- Le
               antologie
 
               dei concorsi de Il Club degli
               autori 
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
Antologia
               del premio letterario 
               Il Club dei Poeti 2003  
             
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               - Sommario
 
               
               - Prefazione
               a cura di Gianmario Lucini - Elena
               Addis -
               Cristina
               Alberghini -
               Diego
               Ambrosini -
               Magdalena
               Aparta -
               Paul Bacosca - Marco Baiotto - Benedetta
               Frida Baldi
               - Emanuela Ballotta - Paola Basso - Sara Bellingeri -
               Gianfranco Bernabucci - Daniela Bertelli -
               Paola
               Bettelli -
               Luca Bettinelli - Paola Bevini - Elena
               Bonassi -
               Carlo
               Angelo Brambilla
               - Gabriella Briarava - Fabrizio Busato - 
 
               
               - Marco Buzzetti -
               Antonella
               Capizzi -
               Sandro Bonetti - Marzia Carocci - Isis - Edda Den -
               Marco Casula - Giuseppe Cazzaniga - Elisa Ceruti -
               Nadia Chiaverini - Francesca Colombo - Cristiano
               Comelli - Donato Corvaglia - Germano
               Costa -
               Alessandra Crabbia - Franca
               Cravino -
               Daniele
               Crepaldi -
               Ioan
               Daniel Cuculiuc
               - Daniel
               Cundari -
               Amalia
               De Luca -
               Roberto
               Del Duce -
               Francesca
               Di Castro -
               Daniela
               Di Maio -
               Federico Dimonopoli - Giuseppe
               Diotto -
               Claudio Dorenti - Paolo
               Dozzi -
               Vincenzo Elefante - Enrico Emelli - Davide Famularo -
               Grazia Fassio Surace - Andrea Fazzini - Marina Fedele
               - Francesco
               Ferone -
               Francesca Ferri - Claudio Fichera - Saul Filippi -
               Carmela
               Fiorenzo -
               Gilda Francavilla - Gian Battista Gallotti - Sara
               Gavioli - Matteo Ghirardi - Lenora Giachetto - Giulia
               Maria Giardini - Amedeo Giordani - Piera
               Giordano -
               Simona Giudici - Luigi
               Golinelli -
               Marco Gottardi - Simonetta
               Gravina -
               Andrea
               Giuseppe Graziano
               - Paolo Guido - Luca Iacoboni - Maria Antonia
               Jannantuoni - Duska Kovacevic - Paolo La Torre -
               Pasquale
               La Torre -
               Raffaele Langella - Diego
               Laurenti -
               Maria
               Luisa Lazzara
               - Gianmario Lazzaroni - Mariano Luccero -
               Alessandro
               Lugli -
               Annalisa
               Macchia Cioni
               - Elisa Magro - Anna Mantovani - Tiziana Marini -
               Francesco Menabue - Laura Mennonna - Filippo Migoni -
               Claudia
               Mondello -
               Laura Montorio - Dam
               Mor - Gloria
               Morselli - Federico
               Nardi -
               Marisa
               Nigri -
               Assunta
               Ostinato -
               Massimo Panelli - Simone
               Patrucco -
               Diego Pavan - Eliana Perotti - Michele Piacenza -
               Alessandra Pierleoni - Maurizio Pivatello -
               Alfonso
               Pollice -
               Raffaella
               Polverini -
               Antonio Pompili - Marco
               Possanzini -
               Conny
               Stockhausen
               - Natalia Proietti Refrigeri - Caterina
               Pulita -
               Gianluca
               Puzzo -
               Ermano Raso - Pietruccia
               Razzatu -
               Marilena Rimpatriato - Loredana
               Ripollino -
               Daniela Rosignoli - Laura Roverselli - Daniela Rusconi
               - Giorgia - Roberto Sannino - Micaela Sansevero -
               Manuel Santini - Vincenzo Santopietro - Luigi Sarto -
               Mariano Saturno - Paolo Scafetti - Michela
               Scaglioni -
               Adriano Scandalitta - Andrea Scano - Giovanni
               Schiera -
               Ida Scioscioli - Salvatore Scollo - Se
               Es - Daniela
               Sisti - Sandra
               Spezzano -
               Ombretta Suardi - Samantha Tagliapietra - Brunella
               Tega - Ezio Testa - Sergio Trapani - Savina
               Trapani Ciardi
               - Anna
               Tricarico -
               Costanza Trotti - Claudia Manuela Turco - Marcello
               Ungaro - Andrea
               Valsecchi -
               Greta Venditti - Laura Zinelli
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
 
               
               - Antologia del Premio
               Il Club dei Poeti 2003 - formato 14x20.5 - pagg. 160 -
               Euro 18,00 - ISBN 88-8356-594-0
 
               
               
                
               
                
               
               - Risultati
               del Premio Il Club dei Poeti
               2003
 
             
          | 
         
            
               - 
                
 
               
               -  
 
               
               - Come
               avere l'antologia
 
             
          | 
      
      
         
            
               - Prefazione
               
               
               
                                 - Il
                                 cuore ha le sue ragioni che la
                                 ragione non conosce 
 
                                 
                                 -  
 
                                 
                                 - (B.
                                 Pascal, Pensieri)
 
                               
                           
 
 
 
 
  
               
               -  
 
               
               - La poesia è
               un'arte e, come tutte le arti, esige impegno,
               costanza, studio, riflessione. Il genio è una
               potenzialità latente in ogni essere umano; il
               fatto che si sviluppi o se ne stia per sempre latente,
               dipende da una serie di coincidenze, gran parte delle
               quali favorite da una propria scelta personale,
               appunto con il comportamento che ho descritto poco
               sopra. Per questo la poesia è un evento, ossia
               la felice combinazione di più variabili, che
               vanno dalla storia personale, alla cultura di
               provenienza, alle opportunità offerte
               dall'ambiente, agli stimoli, agli incontri con altre
               persone, ma soprattutto da un atto di volontà,
               che a sua volta passa da una definizione della propria
               identità come artista, come essere umano che ha
               un particolare punto di riferimento in un ideale
               etico/estetico e una particolare coscienza di
               sé identità diversamente orientata dalla
               massa, con tutti gli annessi e connessi che ne
               derivano, ossia dal riconoscimento fino alla
               squalifica di questa identità, con infinite
               gradazioni intermedie. La poesia quindi chiede tutto,
               non concede mediazioni.
 
               
               - Le persone che
               scrivono poesia lo sanno. Va da sé che la loro
               costante e tenace pratica di quest'arte è una
               continua lotta contro il tempo, che in poesia è
               sempre poco, conteso alle banalità. Il tempo
               della poesia è però un tempo imbrigliato
               nelle parole. La parola si erge contro di lui e
               reclama la sua estraneità alle sue leggi. La
               parola ha il senso dell'eternità, mentre il
               tempo è solo un miraggio. Il tempo può
               stare tutto in una parola, ma nessuna parola
               può stare nel tempo. Quando il tempo
               finirà, le parole danzeranno ancora, più
               festose che mai. Il tempo muore, la parola muta, si
               evolve, va ad abitare in altre parole, ma non muore
               mai. La parola è sfida alla morte, la parola
               è salvezza, e i poeti lo sanno,
               istintivamente.
 
               
               - Contro la parola
               sta la banalità, il vuoto, l'hybris,
               l'arroganza del niente con i suoi scenari caduchi e
               desolanti. Il poeta istintivamente lo sa e cerca la
               salvezza dalla nientificazione nella parola, la
               interroga, ne fa veicolo per proiettarsi nel tempo e
               vincere la sua minaccia di nientificazione. La parola
               si figge in altre parole, entra in ogni spazio in ogni
               essere e lo trasforma, trasformando il mondo,
               trasformando la storia. Una parola detta oggi
               può fare la storia fra mille anni, così
               come le parole dette ieri sono arrivate fino a noi e
               ci stanno davanti per essere interrogate, per
               ricordarci che esse sono fuggite dal nulla e lo hanno
               vinto. Le parole sono il segno dell'uomo, il
               più penetrante, il più potente,
               perché permeano di sé le generazioni, le
               storie personali, si tramandano nel sangue, nei geni,
               nei gesti, nei toni della voce, come eros che anima
               ogni senso ed ogni esistenza.
 
