- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Poeti dell'Adda 2002
|
- Sommario
- Prefazione
a cura di Massimo Barile - Marco
Agazzi -
Michele
Ammirati -
Marco
Angella -
Laura Appignanesi - Andrea Assini - Elena Auddino -
Alessandro Bacci - Paola Barni - Filippo Barosi -
Michele Battaglia - Maria
Luisa Beck-Peccoz
Spanò
- Egidio Belotti - Antonina
Bezziccheri
- Massimiliano Bianchi - Fabio Burgay - Marco Buzzetti
- Federica Cabras - Paola Camino - Jenny Carbone -
Giuseppe
Carnabuci -
Franca Carta - Francesco Paolo Catanzaro - Salvatore
Celeste - Alice
Cimini -
Monica Cito - Cristiano Comelli - Wilmer Comin -
Mario
Pier Luigi Cottura
- Alessandra Crabbia - Franca
Cravino -
Sergio Cristofaro - Maria Antonietta D'Amici -
Andrea
Cannidrago -
Domenico De Palo - Monica
Di Genova -
Tommaso
Di Nallo -
Dino Dorsi - Giovanni
Esaltato -
Roberto
Fabris -
Sonia Faggian - Antonio
Falbo -
Diego Fantin - Grazia Fassio Surace - Cristina Finazzi
Verzeletti - Monica Fiorentino - Valentina Fonte -
Raffaella Frese - Marco Galvagni - Piergiorgio
Gambardella - Nando Giangregorio - Mariateresa
Giustiniano - Giuseppina Guglielmucci - Luca Isidori -
Patrizia
La Monica -
Maria Francesca Lisi - Silvo Luzietti -
Annalisa
Macchia Cioni
- Matilde Madrid Ciafardini - Laura Malinverni -
Enrico
Mancini -
Andrea Mancuso - Filippo
Mazzini -
Claudio Michelazzi - Davide Monti - Mauro Moretti -
Federico Nardi - Riccardo Nuziale - Antonio
Pamato -
Liliana Paparini - Rino Passigato - Fiorenza Perotto -
Giovanni Pesenti - Silvia Pizza - Nicola Pragliola -
Caterina
Pulita -
Francesco
Quacquarelli
- Laura Ranzi - Ermano Raso - Dario Ravasi - Donato
Rescio - Vittorio Ricci - Marilena Rimpatriato -
Gianpaolo
Ripamonti -
Angelo Rodà - Annunziata Romeo - Daniela
Rusconi - Francesco Sassetto - Paolo Scafetti -
Adriano Scandalitta - Giovanni Scilio - Ida Scioscioli
- Giada Sebastiani - Roberto Silleresi -
Gastone
Silletta -
Ombretta
Suardi -
Michele Succio - Elisabetta Tiberi - Ciriaco
Tiso -
Federico
Topa - Vanna
Valentini - Luigi Vento - Giuseppe Verdi - Cinzia
Vismara
-
-
-
- Antologia del Premio Poeti
dell'Adda 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 112 - Euro
18,00 - ISBN 88-8356-490-1
-
- Risultati
del concorso Poeti dell'Adda
2002
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-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- Questa antologia
non è altro che una testimonianza offerta dagli
Autori che con le loro composizioni hanno permesso la
- realizzazione del
concorso letterario I Poeti dell'Adda promosso
da Il Club degli autori.
- In queste liriche
possiamo ritrovare i ricordi inebrianti, le
immancabili illusioni, i sogni ad occhi aperti, gli
smarrimenti e le inquietudini, le speranze e le
sofferenze, le passioni e l'amore sublime: in estrema
sintesi la nostra vita. Emergono dai versi di questi
poeti le soggettive pulsioni per cercare di scavare
più a fondo, la necessità di
interpretare la realtà circostante oltre il
velo mutevole ed infingardo che ricopre la superficie,
il desiderio di raccontarsi in equilibrio tra un canto
d'amore e un sussurro emblematicamente malinconico.
