Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Marguerite Yourcenar 2007

 Indice

Prefazione a cura di Maria Organtini - Albo d'oro dell'edizione 2007 - Ida Acerbo Rossi - Davide Alpeggiani - Sabrina Antonuccio Gambirasio - Sergio Aureli - Alessandro Bacci - Sergio Baldeschi - Lerri Baldo - Marco Bellini - Marco Belocchi - Sofonìa Berardinucci - Antonio Bicchierri - Silvia Bove - Irene Brini - Cinzio Cacaci - Luciano Cacciavillani - Anna Maria Cardillo - Armando Caruso - Pietro Catalano - Antonino Causi - Chiara Celi - Luigi Cicchetti - Fabio Clerici - Fabrizio Consoli - Carmine d'Angelo - Maurizio d'Armi - Lew Da Dalt - Piero Dal Tio - Maria Pia de Martino - Fabio De Mas - Antonio De Rosa - Mario De Rosa - Riccardo Del Sole - Rossana Daniela Di Bari - Mauro Domenella - Monica Favaro - Massimo Feltrin - Aurora Fiorotto Arsetta - Domenico Forte - Mariangela Franco - Iride Enza Funari - EloZ - Mario Giugovaz - Pellegrino Iannaccone - Emilia Iannone - Sonia Ingrassia - Anna Lanza Rosi - Eliana Laquaglia - Marcello Edoardo Francesco Lazzeri - Domenico Livoti - Claudio Malatini - Claudio Malune - Chris Mao - Fulvia Marconi - Francesco Mastinu - Daniela Megna - Anna Mencarelli - Desy Micheroli - Katia Moi - Ines Betta Montanelli - Maria Maddalena Monti - Giuseppe Moretti - Jenny Muraro - Marlisa Perin - Barbara Piazza - Andrea Polini - Sabrina Porfido - Rosetta Puccio - Ermano Raso - Salvatore Rizzi - Giovanni Sale - Franca Santacroce - Emanuela Scalera - Paola Schirru - Ida Scioscioli - Maurizio Tantillo - Carla Tedde - Stefano Tonelli - Petra Trivilino - Rodolfo Vettorello - Luana Villani - Stefano Zangheri - Assunta Daniela Zini - Giancarlo Zizola

 
Antologia del Premio letterario Marguerite Yourcenar 2007 - 14x20,5 - pagg. 92 - Euro 18,00 - ISBN 978-88-6037-5087

