- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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-
Antologia
del premio letterario
Club Autori 2006-07
|
- Indice
-
-
- Votate
le 10 poesie che
preferite -
Barbara
Accossato -
Ida Acerbo Rossi - Davide Alpeggiani - Davide
Apollonio - Luca Aquili - Giovanni
Barone -
Anna
Francesca Basso
- Cristina
Battocchio -
Giuseppe
Benassi -
Rino
Bertoni -
Antonio Bicchierri - Carlo Bignami - Paola Biondi -
Vincenzo Bolia - Argeta Brozi - Cinzio
Cacaci -
Salvatore Giuseppe Calabrò - Michele
Calligaro -
Gianluca
Cannizzo -
Cesare Cantù - Sara Capizzi - Anna Maria
Cardillo - Nella Carmela - Fabio Causio - Renata
Ceravolo - Gilbert
Cerbara -
Stefano
Cervini -
Carmelo Chiofalo - Silvia Cipollina - Laura Corraducci
- Anna Corsi - Maria
Antonella D'Agostino
- Mariangela
D'Albenzio -
Daniele D'Alberto - Mario D'Alise - Simona
D'Annunzio -
Maria
Anna D'Antuono
- Elena D'Arcangelo - Paola
de Lorenzo Ronca
- Antonio De Luca - Irene De Pace - Valeria De Perini
- Mario
De Rosa -
Giancarlo Del Castello - Lilia
Derenzini -
Isabella Di Biase - Mauro Domenella - Vincenzo
Elefante - Marta Fadda - Luca Falchi - Manuela Favalli
- Alessandro Franzina - Alessandro Franzina -
Alessandro Franzina - Giacomo
Fumarola -
Egidio Fusco - Giuliana Galimberti - Flavio Francesco
Galli - Maria
Rosa Gelli -
Romina Ghiglia - Giovanni Ghirga - Maria Rita Giannini
- Giacomo Giannone - Alessandro
Gigliola -
Michele Gonano - Pellegrino Iannaccone - Luciana
Iannantuoni - Maria Antonia Iannantuoni - Giusy
Insalaco - Maria Cristina La Torre - Paolo
La Torre -
Flora Lalli - Moreno
Lanza - Elio
Lenzi - Lauretana Leonardi - Leonarda Letterato -
Domenico Livoti - Nicola
Loiacono -
Alessia
Lombardi -
Alessia
Lombardi -
Giovanni
Andrea Lucaferri
- Giuseppe
Lucca -
Stefano Maccarana - Alessandra Macrì - Giorgio
Maggio Cavallaro - Giovanni Magri - Claudio
Malatini -
Carlo Mancusi - Deanna
Mannaioli -
Bambino soldato - Alessio
Manzo -
Fulvia Marconi - Giuseppa Masilla - Gabriella
Masoni -
Tomaso Mazzacani - Daniela
Megna -
Camilla Messina - Giampiero Mirra - Adriano
Montagnino -
Alessandro
Montalto -
Michela
Montemurro -
Fabrizio
Moroni -
Alessandra Mugno - Giuseppina Natoli - Comasia Nitti -
Lorenzo Nocentini - Carla Noro - Pietronilla
Notarantonio - Mariachiara Oliva - Daniela Ori - Nina
Lisann Otter - Massimo
Pacetti -
Valeria
Palmieri -
Cleonice Panaro - Franco Paternò - Fernando
Pelino - Fiorenza Perotto - Cinzia Pertegato - Maria
Teresa Piccardo - Davide
Pierantoni -
Massimo
Pignatello -
Maria Piras - Andrea Polini - Vincenza
Prada -
Cristian Pretolani - Luca Previato - Fra' Matteo
Pugliares - Letizia
Quaglierini -
Ermano Raso - Rina Ravera - Giulia
Ressia -
Romina Rocchi - Mariolina Rossi - Lorenzo Rutolo -
Giovanni Sale - Antonio Sangervasio - Marino
Santambrogio - Silvana Santoro - Francesco Scaffei -
Giacomo Scarpino - Giorgio Schwarze - Federica
Sciandivasci - Sonia Sesana - Anillo
Sezzi -
Angela Sias - Daniela Sias - Pier Gaspare Siclari -
Caterina Sorbara - Patrizia Sparacia - Sandra Spezzano
- Romina Tamerici - Maurizio Tantillo - Francesca
Tavani - Carla
Tedde -
Orazio
Tognozzi -
Stefano Tonelli - Claudia E. Turco - Pietro Valle -
Gianni Vavassori - Rodolfo Vettorello - Rodolfo
Vettorello - Paolo Villa - Antonio Zannino - Scheda di
votazione
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-
- Antologia del Premio
letterario Club degli Autori 2006 - 14x20,5 - pagg.
195 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-384-0
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-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
-
- Votate le 10
poesie che preferite
- In questa antologia
sono pubblicate le poesie finaliste del concorso
letterario Il Club degli autori 2006-2007. Queste
opere sono state selezionate fra le centinaia di
poesie pervenute, da una giuria che ha scelto quelle
ritenute migliori.
- Ora spetta ai
lettori valutarle e votare quelle preferite per
stabilire quali saranno i vincitori.
- Ciascuno può
votare, utilizzando l'apposita scheda che troverete
pubblicata nell'ultima pagina di questa antologia, le
dieci poesie che più gli sono
piaciute.
- Sottolineiamo che
le poesie da votare devono essere tassativamente
dieci, non una di più non una di meno e saranno
considerate a parimerito.
- Nella scheda di
votazione bisogna indicare il nome e cognome
dell'autore e il numero della pagina in cui vi
è la sua opera.
- Non sono ammesse
schede fotocopiate e non complete in ogni loro parte.
Ogni persona (anche gli stessi finalisti) può
votare su di una sola scheda, è pertanto
indispensabile che ciascun votante compili in ogni sua
parte la scheda di votazione indicando le proprie
generalità.
- Ricordiamo che i
primi classificati verranno premiati come da bando con
la pubblicazione di un libro di loro opere.
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-
- BARBARA
ACCOSSATO
- Un mondo
cattivo
- Mi
arrendo,
- e
solerte interrompo
- la
smaniosa ricerca
- di
spiragli di buono.
- Mi
fermo,
- ed
accantono sconfitta
- l'ostinata
certezza
- di un
mondo corretto.
- Ho
scavato, sì,
- affinché
dalla terra spulciata
- emergesse
improvviso
- il bene
bramato.
- Ho
esortato,
- testarda
e sicura,
- a
credere chi non credeva,
- per
paura.
- Ma ora
accolgo
- le mie
sicurezze distrutte,
- placo la
vana ricerca
- di
onesta saggezza.