Nella lettura di queste poesie ci si accorge che in
diversi autori è evidente una creatività
spontanea che sembra esplodere in modo così
violento da essere a fatica contenuta e limitata entro
un breve spazio di trentasei versi.
- Sono fotografie di
stati d'animo proiettate verso nuovi orizzonti e
rappresentano un flusso continuo di emozioni: in
alcuni casi inducono alla meditazione e riescono a
visualizzare immagini, a far percepire i profumi,
scorgere spiragli di luce, a far esplodere la passione
per la poesia e l'amore per una donna o un uomo: sono
tremenda miscela di una fascinazione senza
limiti.
- Nascono dal
sussurro e dall'urlo, dall'amore e dal dolore, dalla
fragilità e dalla forza, dal disincanto e
dallestasi.
- Un mondo poetico
che si fa canto d'amore, invocazione salvifica,
vertigine immane, grido liberatorio, comunione tra
anime erranti in questa vita.
-
Massimo
Barile
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Agazzi
-
- Girasole
-
- "Col vestito
più bello
- saluti il
sole
- Brillano d'oro
giallo
- i tuoi
petali
- nella luce che
ti accarezza
- Col viso
innamorato
- segui il
cammino
- della tua
stella
- E nella
sera
- reclinando il
capo
- sogni i
colori
- dipinti nei suoi
occhi".
-
-
- Paesaggio
-
- "Prato verde in
solitudine
- un pensiero
fatto di nuvole
-
- Il mio corpo
è un prato
- la mia mente
è il vento
-
- Sprofondo nello
spazio e penso,
- parte nel
paesaggio, vivo".
-
-
- Il
mare
-
- "Affacciato alla
finestra
- del mio
animo
- guardo il
mare:
- una grande
lacrima
- posata sulla
terra".
-
-
|
- Michele
Ammirati
-
- Opera 8a
classificata
-
- L'altrove
-
- Qui...
nell'altrove
- nella crespa
scia del fiume
- svanisce il
nostro esilio.
- L'ultima nota
del sole
- mesce oro ai
tuoi capelli.
- Una carezza
sfiora
- il capo
reclinato
- sulle mie
braccia tese
- al tanto che ci
manca.
- Ogni finestra
è schiusa
- su un dondolio
di foglie
- e affievolito
trema
- un sussurrio di
vento
- nei cuori
imprigionati.
- L'iride inarca
la torre
- con i tuoi
colori.
- Al mio, al tuo
tacere
- s'intona
l'assopente fiume
- e dall'insonne
bosco
- rincorre altri
silenzi
- nel deserto
borgo
- dal campanile
rosa.
- Un suono di
campana
- allenta le
catene.
- Il giorno
è quasi spento
- e non s'accora
il vento.
- L'ultima mia
foglia
- danza al tuo
desio
- e tu spargi
sull'acqua
- petali di
sogni,
- pulviscolo
dell'anima,
- volgenti verso
il mare.
- E come l'onda
remota
- fremi porgendo
il primo
- e l'ultimo tuo
bacio.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Angella
-
-
- Il piccolo
fratello
-
- Tu,
- grande
bambino,
- piccolo
uomo,
- scruti,
- fiutando,
- umane
sembianze
- dalla tua
luna.
-
- La
speranza?
- Scalfire il
ghiaccio
- con l'inchiostro
dei sentimenti!
-
-
- Madre
-
- Captare i
silenzi di un'assenza non voluta
- umanamente
interminabile
- Ghermire
immagini di un passato indelebile
- Trastullarsi tra
un sogno ed un incubo
- Abbeverarsi alla
fonte degli avi tra cumuli di polvere
- alla continua
ricerca di un mondo finito che tende
all'infinito
-
-
|
- Maria
Luisa Beck-Peccoz Spanò
-
-
- Matrimonio
-
- Staccati
- come due
alberi
- di una
barca
- attraversiamo
- gli
oceani
- sullo stesso
battello.
