Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
G.G.L. Byron - Città di Terni 2006

Indice

 

Introduzione - Albo d'Oro - Giacomo Abbate - Mara Abbondi - Ida Acerbo Rossi - Massimo Agnolet - Marco Angella - Mina Antonelli - Maurizio Antrosciani - James Peter King Appiah - Cristina Arletti - Rosa Anna Asaro - Roberta Bagnoli - Amerigo Balsamo - Gianluca Battistel - Bruno Benedetti - Maria Giovanna Bianchi - Giulia Borroni Cagelli - Stefano Botticella - Sara Brillanti - Anna Calossi - Anna Maria Campello - Lisetta Capozzi - Irene Cardillo - Paola Carroli - Paolo Casali - Alessio Casari - Domenico Cassese - Alberto Cerbone - Bruna Cerro - Corrado Chierici - Alma Chiment - Giovanni Clemente - Lucia Corso - Morena Costanzi - Maurizio D'Armi - Giulietta De Luca - Rosa De Stefano - Filippo Di Giovanni - Cristina Di Loreto - Francesca Di Nola - Santa Di Paola - Cesare Israel Di Porto - Riccardo Di Salvo - Mauro Domenella - Filippo Elba - Laura Fabbretti Galli - Antonio Fabi - Antonio Fabozzi - Giuseppe Fabozzi - Manuela Favalli - Bianca Ferrando - Anna Maria Ferrante - Nuccia Corradina Ferro - Cristian Foco - Domenico Giuseppe Friolo - Franco Frittella - Silvia Fruzzetti - Consuelo Galea - Adriana Gallazzi - Adriana Gava - Giulio Dario Ghezzo - Annalisa Giagnotti - Antonio Giordano - Francesco Gori - Simonetta Gravina - Antonio Irato - Pellegrino Jannaccone - Gesumino Lai - Milvia Lauro - Alfredo Leonardi - Giosuè Lippolis - Anna Listanti - Stefano Lodi - Mario Longhi - Cesare Lorefice - Domenico Luiso - Maria Teresa Malacarne - Cristina Maravalle - Anna Martino - Giovanna Maurelli - Marzia Mazzieri - Valentina Mecchia - Daniela Megna - Gilda Mele - Luigi Meogrossi - Damiano Migliorini - Lidia Mileto - Maurizio Muzi - Comasia Nitti - Giovanni Nodari - Loredana Paganelli - Gabriele Panfili - Danilo Paolini - Maria Giulia Pensosi - Anna Pezzuti - Maria Teresa Piccardo - Arcangela Piccini - Luca Previato - Antonia Pulpito - Luigi Punzi - Ermano Raso - Giancarlo Remorini - Paolo Rendini - Fabio Riccardi - Alessio Rizzello - Eleonora Roaro - Attilio Rossi - Daniele Rossi - Romina Rossi - Piera Rossi Celant - Paola Russo - Sonia Salamone - Luca Sansivero - Silvana Santoro - Luciana Scaglia Grenna - Adriano Scandalitta - Linda Scuizzato - Daniela Sias - Lucy Simonato - Maxence Smaniotto - Maria Rosaria Sorrentini - Elisabetta Stentella - Raffaele Taibi - Carla Tedde - Stefano Tonelli - Francesca Trippa - Salvatore Uroni - Amelia Valentini - Giuseppe Vetromile - Laura Vicenzi - Leonardo Zanin - Vincenzo Zazzaro - Barbara Zone - Ivana Zoppo

 

 
Antologia del Premio letterario G.G.L. Byron - città di Terni 2006 - 14x20,5 - pagg. 144 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-328-X

 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
 
Giunto alla sua IV edizione il Premio Nazionale «G. L. Byron» - Città di Terni, ha avuto la sua conclusione, nel quadro della tradizionale «Festa delle Acque», con la premiazione dei vincitori nel suggestivo scenario che dalla cittadina di Torre Orsina si offre al visitatore, dominando dall'alto la Valnerina e la cascata delle Marmore, che Byron romanticamente cantò in versi ispirati ed immortali.
 
Alla presenza delle autorità civili che hanno partecipato alla premiazione e sostenuto l'iniziativa con impegno e passione, alle quali colgo l'occasione per indirizzare sentiti ringraziamenti (in particolar modo all'Assessore al Turismo del Comune di Terni: Giuseppe Boccolini, soprattutto per la comune convinzione che il significato simbolico della poesia sia il miglior veicolo per far conoscere il nostro territorio così ricco di storia e di tradizioni culturali), come prima istanza si è proceduto a consegnare una targa ricordo, opera dello scultore Giulio Viscione (anch'egli presente), per la preziosa opera nell'ambito dell'arte e della poesia, all'invitato più prestigioso ospite della manifestazione: Gino Pastega.
Primario Pneumologo emerito, il Prof. Dott. Pastega, poeta e scrittore, ha sempre affiancato alla sua attività professionale l'espressione tipicamente umana della poesia, non tralasciando nella sua Venezia neanche l'attività di organizzatore pratico della cultura e dell'arte.
Di fronte ad un folto pubblico Pastega, accingendosi a presenziare la manifestazione, ha regalato agli astanti una dotta, quanto sentita prolusione sulla creazione poetica, esaltando i valori simbolici ed universali della poesia.
 
Si è passati quindi a cura di Domenico Cialfi, presidente della giuria che ha selezionato le poesie vincitrici, alla lettura dei giudizi redatti per ogni componimento ed all'ascolto dalla viva voce dei poeti dei testi creativi designati.
 
La lettura dei testi poetici, intervallata dai pregevoli interventi musicali e vocali di Mariangela Capoccia e Cristina Paparelli, ha messo in evidenza come la manifestazione abbia raggiunto una sua maturità organizzativa, mentre la qualità e la consapevolezza dell'uso creativo della parola da parte dei poeti selezionati ha contribuito a diffondere in tutti i presenti un coinvolgimento simpatetico sentito e sincero che ha fatto sentire un po' tutti più liberi ed umani.
 