- Le
unghie annerite
- trattengono
ancora
- tracce
di terra
- raschiata
con foga.
- Scrollo
la polvere
- di tanto
lavoro;
- mi alzo
sdegnata,
- e
sconfitta abbandono.
- Accetto
silente
- lo stile
arrogante,
- la
miseria dell'anima,
- la
pochezza osannata.
- Reclino
la testa e mi inchino
- ad un
mondo cattivo
- a quello
che è, l'unico, il solo
- io
spero, che sia!
-
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-
-
- GIOVANNI
BARONE
- Immondo
- Sentivo
nell'aria un odore agro e
pungente
- sprigionato
da ceneri spenti,
- una
nuvola sparsa mi tiene per
mano
- e il mio
pensiero si perde lontano,
- dove
foglie indorate di uva matura, ginestre e
acqua
- d'argento
che scorre nei rii contenti
- e il
canto gioioso nelle aie
festose
- cede il
passo ad un mondo diverso.
- Un
sospiro infinito...
- triste
gli occhi di un gatto che passa e implora un raggio
di sole raggiante
- ... si
spengono in un attimo gli occhi del
gatto.
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ANNA
FRANCESCA BASSO
- Vigilia
- È la sera
della vigilia di Natale.
- Sotto un
luminoso cielo stellato
- mi attardo per
le strade della città;
- il vento non mi
tormenta più,
- ha smesso
finalmente di soffiare.
- Sull'asfalto
ancora lucido di pioggia,
- si rifiette
distorta la luce delle vetrine.
- Rallento il
passo, l'ansia mi riprende;
- no, non voglio
incontrare nessuno.
- Non posso ancora
ritornare a casa,
- non sono pronta,
non so se ci sarai.
- Ho voglia di
calore vero e di risate,
- di buone cose,
di lasciarmi andare.
- Come sarà
Natale, il mio Natale?
- Allento la morsa
nel mio cuore;
- meglio essere
sola e dimenticata
- che osservarti
mentre pensi a lei.
- Un tempo, nel
nostro piccolo nido,
- si preparava un
grande abete,
- lo addobbavamo
con trepidazione
- nel timore di
rompere i fragili decori;
- mi stringevi,
tenero, tra le braccia,
- dicendo "ti amo"
ad ogni regalo,
- alla luce delle
candele vedevo
- splendere nei
tuoi occhi la passione.
- Sarà un
Natale diverso; sarà Natale?
-
-
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-
- CRISTINA
BATTOCCHIO
- A Carla
- Vorrei
ritrovarti, vederti, baciarti,
- per
dirti le cose sepolte nel
cuore
- da
allora il mio amore non potrà
mai
- lasciarti
- con
tutto il suo ardore vorrebbe
implorarti
- ritorna
sublime bellezza svanita
- la tua
dipartita ha spezzato
l'incanto
- la tua
vita è finita ma non il mio
rimpianto
- di
averti taciuto la parola più
bella
- il
consiglio più caro, per farti da
faro
- oh!
amata sorella.
- ***
- Segreto
- Nell'intimo
il mondo si apre in segreto
- nasconde
miserie ed appiana il suo male
- si
giudica mesto, rigetta
l'errore
- vorrebbe
tornare l'embrione innocente
- Ma
è il mondo stesso che impugna
l'arbitrio
- sperando
che un giorno Qualcuno sia
cieco
- e
perdoni l'azione pervasa di
orrore
- che
rende la vita un viaggio piangente
- ***
- L'essenza
- Corpo e
spirito devoto
- mare e
fondale ignoto
- mente e
intelletto capace
- neve e
cristallo vivace
- nero e
bianco uniti
- luna e
sole infiniti
- pane e
acqua insieme
- creato e
il suo seme
- occhi e
immagine pura
- orizzonte
nella natura
- tutto e
niente in coscienza
- Questo
è il destino e la sua
essenza
-
-
-
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
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-
- GIUSEPPE
BENASSI
- Ode al photoshopper
- Salgono e
discendono,
- tra terra rossa
e sfumature
- dal verde prato
a fronde cangianti.
- Così mi
piacciono le curve, dalla collina
- rincorse dalla
tua mano maestra,
- morbide,
ritratte e semplici.
- Voltano e
svoltano, poi riprendono dritte.
- Dipingi il cielo
con giuste apparenze,
- cromie plasmate
da filtri appropriati.
- Ricalchi calore
sopra colore, senza rimpianti
- per quello che
hai perso, sottratto
- da polvere e
grana increspi la vista
- al tocco del
mouse.
- Prefissi i
livelli con parole dell'anima,
- sono quei glifi
da singola legatura
- le fonti segrete
di questa armonia,
- quanto per il
narratore che narrando
- ignaro scopre,
solo al fine, l'opera sua.
- Crescono gli
affetti e si misurano i tratti
- di una terra ora
nuova e più intensa,
- sì meno
vera, lo stesso più reale, e le
nubi
- d'artificio
illuminate, colpiscono.
- Abbiamo evitato
l'effetto moiré:
- ed è
questo il punto, quello stocastico,
- orgoglio di
luminosi contrasti e profonda
definizione.
- Superata la
stenta con sinuose deviazioni
- dell'estro
riprendi la strada,
- come il tornante
su per la gora
- che prima svolta
e poi rivolta,
- raddrizza in
pratica, verso il destino.
-
|
-
- RINO
BERTONI
- Girasoli
- Girasoli
protesi nel volteggiarsi
innocente
- che il
mese di giugno già caldo
rischiara,
- come
volti sereni, d'altro canto
presenti,
- amano la
loro metà in quell'opposto desio.
- Dal
calmo sguardo del sole
rifiesso
- nel suo
amore eterno, veritiero e di
luna,
- tenere
vite di linfa sorseggiano
- i passi
aggraziati dell'eterna danza:
- sì
che in mai assopita memoria si
hanno,
- col
sole, al solstizio,
- -
astante l'amore,
- si volta
fisso, cercando.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- CINZIO
CACACI
- Fragilità
- Le voci ed i
rumori
- del
mattino
- annunciano
- un nuovo
giorno.
- Entrano nella
stanza,
- mi
cercano,
- a fatica aprono
un varco
- tra il
silenzio
- e frantumi di
ricordi,
- compagni
- di una notte
senza sogni.
- Mi
trovano,
- immobile
fragilità dell'esistere,
- con i pugni che
stringono
- le tue bugiarde
promesse d'amore
- ed il buio
dell'ultima notte.
- Ignari,
- sempre
più intensi,
- mi
avvolgono,
- inutilmente.