- Dimentichi di
noi
- presenti a noi
stessi.
-
- Una
musica...
-
- Alla
ricerca
- dei
sentimenti,
- alla ricerca
della nostalgia,
- alla ricerca
dell'amore,
- alla
ricerca
- di
te.
-
-
- Genova
-
- Calpesto,
- con passi tutti
nuovi,
- le mie orme
antiche,
- sui vecchi
marciapiedi sfiniti,
- baciati dal
vento.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Antonina
Bezziccheri
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Il
viaggio
-
- È un
pensiero che vola
- impercettibile
- aldilà
del mio muro
- Raggiunge
l'oltre
- Mi sono
arrampicata
- sulla scala dai
pioli rotti
- Ho guardato
dall'alto
- Lo specchio
infranto
- ha riflesso
pezzi di me
- L'acqua ha
cerchiato l'immagine
- Il sasso l'ha
dissolta
- Ho sporcato
le mani
- Lo
sai
- Le ho
infangate
- Ho
scavato
- Ho respirato la
terra
- dal suo
profondo
- dove la
vita
- depone il suo
scarto
- Dove dallo
scarto
- rinasce la
vita
- T'ho guardata
curiosa
- crosta
- Di
traverso
- Al limite
- tra il sopra
e il sotto
- E mi sei
piaciuta
- E quel
pensiero
- Corre nei boschi
umidi di muffe
- Arranca la
montagna
- Affonda la
palude
- Scorre tra
gli zampilli
- E trova la sua
quiete nella valle
- Come l'acqua
indomita del ruscello
- Che muore la
sua corsa irrefrenabile
- Nel lago fermo
in fondo alla cascata.
-
-
|
- Giuseppe
Carnabuci
-
- Certezze
-
- Chiedono
- un sorriso di
corolle
- agli inganni di
stagione
- petali
sfaldati.
-
- Implorano
- conferma
- al cuore stanco
di sognare
- vecchie
malinconie.
-
- Nei cigli degli
alberi
- mute
ombre
- spiano,
- come in una
favola spenta
- fuori dal
tempo,
- che chiede
asilo
- in maglie di
certezza
- ad un'assonata
stanchezza
- verso sogni
reali.
-
- Fremiti di
farfalle
- scuotono
- un'aria greve di
passi,
- nascosti in
brughiere sotterranee
- che ospitano
rimorsi
- per strade
perdute,
- tra macchie
compatte
- senza certezza
d'un orizzonte.
-
- Solo piccoli
respiri
- svelano insieme
un tracciato
- tra le scommesse
delle attese,
- tra le altalene
della paura.
-
- Nel traguardo
che un'alba vicina
- bagna d'un lieve
sorriso.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Alice
Cimini
-
- Rosso
-
- Rosso,
intensa emozione
- Di un caldo
ricordo,
- spazi
infiniti di lontane passioni,
- vita che
passa
- nel tempo
irreale.
- Rosso, come
labbra femminili
- Che vivono
per amare,
- terra che
brucia sotto il sole d'estate,
- mani che a
sé stringono speranze
perdute.
- Rosso,
l'orizzonte perduto,
- Che nulla
dice e tutto dà.
- Mentre noi,
fragili creature
- Di un
eterno avvenire
- Di rosso
tingiamo
- La vita,
che silenziosa,
- parla di
tutti i grandi Amori.
-
-
|
- Mario
Pier Luigi Cottura
-
-
- Venere
-
- Venere
Ondata
- Spruzzo alle
ciglia
- Col mare alle
stelle
- Pelle
rivelata.
- Io so dove
è nata
- Come squarcio
morbido
- Alla natura
nuda
- Asciugata la
guancia
- Al vento
insospettato
- leggero passo
accarezzato
- Allo scoglio
impazzito
- Non so
più dove mi nasconde la notte.