Con l'augurio che tali momenti possano ripetersi e durare nel tempo, resto ferma ed insisto nel convincimento, condiviso da tanti amici e collaboratori, che accanto alla scienza ed alla tecnica il nostro mondo sarà, comunque, capace di produrre ed accogliere con l'ascolto la parola poetica.
 

 

Annarita Boccolini

 

Presidentessa Associazione «2 colli»

 
Albo d'oro della III Edizione del Premio Nazionale di Poesia
 
«George Lord Byron» Città di Terni 2006
 
 
 
Questi i risultati della quarta edizione del Premio di poesia G. L. Byron Festa delle Acque 2006, organizzato dall'Associazione I 2Colli con il patrocinio dell'Assessorato al Turimo del Comune di Terni, della VI Circoscrizione Valnerina e con il patrocinio dell'Associazione Culturale Il Club degli autori.
La Giuria, il cui giudizio è insindacabile e inappellabile, composta da Dott.ssa Laura Benigni, Poeta Mario Bernardini, Prof. Domenico Cialfi, Dott. Fabio Leonardi, Prof.ssa Maria Letizia Materassi, dopo attenta valutazione delle numerose opere pervenute ha stilato la seguente classifica:
 
Opera 1a classificata: Una goccia chiamata coraggio di Massimo Agnolet, Tricesimo (UD).
Questa la motivazione del Premio:
«Si agita nella poesia una vena di scoramento per quell'animale triste che è l'uomo nella giungla della vita, piena di insidie che provocano cadute e disfatte, prontamente riscattata, però, da quell'anelito alla luminosità della vera luce e dallo sforzo immane ed appagante del volo dell'aquila che riesce a librarsi in alto con "coraggio".
Il gioco dei rimandi appare ricco e le immagini suscitate dalle parole suggeriscono quell'incessante incedere della ruota della vita e degli eventi che in un andirivieni di disfatte e riscatti segna inesorabilmente l'esistenza umana».
 

 
L'assegnazione del secondo premio è stata annullata in quanto la poesia premiata dalla Giuria è risultata già vincitrice in altro concorso in data precedente al Premio Byron, pertanto il premio andrà ad aggiungersi al montepremi della prossima edizione.
 

 
Opera 3a classificata: Come giullari di Daniele Rossi, Sant'Arcangelo di Romagna (RN). Questo la motivazione del Premio:
«Circola nel componimento un'amarezza quasi spietata che affida la descrizione della condizione umana ad un'alternanza di atti consueti e quotidiani (che suscitano calme immagini) e riflessioni più forti e dolenti che,... man mano che la confidenza con l'argomento si accentua, approdano alla chiusura in cui l'uomo, maschera perenne del giullare, con le sue dolenti smorfie esorcizza, quasi, l'esserci dell'uomo.»
 
 

 
Premio Speciale - Per la migliore Poesia avente a tema «L'Acqua»: Acqua di canale di Corrado Chierici, Parma.
Questa la motivazione del Premio:
«L'autore mostra di possedere una sensibilità musicale ed una certa sicurezza nel saper usare il registro descrittivo.
Contrapponendo due immagini opposte dello scorrere dell'acqua, riesce a trasmetterci una sensazione di pacatezza e di serenità tipica di quegli ambienti naturali (trasformati dal lavoro umano) che fa dell'acqua che si perde in mille rivoli, segnati da "un'ordinata ... strategia di mille vasi comunicanti", la migliore alleata dell'uomo».
 

 
La premiazione si è tenuta il 1° luglio 2006 a Torre Orsina (Terni).
 

 
Giacomo Abbate
 
Partigiani
 
Scese la vampa d'odio per le strade
sorsero i paladini della vita
di eroi erano piene le contrade
la lotta non andava differita.
Braccati sulle montagne
angosciati dalla paura
affrontarono la deportazione
la morte e la tortura.
Morirono nelle città e sui monti
giovani, spesso ragazzi
al sacrificio sempre pronti
gli attendisti li chiamavano pazzi.
Perirono nelle imboscate
traditi da italiani fratelli
le loro case a volte incendiate
sepolti senza avelli.
Fascisti senza onore
ruffiani dei tedeschi
causarono tanto dolore
come insegne avevano i teschi.
Il nero della morte
sui visi e sulle maglie
causarono tanta morte
in imboscate e battaglie.
Ma ovunque nacque il riscatto
in città, nelle pianure, sui monti
la lotta partigiana sabotò
i treni, gli automezzi, i ponti.
La fede dentro al petto,
della donna l'amore
rifulsero il rispetto
il coraggio e l'onore.
Il sole sorge ancora
gli sforzi non furono vani
si intravede l'aurora
luminoso è il bel domani.
 
 

 
James Peter King Appiah
 
 
Acqua
 
Acqua che nasce sotto la terra
Acqua che scende verso il cielo
Acqua contaminata
Acqua potabile
Ognuno sulla terra
Ha bisogno di quest'oro.
Oro della vita sei tu
Che quando ho sete mi dai il tuo cibo per bere
Sei preziosa,
Sei antico fiore della natura.
Tu sei potente
Tu sei come dinamite
Con la tua forza
Il muro crolla
Con la tua presenza c'è energia dinamica
Gli uccelli cantano quando ci sei tu
Gli animali camminano con allegria
Acqua preziosa
Tu sei la regina sulla terra
Il cane grida per trovarla
Gli uomini cercano di trovarti
Quando tu non ci sei
Benedetta sei tu
La tua sede è storica
Tu sei la vera amica del cielo
Anche vera amica della terra
Viva per sempre.
 

23.27 Giovedì 23 marzo 2006

 
 
 


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 Rosa Anna Asaro
 
Acqua
 
Come somiglia la goccia alla vita...
 
