- Le
               antologie
 
               dei concorsi de Il Club degli
               autori 
             
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Antologia
               del premio letterario 
               Comune di Candia Lomellina 2003  
             
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               - Sommario
 
               
               - Prefazione del
               Sindaco Carmen
               Bortolas -
               Silva
               Alba -
               Stefano Alberini - Marco Alloni - Arianna Baldoni -
               Paola Basso - Lisetta Borali - Maria Antonietta
               Borgatelli - Bertilla Bortolon - Giusi Bugia - Anna
               Calabrese - Claudio Calzolari - Loriana Capecchi -
               Silvia
               Cappiello -
               Marco Casula - Valeria Cerasoli- Antonella Cigliana -
               Giorgio Cigliana- Maria Grazia Coianiz- Cristiano
               Comelli - Elisa
               Contardi -
               Luigia Cuia - Mauro De Luca - Vanna
               Dini D'Arezzo
               - Dino Dorsi - Diego Fantin - Gianni Fassina - Elisa
               Ferrari - Filippo Finardi - Massimiliano Floriani -
               Vladimiro
               Furlan -
               Rusz
               Garofita -
               Piera Giordano - Daniele Graci - Paolo Guerriero -
               Gianfranco
               Isetta -
               Diego
               Laurenti -
               Calogero
               Lauria -
               Marcello Lazzeri - Daniela Lefoer - Emiliano Lonati -
               Chiara Loseri Chiereghin - Raffaella
               Magliocca -
               Andrea Manara - Claudio Manes - Anna Mantovani -
               Donatella Merlin - Claudia
               Modena Burattin
               - Umberto Monaci - Laura Morelli - Cristina Morello -
               Mauro Moretti - Dino
               Valentino Moro
               - Federico Nardi - Carla
               Parodi -
               Donato Pascetta - Gustavo Petti - Maria
               Grazia Pietroletti
               - Sara
               Pinelli -
               Sonia Polacci - Alfonso
               Pollice -
               Marta Pugno - Gianluca Puzzo- Ermano Raso- Marilena
               Rimpatriato - Elisabetta
               Rizzo -
               Edoardo Roncatti - Annunziata Romeo - Luciano Rossi -
               Armando Rudi - Michele
               Rutigliano -
               Camillo Sangiovanni - Michela Scabbio - Adriano
               Scandalitta - Andrea Scano - Giuseppe
               Sorrentino -
               Maurizio Tantillo - Camilla Targa - Silva
               Tenenti Giorgi
               - Rosella Valbonesi - Carmine Valente -
               Roberto
               Velardi -
               Vidoni - Tiziana Zago - Germano Zanghieri - Liliana
               Zinetti - Sabina
               Zingerle
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
 
               
               - Antologia del Premio
               Candia Lomellina 2003 - formato 14x20,5 - pagg. 96 -
               Euro 18,00 - ISBN 88-8356-626-2
 
               
               
                
               
                
               
               - Risultati
               del Premio Candia Lomellina
               2003
 
             
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               - 
                
 
               
               -  
 
               
               - Come
               avere l'antologia
 
             
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               - Prefazione
               
 
               
               - Il sesto premio di
               poesia Comune di Candia Lomellina è un premio
               che è diventato la quotidianità annuale
               nel nostro centro lomellino. 
 
               
               - Quest'anno in modo
               predominante emergono i sentimenti più
               profondi, in particolare i ricordi dei propri cari: il
               padre, la madre, un figlio perso o lontano, che si
               susseguono in forme più o meno espressive, ma
               volutamente sentite vicine, infatti il ricordo
               è vissuto come una forma di incontro. La
               capacità dell'individuo di mettersi al giudizio
               di un estraneo, esternando e quindi in modo estroverso
               esporsi agli altri, è indice di una profonda
               maturazione interiore che ti permette di metterti in
               competizione, questo emerge dal notevole numero di
               partecipanti.
 
               
               - I sentimenti sono
               la nostra anima nascosta, la poesia è l'arte di
               espressioni del sentimento colto nella sua pienezza e
               nella sua irripetibilità. Le parole dicono,
               sono eterne, ma se si scrivono si ha la consapevolezza
               della loro eternità. Nella poesia è un
               susseguirsi di sentimenti, di gioie e di dolori che
               può divenire fonte di saggezza per incantare i
               cuori e le menti. In conclusione vorrei esprimermi
               sottolineando i sentimenti relativi ai propri cari,
               emersi nella sezione adulti, per dedicare una poesia a
               mio padre da poco scomparso.
 
               
               -  
               
               
                     - A
                     papà
 
                     
                     -  
 
                     
                     - Il tuo
                     ricordo
 
                     
                     - nel passato
                     così recente
 
                     
                     - è come
                     il tuo raccolto:
 
                     
                     - i campi di
                     riso devastati dalla grandine.
 
                     
                     - Il tuo
                     ricordo papà
 
                     
                     - è
                     infisso
 
                     
                     - nel
                     cuore
 
                     
                     - come la spada
                     nella roccia.
 