-
- Città
grigia
-
- Strada
graffiata
- da profondi
solchi,
- squarci e
immondizie.
- Risuona cupo
lamento,
- suono sordo di
carcere vuoto.
- Sassi
nascosti
- all'occhio del
mondo,
- palazzi molli in
sconforti racchiusi,
- simboli cavi di
pallide lussurie.
-
- Il viso non
più antico,
- anima scavata
sul volto osseo di passanti;
- è la
città grigia e solenne,
- fossile
ricoperto di carta e pioggia.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Antonio
Pamato
-
- Luce del nuovo
spirito
-
- Un giorno
verrà
- che la Luce
ritornerà...
- Il polline
dell'odio
- più non
volteggerà
- nella brezza
dell'aria
- e, pace ci
sarà.
- Vinta la
sofferenza,
- il mondo
amerà
- quel fortunato
giorno.
- Allora, si
potrà
- prendere per
mano
- i bambini, e si
godrà...
-
- Sole che
sale...
-
- Sole
- che
sorgi
- al
nuovo
- giorno,
- guarda
- benigno
- questa
povera
- anima.
- Con te
- si
riscalda
- vive.
-
-
- Risveglio
dell'anima
-
- Ognuno
solo
- sta,
- al
risveglio
- dell'anima,
- con un
filo
- di
speranza.
- Nell'incedere
- dell'aurora
- è
subito
- un
giorno.
- di
sole.
-
|
- Franca
Cravino
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Inverno del
cuore
-
- Cristalli
di ghiaccio
- dentro di
me
- come
sterile terra
- spaccata e
bruciata
- da
implacabile gelo.
- Nulla mi
scuote
- o
m'attrae:
- della tua
morte il ricordo
- ogni giorno
ferisce,
- inaridendo
i sogni.
- Ma
forse
- scioglierà
l'inverno del cuore
- il pianto
pacato
- che, lento,
nel tempo
- attenua il
dolore.
-
- Pensiero
-
- Vaga nel
subconscio,
- frantumato
e represso,
- un
pensiero
- dall'animo
estraniato.
- Ed ecco
riemerge un attimo
- sospeso nel
vuoto:
- una
spiaggia bianca e deserta
- ali
trasparenti
- volo di
gabbiani
- strette di
mano
- un pianto
dirotto.
- Frammenti
insinuati
- tra le
pieghe dei ricordi
- che
affiorano e svaniscono
- come i
sogni sfuggenti
- nella
memoria confusa.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Andrea
Cannidrago
-
- Malinconia
-
- Mesto
pensier,
- cagion
possente
- d'intenso
vuoto
- che ragion
tormenta.
-
- Brivido
grave
- d'animo
prostrato,
- all'intimo
angosciar
- tempo
s'attrista.
-
- Miser
rimpianto
- d'incompiuto
gesto,
- inutile
vivrà
- dolor
venturo.
-
- Potea e non
fu,
- felicità
disciolta
- inonda
l'illusion
- e il soffri
culla.
-
-
- Pianto
d'amore
-
- Gocce
ruggenti
- lacrime mai
arse
- tumultuoso
soffrir
- nel cor
s'accende.
-
- Accoda il
tempo
- e pensier
struggente
- lenir non
sanno
- dell'animo gli
abissi.
-
- Amore, amore,
amor
- giammai
s'arrende
- affretta il
palpitar
- e ardor
s'infiamma.
-
-
|
- Monica
Di Genova
-
- Opera 4a
classificata
-
-
- Il tuo corpo
turbato...
-
- Il tuo corpo
turbato
- graffia
- le pareti
vive
- del mio
rifugio
-
- è
l'implorante danza
- delle tue
labbra
- a mordere le
vesti leggere
- del mio
capriccio
-
- la ridda
inquieta
- delle tue
membra
- a celebrare il
mio peccato.