               
               - I poeti lo sanno,
               lo intuiscono. Quel loro scrivere sottraendo tempo al
               tempo ha dunque un senso: e quale senso. Non ha nulla
               a che fare con il successo, con la notorietà,
               neppure con la foscoliana idea di vita nella memoria:
               tutte queste cose finiscono prima o poi, sono hybris
               della ragione, paura della morte, desiderio di
               sottrarsi alla legge della natura. Quello scrivere
               è invece un atto di vita contro la morte, non
               di vita individuale ma di una vita che trascende
               l'individuo, che fa parte di una dimensione cosmica,
               di una vita per la vita. E', come ogni altra forma di
               arte, la manifestazione suprema dell'umano, della sua
               ontologia, più ancora del pensiero,
               perché il pensiero (sistematico) in qualche
               modo non può sottrarsi alle leggi
               dell'evidenza, mentre l'arte ricrea il mondo secondo
               le sue regole che sono eterne anche se interpretate da
               una particolare sensibilità storicamente
               definibile, ma non storicizzate come le regole del
               pensiero razionale.
 
               
               - Questo fa,
               umilmente, intuitivamente, con pazienza giorno per
               giorno, chi scrive poesie. Ed è per questo che
               le poesie devono essere inutili, perché se
               fossero utili a qualcosa sarebbero divorate dal tempo,
               dalle sue logiche vincenti. L'in-utilità dello
               scrivere poesie è pertanto un atto di
               libertà, una scelta dettata da questo eros o da
               questa manìa o da questo dàimon, come
               dicevano gli antichi, che spinge a creare il mondo,
               mentre la banalità della tecnica lo
               distrugge.
 
               
               - Questo, crediamo,
               sia l'atteggiamento dei poeti che presentiamo su
               questo libro: Essi, pur nella diversità di
               stili e temi, sentono di pelle quest'esigenza: non se
               ne fanno una ragione, non ne hanno bisogno. Cercano
               soltanto di rispondere con entusiasmo a questo
               richiamo della libertà, dell'eros vitale contro
               la morte della banalità. E ce n'è
               davvero bisogno, oggi.
 
               
               -  
 
               
               - Gianmario
               Lucini
 
               
               -  
 
               
               - Presidente
               della Sezione Poesia del Premio Il Club dei
               Poeti
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               -  Elena
               Addis
 
               
               -  
 
               
               - Quelle
               fresche e dolci serate estive
 
               
               - nel
               villaggio di mare,
 
               
               - coi bimbi
               che giocano a nascondino
 
               
               - tra i caldi
               muri delle case,
 
               
               - coi vecchi
               danzanti
 
               
               - nella
               danzante piazza,
 
               
               - con gli
               uomini appisolati
 
               
               - accanto
               alla fedele canna da pesca,
 
               
               - e con le
               barche che scivolano leggere
 
               
               - sulle
               pacate acque,
 
               
               - e coi
               giovani,
 
               
               - sì,
               proprio i giovani,
 
               
               - che fanno
               all'amore
 
               
               - sul
               bagnasciuga
 
               
               - o dietro
               una barca rovesciata
 
               
               - e
               spiati
 
               
               - da quelle
               lontane luci d'oltremare
 
               
               - che celano
               altrettanti giovani
 
               
               - che fanno
               all'amore
 
               
               - sulle
               rive,
 
               
               - sì,
               al francese amore,
 
               
               - e dalla
               torre,
 
               
               - muta e
               secolare spettatrice
 
               
               - di
               chissà quante battaglie
 
               
               - e di
               chissà quante generazioni,
 
               
               - e ancora
               immersa nel tempo in cui visse
 
               
               - e nel cuore
               di chiunque,
 
               
               - e dalle
               onde e dalla sabbia,
 
               
               - l'abbia
               ammirata.
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
         
            
               -  Cristina
               Alberghini
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Piove
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Una pioggia
                  continua,
 
                  
                  - leggera,
                  insistente,
 
                  
                  - cade sugli orti
                  ormai nudi;
 
                  
                  - l'argillosa
                  terra crea stagnanti pozzanghere
 
                  
                  - e sullo sfondo
                  rachitici alberi senza foglie
 
                  
                  - sembrano
                  spaventapasseri dell'orrore.
 
                  
                  - I già
                  squallidi muri delle case paesane
 
                  
                  - ora hanno un
                  aspetto triste e rassegnato
 
                  
                  - come un anziano
                  che guarda in lontananza
 
                  
                  - l'avvicinarsi
                  del suo tramonto.
 
                  
                  - E ancora cade
                  questa pioggia,
 
                  
                  - leggera,
                  insistente,
 
                  
                  - che
                  languidamente si posa ovunque;
 
                  
                  - guardi uno
                  sprazzo di cielo
 
                  
                  - e vedi le nuvole
                  rincorrersi veloci,
 
                  
                  - sembrano
                  scappare da qualcosa
 
                  
                  - ma nulla le
                  ostacola
 
                  
                  - e loro vanno,
                  corrono, scappano.
 
                  
                  - Solo loro, i
                  passeri,
 
                  
                  - temerari del
                  tempo invernale,
 
                  
                  - non hanno
                  confini
 
                  
                  - e come le
                  nuvole, corrono, scappano;
 
                  
                  - volano tra le
                  braccia aperte
 
                  
                  - di un cielo
                  vasto, senza margini,
 
                  
                  - sfidano con le
                  loro piccole ali
 
                  
                  - gli sbuffi di
                  questa pioggia continua,
 
                  
                  - leggera,
                  insistente.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               -  Diego
               Ambrosini
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Una
                     lapide
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ho visto
                  piangere una lapide,
 
                  
                  - lacrime di
                  pioggia uscire dalle crepe di marmo
 
                  
                  - come gocce di
                  pianto da rughe di occhi.
 
                  
                  - Quattro lacrime
                  scendevano lentamente,
 
                  
                  - con la potente
                  scalfittura del dolore.
 
                  
                  - Rumore di fiori
                  donati, di preghiere appese,
 
                  
                  - su quella lapide
                  quattro lacrime sospese.
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - 
                     
                     
 
                     
                      
                   
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Magdalena
               Aparta
 
               
               -  
               
               
 
                  - Il
                  sogno
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Hai detto
               che ami lo sguardo intenso
 
               
               - sorride il
               sole con i suoi raggi
 
               
               - abbracciando
               l'orizzonte immenso
 
               
               - pieno di
               cose carine e sagge
 
               
               -  
 
               
               - hai detto
               che ami la mia voce
 
               
               - cristallina
               rugiada di diamanti
 
               
               - che
               accarezza il mondo con le gocce
 
               
               - accompagnando
               il canto dei viandanti
 
               
               -  
 
               
               - ami il
               profumo della mia pelle
 
               
               - la
               primavera sbircia attraverso i
               fiori
 
               
               - si distende
               larga come le stelle
 
               
               - scivolando
               nei sospiri dei cuori
 
               
               -  
 
               
               - hai detto
               che sogni di accarezzarmi
 
               
               - nel soffio
               del vento primaverile
 
               
               - vola la
               mimosa che dovevi darmi
 
               
               - è il
               mio sogno che sta per svanire.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Benedetta
               Frida Baldi
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     -  12
                     Gennaio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Lasciati
                  intrattenere da questo serpente che
 
                  
                  - striscia a me
                  gli occhi, addio
 
                  
                  - alla tua
                  vita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Lascia che corra
                  su di te, scivola via
 
                  
                  - vento lacrime
                  solo bruciore sulla pelle.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Siedi qui resta
                  ad aspettare
 
                  
                  - il tuo cuore lo
                  sa tu neghi
                  
                  
                              - siedi
                              qui.
 