                     
                     - Il tuo
                     ricordo
 
                     
                     - è nel
                     nome d'un fiore
 
                     
                     - Narciso,
 
                     
                     - ovunque lo
                     vedo,
 
                     
                     - ovunque sei
                     tu,
 
                     
                     - quel
                     profumo
 
                     
                     - e quella
                     vista
 
                     
                     - emettono
                     messaggi cerebrali
 
                     
                     - di vita...
                     nella morte.
 
                   
               
  
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - Carmen
               Bortolas
 
               
               -  
 
               
               - Poetessa
               e Sindaco del Comune di Candia
               Lomellina
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
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            TORNA
            ALL'INDICE
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               -  Silva
               Alba
 
                
               Il tempo
               passa 
                
               Passa il tempo, 
               la vita si accorcia, 
               viviamola felice, 
               ma sempre non si può! 
               Una sera triste 
               mi trovai a passeggiare 
               sulla riva del mare 
               
               - in cerca di
               un sorriso.
 
               Al chiaro della luna 
               
               - che
               brillava sui miei passi
 
               
               - vidi una
               ragazza
 
               col viso triste che si avvicinava. 
               Allungai la mano 
               
               - e una
               carezza su quel viso scivolava,
 
               lei, alzò gli occhi e un bel sorriso 
               con quella bocca mi salutava. 
               "Prendiamoci per mano 
               
               - con gli
               occhi fissi guardiamo il mare"
 
               le belle onde azzurre ci stavano a guardare 
               sembravan sussurrarci amatevi. 
               Ma lei correva sulla spiaggia 
               
               - con i
               capelli al vento
 
               sembrava un uccello 
               che volasse con tantalibertà. 
               Ma il suo sgiardo era sempre 
               verso il cielo 
               come se lassù ci fosse stato 
               chi la guidava sempre più lontano. 
               Amore non guardare lassù 
               amore non andartene 
               non lasciarmi mai 
               i tuoi occhi dolce come un angelo 
               
               - non li
               scorderò mai.
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
         
            
               -  Silvia
               Cappiello
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Amarti
                     ora
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il calore del
                  sole 
 
                  
                  - non è
                  pari 
 
                  
                  - all'ardore dei
                  nostri corpi
 
                  
                  - inesorabilmente
                  attratti.
 
                  
                  - il mio urlo
                  
 
                  
                  - squarcia il
                  torrido silenzio 
 
                  
                  - e, fendendo
                  
 
                  
                  - il tempo
                  assopito,
 
                  
                  - coglie
                  
 
                  
                  - attimi di
                  eternità.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Richiamo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il sangue
                  brucia
 
                  
                  - e in un onda
                  calda
 
                  
                  - percorre il mio
                  corpo.
 
                  
                  - Forte, il tuo
                  richiamo
 
                  
                  - pervade il mio
                  essere.
 
                  
                  - Il rito
                  dell'amore 
 
                  
                  - è
                  estenuante
 
 
                  
                  - nella sua
                  dolcezza:
 
                  
                  - bello è
                  amarti 
 
                  
                  - e
                  saggiare
 
                  
                  - a che punto
                  
 
                  
                  - sai essere e far
                  essere!
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Elisa
               Contardi
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Autunno
                     d'amore
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Cosa sai del mio
                  amore per te,
 
                  
                  - quale leggenda
                  ha mai narrato il mio sentimento,
 
                  
                  - quale saggio ha
                  potuto raccogliere 
 
                  
                  - le mie lacrime
                  sparse al vento.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - I tuoi occhi non
                  vedono il mio dolore,
 
                  
                  - il mondo
                  è invisibile al mio patimento,
 
                  
                  - le mie labbra
                  sussurrano il mio tormento,
 
                  
                  - ma le tue
                  orecchie odono solo le parole senza
                  senso.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Brucia la fiamma
                  della mia passione
 
                  
                  - senza riuscire
                  ad illuminare
 
                  
                  - la tua triste e
                  solitaria esistenza.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Vorrei
                  stringerti in un eterno abbraccio,
 
                  
                  - gridando la mia
                  rabbia nascosta,
 
                  
                  - la mia
                  meraviglia di fronte al tuo splendore,
 
                  
                  - la mia
                  umiltà di fronte alla tua
                  grandezza.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - In questo grande
                  volo ho perso le ali,
 
                  
                  - durante il mio
                  viaggio la strada del ritorno,
 
                  
                  - della notte i
                  sogni più belli.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Conservo ancora
                  la tua voce,
 
                  
                  - e avverto un
                  brivido gelido,
 
                  
                  - quando riaffiora
                  nella mia mente 
 
                  
                  - la dolcezza
                  della tua prima carezza.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Una rosa sta
                  sfiorendo,
 
                  
                  - i suoi petali
                  profumati si arrendono.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - È
                  l'autunno della mia vita.
                  
                  
 
                     - 
                     
                     
 
                     
                      
                   
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Vanna
               Dini D'Arezzo
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Eventi
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - S'infrangono le
                  onde sulla roccia,
 
                  
                  - lacerano,
                  ingobbiscono.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il silenzio
                  rotto dall'incupirsi 
 
                  
                  - rapido e
                  incessante dell'acqua.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Eventi si
                  susseguono,
 
                  
                  - sovrappongono
                  uno sull'altro
 
                  
                  - incessantemente
                  senza ritmo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  -  Vladimiro
                  Furlan
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - 21 marzo 2003: primo
                     giorno di primavera.
 