-
|
-
- MICHELE
CALLIGARO
- Se scrivo
- Se scrivo sulla
sabbia dorata
- che il vento
trascina via
- se scrivo sul
profondo blu
- che diventa
pioggia battente
- o se compongo
versi
- con nuvole
sparse nel cielo terso
- sto scrivendo a
te
- una lettera
fatta di parole
- che scompaiono
nel momento
- in cui
appaiono
- diventando
frammenti del mio amore
- dispersi nel
mondo che mi circonda
- preda
dell'eco
- che invoca il
tuo nome.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
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-
-
- GIANLUCA
CANNIZZO
- Guerra
- Lacrime scendono
disincantate dal tuo viso
- Uno strano sole
vermiglio tenta
- Inutilmente
- Di
asciugarle
- Gioie sottratte
al tempo,
- Cosa si prova a
morire?
- Ah, patria
padrona
- Ampie
vallate
- Piene di
sequestrati
- Cui il fato ha
riservato
- Non feste &
glorie
- Ma
ferite
- & oblio.
- Morti collettive
& inutili
- Soggette alla
bramosia di vecchie
- & stanche
idee di conquista.
- Urla di dolore
sfuggono alla terra
- Sintomi di
ribellione & libertà
- Annegati nel
sangue
- Ragazzi giovani
& sognanti
- Strappati alle
loro giuste felicità
- Sacrificati alla
ricerca del potere.
- ***
-
- Fine millennio
- Siamo qui,
migliaia
- Milioni
- Tessuto
connettivo di questa livida genia
- Colpita
- Dalla peste di
questo fine millennio
- Asintomatica
& crudele
- È la mia
generazione, trasognata
- Spesso
apatica
- Col cuore pieno,
infiammabile &
- Traboccante di
vuoto.
-
|
-
- GILBERT
CERBARA
- Quando sarò
nessuno
- Come aumenta il
mio vissuto
- Sbatacchiato tra
la grandezza dell'essere
- E le miserie
dell'esistere.
- E nelle mie mani
ciniche di uomo
- Si contano
domande, si raggruppano problemi.
- Mentre
prudentemente oramai vivo,
- subendo un
destino mai cercato,
- mai
completamente amato;
- il mio crescere
e annientarsi, annichilirsi;
compromettersi.
- Come una puttana
vecchia
- Senza ormai
più brividi; senza più
splendori,
- Subisco le
ingiurie del tempo e di diffidenti compratori.
- Schiave del mio
disincanto le mie rughe antiche
- Sull'involucro
dell'anima
- Diventano
voragini,
- inutili
coccarde
- ricordi
cestinabili,
- orpelli da
sacrificare.
- Vessilli di
esperienze inutili, macerie da secchio e
sottofondo,
- nella mia deriva
ciclica
- e silente
disperazione.
- Com'è
buio il mio mondo senza sogni
- E freddo lo
sguardo degli uomini,
- rinchiusi nel
calcolo degli utili
- arabescati dei
beni più futili.
- Dichiaro chiusa
la mia prima vita;
- sull'urna degli
ideali depongo un cuore; il mio primo.
- Lascio una
tavola piena di briciole avanzi ed
affanni,
- e mi immergo nel
niente
- così
addobbato e vasto.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- STEFANO
CERVINI
- Quantistica quanto
basta
- Il mondo un
palcoscenico su cui
- degli gnomi
ignoti giocano a dadi1
- nel mentre
scompiglia Fata Morgana2
- le partiture di
un'orchestra impazzita,
- che suona a
caso, tra finestre paradossali,
- botole oscure su
voragini infinite,
- giochi di
specchi in cui tutto è potenza
- di tra le onde
di un cosmico mare
- che ha varcato
le ultime colonne.
- Troviamo qui una
qualche Alice3
- che dietro
ancora corre al suo neutrino,
- tra meravigliosi
imbarazzi,
- e il leptone4
è lo Stregatto
- ed il
Bianconiglio insieme
- con il suo tempo
capriccioso
- che va al
contrario.
- Anche l'Essere
ultimo
- ha un suo
processo primario5,
- strabordante
come nei folli di strada,
- in cui la
negazione afferma,
- la parte
è pure il tutto
- ed il vuoto
è così pieno
- che sprizza la
Realtà a scintille,
- come da attriti
misteriosi
- dietro veli
neri.
- Il mondo fisico,
che pure calchiamo,
- ha una base sua
stocastica.
- Ma noi si
continua! Speranzosi, ingegnosi,
- a fare il
solletico ai piedi di Dio,
- a tentare il
sacro Logos
- che il Caos
scioglierà nel cantico
- della danza
cosmica di Sìva6.
- ***
-
- 1 Albert
Eistein, che non amava, non credeva alla fisica
quantistica, avrebbe
- contestato ai
sostenitori di essa che Dio non è solito
giocare a dadi.
- 2 Figura della
mitologia celtica e fenomeno ottico illusorio
dovuto a particolari
- condizioni
atmosferiche
- 3 "Alice's
adventures in Wonderland" by Lewis Carroll: Alice
è metafora dello
- scienziato
- 4 Quella dei
"leptoni" è una famiglia di particelle
subatomiche, tra cui anche il
- neutrino, come
esposto ne "Il Tao della Fisica" di Fritjof
Capra
- 5 Si fa
riferimento proprio al concetto psicanalitico
freudiano
- 6 Sono debitore
di questa immagine molto suggestiva della mitologia
indù ancora
- a "Il Tao della
fisica" di Fritjol Capra
-
|
-
- MARIA
ANTONELLA D'AGOSTINO
- Verità
nascoste
- ...era
solo un'altra illusione.
- Non
poteva essere altro
- che
un'altra illusione.
- La lama
affilata,
- in
agguato
- sotto il
velo
- di un
ostentato perbenismo
- attende
impassibile
- il
momento stabilito
- per
sferrare il colpo
- e
tornare a nascondersi
- con
indifferenza
- e aria
di innocenza
- ...
perpetuamente.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- MARIANGELA
D'ALBENZIO
- Imprigionata
- Anima
imbrigliata, la mia,
- senza
prospettive da poter
recuperare
- cuore
spugnoso a rapida
assorbenza...
- una
salda ossessione riverbera nella
mente,
- saetta
che colpisce negli occhi
attraversandomi
- scuote
il mio presentimento
- e lo
rende reale...
- si
esaurisce la ragione
- s'impenna
la pazzia,
- animale
sbizzarrito che s'impossessa di me stessa.
- fi fi
fi
- Percorsi
vagabondi...
- ... e
così inseguivo
imperterrita
- i
maestosi sentieri della
coscienza
- che mi
portano ad assaporare
- le
sensuali delizie dell'essere.
-
-
|
-
- SIMONA
D'ANNUNZIO
- Il tempo si
è soffermato,
- adagiandosi su
una soffice nuvola di pensieri.