Sgorga pudica
con sorrisi di bimbi.
Scorre lieve
tra sguardi di mandorli.
Procede impavida
appesa ai sogni.
Si adagia tremula
a memorie del tempo.
Al tramonto
stanca
di palpiti errabondi
si abbandona
all'azzurro
di fugace onda.
 

 
Sogni
 
E sogno ancora
il palloncino azzurro
per carezzare nuvole
e baciare la luna
di madreperla.
E sogno ancora
i cavalli della giostra
per inseguire rondini
e appendere sulla torre
una stella.
E sogno ancora
l'anima gitana
su versi di poesia
per dipingere desideri
con essenze di gelsomino.
E sogno ancora
velieri all'orizzonte
per favole narrate
da fate antiche
al dondolio di culla.
 

 
 Roberta Bagnoli
 
 
L'umore ballerino
 
Nella stanza della dolorosa memoria
percepisco ogni reale distanza,
le nuvole sono basse,
plumbee nel cielo,
presagio di cattivo tempo,
l'umore è ballerino,
come la scarpetta appesa al chiodo,
impaziente di schizzare in alto
per poi ricadere repentinamente a terra.
Quanta fatica costa stare in equilibrio,
quando senti che i piedi, lentamente,
scivolano via sotto la sabbia
alzata dal vento.
 

 
Cuore di cristallo
 
Volteggiano sul ghiaccio, bellissimi,
i ballerini del vento;
i pattini azzurri catturano l'anima,
rapita dalla magica danza.
Vorrei piroettare un solo istante,
svanirebbe la pesantezza
che attorciglia il corpo in un laccio stretto,
si scioglierebbe il cuore di cristallo
in una dirompente cascata di acqua sorgiva.
 
 
 


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 Amerigo Balsamo
 
 
Il fato
 
Chiudere gli occhi
e brindare con tutto il mondo
in un calice colmo
del vino dolce della felicità,
aprire gli occhi,
e brindare soli con se stessi,
in un calice colmo
del vino amaro del dolore,
in un angolo buio.
Attendere il fato capriccioso
ed accoglierlo con un sorriso
sapendo che non puoi
rimescolare le carte del mazzo
ogni volta che ne esce una perdente.
Ma andargli incontro e assecondarlo,
senza impedirgli l'imperscrutabile gioco.
Giocare anzi con lui,
una partita a scacchi
pur sapendo che lui è più bravo di te,
ma continuare a giocare e sfidare,
perché questo è il sale della vita.
Giocare sempre e comunque,
col riso sulla bocca o gli occhi di pianto,
misurando la propria giornata
palmo a palmo della propria mano.
 
 
 

 
Bruno Benedetti
 
Goccia a goccia
 
Goccia a goccia cadeva la pioggia,
tra le crepe e il dolore della terra.
Uno sterpo attonito si poggia,
sopra le braccia di spinosa serra.
 
Cerca refrigerio coi suoi becchi,
come mani protese tra l'edera.
Il cielo parsimonioso a tutti i suoi secchi
manda goccia a goccia... e poi tutto com'era.
 
Chiosa il sole stellato, da riflessi nel verde,
su tutto avverte: "Qui nulla si perde".
 

 
Solo
 
Star solo è bello come il raccoglimento
di una preghiera,
come la perfezione anarchica
di una sfera.
 
Si ritrova il passato, in un rinnovato presente,
si torna a distillare la vita, sotto un sorriso accennato.
 
L'esistenza si adorna,
e con cura si spilla veloce,
come carte da poker malandate,
o con cura si spilla lenta,
come quelle prime, sorridenti e foriere.
 
Si innalza perpetuo ogni se stesso,
come coppa di dea su statua di gesso.
Si porta consiglio a un perché mai sopito,
assorto d'incanto, quasi colpito.
 
Star solo è bello come il silenzio,
di una miniera,
come arte di sera, che nasce, vive...
e muore fiera.
 


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Anna Maria Campello
 
 
Fondali segreti
 
Mar Mediterraneo
culla di civiltà,
echi di storia infinita
rimbalzano fra le sponde.
 
Nel travaglio faticoso
dell'avanzare del tempo,
il vento del progresso
aleggia con antichi aromi.
 
Miscugli di sapori,
magiche alchimie
fra aridi deserti
e lussureggianti lidi.
 
Oriente ed Occidente
vicini eppur distanti,
ninnati dalle stesse onde
che plasmano le coste.
 
Il mare in burrasca
infrange rudi scogli
ma nella bonaccia
il cielo bacia l'acqua.
 
Mar Mediterraneo,
nel mistero dei fondali
impreziositi dai coralli
celi i segreti della tua vita.
 

 
 Irene Cardillo
 
 
Mentre dormo
 
Nella mia terra di fuoco
la sensazione di pigrizia
prende nell'ombra.
Magico il sole
penetra dentro
sensualmente accattivante.
Dietro il cappello
gli occhi semichiusi,
lo sguardo lungo,
la terra fertile
di aranceti succosi,
in uno sfondo di mare
quieto
dove si delinea il monte
nascosto dalla foschia
che il sole cocente
rende diafano.
La sabbia leggera
tra le dita sudate
strette alla tue,
il contatto dei corpi
di salsedine,
aurea brucia la pelle.
Quando mi sveglio
rimango perplessa.
 
 
 
 


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Alma Chiment
 
Non dirmi addio...
 
