Risultati di concorsi
Premio di Poesia
Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone 2003
La giuria della nona edizione del Premio Nazionale di Poesia Ottavio Nipoti - Città di Ferrera Erbognone 2004, composta da Sergio Biatta (Sindaco del Comune di Ferrera Erbognone), Umberto De Agostino (Presidente della Biblioteca Civica), Michele Faggiano (Ass. alla Cultura), prof. Carlo Pusineri, prof.ssa Chiara Sala Zucca, prof.ssa Maria Santina Sozzani, Don Alberto Fassoli, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato di premiare le seguenti poesie:
 

Opera 1^ classificata
"Metamorfosi" di Aurelia De Martin Pinter, Roma. Vince Targa del Comune di Ferrera Erbognone - Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui gli verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.

Opera 2^ classificata
"Cipressi" di Ugo De Santis, Castel Gandolfo (RM). Vince Targa del Comune di Ferrera Erbognone - Pubblicazione di un quaderno di 32 pagine di cui gli verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori.
 
Opera 3^ classificata "Luna" di Cinzia Del Vecchio, Chieti. Vince medaglia del Comune di Ferrera Erbognone - Pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui gli verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori.

Vincono Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet - 50 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con l'editrice Montedit, i seguenti autori:
Opera 4^ classificata "Meriggio d'estate" di Rosa Maria Corti, Lenno (CO).

Opera 5^ classificata "Un dolce sonno" di Lavinia Cioli, Montecatini Terme (PT)
Opera 6^ classificata "Solo" di Romano Scaffardi, Milano
Opera 7^ classificata "Vecchio" di Rina Ravera, Voghera (PV)
Opera 8^ classificata "Ester" di Claudio Bellini, Valenza (AL)
Opera 9^ classificata "Bambini" di Emilio Dezani, Napoli
Opera 10^ classificato "Corsie d'ospedale" di Franco Casadei, Cesena (FC).
 

Opere segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:
  • "Cercando le rotte" di Lucia Anna Bianco, Prato
  • "Resa dei conti" di Vincenzo Bolia, Albenga (SV)
  • "Oltre il recinto" di Piero Catalano, Roma
  • "Notte sul mare" di Giovanna Faro, Desio (MI)
  • "Istinto" di Giovanni Meistro, Bra (CN)
  • "Dònati a me" di Leonardo Vitto, Rivignano (UD)
  • "Avec l'esemple" di Domenica Sammaritano, Piacenza
  • "Mare dentro" di Mario Passerini, Anagni (FR)
  • "Mattina presto" di Edoardo Scarso, Acicatena (CT)
  • "Rosso d'oriente" di Francesco De Girolamo, Roma
 
La premiazione si è tenuta a Ferrera Erbognone (PV) Sabato 25 giugno 2005 alle ore 17 presso l'Aula Consiliare del Comune di Ferrera Erbognone in PIAZZA BERTELLINI



 Opera 1^ classificata: Metamorfosi di Aurelia De Martin Pinter
 
Metamorfosi
 
Mi faccio vento di brugheria
e porto via con me il velo
che ottenebra la mente,
la mano che uccide,
le urla laceranti di bimbi
invecchiati dal dolore.
Mi faccio acqua sorgiva
e inondo di fiumi di luce
ogni angolo nero assetato di me.
Mi faccio fertile di terra di pianura
e partorisco il seme
che non inaridisce mai,
il germoglio che resiste,
la foglia che non cade.
Mi faccio orecchio
per catturare ogni sussurro
del cuore del mondo,
parole non dette,
sillabe mute
del silenzio dell'anima.
Mi faccio narici
per respirare il profumo intatto
del mare
non ancora solcato
da navi nemiche,
all'alba dell'umanità.
 

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Opera 2^ classificata: Cipressi di Ugo De Santis
 
Cipressi
 
Sfiorare le cime degli alberi
con lo sguardo perso oltre i confini,
sentirne il profumo del verde
che ci confonde persino la mente,
guardarle ondeggiare sospinte dal vento
come altalene per angeli inquieti,
cipressi in ricordo di morti adorati
in un mondo che non ha memoria,
cipressi in ricordo di morti sbagliate
in un mondo che odia anche gli alberi.
 
 

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Opera 3^ classificata: Luna di Cinzia Del Vecchio
 
Luna
 
Ascolto
la goccia costante.
La lacrima eterna.
La notte mi accompagna,
e da lei rubo sogni
di nuove vite,
per restituirli al mattino
dopo averli vissuti.
Le mie dita
saranno presto rapite
da tremanti battaglie.
Come un artista impazzito
che dimentica ogni errore
guarda se stesso
e sorride.
Le dita tra i capelli.
A cercar di vecchie follie.
Treni e città.
E tu che osservi.
 