 
Come avere l'antologia
Prefazione

del premio Marguerite Yourcenar dell'edizione 2007


L'immaginazione è quel "poco" di poeta, di bimbo e di pazzo che tutti portiamo nell'anima, di quei bimbi e pazzi che dicono verità profonde, le «ragioni del cuore, che la ragione non conosce» (Pascal).
La profonda esperienza che compie, attraverso i suoi versi il poeta, realizza una verità che la ragione difficilmente riesce ad afferrare. Se leggiamo attentamente i versi della poesia di Chiara Celi «Stefania» che ci offre un acquerello di vita creato ad immagine di una fanciulla che ascolta e vive il suo mondo dove raccoglie incanti ed emozioni che solo lei riesce a decifrare: «sembrava una creatura dell'aria, / uno strano folletto / che sapeva il linguaggio delle cose...», ecco che riusciamo a penetrare quella sensazione d'indefinito, ma vero senso dell'attimo in cui la verità si palesa.
Il senso della vita trascorre nonostante le "bugie" che il poeta tenta di frapporre fra sé e la realtà che lo circonda, magari aggrappandosi all'illusione di un ricordo per fermare il tempo nell'oasi beata dell'infanzia: «Quasi una vita indietro,... a raccontarsi cose, / storie di gnomi e d'angeli...» questi sono i versi che troviamo nella poesia «Altari dentro» di Rodolfo Vettorello, dove il senso della ricerca è esasperato da «l'incontro col mistero dell'esistere, / sognando / l'angelo buono al letto del bambino...». Il poeta assaggia la vita, si cala in essa, ne vive le stagioni: «...Cavalco cristalli per impedire / l'incepparsi della speranza...» sono versi di Marilisa Perin che come altri si preoccupa di mantenere viva la fiammella della speranza e della fede.
Il filosofo dice che il poeta ha una forma superiore di conoscenza, il suo sguardo si commuove davanti allo "splendor ordinis" (di Sant'Agostino) o allo "splendor formae" (di San Tommaso). Due poesie classificate ex aequo al quarto posto si identificano con questa immagine filosofica perché entrambe analizzano uno spaccato di vita quotidiano alla ricerca di confronti d'immagini: «...Strane storie urlano da un juke box americano / in questo bar ascolto il tramonto...» così dice Fabio De Mas nella sua poesia «Porto di frontiera», mentre Claudio Malatini gli fa eco con la poesia «Jazz» dove esprime un possente desiderio «...Vorrei divenire brezza / che attraversa i ciliegi, / alita lieve tra i capelli...». Il mare ha un richiamo infinito per ogni stagione, ma d'inverno suscita una malìa insolita che molto bene recita nei suoi versi Anna Maria Cardillo che così si esprime: «Mi piace il mare d'inverno / dipinto di silenzio, / stordito d'onde, / travestito e bugiardo».
C'è una scintilla di mistero nel poeta che cerca di sollevare il velo della vita e lo fa ponendosi domande, a volte arriva ad interrogare l'"Oracolo" come Pellegrino Iannacone chi si arrovella sulla sua genitura, del compito che gli è stato riservato dal destino, ma poi comprende: «...il padre nasce dai giorni del figlio / e si nutre d'infusi d'amore...».
Per Pietro Catalano: «Ci sono giorni che tutto appare estraneo, / ...che chiudo gli occhi / e sogno uomini e donne / che si tengono per mano...». Il sogno, l'illusione appartengono ad ogni poeta ed egli è il menestrello che ne canta le gesta e fa affiorare da un mondo nascosto desideri e immagini che poi ci presenta come dono.
Anna Mencarelli nella sua poesia «Transumanza» ci propone un quadretto agreste: «...Il gregge che avanza disegna memoria / di soffice lana incolore / tessuta a coperta per dare calore...».
Gli eventi naturali come la pioggia c'invitano a rifiettere poiché dopo torna il sereno e questa è l'occasione per una metafora che Alessando Bacci ci offre con la sua poesia «Dopo la pioggia», metafora dei guai del mondo ma anche speranza che «...dopo la pioggia / già ci aspetta il sole».
L'Arte espressa in poesia è il tema scelto da Sergio Baldeschi con «Artisti d'emergenza» che in chiusura recita: «Artisti d'emergenza, / l'anima legata ad un aquilone / solca un cielo senza braccia, / mentre pergamene d'infinito / la dirottano... aldilà dell'impossibile.» Noi dobbiamo saper leggere queste poesie perché sono scritte e vissute attraverso l'istinto che cerca Dio e così l'immaginazione poetica si avvicina alla realtà.

Maria Organtini
Presidente della Giuria del Premio
 
Albo d'oro dell'edizione 2007
 
La Giuria della quattordicesima del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Marguerite Youcenar 2007 indetto da Il Club degli autori presieduta per la sezione Poesia da Maria Organtini (Presidente del Cenacolo poeti e artisti di Monza e Brianza) e per la sezione Narrativa da Massimo Barile dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha designato i dodici finalisti di ciascuna sezione che sono diventati automaticamente i designatori dei vincitori. Ciascun finalista (contraddistinto da una lettera dell'alfabeto) ha ricevuto una copia delle opere degli altri undici finalisti e dopo averle lette ha espresso il suo giudizio sulle opere degli altri concorrenti elencandole in ordine di merito escludendo se stesso dalla classifica. Ecco quindi la classifica finale:
 