                     
                     - Povera pace dei
                     Popoli
 povero me.
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Giorni, questi,
                  di sole spento, di nuvole sfrangiate,
 
                  
                  - la falce,
                  lucida, s'agita su arpe e trombe
                  sconvolte,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - sull'altra riva
                  le cavigliere non tintinnano,
 
                  
                  - come gufi
                  impagliati è stordito il consorzio
                  umano;
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ali intrise di
                  dolore, e di speranza, sognano,
 
                  
                  - sul bordo
                  ultimo, sogghigna un destino strano,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - i nostri spiriti
                  anemici, quasi trasparenti,
 
                  
                  - capiscono poco
                  degli attuali, crudeli avvenimenti,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - come foglie, e
                  rami sfiniti, ci lasciamo annientare,
 
                  
                  - e Dio, che ci
                  sta a osservare, di più non può
                  fare.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma,
 
                  
                  - in questo
                  camposanto, ogni dì, mi siedo con me
                  accanto,
 
                  
                  - e ride il mio
                  sangue quando legge 'l'altro' tormento;
 
                  
                  -  
 
                  
                  - affamate api a
                  maggio solo voi potreste comprendere,
 
                  
                  - penne leggere
                  degli occhi e del cuore venite a
                  vedere.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Le mie pupille
                  annegano nell'oro dei tuoi fianchi;
 
                  
                  - hanno sete di
                  libertà di movimenti le mie ossa
                  ardenti,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - bacio il tuo
                  nome sospeso, a ogni minimo respiro,
 
                  
                  - come acqua
                  nell'acqua, fuoco nel fuoco, a te
                  m'ispiro,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - e per
                  comunicarti di più non intono altra
                  parola,
 
                  
                  - felicità
                  di allodola, cielo sbarrato, sei la favola, la
                  sola;
 
                  
                  - noo, non
                  agguantar la tua gomma per cancellarmi,
                  
                  
                        - se puoi,
                        non ferirmi,
 
                      
                  
  
                  
                  -  
 
                  
                  - sono l'onda
                  d'amore aggiogata,
 
                  
                  - m'infrango sulla
                  porta del tempio ognor serrata.
 
                  
                  -  
 
                
             
            
            
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Rusz
               Garofita
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Il
                     senso
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Arrabbiato, il
                  senso piange.
 
                  
                  - Scivola sulla
                  sveglia 
 
                  
                  - esplosa nel
                  respiro
 
                  
                  - Attenta,
                  raccolgo le colpe
 
                  
                  - cadute a
                  terra
 
                  
                  - e mi diverto
                  
 
                  
                  - e farli
                  ridere.
 
                  
                  - Adagio, stendo i
                  brividi
 
                  
                  - sulle
                  labbra.
 
                  
                  - Il significato
                  
 
                  
                  - si abbassa piano
                  a guardarmi 
 
                  
                  - Ancora una volta
                  la vergogna 
 
                  
                  - sgrida i nostri
                  desideri.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  - Nella corteccia
                  
 
                  
                  - si parole
                  povere,
 
                  
                  - trovo il
                  verso.
 
                  
                  - Lo
                  spoglio.
 
                  
                  - Dentro di lui,
                  
 
                  
                  - il futuro seduto
                  che mi guarda.
 
                  
                  - Stupito, stringe
                  in mano
 
                  
                  - i miracoli
                  umiliati.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  - Se dovessi
                  morire 
 
                  
                  - sul tuo
                  respiro,
 
                  
                  - ti ringrazierei
                  
 
                  
                  - La notte
                  balla
 
                  
                  - nei pensieri
                  assetati di gioia,
 
                  
                  - e tu conti
                  
 
                  
                  - i tradimenti
                  traditi,
 
                  
                  - dal loro
                  successo.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               -  Gianfranco
               Isetta
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Proprietà di
                     parole
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Sgusciata dal
                  tuo nome
 
                  
                  - come lampo
                  feroce
 
                  
                  - sei accaduta ed
                  ora
 
                  
                  - a raccogliere
                  tutti 
 
                  
                  - i brandelli
                  per
 
                  
                  - ricacciarti
                  indietro 
 
                  
                  - nella parola
                  inerme
 
                  
                  - che già
                  ti dava senso.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Lieto
                     evento
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Bussa all'inizio
                  
 
                  
                  - l'istante
                  piegato
 
                  
                  - della tua
                  partenza 
 
                  
                  -  
 
                  
                  - (ed altri come
                  te)
 
                  
                  -  
 
                  
                  - materia matura
                  
 
                  
                  - fuoriesce
                  insicura a 
 
                  
                  - dilatare il
                  mondo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Ripartenza
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Sorprendi col
                  tuo delirare &endash; in avanti
 
                  
                  - reclinante il
                  capo scorrevole e non menti
 
                  
                  - se scende un
                  buio immemore ai tuoi capelli
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ti lascio una
                  tenerezza che non voglio
 
                  
                  - sia cortese al
                  tuo sguardo &endash; da me nasca
 
                  
                  - e con me resti
                  per te ma non ti tocchi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Dunque non
                  invocando nulla che per il tuo
 