                            
                        
 
 
  
                  
                  -  
 
                  
                  - Stormi di corvi
                  neri ti stanno aspettando
 
                  
                  - mentre nel cielo
                  urla il tuo nome
 
                  
                  - Corri, scappi,
                  ma lui è più forte di te.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Le gambe e il
                  collo si piegano
 
                  
                  - cadi esanime
                  rassegnato alla
 
                  
                  - Condanna.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Lacerazioni
                  ustioni cicatrici che il
 
                  
                  - tempo
                  guarirà? Baci l'acqua
 
                  
                  - volti lo sguardo
                  ed è là che
 
                  
                  - Ti
                  aspetta.
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Paola
               Bettelli
 
               
               -  
 
               
               - Una sfida
               voluta
 
               
               -  
 
               
               - Cammino
               sopra l'odore di una notte
               piovosa
 
               
               - lontana da
               ogni lamento decantato.
 
               
               - Come una
               viziosa attaccata alla noia
 
               
               - mi ubriaco
               di cenere per sollevare l'umile superbia
               rimasta.
 
               
               -  
 
               
               - Per questo
               affascinante sipario
 
               
               - l'anima
               beve dalla tua pigrizia
               raccapricciante
 
               
               - e mi
               disturba assai.
 
               
               - Sputo in
               mezzo alla folla per sfidarti.
 
               
               -  
 
               
               - Una sfida
               voluta, cercata
 
               
               - verso un
               cielo implacabile nella sua
               rotta.
 
               
               - Sdraiata su
               questo orizzonte sonnambulo
 
               
               - ritrovo il
               mio spirito.
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               -  Elena
               Bonassi
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Salsa
                     cubana
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Mi
                  sorridi
 
                  
                  - e mi porti nel
                  ballo
 
                  
                  -  
 
                  
                  - fiore
                  scuro
 
                  
                  - forte e
                  gentile.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Questa
                  musica
 
                  
                  - è un mare
                  invisibile
 
                  
                  -  
 
                  
                  - riscaldato dai
                  raggi
 
                  
                  - di un sole
                  notturno
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Appesa ai tuoi
                  occhi
 
                  
                  - Vado
 
                  
                  - Dove vogliono le
                  onde
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Carlo
               Angelo Brambilla
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  Terra
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Nel celeste
                  sistema ere alterne
 
                  
                  - hanno plasmato
                  la terrestre coltre
 
                  
                  - elevando
                  dall'acque montuose catene,
 
                  
                  - sinuose valli
                  verdeggianti,
 
                  
                  - accanto ad aridi
                  deserti.
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Divina
                     scintilla compì l'opera Sua
 
                     
                     - popolando gli
                     elementi
 
                     
                     - di diverse
                     speci di piante e d'animali
 
                     
                     - in perfetta
                     armonia.
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - L'umana venuta
                  pose confini ai continenti
 
                  
                  - soggiogando il
                  "paradiso" con veemenza,
 
                  
                  - modellando
                  secondo visioni mutanti
 
                  
                  - sempre caduche
                  come l'esistenza.
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Civiltà
                     imperanti e succubi
 
                     
                     - ebbri di
                     potenza ed effimera gloria
 
                     
                     - imposero
                     vincoli brutali ai popoli
 
                     
                     - nel breve
                     scenario della storia.
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Similmente la
                  nostra stagione di ardite scienze
 
                  
                  - scopre luci ed
                  ombre
 
                  
                  - nel turbine di
                  nuove conoscenze
 
                  
                  - indagate per
                  giovare all'uomo a ritrovare l'orme.
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Accanto a
                     generose menti sorte a vegliare il
                     globo,
 
                     
                     - altre avide
                     mostrano soltanto desolazione e
                     pianto,
 
                     
                     - e la viva
                     luce del primo tempo
 
                     
                     - svanisce
                     lentamente con i colori del Creato,
 
                     
                     - giunto a noi
                     per futura gente.
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Solo l'amore per
                  il mondo
 
                  
                  - e la fiducia
                  nell'umana sorte
 
                  
                  - renderanno il
                  pianeta fecondo
 
                  
                  - salvando la
                  terra da sicura morte.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               -  Antonella
               Capizzi
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Dì
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Qual è la
                  risposta.
 
                  
                  - Dimmi.
 
                  
                  - Quale la
                  strada.
 
                  
                  - Dov'è che
                  gli dei si amano,
 
                  
                  - che sapore ha il
                  loro amplesso.
 
                  
                  - Una scala
                  dorata, per salire là dove le fate
                  danzano.
 
                  
                  - Più
                  splendida di un giglio, sì.
 
                  
                  - Tessi le trame
                  del mio abito.
 
                  
                  - Nessun
                  vestito,
 
                  
                  - nessuno
                  straccio.
 
                  
                  - Sola terra
                  bruna.
 
                  
                  - Essenze
                  dolci.
 
                  
                  - Aliti
                  inebrianti.
 
                  
                  - Dov'è che
                  i colori si mescolano con le note e le parole
                  cantano.
 
                  
                  - Qual è
                  l'alchimia.
 
                  
                  - Dove
                  l'oro
 
                  
                  - Dove
                  l'oro.
 
                  
                  - Dì.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               -  Germano
               Costa
               
               
 
                  -  
                  
                  
                     - Lagos
 
                   
                   
                  
                  -  
 
                  
                  - Fredde e
                  bagnate
 
                  
                  - Appaiono le
                  notti velate,
 
                  
                  - annoiate da
                  che.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Da luci e lampi
                  di gentilezza,
 
                  
                  - che cadono tra
                  la gente.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Come stelle
                  lontane,
 
                  
                  - osservano mani
                  segnate
 
                  
                  - dalla tristezza
                  del tempo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sentimenti
                  desolati, osservano
 
                  
                  - Occhi
                  sonoramente chiusi e asciutti.
 
                  
                  - Di una festa
                  dimenticata.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non vale la pena
                  fingere
 
                  
                  - Non vale la pena
                  ignorare,
 
                  
                  - La clessidra del
                  tempo,
 
                  
                  - Racchiusa in
                  questa cupa savana,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Foresta di
                  festa, in tumuli di fiori
 
                  
                  - in campi ormai
                  scialbi.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Appaiono in
                  corteo,
 
                  
                  - esseri che hanno
                  il potere
 
                  
                  - di morire
                  più dei morti,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E come forti
                  guerrieri,
 
                  
                  - si scontrano
                  nella bianca notte.
 
                  
                  - Apparendo come
                  cartoline,
 
                  
                  - illustrate dal
                  tempo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Franca
               Cravino
 
               
               -  
 
               
               - La
               lettera
 
               
               -  
 
               
               - Non invado
               il tuo mondo
 
               
               - con squilli
               indiscreti,
 
               
               - a spezzarti
               i pensieri.
 
               
               - Ma ti
               scrivo.
 
               
               - Le parole
               stilate
 
               
               - han questa
               magia:
 
               
               - puoi
               lasciarle in sospeso
 
               
               - e leggerle
               poi
 
               
               - negli spazi
               preziosi
 
               
               - di rara e
               fuggevole pace
 
               
               - e scoprire
               e gustare
 
               
               - delle
               parole
 
               
               - il fascino
               dolce
 
               
               - e
               scorrendole ancora
 
               
               - carpire
               celate allusioni.
 
               
               - Tessiamo
               invisibili fili
 
               
               - che
               intreccian sottili sentieri
 
               
               - tracciati
               su pagine bianche.
 
               
               - Abbozzando
               parole
 
               
               - che
               proferir non sapremmo,
 
               
               - un mondo
               romito
 
               
               - creiamo sol
               nostro,
 
               
               - ove il
               tempo non conta
 
               
               - e il
               pensiero latente
 
               
               - dall'animo
               erompe
 
               
               - e le
               distanze cancella.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               
             
          | 
         
            
               - Daniele
               Crepaldi
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Verso il nuovo
                     mondo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Gelida
                  malinconia.
 
                  
                  - L'universo
                  stellato rovescia il suo mistero
 
                  
                  - su questo mare
                  interminabile.
 
                  
                  - L'umida notte
                  non sa nulla di noi.
 
                  
                  - Per queste tre
                  caravelle niente terra domani,
 
                  
                  - niente speranza,
                  niente alba.
 
                  
                  - Le Indie sono
                  ormai il fantasma dei nostri desideri.
 
