Le antologie dei concorsi
de Il Club degli autori
ii
Antologia del concorso letterario


Vittorio Tolasi
Città di Orzinuovi 1999
Introduzione, Enzo Agostino, Valeria Amato, Viviana Balzarini, Luigi Benatti, Ivana Biagetti, Massimiliano Bianchi, Franca Bossi, Valentina Braun, Danilo Breschi, Samantha Buldrini, Gabriella Buzzacchi Vandi, Giovanni Cabras, Salvatore Cangiani , Loriana Capecchi, Antonio Capriotti, Vincenzo Carollo, Rosalba Adriana Cassinari, Lucia Castrataro, Giannicola Ceccarossi, Paola Ceci, Alessandro Centinaro, Mara Francesca Cherubini, Davide Michele Chiarlo, Giacomo Cirsone, Lorenzo Civinelli, Tommaso Codignola, Bruno Coen, Maria Rosaria Colazzo, Davide Omar Comini, Luciana Cortellazzi, Stefania Crema, Emiliano Cribari, Cristiano Crotti, Giuseppe d'Onofrio, M. Gioia De March, Antonio Debidda, Roberta Degl'Innocenti, Maria Carmela Di Francisca, Claudio Di Matteo, Francesca Di Nola, Gianluca Di Stefano, Paola di Tota, Marta Donati, Graziella Dragoni, Giacomina Ferrilo, Donatella Ferrini, Isabella Forgione, William Fratti, Franco Gaddi, Alessandra Garulli, Sara Gavioli, Michela Giancotta, Gabriella Girelli, Franca Grasso Castagnetti, Niccolò Guicciardini, Vladimir Koçiraj, Stefania La Gioiosa, Diego La Scala, Paola Lanna, Donatella Lanza, Rita Lavino, Salvatore Lionti, Matteo Lolli, Egidio Longhi, Chiara Longo, Bruna Luciani, Gianmario Lucini, Alessandro Lugli, Silvestro Luisi, Sabrina Mantini, Georgeta Marculescu
Mattia Mariani, Katia Marionni, Riccardo Martinelli, Marco Massa, Roberto Menconi, Claudio Merini, Carlo Molina, Emiliano Moncia, Sandro Montalto, Teresa Montobbio, Mara Solange Morales, Dino Valentino Moro, Maria Mosca, Sandro Mosca, Eugenio Mosconi, Gerry Mottis, Nadir, Roberta Nagliati, Eugenio Nastasi, Alberto Nebbiolo, Antonio Nicoletta, Fernanda Nicolis, Fiorangela Omodei, Pasqualina Panella, Teresa Pannunzio, Teresa Pascali
Rino Passigato, Giovanna Passigato Gibertini, Maria Rosa Pedinotti, Carlo Pedretti, Valerio Pianella, Liliana Picchianti, Elisabetta Pieraccioni, Giuseppe Pierotto, Isabella Piovanelli, Cristina Pitto, Antonella Pizzolante Fanelli, Francesco Porcino, Vilma Porro Marchetti, Sonia Quintavalla, Daniela Raimondi, Mario Raso, Serafina Raviola, Giuseppe Recchi, Valetina Romani, Valentina Romani, Annunziata Romeo, Coriolano Rossetti, Antonio Rossi, Lucio Rossi, Claudia Ruffino, Angelo Sagnelli, Christian Salandin, Silvio Sallei, Rudyolf, Alessandro Saviolo, Antonio Scafuri, Luciana Scaglia Grenna, Adriano Scandalitta, Ivan Seghizzi, Antonio Sellitto, Barbara Serdakowski, Alberto Serra, Fabrizio Sfrattoni, Roberto Silleresi, Irene Sparagna, Giuseppe Spiotta, Giuseppe Stracuzzi, Giuseppe Tirotto, Anna Torre, Piero Trapani, Sara Trofa, Sara Vannelli, Vincenzo Vassallo, Giorgio Vendramin, Luca Maria Vicamini, Silvia Vigna, Franca Vinazzani, Antonio Visconte, Massimo Zito.