                  
                  - dica di
                  rinsavire cerco come se acqua
 
                  
                  - il mio, da un
                  pozzo risalendo, mi risolva.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Diego
               Laurenti
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Per te
                     bambina
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non mi posso
                  distrarre, 
 
                  
                  - devo
                  vegliare...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - devo ascoltare
                  
 
                  
                  - i battiti
                  leggeri 
 
                  
                  -  
 
                  
                  - del tuo cuore
                  piccino
 
                  
                  - di
                  bambina
 
                  
                  -  
 
                  
                  - mia fiamma
                  ardente
 
                  
                  - e
                  piccolina
 
                  
                  -  
 
                  
                  - che bruci in
                  questo 
 
                  
                  - petto
                  solitario.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Pur tanto
                  attesa
 
                  
                  - ed ancor prima
                  amata
 
                  
                  -  
 
                  
                  - piccola bimba
                  adorata...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - e mentre cresci
                  bella
 
                  
                  - e ti fai
                  grande
 
                  
                  -  
 
                  
                  - nel divario
                  degli anni 
 
                  
                  - che
                  smarrisce
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ogni giorno che
                  passa,
 
                  
                  - s'avvilisce in
                  me
 
                  
                  -  
 
                  
                  - l'età
                  novella 
 
                  
                  - e i suoi
                  trascorsi amori...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Tanti, i ricordi
                  restano,
 
                  
                  - ma fuori
                  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - preme assidua la
                  sera
 
                  
                  - ad
                  imbrunar.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Calogero
               Lauria 
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Vite
                     violate
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  Arbeit
                  macht frei  
                  
                  -  
 
                  
                  - Anime
                  immote
 
                  
                  - di un popolo
                  fiero 
 
                  
                  - travolto
                  dall'odio
 
                  
                  - dall'ignoranza
                  divina
 
                  
                  - immagini crude
                  
 
                  
                  - violenza alla
                  vita 
 
                  
                  - bambini del
                  mondo 
 
                  
                  - non fate
                  schiamazzi 
 
                  
                  - solo
                  silenzio
 
                  
                  - per
                  ricordare
 
                  
                  - col cuore
                  sgomento 
 
                  
                  - cogli occhi
                  inebriati 
 
                  
                  - di lacrime
                  accese
 
                  
                  - per non
                  dimenticare 
 
                  
                  - solo silenzio
                  
 
                  
                  - austero
                  silenzio.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Classe
                     '96
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  In
                  memoria degli "Angeli di S.
                  Giuliano"  
                  
                  -  
 
                  
                  - Li vedo
                  giulivi
 
                  
                  - disegnare
                  balocchi 
 
                  
                  - nell'aula
                  bunker
 
                  
                  - andar sui
                  ginocchi 
 
                  
                  - Mangiafuoco
                  è lontano 
 
                  
                  - s'ode solo un
                  boato 
 
                  
                  - sulla testa
                  mattoni 
 
                  
                  - s' ode un gemito
                  vano
 
                  
                  - ogni luce
                  è sparita 
 
                  
                  - una lacrima
                  fiorita 
 
                  
                  - s'assopisce la
                  vita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Raffaella
               Magliocca
               
               
                     -  
 
                     
                     -  
                     
                     
 
                        - L'erba è
                        sulla nuda pelle
 
                      
                      
  
                     
                     -  
 
                     
                     - La pelle
                     è sulla terra nuda
 
                     
                     - e ascolta la
                     parola della zolla
 
                     
                     - che racconta
                     il suo viaggio 
 
                     
                     - verso la
                     radura del profondo.
 
                     
                     - Nel grembo
                     della mente
 
                     
                     - ascolta
                     l'angoscia 
 
                     
                     - ne ascolta il
                     fiato 
 
                     
                     - mentre
                     fugge
 
                     
                     - in cerca di
                     una guancia 
 
                     
                     - su cui posare
                     la propria guancia.
 
                     
                     - Ma è
                     soffio di solitudine 
 
                     
                     - che,
                     ghiaccio, 
 
                     
                     - attraversa la
                     fronte dell'orizzonte 
 
                     
                     - e posa un
                     sospiro sull'occhio 
 
                     
                     - dell'angoscia.
 
                     
                     - La mano
                     scioglie il nodo 
 
                     
                     - che lega lo
                     stelo della zolla 
 
                     
                     - alla radice
                     della sua terra
 
                     
                     - offre un
                     bacio e muore.
 
                     
                     - La terra
                     dell'io
 
                     
                     - percorre ora
                     la radura
 
                     
                     - del presente
                     
 
                     
                     - anche se non
                     sa 
 
                     
                     - dove il
                     sentiero porterà.
 
