1. Man'yôgana è l'uso dei caratteri ideografici per il loro valore fonetico, senmyôgaki è una forma di scrittura mista in cui i caratteri ideografici vengono usati sia per il loro valore fonetico sia per quello semantico, okototen è un sistema di trascrizione con l'uso di segni diacritici e infine kanbun kundoku è un sistema di nipponizzazione del cinese scritto.
2. Nella Prefazione del Kojiki scritta in kanbun si descrivono tra l'altro le difficoltà di scrittura e viene spiegato il motivo dell'adozione di uno stile ibrido.
3. Kana sono due alfabeti sillabici.
4. Raccolta di poesie, scritta attorno alla metà dell'VIII secolo.
5. Anche il sistema di scrittura giapponese alla fine divenne misto fonografico-semagrafico, attraverso un percorso di adattamento vario e complesso.
6. Si tenga presente che non esiste ideografia pura perché è comunque sempre presente una componente fonografica.
7. Si pensi alla lingua coreana e vietnamita antica, oltre che giapponese.
8. Il brano tratta della cacciata del dio Susanoo dal cielo e la sua discesa sulla terra.
9. Per difficoltà tipografiche di riproduzione dei kanji, e per semplicità di lettura, userò una semplice trascrizione usando la lettera K per i kanji e numerandoli progressivamente.
10. Vedi in proposito Aldo Tollini, Kanji, Elementi di linguistica degli ideogrammi giapponesi, Centro Studi per i Popoli Extra-europei, Università di Pavia, Pavia, 1992.
11. A questo proposito sono interessanti le tesi di D. R. Olson, "How writing represents speech", Language and Communication, vol. 13, no. 1, pp. 1-17, January 1993, Pergamon Press, 1993, che sostiene che:" scripts provide a model for speech..." (p. 13)," Rather, we can explain the relation between language and script by saying that a script with a syntax now provides a suitable model for speech." Secondo questo approccio, la lingua scritta può essere una "traccia" sulla quale ricostruire la lettura. Il caso del Kojiki sembra confermare questa ipotesi.