SEZIONE POESIA
  • Opera 1^ classificata «Stefania» di Chiara Celi, Roma.
  • Opera 2^ classificata «Altari dentro» di Rodolfo Vettorello, Milano.
  • Opera 3^ classificata «L'inverno...» di Marilisa Perin, Mira (VE).
  • Opera 4^ classificata ex aequo «Porto di frontiera» di Fabio De Mas, Belluno
  • Opera 4^ classificata ex aequo «Jazz» di Claudio Malatini, Cremona
  • Opera 6^ classificata «Il mare d'inverno» di Anna Maria Cardillo, Roma
  • Opera 7^ classificata «Oracolo» di Pellegrino Iannaccone, Bologna
  • Opera 8^ classificata «Ci sono giorni» di Pietro Catalano, Roma
  • Opera 9^ classificata «Transumanza» di Anna Mencarelli, Domodossola (VB)
  • Opera 10^ classificata ex aequo «Dopo la pioggia» di Alessandro Bacci, Tavarnelle Val di Pesa (FI)
  • Opera 10^ classificata ex aequo «Artisti d'emergenza» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (PI)
    Uno dei 12 Autori finalisti è stato squalificato poiché non conforme al regolamento del concorso.



SEZIONE NARRATIVA
  • Opera 1^ classificata «Gli hanno tolto il fischio» di Stefano Colnaghi, Fara Gera D'Adda (BG).
  • Opera 2^ classificata «Il segreto dietro l'edera» di Mariapia Cellarosi, Rimini.
  • Opera 3^ classificata «Il pavimento» di Roberto Risso, Torino.
  • Opera 4^ classificata «Il quacquarì» di Mauro Domenella, Castelfidardo (AN)
  • Opera 5^ classificata «Lo scrittore medioevale spagnolo» di Marino Muratore, Ceranesi (GE)
  • Opera 6^ classificata «Fenditure» di Liliana Pettinato, Palermo
  • Opera 7^ classificata «Un mucchio di giornali» di Emilio Labianca, Roma
  • Opera 8^ classificata «Sapori dal passato» di Antonio Di Carlo, Firenze
  • Opera 9^ classificata «Anima sola» Maria Letizia Avato, Roma
  • Opera 10^ classificata «Signor D.» Diana Dalsgaard, Ragusa
  • Opera 11^ classificata «Sognando» di Maria Chiara Firinu, Iglesias (CA)
  • Opera 12^ classificata «Tre piatti d'argento» di Daria Camurati, Parma

La premiazione si è tenuta a Melegnano il 19 gennaio 2008 alle ore 15,30 presso la Sala della Comunità del Teatro San Gaetano.

 SABRINA ANTONUCCIO GAMBIRASIO

Buon Viaggio Piccolo

Per lunghi mesi sei stato con me,
nei miei passi,
nelle mie giornate,
tristezza, gioia e stanchezza, c'hanno accompagnato.
Ma nel momento più felice,
quello del tuo arrivo,
m'hai lasciato.
Un vuoto,
incolmabile e devastante.
Ora non sei più con me,
nelle mie giornate lunghe
nessun pianto notturno,
nessuna risata.
Il silenzio vaga nelle stanze,
nei pensieri,
restano solo lacrime.
Doveva essere un giorno di gioia
felicità estrema;
resta solo un corpicino inerme.
Buon Viaggio Piccolo.
 

SERGIO AURELI

Ascolta

Senti il muovere lento
che viene dal profondo
è grida di gioia
per il ritrovato
rapporto che con Gaia
unione trascende l'immenso tormento.
Ora sono io che ascolto
te con nuovo elemento
da far sì che le tue parole
siano per me discernimento
del tuo io, profonde,
non superficie ma sentimento
condiviso e capito
un noi nuovo infinito
da cui nascano nuovi orizzonti,
due uguale moltitudine
uno uguale solitudine,
il nostro essere condiviso
porta al sorriso
non più male assordante
dentro ciascuno piccolo infante,
ma nuovo amore
che si rivela al mondo
ed al mondo svela il nostro essere tondo,
non solo io e te che ci ascoltiamo
ma noi tutti che ci contagiamo
da questo nuovo ascolto
di amore profondo.
 