-
- Il vizio nudo
dei tuoi gesti
- è la mia
schiavitù,
-
- la mia
liberazione
- è il tuo
impeto.
-
- Ascolto
- le mie
ossa
- invocare
- le tue
ossa
- d'invadermi
-
- e
incoscienti
- affondare
- nell'odore
intimo
- dei tuoi
baci.
-
- È
amore
- il naufragio dei
miei sensi.
- È
adorazione
- l'approdo dei
tuoi sussulti.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Tommaso
Di Nallo
-
- Nella notte
eterna...
-
- Nella notte
eterna
- serrato nella
casa di pietra
- come mi sarebbe
dolce
- - Ogni tanto
-
- allungare la
mano
- e ritrovare le
tue care dita...
-
-
- Una
mammina
-
- Una mammina
giovane
- Col figlioletto
in braccio;
- un giovinetto
padre
- con la figliuola
in mano:
- viste
deliziose,
- quadri
d'eternità.
-
-
-
- Un figlio ha la
mamma
-
- Un figlio ha
la mamma,
- una mamma il
figlio;
- lo sposo ha la
sposa,
- la sposa lo
sposo;
- l'amante ha
l'amante:
- - Ognuno al
mondo ha qualcuno. -
- Ma tu,
vecchio,
- povero
vecchio,
- chi
hai?
-
- In fondo al
cassone
-
- In fondo al
cassone,
- sdrucito
lacero
- ho ritrovato uno
scialle;
- ci si avvolgeva
essa
- e
ricordo
- ci avvolgeva
me
- quando era
malato.
- Odorava
ancora...
-
-
-
|
- Giovanni
Esaltato
-
- Neri
raggi
-
- Se le tenebre ti
avvolgono
- quando il
dì va sul finir,
- quando il freddo
autunnal ti vibra gli arti
- e il tempo
pensier stanno a scandir,
- e tanto male
all'animo possono farti,
- forse Stella
può scaldarti
- quasi a caso a
gioco quasi:
- allegra gira
nelle fasi
- qua e là
per un dolor
- centrifuga
felicità
- nella Galassia
dell'Amor
- - vien dal ciel
di Romania
- pare proprio una
Cometa
- Ah! Se potessi
farla mia!
- Ma inver
chissà se ha meta -
- Come chiamarti
se tutto in fretta
- nel lacrimar ti
ho scoperta
- - uno sette
aggiungo un otto? -
- Irradi gioia
sopra e sotto,
- neri raggi neri
neri
- ma luminosi e
sorridenti
- - trottolina -
bianchi i denti
- accovacciata poi
ti allunghi
- braccia e gambe
i tuoi capelli
- allegri allegri
tanto belli...
- bu bu
bu!
- Ridi ridi triste
ridi ragazzina
- lunga lunga
intelligente sbarazzina
- Tu sei Tu sei
solo Alina...
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Roberto
Fabris
-
- Esilio
-
- Innocente
è la notte,
- e innocente
è il mare
- incrociato di
venti
- e di
gabbiani:
-
- alti, muti
voli
- - di esilio e di
condanna,
- rimpianto
proteso...
-
- A pietra
muro
-
- A pietra
muro.
- Ma è
vano, e lo sai.
- Ogni giorno
tramonta il sole,
- e le stelle
sono.
- Infinite.
- Ma presto non
saranno,
- e tu fra un
attimo.
-
- Viale terza
armata
-
- I rami erano
puliti e onnipotenti,
- così il
viale in salita, in silenzio,
- come l'aria
immobile che
- circondava ogni
domanda, per
- quanti passi io
compissi stretto
- tra le case e le
stanze, e i volti
- di chi allora
sorrideva e parlava
- come se l'estate
fosse ogni cosa.
-
|
- Antonio
Falbo
-
-
- La città
è andata
-
- Le strade che
andranno
- Con le genti
già andate,
-
- qualcuno le
sente...