- Piovono baci
confusi
- dall'indaco
cielo accartocciato.
- A cavallo di una
giostra di riti popolari
- rincorro una
sembianza volpofila.
- Affannato, calo
ma rimango ostaggio di me.
- Un Angelo paga
il riscatto
- e come un bel
dono
- sorprende me che
ferito
- ferisco la
creatura salvatrice:
- trotterelliamo
spensierati,
- ma il mio uscio
è vecchio e malandato.
- Riprendo le
redini del peggio che ho
- e fuggo dal
meglio appena assaporato.
- Rifietto ed una
lacrima incredula
- osa sgorgare dal
mio volto fumoso:
- cerco una
Dea
- e del suo Angelo
non mi
accontenterò.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- MARIA
ANNA D'ANTUONO
- Estasia
- Tu si dolce
mistero
- che mi
sconvolgi,
- eppure ancora
non so
- di quale
prepotente foga
- di me
disponi.
- Estasia
- che dalla
realtà,
- feroce mi
prende,
- insorgente
creatura
- che la voce
esterna si perde
- e prosegue lungo
altre corde,
- incomprensibili
come i facenti
- richiami di un
pazzo
- rimasto
fanciullo,
- nella sua
intelligente follia.
- Muta anche il
dolore in un canto,
- d'amore nel
cuore nel pane
- indissolubile di
vita,
- o solo
più semplicemente,
- UN POETA.
- ***
-
- Odio - O Dio
- Se
potessi
- spezzare
quest'odio,
- l'orrore di
questa continua ondata di sangue.
- Come fosse un
ramoscello in mie mani,
- annientare
questa furia omicida di morte,
- come il
distanziare
- le tenebre dal
giorno.
- Se potessi
ma
- le parole non
frantumano pietre,
- come
l'irrompente supplica
- di un potente e
unanime grido,
- «pace o
Dio
- pace o
Dio»
|
-
- PAOLA
DE LORENZO RONCA
- L'ultimo sogno
- Per un
attimo,
- solo per un
attimo
- ho smarrito il
verde del tempo
- sulle
trasparenze bige
- dell'acqua di un
ruscello
- Un fruscio di
note
- come corolle di
rossi papaveri
- ha invaso la mia
anima
- e nei pensieri
dispersi
- è entrato
l'infinito.
- Percussioni di
sensi smarriti
- sulle ali della
fantasia:
- tra le terrazze
di arroccate case
- appare nebbioso
il mio paese
- e l'odore del
grano nella pelle
- Un susseguirsi
di versi incrociati
- scivola leggero
sulla carta,
- piano nell'anima
si accende
- l'ultimo mio
sogno:
- non
temerò l'onda che
trascinerà
- via il logorio
di tante vite,
- io sarò
nell'alba e nella pioggia
- nel vento e
negli occhi di un
bambino.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
-
- MARIO
DE ROSA
- Il profumo del
pane
- Sostavamo
bambini
- sulla
vecchia ampia scala
- che
saliva in soffitta,
- per
giochi d'emozioni
- fra
nascondigli misteriosi.
- Rimboccate
le maniche,
- mia
madre,
- con le
braccia a stantuffo
- impastava
farina
- col suo
viso arrossato
- come il
fuoco del forno panciuto.
- Lei
spostava i tizzoni di lato
- con il
"mocho" non ancora inventato
- e
smorzava la vivida brace.
- Movimenti
decisi, sicuri, modellavan
- quel
morbido impasto
- trasformandolo
in pani.
- Su di
essi l'ultimo inciso
- per
formare la crosta, una croce!
- Poi la
pala viaggiava, infornava,
- e di
nuovo appariva.
- Noi
piccoli grandi aiutanti
- ad
attender le pizze roventi
- dall'aspetto
invitante.
- E il
profumo del pane
- che
avvolgeva la casa,
- lungo il
tempo non l'ho
- mai
scordato,
- né
mia madre che l'ha
- faticato!
|
-
- LILIA
DERENZINI
- Amarsi a
Parenzo
- Nell'incantesimo
- delle
sere d'agosto
- a
Parenzo sedotti
- dalla
luna e
- dalle
stelle
- ci siamo
detti
- le
più belle parole
d'amore
- il
profumo della
- salsedine
e le pinete
- a picco
sul mare
- ci sono
rimasti dentro
- ti ho
voluto portare
- nel mio
mondo
- ritrovato
- amore mio -
- i
gabbiani sui camini
- delle
antiche case di pietra
- ci
svegliavano al mattino
- e i
nostri corpi
- si
vestivano di carezze
- il vento
dell'Istria
- ha
rapito i nostri bisbigli
innamorati:
- è
rimasto l'incanto.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- GIACOMO
FUMAROLA
- Una certezza
- C'è chi
sostiene
- che la vita sia
uno stagno,
- altri un grande
lago cullato
- dalle correnti
di miliardi di tuffi.
- Per me non
è affatto uno specchio
- d'acqua
pacifico.
- È un
torrente di pensieri,
- rinunce,
passioni, vendette,
- desideri,
rimorsi e rimpianti,
- fughe e
rincorse.
- Mi trascina con
sé
- a volte per
gioco
- altre per
cinismo.
- Ho imparato a
rimanere
- a galla, a
nuotare, ad evitare
- le rocce. Ne ho
prese di botte
- ma la testa
è sempre stata
- vigile. Il cuore
l'ho
- perso per poi
ritrovarlo a riva:
- che fatica
tornare a riprendermelo!
- Urtando i
detriti
- frantumo
certezze, alcune.
- Altre diventano
più robuste,
- come il tronco
che spesso
- mi sorregge: mio
fratello.
- Lo si può
sradicare
- ma continua ad
alimentare
- di linfa i suoi
affetti.
- Lo si può
incidere,
- ma non osate
fare di più:
- distrugge ogni
lama.
- Grazie
Angelo.
|
-
- MARIA
ROSA GELLI
- La nostra storia
- La nostra
storia
- ha il sapore
delle lacrime
- delle vittorie
sull'impossibile.
- Forse è
da pazzi amarsi così
- ma i pazzi, gli
artisti e gli eroi
- fanno la
storia.
- Abbiamo fatto
tanta strada
- tenendoci per
mano
- e così
dobbiamo invecchiare.
- Rompere le
forze
- significa
indebolirsi,
- restando
insieme
- vinceremo anche
l'avversa fortuna.
- Ti
amo
- e sono sicura di
te
- e dell'eroe
bambino
- che ti sogna
dentro.
- Ti auguro di
crescere in progressi
- ma di non
smarrire mai
- la voglia di
fare aquiloni
- poiché
una volta alzati in cielo
- saranno quei
sogni
- che abbiamo
covato
- e che ora
vediamo realizzarsi.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ALESSANDRO
GIGLIOLA
- Follia
- Follia.