                  
                  - I miei uomini
                  piangono,
 
                  
                  - inebriati dal
                  ricordo dei cari,
 
                  
                  - ed il loro
                  silenzio non fa che accrescere
 
                  
                  - il sapore di
                  agghiaccianti solitudini.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Ioan
               Daniel Cuculiuc
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - E fui
                     io
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - E fui
                  io.
 
                  
                  - Sbocciando
                  allora, puro,
 
                  
                  - e già
                  conoscendo
 
                  
                  - ogni
                  cosa.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Piangendo
                  lacrime di felicità
 
                  
                  - che
                  m'annebbiavano gli occhi,
 
                  
                  - alla vista d'una
                  realtà
 
                  
                  - nuova,
 
                  
                  - la stessa
                  che
 
                  
                  - molto
                  presto
 
                  
                  - m'avrebbe
                  appassito, derubato
 
                  
                  - dalla saggezza
                  che mai più avrei ritrovato.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Daniel
               Cundari
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Non rimane
                     altro
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non rimane altro
                  che il profumo d'un sorriso
 
                  
                  - tra i chiari
                  scuri dell'esistenza.
 
                  
                  - E
                  l'uomo
 
                  
                  - nella sua
                  limitata e immensa solitudine.
 
                  
                  - Come un
                  bicchiere d'acqua bevuto
 
                  
                  - sulla curva d'un
                  pensiero.
 
                  
                  - Quel meditare
                  che ha le ali d'un sogno
 
                  
                  - o l'alito
                  rarefatto nella piscina dei ricordi.
 
                  
                  - Se solo potessi
                  nuotare per sempre
 
                  
                  - non preferirei
                  morire
 
                  
                  - sul rettilineo
                  d'una noia già usata.
 
                  
                  - Ha l'odore del
                  muschio selvatico
 
                  
                  - il
                  tempo,
 
                  
                  - questo agrodolce
                  attimo infinito.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - Amalia
               De Luca
               
               
 
                  -  
 
                  
                  - Bagliori
                  improvvisi
 
                  
                  - distorsione
                  della verità
 
                  
                  - riflesso di
                  specchi deformanti
 
                  
                  - la tenebra nel
                  tuo labirinto.
 
                  
                  - Inconsapevole
                  dell'inganno
 
                  
                  - tra siepi
                  alte
 
                  
                  - irte di
                  spine
 
                  
                  - seguendo la
                  traccia
 
                  
                  - sei andata
                  tastando
 
                  
                  - e
                  riprovando
 
                  
                  - (del mistero
                  solo radar
 
                  
                  - il tuo
                  cuore,
 
                  
                  - antenna della
                  sinfonia
 
                  
                  - di voci
                  immortali)
 
                  
                  - con in mano una
                  torcia
 
                  
                  - tra riti e
                  preghiere
 
                  
                  - cercando la rosa
                  lacerata
 
                  
                  - da necessari
                  abbandoni.
 
                  
                  - A volte, ancora
                  dolce
 
                  
                  - l'inganno degli
                  specchi
 
                  
                  - nelle
                  deformazioni
 
                  
                  - delle quotidiane
                  certezze
 
                  
                  - quando, presso
                  all'uscita,
 
                  
                  - l'ebbrezza di un
                  sussulto,
 
                  
                  - ti tenta con la
                  nostalgia
 
                  
                  - di un
                  sogno
 
                  
                  - dove la gioia
                  è solo
 
                  
                  - chiarore
                  trasparente
 
                  
                  - nell'aria
                  cristallina.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
            
            
          | 
         
            
               - Roberto
               Del Duce 
               
               
 
                  -  
 
                
               
               Opera 2a
               classificata
               
               
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - è stato
                  bello
 
                  
                  - avere un
                  dolore
 
                  
                  - con cui
                  scambiarti
 
                  
                  - amore che
                  vive
 
                  
                  -  
 
                  
                  - felicità
                  svelata
 
                  
                  - dal ventre
                  dorato
 
                  
                  -  
 
                  
                  - si può
                  essere
 
                  
                  - semplicemente
 
                  
                  - perduti
 
                  
                  -  
 
                  
                  - sulle
                  emergenze
 
                  
                  - dell'anima
                  soffiata via
 
                  
                  - vive questa mia
                  supina
 
                  
                  - umanità
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - Francesca
               Di Castro
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Una serpe di
                  vento improvvisa divide la messe del
                  campo.
 
                  
                  - Un cavallo di
                  vento sbrigliato che corre lungo le
                  erbe.
 
                  
                  - Sa di menta
                  franta e di timi fioriti quest'aria.
 
                  
                  - Il sole bacia il
                  sasso bianco
 
                  
                  - dove batte il
                  cuore rapido della lucertola.
 
                  
                  - Ceppi rossi e
                  muschiosi che celano implumi
 
                  
                  - aquiloni di
                  rondini in volo contro un azzurro terso
 
                  
                  - trapuntato di
                  rami fioriti.
 
                  
                  - Signore, la mia
                  anima stilla rugiade
 
                  
                  - gocciole lente
                  in un silenzio di cattedrale
 
                  
                  - lacrime vere
                  d'amore che innalzano
 
                  
                  - colonne di
                  cristallo a fare salda la tua casa
 
                  
                  - perché Tu
                  venga a calmarla di schianto
 
                  
                  - con voce d'acqua
                  e di tuono.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Daniela
               Di Maio
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Antiche lacrime alla
                     deriva
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non più
                  torrenti purpurei
 
                  
                  - verseranno acque
                  amare
 
                  
                  - sulle mie gote
                  infossate.
 
                  
                  - Di amore o
                  disprezzo
 
                  
                  - nutrirò
                  disabitati solchi,
 
                  
                  - ora che
                  l'assenza di te
 
                  
                  - paralizza il
                  pianto.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E risalgono
                  dall'abisso
 
                  
                  - antiche lacrime
                  alla deriva.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ***
 
                  
                  - Di quel gesto
                  per amore.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Giuseppe
               Diotto
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Silenzio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - È strano
                  il silenzio
 
                  
                  - nel breve
                  volgere
 
                  
                  - di un
                  attimo
 
                  
                  - un lieve
                  soffio
 
                  
                  - di luce mi
                  colpisce
 
                  
                  - e mi rende
                  inquieto.
 
                  
                  - Mi sento
                  strano
 
                  
                  - l'angoscia mi
                  assale
 
                  
                  - e come un masso
                  gigantesco
 
                  
                  - mi schiaccia a
                  terra.
 
                  
                  - Tutt'attorno
                  è silenzio
 
                  
                  - un unico ed
                  immenso
 
                  
                  - a tratti
                  pauroso
 
                  
                  - silenzio.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
           
                
               
            
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Francesco
               Ferone
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - La notte come un
                  varco
 
                  
                  - si apre a oscure
                  moltitudini,
 
                  
                  - incubi informi a
                  dar spazio
 
                  
                  - alle intuizioni
                  che non vorremmo comprendere.
 
                  
                  - Non si
                  può credere a un secondo di
                  lancetta
 
                  
                  - che corre
                  anch'essa inesorabilmente
 
                  
                  - sui gironi di un
                  pendolo ignoto
 
                  
                  - emanando vampate
                  d'oblio
 
                  
                  - e nuove spietate
                  tensioni
 
                  
                  - ad ogni
                  ossessivo palpito.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
                  - Carmela
                  Fiorenzo
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Desideri
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Pezzi di stella
                  in tasca,
 
                  
                  - fari sul mio
                  cammino.
 
                  
                  - Vedo, ora
                  vedo!
 
                  
                  - Un mondo, un
                  puzzle,
 
                  
                  - immagini da
                  ricostruire.
 
                  
                  - Combatto
                  battaglie, frontiere;
 
                  
                  - riempio pozzi
                  d'acqua distillata.
 
                  
                  - Frantumi di
                  specchi
 
                  
                  - diventano
                  stelle,
 
                  
                  - pezzi di stella
                  da mettere in tasca.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Piera
               Giordano
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Fuori il
                     mondo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Amena dote sono
                  gli amici
 
                  
                  - parole
                  raccontate
 
                  
                  - e
                  facete
 
                  
                  - risate in
                  bicchieri vinati
 
                  
                  - melanconie
                  antiche;
 
                  
                  - tra bignè
                  liquorosi
 
                  
                  - si è
                  ricchi di soavità
 
                  
                  - per una sera di
                  ricordi.
 