A mio Padre
 
Non dirmi addio, ma sussurrami un piccolo arrivederci
... e meno vuoto, freddo, abbandonato,
infinitamente meno desolato agli occhi miei
l'universo - da oggi - apparirà.
Al firmamento alzo lo sguardo
in cerca del luminoso astro in cui ti sei mutato
per seguire - con l'amore di sempre -
i miei incerti, lenti e malsicuri passi.
Carezza di caldo vento è diventata
la tua forte e sicura mano
che sulle mie fragili spalle si posa - lieve -
quando lo sgomento e la solitudine mi assalgono.
Inutili so le misere mie lacrime che,
al minimo pensiero, o al più tenue ricordo,
segnano - cocenti e irrefrenabili - il volto mio
conscia che nel tuo cuore scavano profonde voragini.
Essere forte, proseguire con animo ardito l'arduo sentiero
- oh, ben sento l'eco della tua voce! -
ma com'è dura, ora, per me la salita
senza le orme del tuo sicuro passo da seguire.
Il mondo attorno, come un fragile castello, è crollato
è diventato un povero e misero specchio rotto
ove solo scolorite e distorte immagini, inutili e spente, vi scorgo.
Non più colori, né sapori o profumi percepisco,
solo l'irridente ed effimero chiacchierio del tempo
che - forse domani, impietosito - tornerà ad essere
il silenzioso e caro amico di sempre.
... e aiuto alla fierezza e all'orgoglio chiederò
così, accucciata accanto al capiente baule
dei tuoi preziosi insegnamenti,
la forza di tornare a sorridere troverò.
 

 
Lucia Corso
 
 
Vernazza
 
Un trionfo di verde
frastaglia il cielo
di rapide luci
intermittenti.
Furtivo, mi sfiora
un frullio d'ali
che complotta nell'alcova
ombrosa del campanile.
Ascolto il brusio ciarliero
sotto l'arco che annoda
due casette bianche
come un nodo d'amore,
e mi stringe nel groviglio
di una gioia sofferta.
 
La mia ombra
s'inerpica tenace
sui gradini stretti
riarsi di luce
e precede il respiro affannoso.
E il mio sguardo
s'arrampica attonito
lassù, verso la fine,
dove i due muretti
si abbracciano
e dissolvono
in un punto
che precipita
nel mare.
 
 


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Francesca Di Nola
 
 
All'imbrunire
 
Confusione e noia.
Si attanaglia la paura
oltre la siepe della malinconia.
Si acquieta solo nel liquido amniotico
[ del ventre materno.
nel rivolo mollemente sorretto.
Salendo a carponi ripide salite
con l'inesauribile fretta di arrivare.
L'impatto con il suolo è familiare
scivolo nell'inespressa follia
che sopraggiunge ai pensieri.
Si sbriciola l'ansia di apparire
nell'automobile senza freni.
Così al sopraggiungere della sera mi sento,
all'imbrunire, nello scolorito paesaggio notturno,
nell'indescrivibile buccia di vita.
Grattando con le unghie fino a farmi sanguinare.
Così con il libeccio che afferra le fronde e le scuote,
Increspa il mare che si avvicina minaccioso al litorale.
Così nell'arrugginito pilastro che si lascia
annerire tra la scogliera come un intruso.
Eppur son viva sento il divenire nel crudo impatto
del calendario dei giorni,
nelle ore più meste e dense di ricordi.
 

 
 Santa Di Paola
 
 
Nevica
 
Stamani non si ode il boato dei cannoni,
il frastuono dei cannonieri.
Nevica! Tutto tace!
A fiocchi larghi e fitti, lentamente,
splendida coltre bianca dal ciel discende;
copre le macerie delle Torri gemelle di New York.
Appare bella la città!
Copre anche i resti di Bagdad, Kabul, Ramallah,
le mille colline del Ruanda e del Burundi.
Scende, scende, copiosamente,
sulle ferite della tormentata Terra;
copre anche le numerose Torri di Babele!
Un angelo. Un sussurro:
"Stendi la mano, afferra la pace
uomo potente, continuamente, affannato
a tentare equilibri instabili,
uomo piccolo o grande,
uomo povero o ricco,
uomo, semplicemente uomo.
Apri grande il tuo cuore, lascialo beare
alla stupenda visione!
La neve coprirà e sanerà anche
le ferite del tuo cuore, le tue frustrazioni.
La felicità, la vera felicità
è per i semplici.
Afferrala!
 
 


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Mauro Domenella
 
 
Le perdute forme dell'esistere
 
Attraversando campi gremiti
di ulivi contorti come storpi,
al sole ormai dominante sull'aurora,
la mente culla nostalgie
d'una nottata intessuta a forgiare idilli.
Mi affaccio al fiume che scorre
affogato in cupi pensieri,
in un mesto travagliare
d'acque ombrose.
Sugli argini limati da millenaria erosione,
fra erbe imperlate di sudori d'aurora,
avvampano cancri di rose
appassite ancor prima
di poter diventare se stesse.
Triste somiglianza all'umana senescenza,
nel vivere alle intemperie
e trovarsi al crepuscolo impaludati...
Alle perdute forme dell'esistere
tentano sciamani deliranti
di carpire l'essenza dal divenire,
sino a ritrovarsi, anche loro,
mummie imbalsamate,
colte nell'atto di un muto stupore...
Di quel poco che rimane
di questo claudicante andare,
soltanto l'amore, reticente
ad uno svelarsi con fragore,
rimane l'unico pretesto per vivere.
Sino all'inevitabile trasformarsi
in arnesi vetusti ormai in disuso,
nell'affanno di una corsa insensata
giunta ormai alla fine.
 
 
 

 

 Antonio Fabi

 
 
 
Sonetto
 
Tormentato da venti di passione
scruta il poeta l'oscuro orizzonte;
gelido, il vento gli punge la fronte;
Egli non percepisce tale azione.
 
È concentrato: oramai sono pronte
parole e frasi con cui dar tensione
all'anima che impugna la ragione,
la regola, qualunque sia la fonte.
 
Sciamano i versi del triste poeta,
piange il lettore, colpito e commosso
da una così inesauribile vena.
 
Ogni suo verso raggiunge la meta:
anche al Burchiello finiscono addosso;
e, come tanti, anche lui prova pena.
 