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SOFONÌA BERARDINUCCI

Il sublime canto dei fiori

Il tirso scuote
La mia chioma
Raggi di luna
La illuminano
Fresche acque
Letiziano
I miei piedi
Che fra pepite d'oro
Saltano giocando
Nel cavo
Della montagna sacra
Ruscelli di rugiada
S'appressano a salire
Sulle antiche rocce
Quali sapori
Accoglie il cielo
Che infuria d'amore
Colorandosi di lingue di fuoco
Maestrali venti
Assottigliano
Come petali
Le membra denudate
Pronte a salire
Fra comete celesti
Coppe sazie di pianto
Offro
Alla bellezza del mondo
Che ogni giorno
Invade il respiro
E mi riempie
Di stelle parlanti
Il tempo apre i battenti
Li copro
E serro la porta di rame
Un poeta
Mi prende fra le braccia
E
M'insegna
Il sublime canto dei fiori
 

SILVIA BOVE
 
La carezza

Elessi a madre naturale la Madonna
per provare a sentirmi figlia del divino
a consolarmi del rifiuto della mia madre terrena

Ma la carezza che non giunse
da tale eterea genitrice
mi si strozzò addosso

portandomi a chiedere asilo in terra
alla mia madre vera

e lei, terrena, fu la sola
che io potessi abitare.
 


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 CINZIO CACACI
 
Spazi bianchi

Essenze
del non essere
generate
dall'esistere
di caratteri e segni,
forme bizzarre
ritagliate
da tracce impresse.

Spazi vuoti

Pause ed indugi
tra intenzioni scritte,
frammenti indefiniti
di silenzi
cuciti
da parole,
tortuosi sentieri
di ispirazioni mancate.

Visioni

Sogni inespressi
tra pensieri rivelati,
atti del non vivere
che si sovrappongono
senza spessore,
attese inutili
di ciò che non è stato
e poteva essere,
progetti non attuati,
entità perse
nella memoria,
grida taciute.

 ANTONINO CAUSI
 
Il risveglio

Un giorno nuovo
è arrivato
dalla finestra
i miei occhi
tendono lo
sguardo all'orizzonte
maestoso e limpido.
Vedo gli uccelli
rincorrersi e librare
in un cielo terso.

Il mio naso respira
un forte odore di
pini selvatici che
in fila sembran
quasi soldatini.

Tutto mi appare
di una quiete paradisiaca
e di un silenzio onirico
come l'acqua cheta
di un lago al tramonto.
 


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 LUIGI CICCHETTI
 
Soltanto io

Ricchezze che non posso paragonare
Si son mostrate inaspettate
Al ristoro di un'anima arida
Che sedeva paziente domando l'attesa
Piccole ricompense, come gracili fiori
Si affacciano ora sicure nella mia terra
Con la grazia ricercata di un armonioso cielo
Nello splendore bruciante che eleva il mio cuore
Ma invalido forse era il mio sogno
Che mi lasciava soffice, sdraiato sul letto
A pensare al ricordo che compariva
Contro una sponda che faceva impazzire
Compivano beffe i palmi delle mie mani
Che invano tentavano di toccare
Il desiderio mai conquistato
Salutando rassegnati il sonno che li precede
È facile parlare quando di fronte me stesso
Ci sono soltanto io
Trattenere il respiro sollevando le gambe
Pronto a fuggire dalla passione forzata
Soltanto io, inquilino del mio abitare
Senza pubblico, guardo incuriosito
Il rosseggiare della luna e il suo amabile aspetto
Inebriato dal profumo che accarezza il mio viso
Come un genio privo della pazzia
Rispecchiava così la mia vita
Abbandonata nel fruscio, dissolveva
Come una preghiera rifiutata
Sono soltanto anni non sono secoli
Ora appagato e non più sconosciuto
Separo il trascorso
Camminando con Lei verso l'eterno...