                  
                  - E
                  poi
 
                  
                  - di nuovo tra i
                  sentieri
 
                  
                  - solitari della
                  vita;
 
                  
                  - al di fuori
                  della porta
 
                  
                  - ancora
                  giocare
 
                  
                  - nel proprio
                  ruolo
 
                  
                  - assegnatoci
 
                  
                  - da un duro
                  destino
 
                  
                  - padrone da
                  sempre.
 
                  
                  -  
 
                  
                  da
                  "Dove le radici del mio cuore",  
                  
                  L'Autore
                  libri Firenze, 2003  
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Luigi
               Golinelli
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Luce di
                     donna
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Vivo ogni
                  giorno
 
                  
                  - la mia piccola
                  isola
 
                  
                  - e mille
                  richiami
 
                  
                  - oltre
                  oceano
 
                  
                  - confondono il
                  mio desiderio.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Vedo luci di
                  corpi,
 
                  
                  - velluto di
                  donna
 
                  
                  - votati al
                  desiderio
 
                  
                  - della
                  vita,
 
                  
                  - tra le
                  macerie
 
                  
                  - del
                  quotidiano.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Simonetta
               Gravina
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Il profumo della
                     vita
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Figlia del mio
                  dolore.
 
                  
                  - Erede delle mie
                  lacrime.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Incatenata alla
                  vita,
 
                  
                  - navigo
                  fluttuando,
 
                  
                  - tra le fibre
                  stravolte
 
                  
                  - del mio
                  essere.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'animo
                  confinato
 
                  
                  - nell'ebano delle
                  mie ombre.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Estranea, nella
                  mia dimora
 
                  
                  -  
 
                  
                  - contaminata.
 
                  
                  - E la materia si
                  dibatte,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - inerme, contro
                  una deità
 
                  
                  -  
 
                  
                  - sconosciuta.
 
                  
                  - Nel ribrezzo
                  della sua linfa
 
                  
                  - venefica.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E la vita
                  rivela,
 
                  
                  - il suo profumo
                  al mio cuore.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Andrea
               Giuseppe Graziano
               
               
 
                  -  
 
                
               
               
               - Opera 4a
               classificata
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Parousia
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non essere
                  ancora la cosa-Io
 
                  
                  - e
                  voler-essere-se-stesso
 
                  
                  - fuori
                  dall'immondezzaio
 
                  
                  - che ingoia
                  l'inautentico perplesso
 
                  
                  -  
 
                  
                  - provare come
                  ossesso a dare senso
 
                  
                  - al tempo
                  deferente
 
                  
                  - il grado
                  difettivo del presente
 
                  
                  - sì come
                  al lago di cielo immenso
 
                  
                  - che, pure, svela
                  l'ente
 
                  
                  - ed apre una
                  scommessa d'intenso
 
                  
                  - esserci-nel-mondo
                  e non altrove,
 
                  
                  - impersonale
                  chiacchiera che porta
 
                  
                  - nei si dice e si
                  pensa a scomparire
 
                  
                  - tra le bucce, i
                  barattoli, le casse
 
                  
                  - e le cose,
                  cosa-non-io, sorgente
 
                  
                  - a scoprire la
                  parousia significante
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Paolo
               La Torre
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Porta
                     Garibaldi
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Un treno
                  freddo
 
                  
                  - un vocio
                  sommesso
 
                  
                  - sono le sei e
                  quarantuno
 
                  
                  - ed il pendolare
                  va
 
                  
                  - al lavoro
                  assonnato
 
                  
                  - sbadigli, colpi
                  di tosse
 
                  
                  - giornali
                  sfogliati
 
                  
                  - dei gratta e
                  vinci scrutati
 
                  
                  - mentre la
                  fermata del treno
 
                  
                  - ti riporta alla
                  tua realtà
 
                  
                  - l'essere solo un
                  lavoratore.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Diego
               Laurenti
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Natale
                     ostile
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Natale
                  grigio
 
                  
                  - natale
                  ostile
 
                  
                  - di nebbia
                  fitta
 
                  
                  - fin dentro le
                  ossa.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Spenta ogni
                  cosa,
 
                  
                  - la sera mi
                  conduce
 
                  
                  - ai cupi
                  inverni
 
                  
                  - di neve e di
                  ghiaccio
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ai silenzi
                  dell'orto
 
                  
                  - solcati
 
                  
                  - da voli
                  alti
 
                  
                  - di corvi
                  lontano...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ...e mi riporta
                  indietro
 
                  
                  - a quegli anni
                  passati
 
                  
                  -  
 
                  
                  - al tempo
                  dell'oblio
 
                  
                  - dei miei
                  ricordi
 
                  
                  - quando ancora
                  non eri
 
                  
                  -  
 
                  
                  - e si perdeva nel
                  buio
 
                  
                  - il tuo vestito
                  di stelle...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ...e già
                  muoveva lento
 
                  
                  - il
                  tempo
 
                  
                  - il mio
                  avvenire.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
      
         
            
               - Maria
               Luisa Lazzara
 
               
               -  
               
               
 
                  - Movimenti delle
                  emozioni
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Qui intorno
               agli anni
 
               
               - crepitano
               tempeste interattive
 
               
               - risuonano
               zoccoli di cavalli
 
               
               - su selciati
               metallici e
 
               
               - lungo la
               linea dei deserti
 
               
               - carovane
               fantasma
 
               
               - scivolano
               pigre verso
 
               
               - sconosciute
               direzioni
 
               
               -  
 
               
               - La sabbia
               avvolge ogni cosa
 
               
               - come un
               caldo sudario
 
               
               - sui mari
               veleggiano barche 
 
               
               - di forme e
               colori
 
               
               - estranei
               alla terra.
 
               
               -  
 
               
               - Scelgo
               itinerari di viaggio
 
               
               - che non
               lasciano spazio
 
               
               - a tristi
               pensieri e 
 
               
               - lontano da
               affanni e paure
 
               
               - cerco un
               inutile gioco di
 
               
               - pensieri di
               carta mentre
 
               
               - spumeggia
               il rimpianto
 
               
               - tra
               arabeschi di neve
 
               
               -  
 
               
               - Mi
               allontano dal cuore
 
               
               - e trabocco
               in una fresca risata
 
               
               - mentre
               invisibili fili
 
               
               - mi
               spostano
 
               
               - collocandomi
               in spazi
 
               
               - ristretti e
               nascosti.
 
               
               -  
 
               
               - La nave ha
               già sciolto
 
               
               - gli
               ormeggi
 
               
               - ed io
               chiudo gli occhi
 
               
               - all'impietosa
               partenza.
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
         
            
               - Alessandro
               Lugli
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Caos
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Come un
                  gabbiano
 
                  
                  - volerò
 
                  
                  - su altri
                  lidi
 
                  
                  - per scorgere il
                  silenzio
 
                  
                  - degli umili/per
                  cercare
 
                  
                  - il contrasto
                  vitale.
 
                  
                  - Solo un caos
                  può generare vita.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Annalisa
               Macchia Cioni
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Come
                     Pollicino
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Piccole pietre
                  lasciate cadere,
 
                  
                  - scivolate, nel
                  tempo, tra le dita,
 
                  
                  - strappano, oggi,
                  luce dai ricordi;
 
                  
                  - appare, tra i
                  riflessi, una pallida fila
 
                  
                  - d'istanti
                  passati. L'esile mia storia.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'attesa
                  traccia. Come Pollicino.
 
                  
                  - Affronto
                  incerta, a ritroso, il cammino,
 
                  
                  - quasi alla
                  cieca, tra sparsi silenzi.
 
                  
                  - Spero in un
                  grido antico che, ignaro, annunci
 
                  
                  - vittoria sulla
                  vita. Origine? Confine?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Si ridestano
                  come da un letargo
 
                  
                  - giorni intrisi
                  di affetti e di risate.
 
                  
                  - Mi scuote dentro
                  un balzo, un tuffo al cuore.
 
                  
                  - Già un
                  brivido m'avvolge e m'accarezza.
 