- e ci spinge
lontano:
- "Vecchia
città" inizia a cantare.
-
- È lunga
di collo
- ha strette le
dita,
- dà calci
di luce a chi ha fatto la strada.
-
- - Scoperti sui
tetti -
- - Seguiti dai
cani -
- ...:"Vecchia
città" continua a cantare!
- Che si
addormentano stanchi i quartieri la
sera
- e gli uomini in
nero
- hanno già
venduto ogni santo;
-
- - ma non canta
per loro -
- - non canta per
me -
-
- canta per
tutti,
- dal bar nella
via
- alle soffitte
del centro.
-
- L'ultima casa
è svanita via lenta
- e due gocce di
gioia
- hanno invaso il
motore...
- quel gran "bel
bordello"
- sta serrando il
portone.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Patrizia
La Monica
-
- Un
gabbiano
- si libra leggero
nell'aria
- e da
lassù scorge un punto
- sulla
scogliera.
- È una
donna,
- a cui il vento
fresco
- accarezza il
viso e scompiglia i capelli.
- Gli schizzi di
mare
- le hanno bagnato
il vestito.
- Si scorge il suo
petto, dolci forme
- e
dentro
- i suoi
sogni,
- sogni che
lei
- non è
più capace
- di
sognare.
- Sogni che le
esplodono dentro.
- Com'è
possibile che un punto
- possa contenere
tutto questo
- universo di
sentire?
- Lei è
lì,
- forse vorrebbe
essere un gabbiano
- che si libra
leggero nell'aria,
- ed
ecco,
- diventa un
gabbiano,
- si lancia in un
volo senza fiato
- dalla
scogliera,
- ma non riesco a
vedere
- se ci sono le
ali.
-
- Guizzo
improvviso,
- irresistibile
desiderio,
- grido dal
silenzio:
- nasce
poesia.
-
-
|
- Annalisa
Macchia Cioni
-
-
- Oltre la siepe di
rose antiche
-
- Oltre la siepe
di rose antiche
- fiorite e
spinose,
- ciuffi d'erba e
zolle frantumate.
- Più su,
allineati,
- filari di viti
attorcigliate
- e olivi
nodosi.
- Si arrampicano,
in alto, i cipressi
- e tingono
d'ombra
- un arido
sentiero sterrato.
- Sembrano
indicare
- le sagome pulite
dei colli.
- Crinali di
monti
- chiudono allo
sguardo l'orizzonte.
-
- Maestoso
illusorio confine
- che ci assegna a
uno spicchio di mondo
- e definisce
tutto intorno
- una barriera,
uno scudo di cielo
- su cui l'occhio
stanco si arresta
- prima di
perdersi nell'universo.
-
- Piccola boccia
trasparente,
- curioso souvenir
da rovesciare
- nell'attesa di
pazza neve
- o di fiori
sparpagliati dal vento...
- finché,
nel silenzio, all'interno,
- lentamente tutto
si ricompone.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Enrico
Mancini
-
- Radici
-
- Viottola
solitaria
- ricca di orme a
me familiari
- care dolci,
silenziose
- testimoni di
vite consumate
-
- Lasciati
percorrere
- emana gli
antichi profumi
- scopri le
profonde radici
- che nascondi in
te
-
- Anche tu
sai
-
- Non sono ancora
morte
- il ricordo le
rende vive come allora
- forti, l'amore
che le abbraccia
-
25
febbraio 2002
-
-
-
|
- Filippo
Mazzini
-
- Sete
rosa
-
- No, questa luce
non è come l'acqua,
- e non mi
servirà una barca a remi.
- Neppure acceca:
piuttosto mi permea
- di siccitose
certezze di morte -
- non già
la mia, perché vivo, e se vivo!