                     
                     - L'erba
                     è sulla nuda pelle 
 
                     
                     - e beve
                     l'incertezza del passo 
 
                     
                     - e si piega al
                     vento del giorno
 
                     
                     - perché
                     non sa
 
                     
                     - dove il passo
                     germoglierà 
 
                     
                     - e intanto
                     attende 
 
                     
                     - che il grano
                     del sole
 
                     
                     - sia tagliato
                     
 
                     
                     - e sia
                     mangiato 
 
                     
                     - come
                     pane
 
                   
               
               
                
               
               
               
                
               
               
            
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Claudia
               Modena Burattin
               
               
 
                  -  
 
                
               
               
               - Opera 1a
               classificata
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - L'approdo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il dolore ha
                  rotto gli argini
 
                  
                  - e il vento
                  dell'anima spinge le vele.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non so se sono
                  Ulisse oppur Penelope
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sconosciuto mi
                  è l'approdo
 
                  
                  - e quando vi
                  giungerò,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ma non sono
                  più,
 
                  
                  - prigioniera di
                  un sogno.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
               
               
             
          | 
         
            
               - Dino
               Valentino Moro
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Una
                     fiaba
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Avevi il mare
                  nelle tue mani 
 
                  
                  - e come vita
                  è scivolato via.
 
                  
                  - S'è
                  bruciato sull'ultima onda.
 
                  
                  - C'è una
                  storia nuova all'orizzonte
 
                  
                  - la storia di
                  nessuno. Sull'archetto
 
                  
                  - scorre, di uno o
                  mille violini, 
 
                  
                  - per dire
                  "è qui è là 
 
                  
                  - è acqua
                  che cade e và
 
                  
                  - disperata e sola
                  
 
                  
                  - violata e
                  amata".
 
                  
                  - Se posso la
                  racconto ed è già fiaba 
 
                  
                  - passato di
                  qualcuno ch'è andato
 
                  
                  - che il belletto
                  in volto ha trasfigurato 
 
                  
                  - e appartenere lo
                  fa ad un azzurro
 
                  
                  - nascosto oltre
                  le nuvole lise.
 
                  
                  - Fiaba che va con
                  l'onda
 
                  
                  - l'accoglie il
                  mare,
 
                  
                  - poi la rilascia
                  di nuovo 
 
                  
                  - perché
                  sà, tornerà.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                  
                  
                   
                     - Il
                     prezzo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Se non fosse per
                  questo
 
                  
                  - parlarci
                  addosso, forse,
 
                  
                  - avremmo
                  più energia 
 
                  
                  - per contrastare
                  paura
 
                  
                  - che frattura il
                  silenzio 
 
                  
                  - di paludi che
                  avanzano.
 
                  
                  - Ciò in
                  nome del denaro 
 
                  
                  - che compra il
                  cuore 
 
                  
                  - e la mente
                  dell'uomo
 
                  
                  - e ne distrugge
                  gioia.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
 
                  
                  - È tardi.
                  La candela ha appagato
 
                  
                  - il desiderio di
                  luce del buio.
 
                  
                  - Falena insonne
                  sulla fiamma muoio.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Carla
               Parodi
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - In sogno un
                     di'....
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - In sogno un di'
                  a me venne Erato
 
                  
                  - con un'ampolla
                  cristallina in mano:
 
                  
                  - "Bevi!" mi
                  disse. "Alla fonte Castalia
 
                  
                  - per te io la
                  raccolsi".
 
                  
                  - Così da
                  quell'istante i sentimenti che celavo in
                  me
 
                  
                  - dal cuore
                  scaturiron e dal cervello mio,
 
                  
                  - come fonte di
                  vita in mezzo a un prato,
 
                  
                  - e dettero il via
                  allo stupore che,
 
                  
                  - con diverso
                  sguardo e novello interesse,
 
                  
                  - ad asservare il
                  Mondo si iniziò.
 
                  
                  - E tutto agli
                  occhi miei divenne Poesia,
 
                  
                  - dalla brezza
                  gentile che fa stornir le foglie
 
                  
                  - al sibilo del
                  vento che tutto via si porta.
 
                  
                  - Poesia il suono
                  lontano di campane 
 
                  
                  - che interrompon
                  le parole del silenzio.
 
                  
                  - Poesia le grida
                  gioiose dei bambini 
 
                  
                  - intenti agli
                  antichi e pur attuali giochi.
 
                  
                  - Poesia il ronzio
                  degli insetti che tra i fiori volano
                  indefessi
 
                  
                  - Poesia la luce
                  dei colori che dipingono il Creato
 
                  
                  - e Poesia Sublime
                  esprime quella donna 
 
                  
                  - che nel tiepido
                  meriggio l'infante dolcemente culla
 
                  
                  - accompagnando il
                  lento movimento
 
                  
                  - con un'antica
                  nenia per farlo addormentare.
 
                  
                  - Il vago andar di
                  una nuvoletta
 
                  
                  - nell'immensità
                  del cielo è Poesia 
 
                  
                  - e lo sono il
                  canto del grillo e di un uccello 
 
                  
                  - e l'improvviso
                  fruscio che dall'erba scaturisce 
 
                  
                  - dal veloce
                  passaggio di un minuscolo sauro
 
                  
                  - che altrove il
                  sole va a cercare.
 
                  
                  - Oh se l'Uomo a
                  quella Fonte si potesse ancora
                  abbeverare!
 
                  
                  - Pensa Erato, di
                  magia vivrebbe, e non d'affari
 
                  
                  - che tutto ci fan
                  desiderare
 
                  
                  - e alla fine
                  rendon vuoto lo scopo della vita.
 