- Carezza il volto
dei nobili amanti
- Il morbido manto
che caldo accresce
- La dolce
passione ch'il miele mesce
- Frutto d'amor e
ambrosia dei Santi.
- Soffice canto
per l'aere si spande
- Fumoso vapore
sale sui vetri
- Serrando le
menti ai cogiti tetri
- Freno sereno al
timore più grande.
Ed ecco, il momento ch'il fremito
- Arde, sinuoso
piacere tra membra
- Vicine, onda
violenta che sembra
- Levare in cielo
sofferto il gemito
- D'Amore.
|
-
- PAOLO
LA TORRE
- Cerca una fede
- Cerca una
fede
- la tua
fede
- la mia fede.
- Aggrappati ai
suoi anelli
- fatti
calamitare
- dalla sua
fiamma.
- Affronta
così
- a testa
alta
- il giudizio
degli altri
- e piegati
solo
- per poi
sollevarti
- più
forte.
- ***
-
- Puoi
- Puoi con la
tua
- piccola
voce
- superare
l'urlo
- del vento.
- Puoi con
le
- tue
lacrime
- fecondare i
deserti
- più
secchi.
- Puoi col
tuo
- amore riscaldare
più
- dei raggi del
sole.
- Puoi col
tuo
- silenzio
- conoscerti nel
tempo.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- MORENO
LANZA
- La caotica attesa
- Una caotica
attesa...
- Un tuffo nei
ricordi,
- echi dissolti
nella mente
- immagini
sfuocate
- figure danzanti
nell'ombra
- luce balenante
nell'oscurità.
- Solo con
tutto
- contro
tutto
- per tutto.
- Isolato
- immerso
- soffocato.
- Occhi
volanti
- lacrime
pungenti
- mani
tremanti.
- Prima del
sospiro di sollievo,
- del bagno di
folla.
- Prima che tutto
si materializzi,
- che tutto sfugga
di mano.
- Prima della
realtà.
- Prima del
silenzio della vittoria...
|
-
- NICOLA
LOIACONO
- Credo
- (Talvolta)
- Capir
dato non m'è,
- se gli
occhi chiudo
- e
concentro.........
- .........Fa
lo stesso:
- ciò
ch'è più grande,
- sebben
mi stia 'l di dentro,
- Varca
confino concepibili,
- che di
pura fantasia
- ragion,
sì, poss'io dare.
- Indiscussa
verità,
- rispose
- non
abbisogna
- E mi
turba, spesso,
- l'affidarmi
cieco
- al sol
che 'l dì è nero:
- Mea
Culpa.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
ALESSIA LOMBARDI
- Sulle ali di un
gabbiano
- Volteggia nel
cielo
- Così
padrone dei suoi movimenti,
- del suo corpo,
di se stesso.
- Viaggia per mari
lontani,
- Per luoghi che
nemmeno lui conosce,
- ma non importa,
basta volare per mete sempre nuove.
- Chiudo gli occhi
e volo sulle sue ali,
- abbandono i miei
pensieri e mi lascio trasportare
- da questo
splendido gabbiano, dovunque esso vada.
- È una
sensazione meravigliosa, mi sento così
leggera,
- ho lasciato
sulla terra ferma
- il grosso
bagaglio dei miei problemi, delle mie tristezze,
dei miei dolori.
- Abbiamo visitato
villaggi incantevoli, mari stupendi,
- senza mai
stancarci,
- felici di
volare, felici di amare la vita, di amare tutto e
tutti.
- Poi, senza
chiedergli niente,
- mi riaccompagna
sul luogo dove mi ha trovata.
- Apro gli occhi e
lui sta planando sulla terra ferma.
- Mentre sta
ricominciando il suo nuovo volo,
- gli chiedo una
cosa,
- gli chiedo di
portare sulle sue ali l'amore grande che
provo
- per quest'uomo
dolcissimo,
- in modo che lo
possa gridare
- dovunque lui
planerà.
|
ALESSIA LOMBARDI
- In riva al mare
- Seduti sulla
spiaggia
- l'uno accanto
all'altra
- assaporiamo la
brezza marina
- che sfiora i
nostri capelli,
- i nostri volti,
i nostri pensieri
- immersi in uno
sguardo
- profondo verso
l'infinito,
- quell'infinito
così lontano
- ma altrettanto
vicino,
- che solo tu mi
fai vedere.
- I nostri corpi
sono vicini,
- le nostre mani
si toccano,
- le nostre labbra
si uniscono,
- e inizia
così un'estasi meravigliosa
- che solo la tua
presenza
- mi fa
provare,
- caro uomo
meraviglioso.
- Il sole sta
iniziando il suo declino
- in un tramonto
spettacolare,
- rifiettendo i
suoi tiepidi raggi
- su uno splendido
mare
- con le onde
appena increspate.
- Mentre il sole
sta andando a dormire,
- io dono a questo
mare i segreti del mio cuore,
- al quale chiedo
di portare sempre con sé,
- racchiuso in una
bottiglia,
- l'amore infinito
che provo
- per colui che
è seduto accanto a me.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
GIOVANNI
ANDREA LUCAFERRI
- Ogni volta che
muore
- Ogni
notte
- vado a
trovare
- il padre che
muore
- così per
caso
- intimo
legame
- mi stringe a te
amata
- sposa
prediletta
- (sposo amoroso
io sono)
- la morte da
tempo
- già dorme
con me
- ma presto si
alza
- poi torna in
silenzio
- sazia
infedele
- dormi,
- dormi mio
amore
- natura ci
unisce
- e il giorno che
viene
- irradia la
messe
- promiscua
ondeggia
- ai tuoi
tradimenti
- ancora una notte
passa
- pensiero
colera
- all'alba della
tua assenza
- un altro sposo
cerchi...
- tu
amata
- ma poi morbida
torni
- a me stretta
riposi
- ogni
notte
- che vado a
trovare
- il padre che
muore.
|
GIUSEPPE LUCCA
- Figlio mio...!
- Solo come un
passero
- sui fili dove
corrono elettroni
- a tensione
intensa
- e simile
all'intimo logorio tuo e mio
- su alterna linea
telefonica
- per sorte
ironica
- impotente a
colloqui e conferenze
- pur
volute
- da silenzi
accompagnate
- ho tenuto per me
solenni indignazioni
- a guastarmi
sangue e paternità tradita
- non per indole
matura
- o meditata
santità
- ché non
valgo né l'una
- tantomeno
l'altra dote
- Mai t'avrei
gravato di macigni
- parrebbe ma non
è
- ingiusti e
duri
- da batterci
seriamente il capo
- in luogo
d'affezioni che
- amorevolmente
- ho qui
serbato
- fino ad oggi
sequestrate
- da redento
pianto avanti a te
- affidato per
contro da lassù
- a fiumi che
scorrono di sotto
- a disperderne
nel mare
- in incognito le
lacrime
- Figlio
mio
- appoggi accordi
e intendimenti
- non già
da me clandestine negazioni
- o espiazioni di
colpe che non hai...