INTRODUZIONE
 
Perché realizzare l'antologia di un concorso letterario? Facciamo un passo indietro. Cosa vuol dire antologia? Chissà quante volte avrete sentito questa parola. Bene, antologia proviene dal greco e significa propriamente "raccolta di fiori".
Cominciamo ad avvicinarci al punto. Ogni poesia può essere paragonata a un fiore germogliato dall'anima del poeta e profumato di tutte le sue emozioni.
È un materiale prezioso che non si può lasciare appassire negli archivi delle passate edizioni dei concorsi. Va coltivato con dedizione, e l'unico modo per farlo è dare a quante più persone possibile l'opportunità di leggerlo.
Ecco perché abbiamo realizzato questo volume ed ecco perché Il Club degli autori tiene sempre a realizzare le antologie dei Premi letterari.
Le antologie sono libri preziosi da sfogliare, leggere, conservare o, perché no?, regalare…
Buona lettura.
 
Ivana Biagetti
Come pugnali
 
Sono lame affilate le parole.
Come pugnali colpiscono e lacerano.
Dardi roventi, che raggiungono sempre ciò che io sono.
 
Nessuno scudo; impossibile fermarle.
Arrivano e dentro muoio.
Sulle mie rovine, notte di angoscia e dolore.
 
E rabbiosa voglia di sopravvivere!
 
E sale, sale devastante l'odio dalle mie ferite.
Odio per chi non riuscirò mai a colpire con la sua stessa precisione.
Odio per me, cane alla catena che può solo mordere per paura.
 
Andatevene dal mondo, Esseri dai lunghi coltelli!
Io reclamo il mio spazio per vivere senza dover morire ogni giorno,
né desiderare di uccidere.
 
 
TORNA ALL'INIZIO

Vincenzo Carollo
Ti cercherò
 
Rincorrerò
quegli attimi fuggenti,
quando, passando, tu,
come una brezza,
di balsami inondavi quei momenti
e tutto aveva odor
di giovinezza.
 
Mi davi, tu,
la voglia di volare:
verso il domani mio,
con te, correvo;
correvo più di te, per arrivare,
e piano piano, ahimè,
io ti perdevo.
 
Ti cercherò,
ma, intanto, è già domani!
Ora sei tu che corri,
più del vento;
mi sfuggi, se ti tendo le mie mani;
ti trovo e ti riperdo,
in un momento.
 
Ti cercherò
tra pagine ingiallite,
quando sarai soltanto…
una poesia
che mi ricorderà beltà svanite,
della, fuggente,
giovinezza mia.
 
TORNA ALL'INIZIO

Rosalba Adriana Cassinari
Eternità
 
Alba
che spegni le tenebre della notte
e mi riporti la luce del mattino
ritorna il sole a risplendere
nel mio cuore.
Il mio nome vibra
tra le spoglie pareti
mi chiami
sei tornato
sono tua.
La tua voce
ha il calore
di una poesia
un tenero bacio.
Lontano si sciolgono le nubi
amore, è l'alba
sciogli al vento
i tuoi dorati capelli.
Camminiamo nella luce
vorrei fermare il tempo
ma la notte scenderà.
La pietra coglierà le nostre ombre
e noi?
Saremo uniti per l'eternità.
 
TORNA ALL'INIZIO

Maria Francesca Cherubini
 
Le forze del "Bene" e dl "Male" si contrappongono di continuo nel "Divenire" del mondo, arbitre del nostro destino. In questa perenne situazione "in fieri", può accadere talvolta che la potenza del "Male" prenda improvvisamente il sopravvento sul "Bene" determinando così "la Morte" che giunge drammatica e inaspettata.
 
Cavaliere muove in avanti…
(Il grido)
 
Nell'assolata scacchiera
Cavaliere muove in avanti
in alto verso destra…
Alfiere scorre nel nero
corridoio di sghembri quadri
cercando ravvicinati
e sempre più stretti spazi.
Con teatrale andatura
Alfiere alza contro l'alto cimiero
l'acuminata lancia
ruotando verso la punta del
"grido"
che repente esplode
nell'attonito sole.
Notturne ali spettrali tulipani
fioriscono nel cuore
del disarcionato
che spacca ancora gli occhi
di morta meraviglia.
Con volto ultraterreno
vacilla l'errante Cavaliere
d'intermittenti spazi mancini
colmi d'ironia
e flutti di vertigine.
Da bocca spalancata a coppa
verso bastioni vola d'intramontate nubi
l'ultimo canto di nìveo cigno reciso
e l'ugola si spezza
sulla maxima guglia
di diamante
"del grido"!
 