                  
                  - L'ebbrezza della
                  prima capriola?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Echi di vecchie
                  musiche alle spalle,
 
                  
                  - tastiere
                  sfiorate, chiari di luna,
 
                  
                  - sufficienti,
                  d'un tratto, a dar profilo
 
                  
                  - e senso alle
                  ombre, mentre indago
 
                  
                  - e cerco il nuovo
                  varco nello scuro.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - È vivo,
                  caldo il cavo della mano,
 
                  
                  - su altri opali
                  si chiude. Si dischiude.
 
                  
                  - Gemmeranno
                  riverberi di luce
 
                  
                  - quando
                  avrò voglia di voltarmi indietro
 
                  
                  - in questa strana
                  corsa nel Futuro,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - verso
                  quest'ansia, insopprimibile, di Meta.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
            
            
          | 
         
            
               - Claudia
               Mondello
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Innominabile
                  figlia del cielo,
 
                  
                  - creatura
                  vivente
 
                  
                  - destinata a
                  patire,
 
                  
                  - pene
                  terrene
 
                  
                  - dolore
                  assoluto
 
                  
                  - verità
                  divina
 
                  
                  - piacere
                  irreale.
 
                  
                  - Fusione di anima
                  e corpo,
 
                  
                  - terreno e
                  divino.
 
                  
                  - Figlia di tutti
                  i mali
 
                  
                  - e di tutti i
                  piaceri.
 
                  
                  - Crudele
                  realtà
 
                  
                  - vissuta giorno
                  per giorno,
 
                  
                  - beata
                  illusione
 
                  
                  - mite
                  rassegnazione.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Dam
               Mor
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Mai
                     ghiaccio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Voglio un volo
                  con te
 
                  
                  - Amerei le tue
                  lacrime
 
                  
                  - Scaverei nelle
                  tue lacrime e lì affogherei 
 
                  
                  - per un
                  bacio
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ricordi quando
                  mi sono aperto nell'affanno 
 
                  
                  - di un tuo
                  incubo?
 
                  
                  - Aperto
                  nell'immagine di un albero in fiore
 
                  
                  - Ma in fondo era
                  questo?
 
                  
                  - Aperto in un
                  sentiero più stretto
 
                  
                  - del tuo corpo
                  quando piange acqua
 
                  
                  - Aperto nei
                  pressi di un binario
 
                  
                  - Aperto
                  nell'incoscienza, come una lamiera.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Vedi? Ancora
                  adesso mi sto schiudendo per esserti
                  dentro
 
                  
                  - Per attraversare
                  le tue visioni
 
                  
                  - Per aggrapparmi
                  ai tuoi rami.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso che i
                  miei rami distribuiscono foglie ai
                  giardini
 
                  
                  - Mentre un grido
                  noioso sale dalle radici
 
                  
                  - I silenzi si
                  spengono spaventosamente
 
                  
                  - Creando spazi di
                  noia in questi luoghi freddi.
 
                  
                  - È tutto
                  terribile e distrutto, tutto terribilmente
                  distrutto.
 
                  
                  - I fiori urlano
                  di tristezza
 
                  
                  - Le loro teste
                  bagnate di pioggia creano dolore e
                  disperdono.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - I giorni mi
                  avvolgono bavosamente, preferirei
                  stendermi
 
                  
                  - in una parte di
                  cielo che non sia Vuoto
 
                  
                  - E sarò il
                  tuo riflesso.
 
                  
                  - Non sarai in
                  grado di lasciarmi bruciare in questo
                  metallo
 
                  
                  - Perché io
                  ti difenderò cicatrizzando
                  amore.
 
                  
                  - Ti sto chiudendo
                  nel mio braccio
 
                  
                  - per colpirmi
                  l'anima e imprigionarti.
 
                  
                  - La luna ora
                  è un teschio,
 
                  
                  - i miei occhi non
                  vedono il tuo sapore
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non diventare
                  mai ghiaccio!
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Federico
               Nardi
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - L'estate non
                     cambia
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - L'estate
 
                  
                  - Non cambia
                  negl'anni
 
                  
                  - L'usuale scia
                  rilascia
                  
                  
 
                     - Stagione che
                     passa
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - S'è
                  stretta
 
                  
                  - La camicia che
                  indosso
 
                  
                  - Non è
                  più quella che
                  
                  
 
                     - I miei
                     vent'anni indossò
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - L'impeto
 
                  
                  - Tuttora fremente
                  è rimasto
 
                  
                  - Benchè
                  anch'esso sospeso
                  
                  
 
                     - Sfumò
                     nelle estati
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - L'aria
                  profumata
 
                  
                  - Non è
                  più la stessa passata
 
                  
                  - Vedendo
                  evaporare i languori
                  
                  
 
                     - Strusciando
                     pelli di seta
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Bollente
 
                  
                  - Si coagula il
                  sangue
 
                  
                  - Inseguendo volti
                  in visioni
 
                  
                  - Appiccicati a
                  vecchie stagioni
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Muoio
 
                  
                  - In centimetri
                  stretti
 
                  
                  - L'estate divora
                  & non cambia
 
                  
                  - La vecchia
                  estate non torna
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Marisa
               Nigri
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Occasioni
                     mancate
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Come splendido
                  fiore che non ha potuto emanare i suoi mille
                  effluvi,
 
                  
                  - come armoniosa
                  musica rimasta sul pentagramma,
 
                  
                  - come embrione
                  perfetto finito in un secchio di
                  ospedale,
 
                  
                  - germe portato in
                  seno che non vedrà mai luce,
 
                  
                  - tristezza di
                  vite abbozzate, di potenzialità incompiute,
                  o male utilizzate,
 
                  
                  - tristezza
                  profonda di amori avari di coraggio,
 
                  
                  - che si sono
                  negati gioie di afflato vitale:
 
                  
                  - non incontri di
                  integrazione, ma scontro tra posizioni:
 
                  
                  - su diverse
                  sponde di un fiume, divisi da baratri di
                  culture
 
                  
                  - non hanno fuso
                  insieme l'acqua che porta al mare immenso,
                  sconfinato.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Assunta
               Ostinato
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Cose che
                     muoiono
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Una distesa
                  verde
 
                  
                  - un po'
                  foresta
 
                  
                  - un po' parco
                  giochi.
 
                  
                  - Poco lontano un
                  ruscello
 
                  
                  - tanta gente
                  è passata
 
                  
                  - per quel
                  posto.
 
                  
                  - Un po' per
                  svago
 
                  
                  - un po' per
                  distrarsi.
 
                  
                  - Quello che
                  attirava
 
                  
                  - l'attenzione
 
                  
                  - era quel
                  ruscello.
 
                  
                  - Si vedevano i
                  pesci
 
                  
                  - sguizzare sopra
                  l'acqua
 
                  
                  - come bimbi a
                  giocare.
 
                  
                  - Oggi è
                  tutto finito
 
                  
                  - con la nuova
                  società.
 
                  
                  - I pesci
                  muoiono
 
                  
                  - la natura
                  ingiallisce
 
                  
                  - la
                  foresta
 
                  
                  - perde tutto il
                  suo
 
                  
                  - fascino.
 
                  
                  - L'uomo
                  è
 
                  
                  - sempre
                  insoddisfatto.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Simone
               Patrucco
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Insieme
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - tra le tenebre
                  noi due:
 
                  
                  - silenzio intorno
                  a noi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ondeggiano
                  fantasmi
 
                  
                  - di passione mai
                  sazia
 
                  
                  - in danza
                  scomposta
 
                  
                  - su note
                  iridescenti
 
                  
                  - di arpa
                  multicolore
 
                  
                  -  
 
                  
                  - (ogni scintilla
                  d'amore
 
                  
                  -  
 
                  
                  - è una
                  nota stonata
 
                  
                  -  
 
                  
                  - nell'imperfezione
 
                  
                  -  
 
                  
                  - del mio
                  cuore)
 
                  
                  -  
 
                  
                  - tra le tenebre
                  noi due:
 
                  
                  - silenzio intorno
                  a noi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - solo i tuoi
                  baci
 
                  
                  -  
 
                  
                  - (efelidi
                  indelebili
 
                  
                  -  
 
                  
                  - sulla fronte
                  corrugata
 
                  
                  -  
 
                  
                  - del mio
                  cuore)
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Alfonso
               Pollice
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Io
                     Poeta?
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - «Io
                  poeta?»
 