                  
                  - Erato, figlia di
                  Giove e Musa della Poesia, 
 
                  
                  - io supplice ti
                  chiedo:
 
                  
                  - "Per quella
                  Fonte, allor, insegnaci la via!"
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Maria
               Grazia Pietroletti
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Testamento
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Un fiore
                  rosso
 
                  
                  - a chi ha
                  cuore
 
                  
                  - di
                  fratello...
 
                  
                  - un fiore rosso
                  
 
                  
                  - a chi sente
                  forte
 
                  
                  - la
                  libertà....
 
                  
                  - un fiore rosso
                  
 
                  
                  - a chi
                  ricorda
 
                  
                  - il sangue
                  
 
                  
                  - di chi
                  lottò....
 
                  
                  - un fiore rosso
                  
 
                  
                  - come il
                  fuoco....
 
                  
                  - un fiore rosso
                  
 
                  
                  - come il
                  tramonto....
 
                  
                  - un fiore rosso
                  
 
                  
                  - come la
                  vergogna....
 
                  
                  - un fiore
                  rosso
 
                  
                  - come
                  l'amore...
 
                  
                  - A un fiore rosso
                  
 
                  
                  - un vento forte
                  
 
                  
                  - i petali
                  rubò...
 
                  
                  - Un fiore rosso
                  
 
                  
                  - nelle tue mani
                  
 
                  
                  - non
                  morirà....
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - Sara
               Pinelli
 
               
               -  
 
               
               - 3fari
               ortogonali-2mani
 
               
               - -1ora e 30
               minuti
 
               
               -  
 
               
               - Dietro il
               sipario
 
               
               - Respiri.
 
               
               - Fuori, sui
               palchi,
 
               
               - Pensieri.
 
               
               - 3 fari
               ortogonali
 
               
               - piovono
               olio giallo.
 
               
               - Variazioni
               Goldberg.
 
               
               - Innumerevoli
               dita
 
               
               - Come
               salmoni in scalata.
 
               
               - Punti
               interrogativi
 
               
               - Oltre la
               cortina di pupille.
 
               
               - "Sarà
               già a casa mia figlia?"
 
               
               - 2mani,
               pianoforte a coda lunga
 
               
               - Bach
 
               
               - E
               già lo spazio si sfonda.
 
               
               - Gocce,
               velluto, aghi.
 
               
               - "Mi
               ama?"
 
               
               - Velluto,
 
               
               - Velluto in
               abbondanza, velluto tantissimo, velluto
               troppo,
 
               
               - Qualche ago
               lo margina.
 
               
               - Variazioni
               Goldberg, Bach:
 
               
               - Tutto
               troppo romantico, sennò.
 
               
               - "Che noia
               questo plim plin, qualcuno mi vede se
               dormo?"
 
               
               - Aghi,
 
               
               - Aghi in
               caduta libera, aghi senza sosta e
               pungenti.
 
               
               - Variazioni
               Goldberg, Bach:
 
               
               - agopuntura
               collettiva.
 
               
               - "A quando
               rimando la depilazione?"
 
               
               - Gocce,
 
               
               - Gocce
               grandi come padelle, fitte come Tokyo, gocce
               inarrestabili.
 
               
               - Bach:
               variazioni Goldberg.
 
               
               - Platea,
               prim'ordine:
 
               
               - espugnati.
 
               
               - Ancora, per
               poco,
 
               
               - Salva
 
               
               - La
               galleria.
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
            
            
          | 
         
            
               - Alfonso
               Pollice
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Appello
                     
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Un
                  appello;
 
                  
                  - liberatemi
 
                  
                  - da queste
                  catene;
 
                  
                  - fatemi uscire
                  
 
                  
                  - da queste
                  strette mura,
 
                  
                  - fredde e
                  putride;
 
                  
                  - lasciate che
                  percorra
 
                  
                  - a piedi...
                  lentamente 
 
                  
                  - lunghi
                  corridoi
 
                  
                  - che non siano al
                  chiuso,
 
                  
                  - per
                  guardare
 
                  
                  - finalmente
                  
 
                  
                  - il creato
                  
 
                  
                  - non più
                  da queste sbarre
 
                  
                  - dietro le quali
                  son rinchiuso 
 
                  
                  - e dalle quali
                  
 
                  
                  - questo mondo
                  
 
                  
                  - m'appare a
                  scatti...
 
                  
                  - Ma non sono
                  io,
 
                  
                  - libero!
 
                  
                  - È
                  qualcosa...
 
                  
                  - dentro di me
                  
 
                  
                  - che reclama,
                  
 
                  
                  - che si sente
                  imprigionato 
 
                  
                  - e che pretende
                  di uscire.
 
                  
                  - Maledetta
                  timidezza!
 
                  
                  - Riuscirò
                  mai
 
                  
                  - a
                  vincerti,
 
                  
                  - per
                  liberare
 
                  
                  - questo io
                  
 
                  
                  - che ancora non
                  conosco!?
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - Elisabetta
               Rizzo
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Ricordo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Silenzio. Tempo.
                  Promesse. Parole.
 
                  
                  - Sogni.
                  Illusioni. Speranza. Paura.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il suono ritmato
                  dei miei passi
 
                  
                  - nella notte del
                  viale
 
                  
                  - si espande
                  intorno a me.
 