TORNA ALL'INIZIO

 
Bruno Coen
Sotto l'avaro cielo
 
Sotto l'avaro cielo
Della grande metropoli
Tra infinite solitudini
Scorre la vita
Mentre all'inizio della notte
Mani silenti si cercano
Cuori di vetro precipitano
Nel baratro dell'ipocrisia
Solo la follia che è in noi
Riuscirà a nascondere
Lenzuola di polvere
 
TORNA ALL'INIZIO

Cristiano Crotti
Ipocrisia
 
Non guardarmi negli occhi
così pensierosa.
Dimmi piuttosto perché non
credi più in me.
Lasciati trasportare dalla
rabbia oppure da quel
sentimento puro che fino a
ieri chiamavano amore.
Non nascondermi la verità,
l'ho già capita.
Senti, il mio cuore pulsa per
te; ma non fingere &endash; ti prego
&endash; non fingere di fare battere il
tuo per me, quando il sangue
ti colora il viso solo se vedi
qualcun altro.
 
 

 
Passioni
 
Nascosti in luoghi bui ed
appartati, sospiri di desideri
non ancora sconosciuti e
tremori di chi non sa se osare.
Brividi di fredde sensazioni
che durano istanti fulminei.
Passioni vissute a fondo con
strette calde e forti.
Al passaggio di queste nuove
emozioni, ti vedo tremare e
per un istante desidero che la
tua mano non sia sul mio
corpo ma dentro la mia
anima, per farti sentire
quanto amore è possibile
trovare in me.
 
TORNA ALL'INIZIO

Paola di Tota
Ignoto
 
Odor di carta vecchia
richiama quel di cera sciolta
sotto la fiamma alta
di bianca goccia.
Se debole è celeste
e cristallo diaspora
di ignote mete,
richiede presto
confession di prete.
Morte di lume scende triste
per consolare
sete d'oscurità rinata, lucida
serenità da Lui quasi regalata.
Rincorreva e non sapeva
che quel sentiero non battuto
era la strada che porta a ignoto.
 
 

 
Mare di meraviglie
 
Mare è madre e calmo
dal guscio di perla bianco
si svolge all'orecchio
che risucchia l'aria
in equivoco suono.
Onde del vuoto
e silenzio attorno
e paura ed attesa
di un tonfo casuale.
È il mare
che sogna da solo
il blu di un'acqua
lontana
e dispersione
dell'abbandono.
 
TORNA ALL'INIZIO

Isabella Forgione
Senza titolo
 
Cadere in trappola
in una strada deserta.
Cercare sogni aperti
in un uragano.
Una candela brucia
lentamente
la mia voce non si muove.
Una rosa dietro il vetro
il suo suono, la sua melodia…
 
Il mio spirito nel silenzio
sente le tue parole
che, con violenza soffice,
ripetono:
"Troppo tardi per amare…"
 
TORNA ALL'INIZIO

William Fratti
Vorrei
 
Vorrei sprofondare
in una nube di calore
assaporare il tepore
morbido della tua pelle
volteggiare felice
nel limbo dell'incoscienza
annegare dolcemente
nell'oceano blu
profondo del tuo sentimento
Vorrei addormentarmi
tra braccia rapaci
riposare su materassi
sconosciuti ma familiari
risvegliarmi al tuo sussurrare
e vedere la mattina
non arrivare mai
Vorrei correre
su immensi prati verdi
lasciarmi trasportare
dal forte vento
caldo nelle emozioni
prepotente nelle direzioni
invidioso del tuo essere
Vorrei sentire
acqua che sgorga dalle rocce
scalare pareti
e raggiungere le vette
contemplare il modo dall'alto
buttarmi nell'infinito
e attendere le tue mani
che afferrano le mie
per non permettermi
di sfuggire più
 