- io nel mio
tempio di tempo, di attesa
- brulla -, di
avare verità; si spacca
- gemendo sangue
che brucia incolore
- la terra madre e
regina ai miei piedi
- quasi che
agonizzasse della mia
- stessa
sconfitta; le dono una goccia
- di lacrime e
sudore, di fatica
- vana e
rimpianto, e la lastra del cielo
- metallico ed
immobile, rovente
- tetto di intatta
superbia, in un attimo
- se ne ubriaca, e
madida di azzurri
- umori, intrisa
di illusione, oscilla
- come a versare
una pietà tardiva,
- ma altrove, voce
sognata, miraggio.
- Non
pioverà dalla mia ombra scura
- che un nuovo
giorno senza amore, vuota
- malinconia
d'estate; è sera e bagna
- di nulla il sole
e sete rosa il mondo.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Caterina
Pulita
-
-
- Se il tempo
c'è, il limite è il nostro
amore.
-
- Anima mia, dove
vai?
- Prima del tuo
amore, il vuoto immenso abbracciai.
- Non ti
limiterò, ti lascerò andare, ma
vattene piano piano, senza rumore,
- affinché
la fiamma ardente del mio cuore si possa spegnere
lentamente.
- Non trovo pace,
lo strazio è tale che vorrei strapparmi il
cuore dal petto.
- Scivolai
nell'abisso più tetro e persa in questo
oblio,
- il mio cuore
pianse lacrime di sangue.
- La tua immagine
è impressa a fuoco indelebilmente nella mia
mente.
- La luce ti
attraversa, percorrendo il sentiero oscuro del
giardino della tua vita.
- Chiudendo gli
occhi, vedo un mondo parallelo a
questo,
- senza pianti,
né dolori. Tutto diviene amore.
- Cieco del tuo
egocentrismo, non vedi il frutto dell'amore
mio.
- La luce
raggiante dei miei sentimenti, è pari a
quella del sole.
- Il mistero
enigmatico presente in te, è pari a quello
della luna.
- Lascia che i
nostri corpi si fondano come in una perfetta
eclisse.
- Umiliazione
unica è non sentirti in me.
- La mia anima non
riposa, stanca di questa afflizione.
- In fondo ti ho
chiesto solamente una briciola del tuo
amore,
- che per me
rappresenta l'eternità.
- Amore di cui ti
vergogni. Amore che non dai.
- La mia sete non
si placa, è smarrita nel
deserto.
- L'odore
sprigionato dalla natura dopo la pioggia è
forte
- perché
impone la sua esistenza.
- Quell'odore
è il profumo della vita.
- La vita che
fiorisce, stretta in mezzo a noi.
- Vento di
passione struggente soffia forte e portami via con
te.
- Mi manchi, fingo
di star bene, ma non è
così.
- Niente è
come prima, niente ha significato.
- Tutto tace,
dolore e gioia un tutt'uno.
- Il fulmine che
squarcia il cielo è pari ad un pugnale
conficcato nel mio cuore.
- Stanotte non
dormirai e non saprai il perché.
- Cambierai i tuoi
sentimenti, ti accorgerai di amarmi
- asciugandoti una
lacrima che scivola dal tuo viso
- guardando il mio
corpo privo di ogni sentimento.
- Oggi sono morta.
Domani rinascerò.
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ALL'INDICE
|
- Francesco
Quacquarelli
-
- Opera 1a
classificata
-
- Caffè
amaro
-
- Nascosto da un
paio di occhiali scuri,
- inganno me
stesso e la mia voglia di
serenità,
- mentre consumo
un caffè amaro
- seduto in un bar
della mia Milano.
-
- Non mi riconosco
comune nella gente,
- tutto dorme nel
vuoto dei miei perché
- e tutto tace nel
volo dei miei colombi amici,
- mentre colorano
di grigio tutta la piazza.
-
- Nessun rispetto
o fusa per un vecchio stanco,
- nessun rispetto
per un costruttore del passato,
- nessuna
pietà per un uomo moderno come gli
antichi.