 


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 Nuccia Corradina Ferro
 
Luce e buio due esseri colti
 
Sono al buio eppure ci vedo
sopra a un albero pure mi siedo
Sorge la stella piena di luce
il mondo al buio produce
 
Se dormo sono in cammino
mi chiamano lo spazzacamino
Di giorno lavoro di notte sogno
la stella si apre nel suo bisogno
 
Il buio che cosa preziosa
all'alba il mondo è rosa
Il mio cammino vada altrove
come è bello quando piove
 
Sono in piedi e sono presente
la stanza è al buio eppure è lucente
Il più bello mi fa sognare
il mio sole saprò amare
 
Non c'è buio il cielo è profondo
lo spazzacamino gira il mondo
Dico alla notte sono grandi le feste
al buio la Luna si veste
 
Il buio è silenzioso e vicino
mi innalza l'albero un pochino
Per un momento mi piace partire
mai il buio mi fa soffrire
 
Penso penso nel silenzio poi taccio
do la buonanotte e dopo lo faccio
Il buio è un paradiso
di notte mostra il suo viso
 
Questo amore non si distrugge
il buio a nessuno sfugge
Il giorno è la luce la notte è oscura
sorge la stella la vita assicura
 
Vediamo il mondo che mostra il suo volto
anche il buio è un essere colto
In mezzo al buio ci sono anche le stelle
la luce e la notte sono sorelle
 

 
 Franco Frittella
 
 
 
Piccolo è bello
 
Sei piccola è vero, ma piccolo è bello,
racchiusa lì in mezzo, sei come la punta di un ombrello,
sei l'unica nell'Italia peninsulare,
a non avere sbocco sul mare,
sei piccola è vero, ma a parte il mare, nulla ti manca.
C'è chi ha il mare, chi la montagna,
chi le ha entrambi, e nonostante tutto è lì che si lagna.
Tu nel tuo piccolo, anche senza acqua salata, o testa innevata,
vivi e fai vivere ancora oggi una vita semplice ed ordinata,
una vita fatta su misura, per chi l'ama.
Tu chiomata di boschi folti, ammantata di pascoli verdi,
tu fra bellezze naturali, paesi ridenti e città splendenti,
tu abitata da sobri lavoratori, sarai anche piccola,
ma è la tua bellezza che è grande.
Tu hai dato a questo mondo, grandi artisti e grandi eroi,
tu poi, è bene ricordarlo, i più grandi Santi hai donato a noi.
 
Tu sei l'Umbria verde, la mia terra,
il giardino e il cuore d'Italia, la mia serra.
 
 

 


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 Consuelo Galea
 
 
Segni di vita
 
Nell'estate calda, l'acqua di un fiume feconda l'arida terra con le sue piene.
 
Lontano
dove il sole si addormenta
Ergono le dune naturali che portano l'impronta di venti e tempeste
Raccontano tutta una storia non scritta
Segnata dalle loro sagome mutevoli come una vita senza fine.
 
Un uccello solitario
Prende il volo da un pozzo senza eco come un messaggero notturno dai confini incerti.
Il nero cielo
Scopre tra le colline brune
Un castello di neve scintillante alla luna e alle stelle.
Mentre l'alba giunge
il silenzio irreale della natura si rompe nel frastuono rigoglioso della cascata
Che timidamente sollevata e drappeggiata dal vento
lascia insinuare il sole tra le sue rocce giocando tra luci ed ombre.
Sempre
come una sovrana incontestata della natura
La cascata
Zampillante e ruggente
Dipinge
Una maestosa colonna liquida dai vapori iridescenti.
 
E mentre i venti urlano impazziti tra le nubi
Scorgo, alla svolta di un meandro,
l'acqua
scomparire nelle tenebre tra le rocce.
Il nulla impetuoso mi travolge.
Ma quando Volgo lo sguardo alla valle
vedo
Un paesaggio soleggiato
che tra lo stormire dei faggi e il grido di uccelli
Si specchia in un letto infinito d'acqua
Un Paradiso meraviglioso capace d'incutere terrore.
 
 

 
Annalisa Giagnotti
 
 
Per amore
 
Riverserò tra le tue labbra
il nettare dolce del mio giovane amore.
Sotto cieli gonfi d'azzurro
e orizzonti infuocati, mi farò isola
felice e rigogliosa per te.
Nascerò da sabbia e mare, scolpita dai tuoi desideri,
vestita dei tuoi sogni, ingioiellata dal tuo amore!
Sarò il rosso vermiglio dei tuoi tramonti e
la brezza marina che si profumerà d'oceani
profondi per accarezzare la tua nuca.
Mi farò pioggia per confondere le tue lacrime,
ombra per nasconderti e luce per ritrovarti.
Sarò l'odore della tua giovinezza,
il lume sui tuoi ricordi,
il riverbero nei tuoi cieli nuvolosi.
Sarò la tua languida vertigine
e i tuoi agognati sussulti.
Senza antidoto, entrerò nel covo di vipere
della tua tristezza e assassinerò chi toglie il
tuo sorriso! Mi farò tempesta e vento per allontanare
i tuoi affanni e pozzo senza fondo
per urlare la tua solitudine e imprigionarla lì!
Innalzerò per te, sulla sorgente dei miei battiti,
un meraviglioso castello e tu sovrano nel mio
cuore, aprirai i suoi forzieri e vestirai i suoi tesori!
 