TORNA ALL'INIZIO

Vladimir Koçiraj
Perdonami madre
 
Mi ricordo ancora l'ultima bugia
che ti dissi madre
e tu mi credevi,
e poi, mi seguivi fino alle scale
Mi parlavi e mentre
mi guardavi dietro alle spalle
cercavi di accarezzarmi
ma non potevi più, ero troppo lontano
Tu non sapevi niente
non sapevi che stavo andando via
non vedevi
che i miei occhi erano tristi
Partivo per sempre
Mi dicevi "Saluta tanto i tuoi amici,
ti prego non far tardi!"
Quel mattino, amaro fu per noi
ci siamo lasciati come buoni amici
senza abbracci e senza baci,
senza stretta di mano
Tu, cercavi di accarezzarmi
ma non potevi più
ero troppo lontano
In fondo all'anima
qualcosa mi faceva soffrire
Il mio cuore nel cuore ferito
Io, tuo figlio,
partivo per sempre
io, tuo figlio, ti avevo mentito
E tu parlavi ancora
ma io non riuscivo a voltarmi
avevo paura
che mi vedessi le lacrime
Io non volevo mentire
non volevo andare via così
senza dirti addio e piangere con te
Perdonami madre!
 
TORNA ALL'INIZIO

Opera segnalata dalla giuria
 
Rita Lavino
Emozioni
 
Cerco emozioni
tra i confini evanescenti
di case di cristallo sospese nell'aria
tra margini fluttuanti
piani trasparenti incastrati tra particelle di luce.
Le inseguo nel mondo
sul filo degli armonici contrasti di Matisse
negli infiniti azzurri del mare che amo
nelle sfumature del cielo che lo sovrasta
nel sentimento del mondo che pretende
relazioni d'amore e prospettive senza fine.
Emozione che mi sorprende
nell'azzurro cangiante dei tuoi occhi
nella distanza che contiene l'attimo
magicamente sospeso tra i nostri sguardi.
Emozione che m'invade
nella suggestione delle tue mani
aperte e chiuse
che si danno come simboli precisi della conoscenza.
Emozioni che mi danzano dentro
al ritmo crescente
delle voci care dei miei figli
che colgo tra i pilastri dei loro sogni
nella policromia di colori spruzzati d'un colpo
contro muri bianchi.
 
TORNA ALL'INIZIO

 
 
Egidio Longhi
 
Sull'erba remoti
fili tesse l'autunno
nell'anima triste
gocce di pioggia
 
 

 
Le verdi distese di chi i sogni abita
sono i sorrisi del tempo:
dove uomini trovano tesori dispersi.
Dove l'amore abita, con occhi tersi.
 
Vivere non è diverso dal morire:
è sempre nascere e divenire.
 
 

 
Le rondini fanno nidi che splendono d'amore
sotto il ciglio dei tetti mentre piove e il cielo
colora l'arcobaleno e tu guardi il sereno che ritorna.
 
Semplicemente ama chi non sa più guardare
l'armonia dell'amore e crede d'esser saggio
a non sapere perché il mondo ride in una nuvola
e tutto torna a lui nella disarmonia del dado gettato
e della sorte.
 
Non temere la morte il caso non esiste ma tutto
corre verso il punto cieco del mondo dove fiorisce
viola e ritorna primavera.
 
Ascolta la canzone che la vita ti propone
la sua musica è ribelle alla quieta asserzione
che tutto è stabilito, perché allora
io respiro ancora te, o emozione?
 
Lo so, lo sento: non mi pento
di non credere in me al punto
di non più credere in Te.
 
TORNA ALL'INIZIO

 
Chiara Longo
Paura della morte
 
Quella
macchia
di
oscuro che
avvolge i
miei
pensieri
prima del riposo
oscilla
dolcemente
come un'onda cullata da corrente.
 
Non voglio dormire.
 
Strappo al
silenzio
ritmi senza
tempo
e
dalla monotonia ossessiva giungo infine
al punto
oltre
l'azzurro
dove l'estremo calore della luna
fa
ribollire il ghiaccio
scolpito dal
dolore
per
un momento ripetuto di
ostinata e folle sinfonia
vicina
nell'oggi
alla paura
della
morte.
 