                  
                  - Nel silenzio
                  della luce dei lampioni,
 
                  
                  - un suono,
                  soffocato dal concerto giornaliero,
 
                  
                  - ora è
                  l'unica vita che batte.
 
                  
                  - Cammino avvolta
                  dall'irrealtà
 
                  
                  - eppure immersa
                  nel mondo,
 
                  
                  - in
                  me.
 
                  
                  - E in te,
                  
 
                  
                  - come silenziosa
                  notte,
 
                  
                  - mi circondi in
                  ogni cosa,
 
                  
                  - inconsapevole e
                  muto.
 
                  
                  - E tutto quello
                  che sento
 
                  
                  - sono i miei
                  passi,
 
                  
                  - alla ricerca
                  senza meta.
 
                  
                  - Tu non mi
                  ostacoli,
 
                  
                  - ma non mi
                  guidi.
 
                  
                  - Tu non mi
                  oscuri,
 
                  
                  - ma non mi
                  illumini.
 
                  
                  - Tu non ti
                  nascondi,
 
                  
                  - ma non ti
                  mostri.
 
                  
                  - Io
                  cammino.
 
                  
                  - Da
                  sola.
 
                  
                  -  
 
                  
                  3
                  luglio 2001  
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - Michele
               Rutigliano 
               
               
 
                     
                  
                  La sfera
                    
                  
                     
                  
                  La
                  sfera fu inventata da una strega  
                  
                  (ed
                  era trasparente), negli anni in cui la
                  Terra  
                  
                  aveva
                  garbo quasi di schiacciata e si   
                  
                  svagava
                  il Sole trotterellando  
                  
                  come
                  un arlecchino Poi la maliarda fu  
                  
                  pedinata
                  ed arsa  
                  
                  al
                  rogo, con l'accusa di spionaggio.  
                  
                  Ai
                  giorni nostri vuoi anche per
                  rispetto  
                  
                  del
                  Compasso, la Geometria Nazionale  
                  
                  te
                  l'appoggia come una mandrina  
                  
                  sopra
                  il Piano Orizzontale e la passa   
                  
                  e
                  la ripassa con l'inchiostro di
                  china.  
                  
                  A
                  parte però qualche sovrano
                  antico,  
                  
                  cui
                  gli resta ancora il vaneggio del
                  potere,  
                  
                  e
                  preferisce agguantarla  
                  
                  con
                  un colpo di mano, gran parte della gente
                    
                  
                  vuole
                  sia fatta di gomma per riprenderla a
                    
                  
                  calci
                  in un campo da gioco.  
                  
                     
                  
                  
                  
                   
                  
                    
                  
                     
                  
                  Che
                  cos'è una linea curva  
                  
                     
                  
                  La
                  linea curva   
                  
                  è
                  quella creatura dai lineamenti   
                  
                  gibbosi,
                  senza il chiodo   
                  
                  del
                  copione, con il complesso  
                  
                  dello
                  zerbinotto.  
                  
                  Si
                  rifiuta di esser serva   
                  
                  di
                  un righello tra rette  
                  
                  e
                  segmenti inquadrettati, perché non le va
                    
                  
                  di
                  fare il borghese.  
                  
                  Per
                  non essere dannata,  
                  
                  le
                  vien poi la smania di strusciare   
                  
                  ai
                  piedi di un compasso  
                  
                  come
                  un pivellino   
                  
                  e
                  far salamelecchi.  
                  
                  
                  
                   
                  
                    
                
               
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Giuseppe
               Sorrentino 
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - Vorrei...
 
               
               -  
 
               
               - quando il
               mio pensiero 
 
               
               - vaga nello
               spazio alla ricerca di te 
 
               
               - vorrei
               
 
               
               - assumere le
               sembianze dell'Alba per 
 
               
               - svegliarti
               dolcemente e sfiorare le mie 
 
               
               - labbra
               sulle tue. 
 
               
               - Vorrei
               
 
               
               - mentre
               cammini per strada assorta
 
               
               - dai tuoi
               pensieri 
 
               
               - assumere le
               sembianze del vento per 
 
               
               - accarezzare
               e sfiorare i tuoi capelli.
 
               
               - Vorrei
               
 
               
               - assumere le
               sembianze della pioggia per 
 
               
               - bagnare i
               tuoi bellissimi e stupendi occhi,
 
               
               - con piccole
               e delicate gocce a forma di cuore, per
               
 
               
               - donarti un
               sorriso
 
               
               - nei momenti
               di tristezza e solitudine.
 
               
               - Vorrei
               
 
               
               - vorrei che
               tu fossi felice ma
 
               
               - non lo
               sei,
 
               
               - perché
               io non sono vicino a te,
 
               
               - al tuo
               fianco e il mio cuore piange.
 
               
               - Piange
               calde lacrime perché 
 
               
               - sa di
               essere colpevole delle tue sofferenze
               e
 
               
               - solitudini
               che stupidamente ti procurai 
 
               
               - in un
               attimo di smarrimento.
 
               
               - Vorrei...
               