FABRIZIO CONSOLI

Le tue labbra

Stavi parlando
ma io non sentivo la tua voce
mi sono concentrato sulle tue labbra
per leggerle
ma loro continuavano a muoversi senza una logica
ho pensato a due amanti
che si sfiorano e fuggono
e più mi concentravo
più mi perdevo in quel gioco.
Ad un certo punto avrei voluto sfiorarle
forse per fermarle
o forse per divenirne parte
Perdonami per averlo pensato
Perdonami per non averlo fatto.
 


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LEW DA DALT

Tu, io. Noi.

T'Amo,
non da sempre,
almeno che io ricordi
seppur ti conosco,
da prima della mia memoria.
Ci sei sempre stata,
sempre a me, vicina.
Prima mi hai regalato,
poi meravigliato e,
fatto sorridere.
Alla fine è successo,
altrimenti non poteva essere,
e così è stato.
Grazie!
Ti penso e Ti Amo
Vivo per Te, Tu per me,
ma non solo,
lo fai per tutti,
anche gl'ingrati,
so perché,
e t'ammiro.
Ancora di più.
Tornerò da Te,
un giorno,
sarò di nuovo parte di Te,
perciò non ho paura,
quasi ansia,
o Natura!
 

RICCARDO DEL SOLE
 
Capovolgimento

La tua negazione abbaia ma è inutile
Ormai sai benissimo che hai vinto
Eri nato per quello

Stelle sorrette ad altre stelle
Gli spettatori della tua sera
Lentamente tornano a casa

Fuggendo combattendo o vincendo
L'alba tarderà a venire

È il mito del giorno dopo che
lontanissimo
Diventa un sogno
Non ci credi più
Ti lasci andare
Dimentichi la vittoria
Distruggi il costruito
Offri a Chi tarda il distrutto

Ormai naufrago perdente
Chiedi al Mare che pietoso ti riporti a riva
Ma non sai quello che risponderà



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MASSIMO FELTRIN

Canzonetta sognante e breve

Ci si sveglia una mattina
e dolcemente si muore -
una fitta assassina
ha colpito in fondo al cuore.

Sognavo risvegli mai sognati,
ma aprendo gli occhi è ancora ieri -
in tanti si sono rassegnati
a non vedere te che c'eri

e ci sarai
paziente
non so per quanto mai
dormiente.

Il domani non arriva
ma una speranza m'innamora:
di trovarti ancora viva
superato il gelo di quest'ora.

Canzonetta sognante e breve,
attendi al rimirato imbroglio
quando le rime non ancor catene
diranno quel ch'io più dir non voglio.


IRIDE ENZA FUNARI
 
Alba senza fine...

Dov'è finita la tua vita?
Inghiottita negli estremi della guerra,
inviato alla ricerca di notizie
scrivano, fuggito, da campi di grano in festa
oltre un paese che brinda
nel mentre... adesso
soffochi nell'antro di una cella.
Con il cappuccio stretto in gola
rifietti
su ciò che ti è stato rubato.
Nel vuoto tutto cambia...
tremi alle trame ignote,
per le convinzioni che ti hanno spinto a partire...
come muta la percezione del sangue che inghiotti,
del corpo che scuoti per saperti vivo.
La realtà che pretendevi scritta
di cui eri padrone... ora sfugge.
Vorresti inchiostro nelle vene
per scrivere la parola "FINE".
Quando si è preda
non si ha più voglia di notizia.
Nemico chi è lontano
l'aguzzino unica immagine
di mano da tenere stretta.
Uomini
travolti dagli eventi
dominio assoluto dell'oscuro protrarsi
d'ineffabili giorni.
Nell'incavo del dubbio smarrisco;
tra fogli quotidiani disperata ti cerco.
Penso
agli uomini che leggono indifferenti
siedono intorno ad autorevoli tavoli
e s'attardano a prendere decisioni... affrettatevi
il ventre del mondo
ha bisogno d'un seme di pace ADESSO!