TORNA ALL'INIZIO

Mattia Mariani
Domani
 
Guardo un cielo grigio d'inverno
senza profondità, senza fine,
come le nebbie del dubbio
che calano morbide e delicate
sopra il mio domani
lasciandomi inerme
di fronte ad un ignoto fato.
Ma non è forse l'ignoto
a smuovere le curiosità umane
spingendolo verso confini
sempre più lontani?
Io cerco la mia via,
i miei confini,
cerco uno scopo
ma per ora…
…guardo un cielo grigio d'inverno.
Domattina ci sarà pioggia
o solo rugiada sull'erba.
 
TORNA ALL'INIZIO

Roberta Nagliati
Alle soglie del duemila
 
Tic, toc, choc.
Passano i giorni, le ore, i minuti,
l'orologio divora avido ogni secondo
e porta innanzi il cammino del mondo.
 
Tip, tap, frr.
S'avvicina strisciando anche l'anno
Duemila
che mano a mano ci regala
la tecnologia più avanzata
l'informatica più progredita
un'ardita genetica.
 
Ma è davvero un progresso
tutto questo? Noi, per adesso,
chiniam la testa davanti al mirabile ingegno dell'uomo;
degno
di grande stima per il suo lavoro indefesso.
 
Però, brr!, nulla vale più del brivido intenso che ci pervade
al semplice sguardo della nostra Natura,
segno, tangibile e indelebile,
di qualcosa che da millenni dura.
Un albero, un fiore, una spiga,
alle soglie del Duemila e ciò che ancora ci ispira.
 
La tecnologia del valore dell'uomo è la dimostrazione:
speriamo solo non ci porti all'autodistruzione.
 
TORNA ALL'INIZIO

Teresa Pascali
Autunno veneto
 
Era l'autunno veneto che vedevo
per la prima volta e non il natio.
Gli alberi maestosi cambiavano l'abito,
grandi foglie si accartocciavano
e cadevano in terra.
Alberi di cachi ornati da orecchini arancioni,
bellissimi, crescevano in altezza.
 
 

 
Il bosco
 
L'animo mio vagava tra boschi di fitti e maestosi alberi.
Il profumo dei muschi e della terra umida
stordiva la memoria di lontane ferite.
Lo spirito e la natura: un unico soffio vitale.
L'immagine colorata riportava la memoria
a storie di ninfe e mansueti animali
e mitici eroi.
Sognare l'incontro di antichi canti di pastori
e rimanere in estasi dinanzi a primule appena sbocciate
che macchiano i prati.
 
 

 
Padre
 
Ora che mi ascolti e puoi solo toccarmi per vedermi,
vorrei donarti la luce degli occhi miei.
Solo un giorno offrirti un raggio di sole
che illumini la tua nera solitudine!
 
TORNA ALL'INIZIO

Giovanna Passigato Gibertini
Il fuoco
 
Alto sul fuoco a guardare
il tuo viso riverbera
accerchiato nel sogno
ultimo e spento delle faville.
Attraverso l'azzurro velame
come cera svanente le parole
vanno, e la fiamma si piega.
Tra me e te il fuoco respira
e risucchia il tempo
in silenti singhiozzi.
 
Tu ed io oltre la fiamma,
e i nostri cuori in pace
e l'ombra che bagna le membra
al di là del cerchio fugace.
La nudità non ha prezzo,
le vesti spente dei ricordi
giacciono, mucchio informe,
al di là della soglia
su cui vigila il fuoco.
 
TORNA ALL'INIZIO

Carlo Pedretti
Gli assenti
 
Un giorno ancora s'allontana
per silenzioso cammino.
Bisogna fare adagio,
bisogna soffocare l'ansia,
La tristezza, il dolore,
le cose care che scompaiono.
Non dobbiamo turbare
l'allegria degli Assenti.
Occorre fare silenzio,
tacere il nostro dolore,
Asciugare le lacrime e
fingere di non aver pianto.
Gli Assenti sono duri,
il loro cuore è di pietra.
 
 

 
Vita
 
Riaverti innanzi
Come un tempo
Per illudermi
Ancora
E sorriderti
Forte di speranze
Fu solo un sogno,
 
Vita,
 
Come ogni cosa umana
Sei mancata
Alla mia attesa.
 