                  
                  - Mi chiedo ogni
                  qualvolta
 
                  
                  - mi fermo a
                  pensare
 
                  
                  - guardando questo
                  mondo
 
                  
                  - a me
                  circostante,
 
                  
                  - e carta e
                  penna
 
                  
                  - scrivo quello
                  che scaturisce
 
                  
                  - dall'incontro
                  spesso conflittuale
 
                  
                  - tra il mondo
                  esterno
 
                  
                  - ed il mio Io
                  interiore.
 
                  
                  - Non scrivo in
                  rime
 
                  
                  - se non quando
                  vengon dal sole,
 
                  
                  - tanto meno con
                  regole
 
                  
                  - o figure
                  linguistiche.
 
                  
                  - Scrivo per
                  necessità
 
                  
                  - per
                  sfogo
 
                  
                  - per
                  esternare
 
                  
                  - nero su
                  bianco
 
                  
                  - ciò che
                  le mie labbra
 
                  
                  - non han la
                  forza
 
                  
                  - di
                  pronunciare.
 
                  
                  - Perché
                  forse
 
                  
                  - la parola
                  scritta
 
                  
                  - è
                  più significante
 
                  
                  - di qualsiasi
                  sguardo,
 
                  
                  - più cara
                  e dolce
 
                  
                  - del più
                  tenero dei baci,
 
                  
                  - più
                  lungimirante
 
                  
                  - del più
                  grosso telescopio
 
                  
                  - ma
                  soprattutto,
 
                  
                  - una volta
                  scritta,
 
                  
                  - rimane
                  eterna.
 
                  
                  - Continuo a
                  chiedermi:
 
                  
                  - «Io
                  poeta?»
 
                  
                  - Non so
 lo
                  designerete voi!
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         | 
            
          | 
         
            
          | 
      
      
         
            
               - Raffaella
               Polverini
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Nulla
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Vago nel
                  tempo
 
                  
                  - avvolta dal
                  buio,
 
                  
                  - senza capire
                  perché,
 
                  
                  - senza sapere
                  dove.
 
                  
                  - Si perde il mio
                  sguardo,
 
                  
                  - nel nulla che
                  impera
 
                  
                  - inghiottendo il
                  presente
 
                  
                  - e il passato
                  è un ricordo sbiadito,
 
                  
                  - tra le pagine
                  lise
 
                  
                  - di un libro
                  incompleto.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Marco
               Possanzini
               
               
 
                  -  
                  
                  
Tramonti
  
                  
                  -  
 
                  
                  - Cosa posso
                  mettere in più sul mondo
 
                  
                  - emozioni, ancora
                  materiale impegno
 
                  
                  - oppure speranze
                  dal ritmo mortificate
 
                  
                  - e così
                  vedere tramonti infiniti ferirmi.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Cosa avete fatto
                  alle mie sicurezze,
 
                  
                  - perché la
                  pioggia sono lacrime tristi,
 
                  
                  - e il vento
                  tormenta la pace dei pioppi.
 
                  
                  - Cosa avete fatto
                  alla mia dolce fragilità
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Va nelle pieghe
                  aperte del mio cosmo
 
                  
                  - lavico incedere
                  nelle mie sensibili vie
 
                  
                  - getto disperato
                  che spalanca sul globo
 
                  
                  - le finestre del
                  mio essere di nuovo ferito
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Conny
               Stockhausen
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'impressione
 
                  
                  - che la
                  gente
 
                  
                  - non capisse
                  adesso è
 
                  
                  - sempre
                  più forte.
 
                  
                  - Calpesti
                  ricordi
 
                  
                  - come
                  pozzanghere
 
                  
                  - in
                  primavera.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Caterina
               Pulita
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Luna
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ti senti
                  fiera
 
                  
                  - sopra di
                  me.
 
                  
                  - Ti ho
                  scolpito
 
                  
                  - nella mia
                  mente,
 
                  
                  - ti ho
                  disegnato
 
                  
                  - mille
                  volte,
 
                  
                  - ti ho chiesto
                  favori,
 
                  
                  - ti ho
                  ammirata.
 
                  
                  - Sei stata
                  complice
 
                  
                  - nelle serate
                  romantiche
 
                  
                  - hai dato
                  speranza
 
                  
                  - a cuori
                  infranti,
 
                  
                  - hai illuminato
                  strade
 
                  
                  - nelle notti
                  buie,
 
                  
                  - hai diminuito il
                  senso
 
                  
                  - di
                  solitudine.
 
                  
                  - Il tuo colore
                  bianco,
 
                  
                  - è candido
                  come
 
                  
                  - la purezza
                  infante,
 
                  
                  - mi dai un
                  senso
 
                  
                  - di limpidezza
                  e
 
                  
                  - genuinità
                  autentica,
 
                  
                  - la tua
                  luminosità
 
                  
                  - è
                  immacolata.
 
                  
                  - Luna,
                  abbracciami
 
                  
                  - e
                  cullami.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - Gianluca
               Puzzo
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Male di
                     vivere
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ho
                  male
 
                  
                  - nell'anima
 
                  
                  - per l'amore che
                  manca
 
                  
                  - e le parole
                  cadute.
 
                  
                  - Il male di
                  vivere
 
                  
                  - mi ha
                  privato
 
                  
                  - di voglia di
                  giorni,
 
                  
                  - la mia
                  storia
 
                  
                  - si
                  perde
 
                  
                  - nelle
                  amarezze
 
                  
                  - di una vita
                  parallela,
 
                  
                  - nel respiro
                  stanco dei disillusi.
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Pietruccia
               Razzatu
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     -  
 
                     
                     - Libertà
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il mare non ha
                  catene:
 
                  
                  - s'incazza se gli
                  va
 
                  
                  - si calma quando
                  ne ha voglia
 
                  
                  - accarezza
                  dolcemente la pelle
 
                  
                  - consola l'anima
                  inquieta
 
                  
                  - trascina lontano
                  i pensieri.
 
                  
                  - Il mare: un
                  gatto sornione
 
                  
                  - che accarezza
                  ruffiano
 
                  
                  - la mia anima
                  graffiata
 
                  
                  - lascio il mio
                  vestito
 
                  
                  - sull'umido
                  scoglio
 
                  
                  - e seguo
                  testarda
 
                  
                  - il pensiero di
                  sempre.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Loredana
               Ripollino
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - L'Angelo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Colui che ebbe
                  il coraggio di osare meritò l'umile gesto di
                  essere amato
 
                  
                  - Le cui gesta
                  esprimono il desiderio di possedere
 
                  
                  - Umile il suo
                  sguardo, occhi velati di voglia, mare senza colore
                  definito
 
                  
                  - Sensuale
                  è il suo volto riflesso nelle sue
                  gesta
 
                  
                  - Colmo di mille
                  lusinghe, scia dei sensi
 
                  
                  - Petali di
                  velluto la sua pelle, pieno adito al
                  tatto
 
                  
                  - Foglie senza
                  stagione le sue guance
 
                  
                  - Fiume senza
                  margine è il suo intimo
 
                  
                  - Un volo io suo
                  orgasmo, caldo il suo seme
 
                  
                  - Amante per il
                  cuore, uomo per il corpo, passionale per i
                  sensi
 
                  
                  - Tenere le sue
                  mani, simmetria dei piaceri oppressi al suo
                  tatto
 
                  
                  - Soave la voce ai
                  piaceri
 
                  
                  - Dolcissimo
                  brivido è il respiro
 
                  
                  - Voglioso
                  è il sogno di possederlo
 
                  
                  - Colui, il cui
                  unico pensiero è di essere sua
 
                  
                  - Colui che, per
                  caso fui sua!!!
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Michela
               Scaglioni
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Pensieri
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Quando la Luna
                  rischiara l'oscuro etere
 