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ELOZ
 
Il muro

Forgiato nell'impenetrabile grigiore
della fredda pietra, dura
il muro alto si staglia
dividendo i destini
l'incrocio di vite concluse
nel silenzioso isolamento.

Lo sguardo interrotto
che prova a varcare il confine
ma oltre torcigli di spine ferrose
laceranti brandelli di speranza
respingono il disperato desiderio
univoco passo azzardato.

Contempli quel muro tagliente
ne saggi la massa e il valore:
non c'è nulla da fare
ti ritrai barcollando al dolore
il sapore d'annunciata sconfitta
la perdita d'altra metà del mondo.
 

EMILIA IANNONE

Raccontami il vento

Raccontami il vento,
quando vagano palpiti
che invadono i sensi di brio
e tumultuosi moti,
in particelle di vita, imprimono la vita...
Narrami il vento,
fino a che una coltre di inerme apatia
occulta riso ed occhi sbarrati,
visi dipinti di fame
di bimbi rubati all'infanzia,
ai giochi mai nati, alla vita mai dati.
Raccontami il vento,
mentre fiumare violente,
di fato inesorabile e sciagure,
travolgono vite
e fondono ali, nate spezzate:
arretra la vista da confini invisibili!
Parlami del vento,
se tra nebbie assiepate
s'attesta, del vivere, un male nel cuore
e poi bagliori risalgono
ad illuminare il battito,
...un improvviso giorno!
Riportami al vento
e ridonami forza e speranze più nuove
ove l'animo, che deambula raso,
ripercorra confini e, poi, s'avventuri...


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 ELIANA LAQUAGLIA

Sempre più su

Ricorda una notte di stelle,
di mare calmo,
di tenui luci lontane,
notte di luna rossa:

l'hai vista nascere,
crescere,
salire su
su, sempre più su
incantato dalla grazia del suo bagliore intenso,
conquistato da quella sorpresa improvvisa.

Ricorda il profumo,
ricorda gli occhi
che quella notte ti hanno mostrato una via:

scintillando attraversava il mare
poi ancora su
su, sempre più su
per perdersi al di là del buio.

Un incanto che sa di piacere,
un turbamento d'amore
che ti travolge
ti prende l'anima
perché voglio portarti
su, sempre più su
dove non c'è ragione,
dove non esiste dolore.
 

DOMENICO LIVOTI

Il museo ebraico di Berlino

Non trovai scalini
verso l'alto.
C'era una discesa
verso il buio.
Le pareti mi crollavano
addosso
e il pavimento mise in crisi
il mio equilibrio.
L'angoscia mi avvolse
come una cappa
e mi fermai
per trovare una risposta.
Poi
la calca dei turisti
mi travolse
e mi spinse più in fondo
dentro l'incubo.  
 


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CLAUDIO MALUNE

Affine ad una fiamma ardente

Immagina una foglia.
Immaginane le nervature a fasci,
la traspirazione, i cloroplasti,
il fioema e le sue cellule che portano
i miracoli della fotosintesi
fino al limine, alla soglia..
Immagina quanti battiti regaleremo
del nostro incontro
ora che hai sentito Dio scorrerti addosso!
Immagina..
Ma di quante dita questo corpo ha bisogno
per lenire un ventaglio a specchio
così reticente?
Quante per occludere i sensi
basiti davanti ad un dolce "vorrei..
ma non posso?"
Immagina una foglia,
che respira di notte come un ritaglio di mare
che nega la trasparenza d'essersi mosso,
ma vita che bensì scorre
affine ad una fiamma ardente..
 