 

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 Opera 4^ classificata: Meriggio d'estate di Rosa Maria Corti
 
Meriggio d'estate
 
Sparute ginestre vicino alle finestre,
salvia scarlatta in un vaso di latta.
Una zappa, un rastrello posati in un canto,
lunghe onde di fieno nel campo.
Cercavo la poesia di un papavero rosso,
l'azzurro del fiordaliso,
l'ombra di un sorriso:
brandelli di fatica e sudore ho trovato
in questo meriggio d'estate
sotto un cielo infuocato.
 

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Opera 5^ classificata: Un dolce sonno di Lavinia Cioli
 
Un dolce sonno
 
Se morir altro non fosse
Che infinito e dolce sonno,
Affiderei tutti i miei giorni
Al sol dell'imbrunire…
 
E nel socchiudersi degli occhi
Velocemente vedrei svanire
Umani affanni, ansiosi dubbi e vecchi
Frammenti di speranza…e di sua fine.
 
Cos'io potrò mai dire, a 'si tal punto
Se non mostrar le nude mani al cielo
E 'sì pregar, qualunque Dio, allorché giunto
Il mio momento, copre la paura con un velo?
 
Come vorrei nell'illusione andare
Tra care genti, senza nutrir terrore.
Come vorrei…ancora allor sperare
Di trovare pace, serenità…amore.
 


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Opera 6^ classificata: Solo di Romano Scaffardi
 
Solo
 
Non voglio fare il solito piagnisteo
non voglio parlare
di sera che scende
di luna che sale
di stelle che brillano,
di solitudine.
Ma è difficile essere allegri
mentre
-solo-
in questa casa - dormitorio
faccio il bilancio dei miei giorni.
"L'età d'oro", c'è chi l'ha definita.
 
Solo di una solitudine voluta e subita
mi stendo sul letto
mi alzo e mi stendo ancora.
Il giradischi suona Stan Getz
ma il suo sassofono non può togliermi
il senso di impotenza e di accesa indocilità
di incapacità di vivere
che mi assale.
-appunto-
di vivere come vivo.
 

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Opera 7^ classificata: Vecchio di Rina Ravera
 
Vecchio
 
Nel dolce calar della sera
le tue mani fremono
unite nella preghiera.
 
I tuoi occhi ormai stanchi
fissano ritratti lontani
appesi alle pareti.
 
La tua bocca scarna e tremante
canta lievi ninne nanne
che oramai più nessuno ascolta.
 
Ma un timido e dolce sorriso
illumina per incanto il tuo volto
se un piccolo bacio di bimbo
si posa lieve sulla tua fronte.
 
 

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 Opera 8^ classificata: Ester di Claudio Bellini
 
Ester ha solo i papaveri
come amici
e li pensa anche di notte,
quelle notti che sono più scure,
quando anche le stelle
hanno timore di ferirsi.
 
Ester conta le attese
che come ragni rigano la gola
di noduli irrisolti
ed i secondi diventano chiodi
dove la ruggine immane comanda.
 
Ester e le sue gambe
a rotelle,
crisalide rinchiusa nella morsa
della diversità.
 
Scivola sui vetri
una lacrima fredda come neve,
gelida carezza
di cuore sfregiato.
 
Oltre la finestra
Ester sogna ancora,
una sedia colma di papaveri
e la corsa di un'ora.
 

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Opera 9^ classificata: Bambini di Emilio Dezani
 
Bambini
 
E vi penso, bambini inermi persi nel nostro tempo di uomini avvinti
 
solo dall'odio di un mondo, confuso dalla noia, non sapete più giocare
 
né perdere né vincere…
 
 
Bambini misurati dal contagocce, fiutati dal destino incerto della scienza
 
rapiti dal dolore della guerra, violentati dalla mano degli adulti distratti
 
scolpiti nella memoria dell'inganno!
 
 
Dolci parole devono attraversare i vostri cuori, non paura, odio, guerra
 
e noi distratti dalle nostre virtù, vi abbandoniamo lungo il sentiero di
 
una vita sconosciuta…
 
Cosa vi stiamo regalando, perché non abbiamo rispetto della vostra
 
innocenza perché?
 
Voi miei, nostri bambini, nostro futuro mai più passato, insegnateci
 
qualcosa della vostra innocenza, e provate a graffiare il nostro volto, ma
 
non ci abbandonate alla nostra noia di adulti…
 

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Opera 10^ classificata Corsie d'Ospedale di Franco Casadei
 
Corsie d'ospedale
 
Al mattino percorro
corsie di dolore,
di odori
che la notte ha condensato
nell'attesa lunga di un albore
fra sofferte mura
e cuscini umidi
del tempo che non scorre
 
enigmi d'occhi
mani adagiate bianche
 
a sera in casa si conserva,
nella memoria
l'eco degli sguardi
ed un silenzio bianco
ferito dai lamenti.

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