- ...chi ha le
mani pure e puro il cuore
- s'avvede
tosto
- che muri
all'apparire insuperabili
- son fogli di
carta a velo
- da sfondare con
un dito...
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
CLAUDIO
MALATINI
- Fast food
- Che vita sia
vita si sa,
- poco
importa
- se suona
lontano
- l'armonica a
bocca.
- Nero
smoking,
- scivola
via
- anche l'ultimo
rifiusso
- e va a
sfociare
- nelle fogne
della città.
- Che vita sia
vita si sa,
- i fili dei tram
tessono ragnatele
- con qualche
scintilla di troppo
- che odora
aspra
- come le latrine
sottoterra,
- fra i treni del
metrò.
- Cammina
imbacuccata
- nel
fucsia
- con il passo
pesante
- nelle calze di
lana,
- nere come la
pelle
- che sente il
fast food.
- Musica
country
- che profuma le
insegne
- e copre i
clacson
- delle auto
grandi.
- Che vita sia
vita si sa,
- intanto ti
sporchi la camicia
- e soffochi
l'anima
- assieme alla
segatura
- gettata per
strada
- al primo accenno
di pioggia.
|
DEANNA
MANNAIOLI
- Nella
nebbia
- Nell'umido
silenzio
- della
nebbia ovattata
- nell'inverno
che
- implacabile
preme,
- i miei
passi lenti
- si
muovono incerti
- come un
bimbo
- senza
guida.
- Avanzo a
tentoni
- senza i
cardini
- della
spavalda
- consuetudine
- e... mi
perdo
- alla
ricerca
- di
paradigmi.
- Senza la
bussola
- dei
sensi mi giunge
- vaga la
percezione
- del
mondo
- e di
me...
- Chi
sono?
- Quale la
meta lontana
- nel
cosmo dei dubbi?
-
- Bambino
soldato
- Il
sorriso del bambino
- soldato
- corre
incontro
- al fiore
di morte
- che
sboccia
- nella
terra matrigna
- tra i
virgulti
- di una
primavera
- offuscata
da un canto
- d'agonia...
- frutto
prematuro
- nella
mietitura
- della
morte...!
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ALESSIO
MANZO
- Qual è
l'anima più bella
- che abbia
abitato la terra?
- Chi vuole
conoscerla,
- chi vuol saper
se a tracolla
- portava la
scimitarra,
- il turcasso, la
faretra
- o suonava la
chitarra,
- la lira, la
cetra,
- se dava il bacio
o la sberla
- attenda di
lasciar questa terra.
-
- Turbina, cade la
neve
- sul broletto e
sulla pieve;
- si stende un
mantello greve
- che coprir tutto
deve:
- fiori, uomini e
bestie seve,
- rose, fanciulle
e ratte cerve;
- il fiume, il
lavoro ferve
- ma piacevole,
lieve;
- il vin novello
si beve;
- sembra un dolce
sogno, un rêve
- bianco come la
neve.
-
-
|
- GABRIELLA
MASONI
- Grazie Leo
- Incontrato per
caso, un regalo di raso.
- Emozione
profonda, le tue note hanno l'onda.
- Hanno Anima e
Cuore, le tue dolci parole,
- e mi fanno
sognare, sopra il mare, volare.
- Mai avevo
ascoltato, adorato, ammirato,
- Piena e calda,
dà pace, la tua magica Voce.
- Non ti posso
ascoltare, posso solo sperare...
- nuovamente
gustare, le tue corde vibrare.
- Io che scrivo
Parole...
- Tu le riempi, le
suoni,
- Tu le colmi, le
muovi,
- dentro spazi
smarriti, dentro cieli infiniti.
- Dentro brividi e
battiti,
- gli regali la
Vita, e le porti anche in gita...
- Appena sopra le
stelle, e sotto la pelle!
- La Natura ha
creato, hai un dono pregiato.
- Che lui cresca
con Te, che lui corra con Te,
- dentro giorni e
respiri, dentro notti e sospiri,
- e, con gioia e
sorriso, sempre sopra il tuo viso,
- E per tutta la
Vita, Emozione infinita!
- Possa il Cuore
sognare,
- la Tua Voce...
volare!
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- DANIELA
MEGNA
- Incompiuta
- Ogni anima
è un'incompiuta
- opera
divina
- dedicata alla
vita.
- Un inno al
destino,
- che
beffardo
- rapisce,
- incredule
creature innocenti
- nei recessi del
tempo.
- Crudele assiste
alla disfatta della malattia,
- le membra si
lacerano in un delirio,
- una spossatezza
grigia
- e
soffocante
- cicatrizza gli
attimi in sentenza.
- Ma l'anima
s'innalza
- in un perpetuo
interludio poetico
- e la tua
immagine
- resterà
rifiessa nel mio cuore
- come
un'incompiuta sintesi d'amore.
-
- Sogni
- Ho messo
un'ipoteca sul mio passato,
- un labile
profumo di muschio
- si libera
nell'aria del presente
- e appaga l'anima
di sogni effimeri.
- Nel futuro
struggenti visioni,
- pagheranno con i
sogni
- infranti nel
tempo
- le mie giornate
arrotolatesi
- fra le lenzuola
del presente.
|
- ADRIANO
MONTAGNINO
- I Respiri
dell'Amore
- Notte di
plenilunio e la luna si specchia
- su d'un quieto
specchio d'acqua
- mentre foschia
nasconde anime diverse.
- Avvolto nel
tepore di un tenero bacio
- un'ombra risiede
al margine dei venti
- mentre il tempo
si frantuma in attimi.
- Purpuree fiamme
s'uniscono alla musa
- in una danza
d'ancestrale memoria,
- due gocce di
rugiada emergono dai sensi
- per tuffarsi nel
cuore dell'oceano blu.
- Così due
soffi viali si fanno un sol corpo
- abbracciati
dalle fragranze effuse nell'aria
- ed in
quell'attimo dalle parvenze d'eterno
- assaporano
stille di vita nell'altrui respiro.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- ALESSANDRO
MONTALTO
- Montmartre
- Bramerei una
scarpinata
- per le
malagevoli scorciatoie e gli ardui
viottoli
- della Montmartre
d'Ottocento,
- suburbio
avvinazzato di pastelli, oli e
acquerelli,
- sobborgo di
bistrot, buvette e gargotte, da
raccapriccio.