 ANNA MENCARELLI

Opera 9^ classificata

Transumanza

Quando la sera dipinge le ombre
e il cielo scuro la luce diffonde
di tremule luci chiarore di luna
bisbigliano i passeri s'addorme la cuna.
Nell'erba si affossa del sol la calura
la notte vi affonda rendendola scura
del grillo la nota d'estate s'intona
di chioccia il pollaio la nenia risuona.
Le imposte raccolgon di grani un rosario
finisce sul foglio il dì del lunario
nel buio che avanza si traccia un percorso
di mondi nascosti comincia un discorso.
Ed ecco distante poi nasce un brusio
di zoccoli incalza la via il calpestio
muggiti richiami di asino un raglio
un cane paziente li chiude a serraglio.
Lontani belati frantumano l'aria
il gregge che avanza disegna memoria
di soffice lana di luna incolore
tessuta a coperta per dare calore.
La candida coltre cammina galleggia
pulsante di vita travolge ed ondeggia
emergono a tratti di asini il dorso
belanti agnellini si portano addosso.
Viaggiando gli armenti rilasciano al passo
umori animali che segnano in basso
impronta di vita quel dì pellegrina
per pascolo d'alpe raggiunger la cima.
Poi quando col sole appar sul selciato
il segno la traccia del gruppo passato
di pecore e agnelli raccolti in armenti
c'è scritta la storia coi loro escrementi.
Se poi nel domani la pioggia fiagella
quel tratto di strada e le orme cancella
rimangon nel vento la risonanza
odore di bestie e di transumanza.
 


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DESY MICHEROLI

Sensazioni

Sento
di esser proprio dentro
in una casa vuota
senza finestre.

Penso
di esser troppo lenta
per poter scappare via
senza perdere me stessa.

Vedo
una porta tutta sola
in mezzo un deserto:
non si apre né di fuori, né di dentro.

Cerco
un senso in tutto questo
movimento lento
di una porta senza muri.

Provo
a guardare dentro
ma non vedo niente -
solo un quadro di Dalì.

Trovo
strano che il mio nome
è appeso sulla porta.
È un'illusione storta.
 

 GIUSEPPE MORETTI

La facella

O' abetina
velata dalla neve
sei la sublime luce
nel fiuir del tempo,
sei la stupenda fonte
del materno amore,
nella quiete della luna...
...nel folleggiar del vento;
Eccelsa gemma
dall'aroma antico,
nell'illibata lacrima
dispersa nel torpore,
sei la divina roccia
avvolta nel lichene,
sei limpida rugiada
...sparsa sopra un fiore;
nel mormorar dell'onda
tra i lumi delle stelle,
il gioco senza fine
tra le brunite pietre,
un bacio sulla fronte
una carezza al cuore
e la facella tremula
...si spense nel silenzio



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 SALVATORE RIZZI
 
L'Universo

Labile spazio vitale
dalle dimensioni più disparate
del cosmo proiettato nel futuro
di pensieri che più non tornano

Immagini nel vuoto
già catapultato nell'infinito
e recondito universo
fatto di momenti brevi.

Ogni dove l'incertezza
dell'esistenza propria
fittizio argomento umano
di ciò che è o sarà

Possibilità altrove di vita?
Verità da dimostrare che già svanisce
nel nulla eterno che sfugge
cullato in nubi metafisiche
di glaciali certezze rese vane

Agli occhi nostri la ragione
nel continuo divenire di nuove verità
arroccate a vecchi schemi...
... mentalità precostituite
nel prossimo divenire?

(18/01/1983)

 

 FRANCA SANTACROCE

Vorrei che fosse già mattino

Troppe voci parlano al cuore
Voci ora stridule e assordanti
Ora dolci e ammalianti
Voci che mi lusingano
Voci che mi feriscono
Voci che non vorrei sentire
Per non soffrire
Per non odiare
Per non amare
Troppe ore vivono la notte
Troppo lunghe, troppo buie
Troppo.
La notte è troppo.
Il mattino è un bimbo
Un neonato che aspetta di essere svezzato
Ha la bocca di latte
Ha fame di luce, di pace
Dorme ma è sveglio
Vigila sul mondo, vive di speranza
Di attese.
Vorrei che fosse già mattino.