 
 


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Francesco Gori
 
 
Sorgente di vita
 
Sgorgando distendi il tuo umile fluido
lungo gli argini ambigui,
nobile acqua
che l'anime stanche disseti.
Schiumosa di rabbia
di luce riflessa imperversi,
libera di espandere il tuo suono ritmato
allieti il cuore e accendi il sentimento;
e al richiamo spirituale l'eletto
che alla tua voce
divenne "Il Perfetto".
Ricordo i nonni:
quanta fatica a quella fontanella
per un litro di garganella!
E noi bambini,
dai campi alla piazza
per abbeverar con te il nostro gioco!
Non più s'apprezza
la tua antica sapienza,
che va scemando
nell'iper-freddo mondo di plastica.
E quando dall'alto scendi con impeto,
levigatrice di mali quotidiani,
o quando di fronte alla sabbia
evadi quei vincoli a te stretti,
al nucleo ritorni.
Dei cinque elementi
rimani il feto della vita,
sua essenza e costruzione,
madre e badante di noi tutti.
 
 

 
Antonio Irato
 
 
Un'ombra si proietta sull'asfalto bagnato
e, gli occhi socchiusi seguono la strada
indicata dai rumori della notte
mentre le foglie ingiallite cadono recise dal freddo.
Lo sguardo distratto cambia colore
e la fresca alba invernale si veste di grigio.
I giochi d'infanzia chiusi in un pugno
si intravedono oltre le crepe di un muro
gli spazi interminabili diventano figure geometriche
scomposte e inghiottite dal nulla.
 

 
Violenta e improvvisa
cade la pioggia sulla città dormiente
mentre le gocce si staccano dai tetti piangenti.
Le ali di carta prendono il volo
tra le luci e i colori d'inverno
cullandosi alla luminosità tenue e incerta del cielo.
Il sonno degli uomini
riposa sotto la calda coperta della terra
e i sogni sofferenti d'insonnia
si aggrappano agli archi di luna.
Un rintocco lontano sveglia le fatiche del giorno
restituendo al mondo l'acre odore della vita.
 
 
 


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 Gesumino Lai
 
 
L'acqua
 
Del Creatore in me l'immagin serbo,
negli atomi celata, la cui unione
ricorda quella delle tre persone.
Stillai dal creator labbro del Verbo
 
dentro giumelle d'angeli, in vitali
cicli. Scorrendo giungo alle mie mete:
da fonti a laghi, a mari, ad ogni sete
per ristorar le carni e i vegetali.
 
Pura scesi dal ciel, dal sommo Bene
donata alla nutrice dei mortali,
al suo sen fecondo, a sue vene,
 
ma l'umana prosapia imbarbarita
ogni ben mio insidia coi suoi mali,
coi suoi veleni ammorba in me la vita:
 
veicolo di morte in terra e fonte
divengo, resa lurida ed opaca,
mefitica in canale di cloaca,
inquinata nel mar, nel pian, nel monte.
 
Seppur mischiati, restan tali e quali
il male e il ben; che alfin Dio separa:
il male lascio nella propria bara
di fango ed io volgo al cielo le ali.
 
E lassù giunta, nell'azzurro immenso,
tutti i mali minaccio coi miei tuoni,
in cipigli di nuvole m'addenso,
 
fulmini scaglio sull'ingrato volgo;
ma poi, scorgendo gl'innocenti, i buoni,
di nuovo in pure lacrime mi sciolgo...
 
 
 

 
 Milvia Lauro
 
 
La luna delle sorgenti
 
Ho visto
la Luna delle sorgenti
affondare la lama
nelle sillabe
delle rocce antiche,
nel legni sacri,
nei laminati stami
dell'erba trinità,
nelle stanze sacerdotali.
L'ho vista abbattere
le dorate statue
dei guerrieri di fede
e germinare
una ninfea di cera.
L'ho vista
nella luce nuziale
salire come un urlo
di stupita vertigine.
Da un granaio un gallo
fuggì su un tetto di dolore.
Un gelsomino
si sfarinò nell'aria.
Come una freccia
la Luna
precipitò lungo le rupi
per risvegliare
l'insondabile cuore
degli abissi.
 
 
 


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 Anna Listanti
 
 
Valnerina, un profumo un sapore
 
Tra le dolci colline odorose
di leccio di olivo di quercia
le acque bianche della cascata
nel fresco profumo degli spruzzi
rompono verso le acque ignare
del fiume a valle.
 
Tra i pendii, come sassi
affioranti nel verde,
occhieggiano i paesi, pietre
tagliate nella storia.
 
Tra i lembi della piccola valle
cercano spazio altre pietre
profumate di nuovo, che si coccolano,
tra gli spicchi di sole, il calore
delle torri e dei castelli
e dei campanili, memori.
 
Tra le pieghe della pietra
e dell'acqua la nostra terra
porta incisi gli odori e i sapori
nati dalle sue zolle, dalle sue erbe,
dalle sue gregge e discreta
penetranti li spande intorno.
 
 
 

 
 Daniela Megna
 
Silenzio d'acqua
 
Lieve sgorga nel silenzio del tempo,
acqua che mormora lacrime di pioggia
nel mormorio dell'infinito.
Piano, sopita nel crepuscolo del risveglio
Un'ampolla si riempie di acqua di rugiada.
Lenta sussurra al mare
E porta con sé il sapore dell'effimero,
si incastona in un gorgoglio di ninfee
compagne del nulla che crea
lambisce
e porta con sé la solitudine dell'immenso.
Acqua che disseta un attimo
Immerso nella freschezza del vento,
che guida i miei pensieri
su una cascata di silenzi.
Acqua che da vita
In un perpetuo,
che si ripete all'infinito
e la mia anima si riflette nel buio del suo gorgoglìo.
 

 
Notturno
 
Ho consegnato alla notte il nostro sogno,
i giorni sono i compagni del nostro amore,
un notturno di sfumature.
Nitido nel silenzio dell'oblio,
si staglia netto nel crepuscolo di un ricordo
e le stelle prigioniere del buio
racconteranno al vento la nostra storia.
 
 
 


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 Luigi Meogrossi
 
 
Auschwitz
 
Una scritta sul cancello d'aldilà ignoto,
un viale tetro di solitudine
nell'introspezione agghiacciante
tra sbarre di filo spinato.
 