- Arrafferei i
pennelli, o gli astucci o i tubetti,
- a uno
scapigliato paesaggista carnevalesco
- e mi
affaccenderei sino alla fiaschetteria più
prossima
- e, fra le
cassapanche e gli scanni di questa,
- lo infarcirei di
consommé, rollè e
crêpes.
- A un
ritrattista, affiderei il mio
effigiato,
- per ammansire,
sulla sua barattata tela,
- le caricature di
quel Dorian e di quell'Hyde,
- che
sonnecchiano, nei dedali del mio avvenuto.
-
- In battaglia
- Dallo squarcio
del basaltico fortilizio,
- di amaranto
pigmentato,
- le narici della
tua arroventata carabina
- fiutano nella
piazzaforte
- i vapori
sulfurei di cenerino screziati.
- Un marziale
condottiero ecco ammiccato,
- che soggiogato
dalla libidine del desistere
- sfratta dalla
livrea, elmo, moschetto e rosario.
- La sua iride
stillante è furiosamente
incorniciata
- nel crocifisso
del mirino vacillante.
- Ahimè,
una lagrima d'amalgama sonante
- oltrepassa il
tuo ingegno,
- districando il
tuo relitto
- e scarcerando il
reo marziale.
-
- Lacrime di
gioia
- Emigrare da una
riva
- all'altra,
abbeverandosi
- con acqua
marina.
- Scrutare a
stento l'orizzonte,
- accorgendosi che
il mare è di lacrime,
- versate durante
una pausa di gioia.
|
- MICHELA
MONTEMURRO
- Spirito
- Ascolto
- I silenzi del
tuo spirito,
- gli echi dei
tuoi pensieri,
- che come fiebili
luci vagabondano fra le stelle.
- La
osservo
- rincorrere le
onde che vagano negli spazi infiniti,
- spiare il canto
della luna,
- che le carpisce
i segreti più profondi
- [e la
conduce oltre il tempo e le ere.
- La
seguo
- mentre in lei
filtrano i mille ricordi
- testimoni di ere
passate.
- A lei
cedo
- Se come un
angelo ribelle
- Sguaina la spada
per conquistare il suo regno.
-
- Segreti
- Vino
rosso
- piove sul tuo
corpo,
- scorre come
torbidi ruscelli,
- esplorando
- i segreti delle
tue forme.
- Gocce di
miele
- sulle tue
labbra
- ad addolcire
ciò che fa così male.
- Occhi
- persi
nell'universo
- di emozioni
incontrollate.
- Fra le mie
dita
- i raggi del tuo
sole.
- Mordi questo
frutto
- e, attraversando
le galassie
- giungeremo
dove
- il tempo ha
avuto inizio.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- FABRIZIO
MORONI
- Edera
- Noi
siamo edera:
- ci
aggrappiamo ad ogni cosa
- pur di
sopravvivere
- e siamo
così tenaci
- da non
arrenderci
- all'inevitabile
destino
- che ci
sorregge.
-
- Cuore
d'autunno
- Da
quanto tempo ormai
- è
iniziato l'Autunno?
- Da
quanti giorni l'Inverno
- attende
paziente alle porte?
- Da
quando lo stesso dramma
- si
ripete sempre identico,
- con quel
suo finale annunciato
- colorato
di bianco
- e
coronato di gelo?
- da
troppo tempo,
- nel
cuore dell'uomo solo...
Ultimo respiro
- Dalle
fronde indifese
- in un
ultimo respiro,
- urlano
le tremule foglie
- per il
proprio destino
- ed il
vento mendace
- le
scuote senza posa,
- sibilando
continue promesse
- che
lontano si disperdono...
|
- MASSIMO
PACETTI
- All'amore
- Questa notte
andrò
- A
nord
- E i giorni,
selvaggi
- E
dolci,
- Come la
tormenta
- Mi
avvolgeranno.
- Camminerò,
fino alla fine
- Dei grandi
orizzonti
- Alla sorgente
della luce
- Là, dove
il lupo
- Ulula
all'amore
- Danzerò,
alla notte
- Di
gelo
- Nella grande
taiga
- Amata e
perduta.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- VALERIA
PALMIERI
- Padre
- Cerco con
affanno tra i rovi
- la siepe
è alta e il sole pure.
- Ricordo, questa
era l'ora in cui il riverbero
- ti costringeva
al riposo.
- Ora, la vecchia
quercia è sola, con la sua ombra
- e il campo
incolto.
- Cerco invano
ovunque
- mi sembra
assurdo che tu non ci sia
- eri parte
assoluta.
- Mi sento
tradita, non posso accettare che tu,
- te ne sia andato
per sempre, padre.
- Cade una perla
dall'argento dei tuoi ulivi
- che bagna i miei
piedi.
- Non hanno mai
smesso di brillare, sai,
- il ricordo
dell'amorevoli cure li tiene ancora in
vita.
- Vento, pioggia e
sole percuotono di continuo
- i tuo attrezzi
arrugginiti e l'aratro aspetta per
sferrare.
- Vedi, quando mi
seminasti
- forse non sapevi
ancora o magari lo desideravi
- che, un giorno
quel seme sarebbe stato erede dei tuoi
frutti.
- E, adesso che
non ci sei più, mi nutro del respiro dei
tuoi colli
- dei nostri
colli,
- accarezzo la
terra mai così arsa, un tempo
- dove infante io
correvo serena tra le soffici zolle.
- Un dolore muto,
dentro me esplode violento,
incontrollabile;
- non posso
pensare che tutto sia svanito nel
nulla.
- Lo urlo forte al
vento, alla pioggia, al sole
- alle tue
stagioni che ti condizionavano i
raccolti.
- Di rimando, mi
giunge solo l'eco di un silenzio
infinito.
- E, proprio in
questo silenzio profondo, dove l'aratro solca il
vuoto
- scolpisco la mia
preghiera:
- "Vi prego,
accarezzate con amore i vecchi attrezzi
arrugginiti
- che aspettano
fedeli la sua mano per seminare ancora un
seme
- affinché
non inaridisca.
- Lenite gli ulivi
orfani, la vecchia quercia e il campo
incolto
- che piangono un
tempo lontano".
|
- DAVIDE
PIERANTONI
- In grembo alla
notte
- Parlami
- di
fresche acque,
- tiepidi
valli a cavallo
- di
respiri nella luce,
- sono
abbagliate
- timide
primule
- sulla
via verso oriente.
- Si
rifiette
- tra i
cristallini
- pianti
di vento,
- il rosso
scarlatto
- che
dipinge la sera.
- È
dolce
- l'incresparsi
del sole,
- quando
china il capo
- al miele
della notte.