                  
                  - E Tu rimani da
                  solo,
 
                  
                  - con mille
                  pensieri che errano nella mente,
 
                  
                  - con la voglia di
                  cavalcare lontano,
 
                  
                  - con la semplice
                  e innocente tentazione fulminea
 
                  
                  - di fuggire e non
                  pensare più a nulla.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ed il vuoto ti
                  invade,
 
                  
                  - Il cuore batte
                  imperterrito,
 
                  
                  - La testa
                  deflagra
 
                  
                  - E Vorresti
                  mutare
 
                  
                  - modificare
                  qualcosa.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Rivivi il
                  passato,
 
                  
                  - ponderi sul
                  presente,
 
                  
                  - fantastichi sul
                  futuro
 
                  
                  - e ti ritieni
                  fausto,
 
                  
                  - ma a dispetto di
                  ciò
 
                  
                  - sussiste una
                  nube
 
                  
                  - che offusca il
                  chiaro dì.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - La speranza
                  è continua
 
                  
                  - E nel buio della
                  notte
 
                  
                  - come per
                  incanto
 
                  
                  - la mente si
                  sbarazza d'ogni ombra
 
                  
                  - Ed il cuore si
                  ricolma
 
                  
                  - di immensa gioia
                  e completezza
 
                  
                  - Estreme.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Giovanni
               Schiera
               
               
                     -  
 
                     
                     - Azzurro
                     angelo
 
                   
               
  
               
               -  
 
               
               - Vagando tra le
               stelle
 
               
               - un azzurro angelo
               incontrai.
 
               
               - Lunghe ali dorate
               aveva
 
               
               - che più di
               una stella brillavano.
 
               
               -  
 
               
               - I suoi occhi luce
               donavano al Sole
 
               
               - che ormai spento
               sembrava
 
               
               - al pari del supremo
               splendore
 
               
               - di cui l'angelo ne
               era il possessore.
 
               
               -  
 
               
               - Ad esso mi
               avvicinai
 
               
               - per meglio riuscir
               a carpire
 
               
               - quell'immagine
               che
 
               
               - vitale per me
               divenne.
 
               
               -  
 
               
               - Un dolce viso dai
               verdi occhi
 
               
               - e dai biondi
               capelli
 
               
               - ai miei occhi
               apparve,
 
               
               - rendendoli per
               sempre colmi d'amore.
 
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - SE
               ES
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - In
                     treno
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Semicerchi
                  sfumati di serre e nebbie del mattino,
 
                  
                  - lampioni spenti
                  come funghi troppo perfetti,
 
                  
                  - sassi o confetti
                  talvolta luccicanti di dimenticanze
 
                  
                  - e neon
                  ritardatari, negli orari del risveglio.
 
                  
                  - È meglio
                  dormire o sognare?
 
                  
                  - questa nebbia
                  è un mare cieco,
 
                  
                  - questo
                  ricolorare di muschi e orti
 
                  
                  - sono desideri
                  risorti di stazione in stazione.
 
                  
                  - Lento
                  avvilupparsi di passione.
 
                  
                  - Mentre ad Ovest
                  il cielo contento aspetta il sole.
 
                  
                  - Dentro me il tuo
                  saluto e la sua eco.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
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            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Sandra
               Spezzano
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - I miei
                     occhi
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non vedi nei
                  miei occhi?
 
                  
                  - C'è
                  disegnato un nuovo amore
 
                  
                  - Mille sapori dai
                  gusti più veri!
 
                  
                  - I miei occhi
                  sono belli e anche sinceri.
 
                  
                  - Si uniranno a
                  piccole dosi all'immensità del 
 
                  
                  - cielo
 
                  
                  - E poi, penso che
                  te li regalerei.
 
                  
                  - I miei occhi
                  vedono molto lontano, dove 
 
                  
                  - neanche un mago
                  può arrivare
 
                  
                  - Sono scuri,
                  grandi e a volte un po' bagnati.
 
                  
                  - Non vedi nei
                  miei occhi?
 
                  
                  - Un giorno la
                  luce verrà qui ad abitare!
 
                  
                  - Io non ho
                  più voglia di lottare
 
                  
                  - I miei occhi
                  sono mille sapori dai gusti più
                  veri.
 
                  
                  - I miei occhi
                  sono belli e anche sinceri.
 
                  
                  - I miei occhi
                  vedono tutto ciò che tu in passato hai
                  sognato.
 
                  
                  - Nei miei occhi
                  c'è disegnato il paesaggio che più ti
                  piace.
 
                  
                  - Non ci vedrai
                  mai i pianti della gente sola.
 
                  
                  - Non ci vedrai
                  mai tutte quelle guerre o quei bambini che hanno
                  fame.
 
                  
                  - Non vedi nei
                  miei occhi?
 
                  
                  - C'è un
                  tramonto così bello che sembra
                  inventato.
 
                  
                  - Dicono che il
                  mondo sta cambiando, che presto in rovina
                  andrà
 
                  
                  - Prendi i miei
                  occhi! Ci vedrai tutto il bello che intorno a te
                  non è ancora nato!
 
                  
                  - Se vuoi i miei
                  occhi io te li regalo. Se vuoi i miei occhi
                  prendili!
 
                  
                  - Ma ti prego,
                  fammi vedere una volta soltanto quest'uomo che mi
                  dorme accanto.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - Savina
               Trapani Ciardi
 
               
               -  
 
               
               - La
               sassifraga
 
               
               -  
 
               
               - Su quel
               muro camminava
 
               
               - la
               sassifraga,
 
               
               - al soffio
               del vento
 
               
               - ondeggiava
               silenziosa,
 
               
               - piegava il
               suo capo
 
               
               - sorridendo
               al sole.
 
               
               - Su quel
               muro camminava
 
               
               - la
               sassifraga,
 
               
               - al mattino
               la vedevo
 
               
               - con i suoi
               petali,
 
               
               - che, come
               le mie lacrime,
 
               
               - cercavano
               di spezzare
 
               
               - la dura
               roccia della vita.
 
             
            
            
            
             
            
            
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            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Anna
               Tricarico
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - Solerte
 
               
               -  
 
               
               - Solerte
 
               
               - vengo qui a
               mirar spiagge
 
               
               - deserte e
               ignude
 
               
               - spogliate
               dall'inverno
 
               
               - vengo qui a
               vestirle dei miei lamenti
 
               
               - triste
               cencio per chi
 
               
               - come
               me
 
               
               - guarda
               indietro e piange
 
               
               - e batte
               piedi e pugni
 
               
               - sull'umida
               sabbia
 
               
               - come per
               buttar fuori
 
               
               - una pigra
               rabbia.
 
               
               -  
 
               
               - Sovente
               
 
               
               - vengo qui a
               liberar il mio spirito ribelle
 
               
               - che come
               sole
 
               
               - rovente
 
               
               - sulla
               sabbia prima,
 
               
               - nella mia
               anima, poi
 
               
               - 
               sulla carta lascia
 
               
               - calde e
               nitide parole
 
               
               - immagini
 
             
          | 
         
            
               - Andrea
               Valsecchi
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Naufrago
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Come un velier
                  che retto procede
 
                  
                  - su rotta sua,
                  ormai conosciuta
 
                  
                  - finché
                  all'improvviso el non vede
 
                  
                  - tumultuoso il
                  mar che 'l vento fiuta
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Mantengo al ciel
                  spiegate le vele
 
                  
                  - superbe ali di
                  vita serena
 
                  
                  - ignaro 'l destin
                  attenda crudele
 
                  
                  - tronfio procedo,
                  senza mostrar pena.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma quand' il
                  buio gli astri prosciuga
 
                  
                  - e con tocco
                  brusco l'acque infesta
 
                  
                  - non v'è
                  più tempo per trovar la fuga
 
                  
                  - né gran
                  forze per domar la tempesta.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Al gelo fra
                  l'onde tremo piccino
 
                  
                  - odo&emdash;'l
                  tumulto, poi orror e scompiglio
 
                  
                  - or so essere
                  parte del cammino
 
                  e tesa la man, cerco un appiglio 
                  
                   
                  
                   
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
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                     - 
                     
                     
 
                     
                     TORNA
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                  RISULTATI
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                  20-01-2004
   
                
             
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