Baracche trasandate di mestizia
per la speranza di libertà perduta
e riacquistata solo nel vento,
quando ormai non si è che un ricordo.
 
Gruppi umani annaspano,
in camere buie si perdono
tra insicurezza nel soffocamento
e fuoco ustionante di patimento.
 
Alte ciminiere cineree svettano
al cielo plumbeo e nebbioso,
come guardiani imperanti
d'un progetto disumano nell'orgoglio.
 
Ora non c'è che il silenzio
tra i lampioni fiochi o spenti
al limite del campo della disperazione,
lapide di ciò che può l'odio.
 
 

 
Giovanni Nodari
 
 
 
 
Ridi manto vergine
Mi rivesti di pudore
nel bosco passeggia la gioventù
la vecchia in riva al fiume
narra di quando aveva la sua età
e i sentimenti non camminavano ancora con le loro gambe
 
 


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 Loredana Paganelli
 
Ti cerco
 
Ti cerco con l'inquietudine dell'amore
ti trovo.
Poi ti perdo,
ti cerco ancora mio mondo mio amore.
In ogni angolo della vita,
in ogni piega della pelle,
in ogni mio respiro,
in tutti i miei pensieri,
negli sguardi di chi incontro,
nel respiro affannoso del vento.
Quel vento che sembra averti portato via
che sembra abbia disperso nell'aria le nostre parole,
le nostre promesse,
i nostri "ti amo".
Ma non ti trovo!
Ora so che non ti troverò più.
Non troverò più le nostre parole,
le nostre promesse
perché il vento le ha portate lontano con te.
Ma troveranno al suo placare,
altre pieghe della pelle,
altri respiri, altri pensieri,
altre vite a cui fare promesse,
a cui dire "ti amo".
Finché il vento non ti riporterà lontano.
 

 
Guardandoti negli occhi
 
Guardandoti negli occhi
ti leggo nel cuore e scopro la parte migliore di te.
Guardandoti negli occhi ti rubo un pensiero
e nell'entusiasmo del momento sento il miracolo dell'amore
straordinario
prodigioso.
È lì che ti ho rubato un segreto
è lì che ti ho rubato l'amore.
 

 
 
 Danilo Paolini
 
 
Ricetta d'amore
 
La fece addormentare
cantando piano piano
poi le disse che l'amava,
mentre lei con gli occhi chiusi
nei suoi sogni si perdeva.
Le cucinò la notte al dente
in un sughetto di stelle,
uno spicchio di luna nuova,
un cucchiaio di mare calmo.
All'alba si lavò le mani
alla fonte dei suoi occhi
appena riaperti al mondo
e rubò al sole due raggi,
come alla ruota d'una bici.
Quindi s'asciugò lentamente
e mentre godeva di quel tepore
si saziò di lei, guardandola.
 
 


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 Anna Pezzuti
 
 
Acqua e stelle
 
Sprofondo nel buio
di acqua e stelle
pensiero martellante
fuoco liquido
ferita dolce
nell'animo arso
e zigrinato
lontano nel tempo
una nota di miele
annulla e cancella
un dolore.
Domani fuggirò da te
ma ora lasciami
morire qui
morir d'amore.
 

20.51 11/11/2005


 
La panchina sul lago
 
Mi è rimasto
il tuo respiro fra i capelli
negli occhi il planare
di quel cigno
bagliori sull'acqua
e il silenzio intorno
mai scenario migliore
son ricami d'oro
le tue parole d'amore
con le quali mi avvolgo
per sentirmi felice
il tempo è fermo lì
e io col tempo.
 

9 settembre 2004

 
 

 
 Antonia Pulpito
 
 
Ionio
 
Ricordo l'arcaico mio sorriso
di quel fatto che al pensiero accade,
effimero.
E poi il nulla: l'ignoto.
 
Apparivano quegli spigoli delle labbra
leggermente rivolti verso l'alto e quei denti
che non mostravi mentre le gote ritiravi
riunendoli e allineandoli
lì dove il naso sporge
veritieri all'esserci altrui.
 
A chi appartieni tu, così fatta?
Non al mare che tempo avverte
ma al ramo di Nessuno: astuto sperma,
la progenie nello Ionio, nacque.
 
Esisteva sopra l'umido dello scirocco
e giù nell'odore delle acque sempre più
dentro nel calore sino a scoppiare il respiro
quell'andare a ritroso nell'umanità.
Un cenno lieve e il sorriso cedette
inabissando il pensiero naufrago
nel movimento relativo laddove
l'assoluto dello Ionio penetrò
e libero emerse dal suo essere.
 
Dall'alto al basso Ionio
afferrasti il sapere incessante.
Sua è l'identità tua, ti possiede.
 
E poi il tutto: la storia.
Di quel fatto che al pensiero accade,
immortale,
ricordo l'arcaico mio sorriso.
 
 
 


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Eleonora Roaro
 
 
La mia preghiera atea
 
Se potessi aggrapparmi alla
costola di Dio ed avere
come specchio l'aureo
cielo un mozzicone
di matita sarebbe la mia
spada ed un eterno eco
sterile la mia preghiera.
 
Ma recito le mie litanie
dinnanzi ad una statua acefala
con i polpastrelli nell'argilla
in un'eterna tensione
verso l'abisso di un pozzo speculare
ed ha forgiato come arma
una piuma di colomba.
 