- Si
affaccerà presto
- la
stella più vispa
- dalla
nube lontana,
- a
scrutare poveri occhi
- che
sognano al tramonto
- Ti
saluto
- primo
diamante
- sul mare
cobalto,
- prima
lacrima notturna,
- ultimo
sussurro
- di vita
morente.
- Continua
la tua
- danza
tra i venti,
- noi
siamo pallide note
- di un
canto perduto,
- in
grembo alla notte.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MASSIMO
PIGNATELLO
- Il nuovo inverno
- Eravamo
nascosti,
- sempre lo siamo
stati
- ancora prima che
venisse
- la stagione
temuta
- con le sue
intemperie
- e i paurosi
giorni
- a segnare i
volti e le strade.
- Tremanti i cuori
delle madri.
- L'aspetteremo,
io e te,
- non più
dietro una finestra,
- stavolta
soltanto ansimanti
- di sentirci
immersi
- nella cupezza
dei cieli
- e i mari che
inghiottono i luoghi.
- E nella
limpidezza dell'aria,
- la neve e il suo
chiarore.
-
- L'attesa
- Di un dono che
arrivi
- e che muti i
sapori
- impaziente
è l'attesa.
- Attendo che mi
porti
- in te
attraversando
- con te. E
lì sarò
- acqua dolce che
ti bagna
- su di te
scivolando
- fra i quasi
silenzi.
|
- VINCENZA
PRADA
- Primavera
- Dal plumbeo
cielo
- lacrime di
pioggia
- nel grigiore di
questo marzo
- avaro di un sol
raggio di sole.
- Lente le ore
trascorrono:
- all'improvviso
un timido raggio
- accolto dalle
nuvole men grevi.
- Tutto intorno
rischiara ed avvolge
- con l'aria fatta
più mite.
- Mi scuoto dalla
monotonia
- degli istanti
lasciati,
- gustando un tale
risveglio,
- che pian piano
si schiude
- nei giorni che
avanzano,
- ma non appagato
è il mio cuore
- come nel tempo
passato.
- Ti rivedo alla
finestra socchiusa,
- ormai
stanca,
- un raggio dorato
accarezza
- il tuo pallido
viso,
- s'insinua tra i
capelli ancor folti,
- a mostrar la
bellezza mai perduta.
- Gli occhi
percorsi da un guizzo di gioia,
- mi cercano, mi
parlano:
- "Sento il tepore
nell'aria,
- finalmente la
bella stagione..."
- Vorrei fermare
la tua immagine...
- Così il
pensiero ti rincorre
- nell'incessante
ricordo mai sopito,
- velato di
tristezza per non rivederti
- nella rinascita
di una nuova primavera.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- LETIZIA
QUAGLIERINI
- Ridatemi l'autunno
- Non
voglio
- questo sole
opulento di mosche
- ma
- pianto fitto a
intasare la gronda,
- raggi liquidi
sulle pozzanghere
- e foglie marce a
ricamarle.
- Mi
opprime
- quel garrire
nell'aria serena;
- venga la
malinconia
- a sprimacciare i
suoi teli.
- Non
colori,
- a possedermi un
letargo di nebbia,
- un oppiaceo
rituale languore.
- Odio
- Queste turgide
rose tardive:
- siano pampini e
trebbiano
- l'arazzo che
declina il mio tempo.
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- GIULIA
RESSIA
- Il
volo
- Tra le bianche
nuvole: volo!
- Come fosse la
danza di un'aquila
- che dalla cima
si getta e
- si affida
all'aria.
- Scende
leggera
- come negasse
quanto vale.
- Si abbandona
alla trasparenza.
- Volteggia
coraggiosa in quella libertà,
- dove il destino
è il suo solo nemico.
- Come fossi
lei
- mi concedo
questo rischioso volo
- nel sentimento
e, provo.
- Affido il mio
corpo al tuo
- fin dove inizia
la vita.
- Il respiro che
mi sfiora
- come fosse una
carezza e
- mi gratifica al
suo passare.
- In alto come a
voler entrare
- nel sole e
precipitare
- in quel vivere
d'amore.
- Prendo il volo e
più non torno,
- fra quelle
nuvole imprimerò
- tutto quello che
sono e
- quello che
verrà.
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ANILLO
SEZZI
- Perle
- Perle, d'acqua
composte,
- distese,
inglobanti fili sottili,
- sono il segno
della bellezza,
- madre terra le
ha generate,
- quasi a decorare
altre strutture;
- stesso io non
sono dopo
- che ho toccato
tale bellezza.
- Perfezione la
natura ci mostra
- ed io commosso
la canto.
-
- Andrea tra nuovo e
vecchio
- Andrea mi facevo
chiamare,
- ma non era il
mio nome vero,
- solo era
ciò che volevo.
- Devo dire che
anche io
- mi ci ero
abituato
- e a lui davo
tutte le colpe.
- Entità
reale in me esisteva
- ad indicare
tutto ciò che
- di me non
accettavo.
- A volte ancora
l'uso
- con persone che
non conosco,
- e altre che
tento ad antica conoscenza.
- Anche con te ci
provo,
- ma tu non ci
molli
- e più il
nome nuovo non lasci per il vecchio.
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CARLA
TEDDE
- La salita
- Sotto i raggi
spauriti
- si sciolgono i
colori
- e il loro
pianto
- infuoca la
boscaglia.
- La
terra
- trasuda passi
lenti e pesanti
- nascosti dalla
bruma
- di antichi
dolori.
- Spazi
finiti
- fermano lo
sguardo
- incollato al
sentiero
- che s'inerpica a
fatica
- nelle ferite del
monte.
- E si
sale.
- Si sale verso
una vetta
- che sfida
l'umana piccozza.
- La sua
conquista
- sarà in
un altro giorno.
- Ultimo e
primo.
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ORAZIO
TOGNOZZI
- Temporale estivo
- Da nubi
nere
- gravide di
tuoni
- infiammate da
lampi improvvisi
- rovinò
un'onda
- che ricoperse i
campi
- e corse per
mille ruscelli
- a gonfiare la
Brana.
- Ora un quarto di
luna
- pende sopra
cipressi
- dalle esili
cime.
- Vedi il velo
arancio
- che è
restato
- al posto del
tramonto?
- L'azzurro nuovo
che è in cielo
- stasera?
-
- Penombra
- Tinniscono i
ferri da lana
- mossi da mani
esperte
- mentre gli
occhi
- fissano un
punto
- di là dal
fuoco.
- Fra i giochi
d'ombra delle fiamme
- nell'angolo in
fondo alla cucina
- una solitudine
profonda
- ti tiene
compagnia.
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24-10-2007
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