TORNA ALL'INIZIO

 
Liliana Picchianti
Nostalgia
 
Vedo la città dalla terrazza
la strada sempre in movimento
una grande chiesa sulla piazza
alti antichi palazzi un monumento.
Cimeli di un lontan remoto
e turisti in continuo moto.
 
I giovani non amano la terra
i campi con indifferenza hanno lasciato
al ricordo il mio cuor si serra
la nostalgia mi toglie il fiato.
Questa casa del centro è ristretta
la mattina mi lasciano in fretta.
 
Due nipoti a scuola a tempo pieno
mio figlio lavora in periferia
mia nuora la vede sempre meno
fa servizio in lavanderia.
Il giorno sono solo a desinare
la sera mi riguardo anche a parlare.
 
Chiudo gli occhi e vedo campi di grano
papaveri rossi fiammeggianti
la nostalgia mi prende per mano
e mi riporta là fra risa e canti.
All'aria al sole alla mia gioventù
un mondo perduto che non torna più.
 
TORNA ALL'INIZIO

Mario Raso
Il muro del pianto
 
Dov'è un muro?
Voglio nascondermi
piangere il mio dolore,
la mia sola solitudine.
 
L'era romantica
divorata dall'apatico
cinismo, è al culmine.
Non voglio credere
ch'io stia per essere
sbranato dalla fame
dell'insensibile.
Credevo, di vivere in un mondo
che distingueva il singolare.
Invece sbava l'indifferenza.
Voglio sentirmi dire, che mi sbaglio.
Aspetto, il tempo passa.
 
TORNA ALL'INIZIO

Antonio Rossi
La morte del cigno rosso
 
La morte del cigno rosso aveva insaponato la città dei rospi d'oro,
la grande bara bianca di cera screpolata avanzava nella nebbia di novembre,
due leoni arcobaleno dal pelo profumato inneggiavano al Re delle Colombe,
una barca biondo viola veleggiava fra i cipressi d'argento di Venezia.
 
Nessuno ci credeva, ma era morto in croce, nel fango dei gitani,
vicino a dei ladroni che avevano cercato di salvarlo,
nel grande ballo dolce di un triste gallo merlo,
nel tuorlo di un cavallo dall'alluce un po' valgo.
 
Nessuno ci credeva, ma era morto amando, nel grembo dei gerundio,
vicino a una casetta di mattoni spettinati,
nell'occhio di una lucciola ingorda di carote,
in quella strana notte di cardi rinsecchiti.
 
Perdono, fiore mio! io mi concedo al vento,
diceva a quei ladroni rimasti senza fiato,
io entro in una gabbia di uccelli paradiso,
io porterò il sorriso agli esseri dannati.
 
Perdono, fiore mio! io mi concedo ai gatti,
diceva agli aquiloni che si erano distratti,
io sono un marinaio di mille navi nere,
io sono il Grande Mago di nuove primavere.
 
La morte del cigno rosso era stata narrata per essere più tardi liquefatta,
la grande bava gialla di una cicala lupo vagava nella giostra incatenata,
due archi di cartone scoccavano la freccia di un gelido destino;
nessuno lo ha tradito, neanche l'impiccato che tutti abbiamo odiato.
 
Nessuno ci credeva, ma era morto urlando, nel vino fatto sangue.
 
Perdono, fiore mio! io mi concedo al vento.
 
TORNA ALL'INIZIO

Antonio Scafuri
Cerchi di fumo
 
Parole che portano indietro
nel tempo o nel futuro
si perdono tra cerchi di fumo.
 
Riecheggiano storie
di passioni, di lacrime,
di vita vissuta,
ancora per
un attimo primo di diluirsi
nell'infinito incolmabile
di un cerchio sformato.
 
Un altro momento è
trascorso legato e portato via
da quei cerchi di fumo,
forse viventi, forse compagni.
 
TORNA ALL'INIZIO

Luciana Scaglia Grenna
…Vita…
 
Sei effimera come un raggio di luna,
nascondi in te tanto dolore e sofferenza,
ti chiedo
perché l'umanità deve sopportare tanta infelicità?
Mi vien da domandarti:
"È meglio non esistere?"
Di primo acchito rispondo di sì,
poi ci ripenso
perché amore e dignità hanno il sopravvento.
Alterni buio profondo a luce ardente
dove trovi forza e tanto amore,
sei perfida e crudele perché ti crogioli nella scontentezza…
hai la durata di un battito d'ali di farfalla.
 