 
               
               - vorrei
               semplicemente essere vicino a te 
 
               
               - e
               dolcemente sussurrarti 
 
               
               - con un fil
               di voce:
 
               
               - "Ti Amo,
               mio dolcissimo Amore!"
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
            
            
          | 
         
            
                
               
               - Silva
               Tenenti Giorgi
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - Giano
 
               
               -  
 
               
               - Mi hai
               regalato
 
               
               - il flusso
               creativo
 
               
               - assopito da
               sempre,
 
               
               - dalla
               nascita,
 
               
               - chiuso in
               uno 
 
               
               - scrigno di
               ferro 
 
               
               - la chiave
               nuova
 
               
               - arrugginita
 
               
               - fatta
               sparire chissà 
 
               
               - da
               chi.
 
               
               -  
 
               
               - Da una vita
               precedente
 
               
               - arrivi;
 
               
               - ti
               presenti;
 
               
               - mi porgi la
               chiave 
 
               
               - invisibile.
 
               
               -  
 
               
               - Con
               semplicità 
 
               
               - hai
               dissolto la ruggine,
 
               
               - con un
               incanto 
 
               
               - hai unto la
               serratura ferruginosa,
 
               
               - senza
               forzarla.
 
               
               -  
 
               
               - L'attesa
               è stata lunga,
 
               
               - me ne sono
               accorta,
 
               
               - Santo del
               Giano Bifronte.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
 
             
            
            
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Roberto
               Velardi
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - L'addio alla
                     Lira
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - La vecchia, cara
                  lira è ormai in pensione, 
 
                  
                  - sfrattata dal
                  governo con la scopa,
 
                  
                  - che ha preso,
                  illuminata decisione,
 
                  
                  - di livellar
                  l'Italia con l'Europa.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'Euro che ci
                  vien ora propinato
 
                  
                  - che del suo nome
                  ancor non siamo avvezzi,
 
                  
                  - per molti il
                  maneggiarlo è complicato 
 
                  
                  - pel numero
                  elevato dei suoi pezzi.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - All'uopo, per
                  sveltir le operazioni, 
 
                  
                  - per toglier
                  degli errori a noi il timore,
 
                  
                  - il nostro
                  presidente Berlusconi
 
                  
                  - ci ha rifornito
                  di un convertitore
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Occorrerà
                  del tempo, questo è certo,
 
                  
                  - ma ognuno
                  finalmente avrà la quiete 
 
                  
                  - quando
                  senz'altro diverrà un esperto
 
                  
                  - anche sulle
                  minuscole monete
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Chiamarlo lira,
                  Euro, oppur Francesco 
 
                  
                  - non fà
                  cangiar la vita al poverello
 
                  
                  - che, come prima,
                  disadorno ha il desco
 
                  
                  - e in più
                  deve anche spremersi il cervello
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Seppur, quando
                  dall'Euro conquistati
 
                  
                  - sono sicuro che
                  una volta tanto 
 
                  
                  - pensando di
                  riviver gli anni andati 
 
                  
                  - rimembrerem la
                  lira con rimpianto.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
            
            
          | 
         
            
               - Sabina
               Zingerle
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Sirena
                     approda
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Nuvole di onde
                  
 
                  
                  - sconquassano la
                  riva
 
                  
                  - che s'anima e si
                  ravviva;
 
                  
                  - portan luce
                  all'ombre amare
 
                  
                  - che persone
                  derlitte
 
                  
                  - han seminato in
                  riva al mare.
 
                  
                  - Sirena approda a
                  notte fonda
 
                  
                  - sulla spiaggia
                  desolata,
 
                  
                  - mentre a squame
                  il corpo esile 
 
                  
                  - sferza impavido
                  la cresta
 
                  
                  - delle onde sue
                  ancelle;
 
                  
                  - alghe brune i
                  suoi capelli 
 
                  
                  - celan seni alti
                  e snelli.
 
                  
                  - Madreperle e
                  miti luci... 
 
                  
                  - fiera balza in
                  superficie 
 
                  
                  - ad incantare
                  mondi vili
 
                  
                  - ed ogni sogno
                  maledice
 
                  
                  -  
 
                  
                  - di chi ascolta e
                  ignaro cade
 
                  
                  - nella trappola
                  del canto,
 
                  
                  - che fatale si
                  diffonde
 
                  
                  - ed esiziale a
                  sé funesto lega,
 
                  
                  - mentre Orfeo
                  invano tenta
 
                  
                  - con la lira di
                  Bitonto 
 
                  
                  - di ridestare gli
                  Argonauti;
 
                  
                  - Ulisse invero
                  cera impone 
 
                  
                  - e di sé
                  il corpo lega 
 
                  
                  - ad un albeo
                  maestro.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Così
                  narrano leggende 
 
                  
                  - che portan nomi
                  a noi noti 
 
                  
                  - eppure volti
                  ancora ignoti;
 
                  
                  - ma noi bene
                  conosciamo 
 
                  
                  - i foschi volti
                  di chi arreca
 
                  
                  - dolore e danno
                  invano.
 
                  
                   
                  
                   
                
               
             
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          | 
      
      
         
            
               - Se
               non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
               direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100
 
             
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                  - 
                  
                  
 
                  
                  RISULTATI
                  DEI CONCORSI 
                  
                  - RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
                  mesi)
 
                  RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA DEL
                  CLUB 
                  E-Mail: concorsi@club.it
                   
                  
                  -  
 
                  
                  - Ins.
                  09-12-2003 
   
                
             
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