 
 

 
 Attilio Rossi
 
 
Fresche e dolci acque
 
Al tuo nascosto filo... mi rivolgo
perché alla luce tu devi venire
quando la terra ormai ti sembra stretta
tu, perla di sorgente, vuoi uscire
 
Discendi col tuo incedere elegante
col verde radunato... sul tuo ciglio
disegni le tue curve in un istante:
t'aspetta un bel fior rosso vermiglio
 
Sul tuo percorso puoi accarezzare
quei monti che fan parte del paesaggio
l'acqua che scorre serve... a respirare
col fresco che rilascia al suo passaggio
 
Poi tu riprendi fiato alla tua fonte
provando a dissetare chi ti aspetta
dopo aver lasciato un lontano monte
ristoro puoi trovar nella... casetta
 
Quell'universo che ti... gira attorno
ringrazia quel tuo gesto di... freschezza
t'aspetta per sognare un nuovo giorno
e sul tuo percorso porge una carezza
 
Ritrovi la tua vita luminosa
baciando sul percorso tanti fiori
discendi nel tuo letto senza posa
nella natura a ravvivar colori
 
Ma dopo aver girato per il mondo
arriva anche il momento di... sedere
per riposarti proprio fino in... fondo
finisci la tua corsa in... un bicchiere.
 
 


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Romina Rossi
 
 
Battesimo Nuovo
 
Ora
Che l'acqua è pronta
Per imprimermi un nuovo
Nome,
davanti ai giorni incerti
mi fermo,
e piango.
Quest'acqua nuova
Mi percorre inerme
- sincera,
profonda,
sofferta
acqua di mare-.
 
Di voci non ne sento
Se non quelle
Che dissipa
In mio aiuto
La Memoria;
il vento non si alza
- aspetterò -
perché correndo ho perso
grandi cose
- la mia coscienza
in polvere,
sotto le ossa - .
 
La fonte mi battezza
Gelida e scura.
 
Ma l'acqua vera
Scorre
Sul mio viso.
 
 

 
 Paola Russo
 
Continuare a scappare
 
Anche tu, amica malinconia
Non ti sei fermata e sei volata via
A pensarci bene è stato un errore
Meglio che rimanesse nel suo torpore
Rinchiuderla dentro, rinchiuderla a chiave
E le parole rimangono schiave
Di me che adesso soffro di meno
Perché tutt'intorno è un po' più sereno.
Lascio perdere le mie emozioni
Che volano via come note o canzoni
E cerco di restare indifferente
E continuo a scappare da questa gente
Che capisce certo quel che tu dici
E puoi trovarci fedeli amici
Ma sei tu che continui a fuggire
Non puoi farci nulla, continui a soffrire
Non hai il coraggio, non vuoi più amare
Allora che fai?, continui a scappare?

 
Favole strane
 
Non mi ricordo più la poesia
Che da tempo è inscritta nella mente mia
E la lascio là ancora a poltrire
Sarà che non riesco proprio a farla uscire.
Cosa posso fare ditemi voi
Se vivo sempre nel senno di poi
Ed anche quest'oggi che scrivo in rima
È forse anche peggio di prima.
E persino di te sorella speranza
Sento la triste e confusa mancanza.
L'unica cosa che ancora rimane
È quest'unione di favole strane
Che mi fa sognare l'amore
Che entra in me senza alcun rumore...
Amore crudele, amore infinito
Che fa di un debole uno spirito ardito
Che mi dà forza come gli amici
Che mi lascia mai priva di giorni felici.
 


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Luciana Scaglia Grenna
 
 
 
Sempre... mani
 
Le mani corrono
ormai leggere e veloci,
accarezzano...
quasi senza soffermarsi
lasciando, però...
un'impronta impercettibile
ma decisiva su quel corpo
ahimè logorato
per gli incessanti pensieri.
Volteggiano quasi danzando
come una piuma
senza stancarsi mai
appagate
dal risultato inaspettato
ma desiderato
in silenzio.
 
 
 

 
Raffaele Taibi
 
 
Nonostante i miei sforzi disperati,
non sono mai riuscito a salvare la vita
di un impiccato servendomi d'un'ascia...
Prima che io riuscissi
ad abbattere l'albero,
il cappio aveva già fatto il suo diligente lavoro.
 
Quando invece
avrei voluto essere io ad impiccare
i miei ricordi,
non ho mai trovato foreste abbastanza estese
da comprendere un numero sufficiente di rami,
e così
ho dovuto lasciarli a marcire semivivi
nella fanghiglia del sottobosco,
a diventare pian piano humus nutriente,
rivoltante pasto
per la brulicante quasi-vita che,
se guardi bene,
vi si annida e prospera,
e che, son certo, sarà la sola a sopravvivere
alle intemperie e agli uragani
di questo millennio di glaciazione.
 
 
 


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Salvatore Uroni

 
 
Terre della sera
 
Terre della sera
malinconia silente
d'origini disabitate dal pensiero,
che rincorre ore
frettolose a dare alla vita
l'abitudine a vivere riflessi d'esistenza.
Su strade straniere s'incrociano silenzi
che bruciano avvinghiati alle parole
e non pagano nulla
al tormento di maschere
che recitano sul palco
di solitudini condominiali
Terre della sera
prateria antica dell'anima,
del suo essere respiro
della terra, delle stelle,
mai cosa mai oggetto
raccoglimento di luce
sulle rive della memoria;
scrigno di pietre fossili
rinchiusa oltre le inferriate
delle parole mute
guardiane servili della ragione
Terre della sera
richiamo di segreti inquieti
nell'abisso che s'apre al sogno
e svela alla vita la sua aurora.
 
 
 

Amelia Valentini
 
 
Come candide vele
 
Sul legno incorruttibile
del severo cipresso,
custode spoglio e silenzioso
dell'ultima dimora terrena,
le dita del vento
sfogliamo inquiete le pagine
del libro sacro
all'eterno annuncio.
Così discese
con impeto corrusco
il divino Spirito
a illuminare le menti
e incendiare i cuori
di fiamma inestinguibile.
Ora nel fruscio dei fogli,
gonfiati come candide vele
dal soffio creatore di vita,
le nostre domande,
memori del Tuo muto abbraccio
alla Croce accettata,
si sciolgono nel volo sereno
della preghiera, ultima accoglienza
della Sua volontà.
 
 
 


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Ins. 11-05-2007