il murale di graffiti lungo chilometri, lo schermo tridimensionale in cemento armato."
39. Cit. Der Spiegel, N° 37/1981, p. 30. " La lavagna di Berlino".
40. Cit. FAZ, 13.8.1991, p. 3. "L'opera della vergogna", "questa crudele e abbietta costruzione".
41. Cit. FAZ, 13.8.91, p. 3. "Il muro è la chiara espressione del vero carattere della dittatura comunista al di là di ogni tentativo di giustificazione ideologica".
42. Cit. FAZ, ibid. "La costruzione più assurda della storia tedesca è sì scomparsa, ma non si deve dimenticare che essa è stata l'espressione di una dittatura comunista spregiatrice dei diritti dell'uomo".
43. Cit. ibid. "Al di là del muro furono messi a tacere, al di qua del muro i politici di tutti i partiti li considerarono sempre di più come perturbatori del processo di distensione intertedesca. Sui giornali nazionali, alla radio e alla televisione, spesso, non vennero nominati, anzi, era giudicato sconveniente e addirittura reazionario rendere pubbliche le loro sorti. "Avrebbero anche potuto fare domanda di viaggio", o "eppure tutti lo sanno che la cosa è rischiosa a morte", così suonavano i commenti bisbigliati da un'opinione pubblica che diventava sempre più indifferente, persino nella Berlino circondata dal muro. Si intendono le vittime del muro.
Dopo la caduta della dittatura della SED si imparò di nuovo a indignarsi. Le sorti dei morti vennero di nuovo dispiegate all'opinione pubblica, ora riempiono gli articoli dei giornali e i notiziari delle riviste".
44. Cit. FAZ, 13.8.1993, p. 3. "Il giorno della costruzione del muro impallidisce nella memoria dei tedeschi".
45. Cit. FAZ, 4.10.1993, p.3. "Pezzi di confine protetti come monumento".
46. Cit. ibid. "Il monumento del muro".