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 PETRA TRIVILINO

Profondità

Buco.
Un buco profondo in mezzo
al nulla impallidito
di un'iride sciolta:
se guardo nei tuoi occhi,
io non esisto più.
Mi perdo nel male della mia disperazione,
perché so che per te
io sono soltanto un numero,
uno dei tanti incontrati nella tua vita.
Se mi resta un precipizio su cui affacciarmi,
voglio che sia il tuo cuore:
voglio poter capire che cosa vuol dirmi
quel buio sciolto ed affiorato dalla terra in me,
ed io che resto vivo,
anche se sono vivo per metà età,
quell'età precaria d'ognuno di noi,
che cerca un riscatto nella vita.
Ed ora, affondo nella cartilagine
delle tue ossa rubate al feto della nascita,
come se fossi un individuo asessuato,
che si crea e ricrea perché ama ed odia la vita,
così come fa il seme con la pianta.
Perché essere così sudicia nei miei confronti?
Perché non poterti mostrare cosa ho dentro?
Non c'è nulla di male a rinascere:
ma fa male sapere
di poter morire una seconda volta.
 

LUANA VILLANI

L'amore è solo un gioco di parole

L'amore è un sentimento
che ogni persona ha
per un'altra...
l'amore ti rende felice
solo per un attimo,
per poi lasciarti solamente
una sensazione di vuoto nel cuore,
incancellabile.
I primi giorni che ami una persona
ti sembra di essere arrivato
sulla vetta più alta di una montagna
per poi accorgerti che manca poco
per cadere in un precipizio senza fine,
proprio come una farfalla
non riesce a volare senza ali.
L'amore è come un giocattolo nuovo,
i primi giorni ci giochi, ti diverti...
e poi, subito dopo, lo metti in un angolo,
non ci guardi più
non sapendo neanche che esiste...
L'amore è una giostra che gira,
quando si ferma ti lascia un dolore
che nessuno può imitare.
Solo a quel punto ti accorgi del tuo
terribile sbaglio,
aver amato una persona
solo per la sua bellezza esteriore
quanto può essere difficile amare!!?!



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STEFANO ZANGHERI

Quando la sera
chiama le penombre
e il fuoco scalda
le pareti di paglia
quell'eco lontana
torna a cercarmi
con insistenza pacata

poi il silenzio non riesce
a nascondere le parole
che mi meravigliano

per ricordare una volta
anche se non ha senso
nell'attesa del sogno
andare in quei posti
dove si torna sempre soli
dove i voli di luce si fermano
sicuri di potere ancora
regalare attimi di felicità

dove si può soffrire dentro
quando ancora non è giorno
da soli e appoggiati di fianco
 

 ASSUNTA DANIELA ZINI

I miei pensieri

Che è divenuto il mio cuore smarrito?
Un vascello disertato
Per mari sconosciuti.
Che resta di lui nella tempesta?
Un tesoro affondato
Negli abissi del pensiero.

Io, che non voglio
Vedere i miei pensieri spiati
Conservo in me segreti,
Meravigliosi e terribili,
Come acque profonde
Che le reti non raggiungono.

Chiudo gli occhi.
Un presentimento di morte
Non desta alcun rimpianto nel mio cuore.
Un'altra vita si erge già dietro di me,
Come una muraglia che impedisce di guardare al di là.
Quanto tutto è lontano!

Sarò migliore o peggiore nel momento
In cui mi conoscerò fino in fondo?
Io, sarò libera,
In segreto, di scrivere come penso
E come vivo.
 


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 GIANCARLO ZIZOLA
 
Notte

Creature del vento nell'inestinguibile oscurità
fiuttuano tra nidi vuoti, mentre percorrono le valli
colpi e risonanze ed una voce densa di succhi amari
sembra presagire naufragi nello smisurato
respiro della notte, come se la notte fosse maligna,
estensione infinita di una delirante insonnia.
Ancora non conosco il canto dell'alba,
né il futuro che s'apre al brusio del giorno,
il fuoco che scorre impetuoso nelle sue vene,
od il mare pulsante increspato di schiuma;
sono un girovago tra grovigli d'alghe,
un oscuro oggetto senza tregua.



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Ins. 05-03-2008