TORNA ALL'INIZIO

Ivan Seghizzi
Un paio d'ali
 
Vivo, e mi lascio trasportare dalle mie emozioni
tra le pieghe sottili dell'animo,
in un viaggio (infinito) in cui non vedo la fine.
Inseguo farfalle dalle ali bianche,
cammino tra precipizi e burroni scoscesi.
Navigatore solitario tra le onde tumultuose
dei sentimenti,
a volte perdo la rotta.
Guardo il cielo e, invidioso dei gabbiani
e degli aquiloni che volano alti
sopra di me
sorretti da forte e carezzevoli brezze,
tento inutili voli.
… Oh … come vorrei, adesso, che mi spuntassero
UN PAIO D'ALI.
 
TORNA ALL'INIZIO

Anna Torre
Senza titolo
 
Ho un cuore che raramente batte nel petto
non conosce la propria materia
sconfina come l'acqua
su altro mare
 
nella mia casa piangono terrificati bambini
che hanno pelle asciutta
per le strade
 
temo delle ferite, la cicatrizzazione
dell'infezione, la medicina
della guarigione, l'oblio della sofferenza
del sorriso, la lingua muta
 
temo, per l'uomo fuori dall'uomo
ignaro, solitario parassita
del proprio dolore.
 
TORNA ALL'INIZIO

Vincenzo Vassallo
L'adolescenza
 
Da poco se n'andata l'aurora
e il sole, lentamente,
con i suoi raggi
la terra riscalda e i monti?
Il mare, i prati verdi
e la tua piccola fronte bacia
si soavemente
e, dall'alto del ciel maestoso,
illumina gli spazi e gli orizzonti
e, tu con lo sguardo
vagando,
nell'infinito ti disperdi.
Il risvegliar dei sensi
al profumo dei fiori
s'accompagna
e, la vita che sboccia,
tu senti.
Nel piccolo tuo cuor, allor,
nel fior dei suoi anni,
si accendono i sogni, le paure, gli affanni
e il fiorir
di dolci sentimenti.
 
TORNA ALL'INIZIO

Antonio Visconte
Canto I
 
In quella storica napoletana piazza,
cielo e stelle ammiravano i ragazzi,
senza genitori onestamente occupati,
non facevano purtroppo vita normale,
di Ferdinando e Carlo troneggiavano,
imperituro maestoso denotando onore,
le gloriosissime, borboniche statue,
tuttavia turbati apparivano i sensi.
 
"Cosa fare?" Pietro accenna a Paolo,
così indicheremo gli eroi del poema,
intorno la città splendida appariva,
ripeteva il mare i consueti lamenti,
solenne in chiesa suonava un organo,
spargendo il suono negli ampi archi,
felice intanto passeggiava la gente,
internazionali ricordando congressi.
 
La festa a riguardo imprevista passò
e i Grandi del mondo tornano a casa,
le sorti terrestri non sono risolte,
però questi incontri danno speranza,
ricuperato il regno Ferdinando Primo
decise allora di sciogliere il voto,
il memorabile maestro Pietro Bianchi
riportò a Napoli il Pantheon romano.
 
In questo neoclassico robusto tempio
furibondi penetrarono per curiosare,
ed ecco che all'improvviso un grosso
velo davanti ad essi si attorcigliò,
venne fuori un giovinetto altissimo,
biondo il viso e con sereno sguardo,
acuto lumeggiando vivido di candore,
madido lo salutarono Pietro e Paolo.
 
TORNA ALL'INIZIO

 

RISULTATI DEI CONCORSI

RITORNA ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei mesi)

Rivista Il Club degli autori

Home page Club dei poeti
Antologia dei Poeti
Concorsi letterari
Arts club (Pittori)
TUTTI I SITI CLUB
Consigli editoriali per chi vuole pubblicare un libro
Se ti iscrivi al Club avrai un sito tutto tuo!