-
- Una moneta nuova
confonde un mio vecchio vizio,
- due sigarette
con il caffè dopo un falso
pranzo
- è il
prezzo del disgusto per uccidere la
noia.
-
- Sono finite le
vibranti serate di gente ancor
pensante,
- ora vedo solo
donne metà uomo e metà
pesce,
- impegnate in una
guida a fari spenti
- commercianti di
un sorriso bagnato di rossetto e
pianto.
-
- Non potrò
mai morire sereno sul mio letto,
- se non
guarderò felice il futuro di tutti i miei
nipoti,
- saranno schiavi,
per adesso, dei tatuati dal denaro.
-
- Sono assalito da
nuvole di insetti e di formiche,
- nessuno di voi
aiuta questa quercia Milanese,
- che a rami
aperti verso il cielo, disegna a terra,
- l'ombra di un
grande crocifisso.
-
- Ormai è
tardi e devo andare a messa,
- mentre
consapevole salto dal giorno alla
notte,
- ingiallendo in
una foto del mio tempo.
-
|
- Gianpaolo
Ripamonti
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Alla cascata delle
libellule
-
- Una lacrima
percorre le guance
- del mio
viso
- quando il
pensiero si spinge
- alla cascata
dell'acqua oleosa,
- al limitare
meridionale del bosco,
- dove,
bambino,
- sentii il fresco
stormire del vento,
- primizia del
bello,
- scuotere le
verdi fronde
- ed allungarsi
protettivo,
- sulle acque
chiare e sincere
- del
torrente
- che,
scrosciando,
- riversava a
valle
- spruzzi
argentei,
- sino a
scalfire
- voli di
libellule leggere
- adornando,
- di spettacolo il
quotidiano.
-
- Cola inoffensivo
il pianto
- nel lido dei
ricordi,
- ormai
contaminato,
- gemendo
- tra i profumi
del bosco
- alla ricerca
d'una stretta
- sincera
- della mano
dell'uomo
- per
restaurare
- gli antichi
splendori
- di una
giovinezza
- forse,
perduta
- per
sempre.
|
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TORNA
ALL'INDICE
|
- Gastone
Silletta
-
- Opera 7a
classificata
-
-
- Turbamenti
-
- Nemmeno il tempo
avrà ragione di te
- Né le tue
labbra potranno dirmi addio
- Infinite
traiettorie nel mio cuore senza nome
- A confonder la
mia mente insolente
- Quale spazio di
un'effimera eternità
- Può
bastare a contenere le tue mani
- Dove io mi sono
intimamente chiuso
- Scegliendo la
tua pelle come mia prigione
- Nei tuoi occhi
il mio amore mi rincorre
- Divorando le mie
fragili ossa
- E un sorriso ad
inchiodare i miei pensieri
- Profumando del
tuo odore la mia anima
- Fingere vorrei
una difesa
- Ma il mio cuore
è troppo debole per te
- Così
lucida nel togliermi il respiro
- Maledetto amore
mio
|
- Ombretta
Suardi
-
-
- Presente
-
- Siamo
così convinti
- del nostro
potere,
- da sfidare la
morte.
-
- Una
battaglia
- fra emozioni e
sentimenti.
-
- Una
guerra...
- Dei
morti...
- E solo
sofferenza!
-
-
- Triangolo
-
- Primo lato:
- La mia
gioventù - Linea Retta
- Angolo
- Secondo
lato:
- La mia
vita adulta - Linea Retta
- Angolo
- Terzo lato:
- La mia
vecchiaia - Linea Retta
- Angolo
- Quarto lato:
- La mia
morte - Il Nulla
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Ciriaco
Tiso
-
- Vedere in
oltre
- (In ultra
videre)
-
- Luce
riflessa
-
- O
stagione
- Di luce
riflessa
- In colori
saporosi e celesti
-
- Deh mostrami,
prego, se morte se vita consente,
-
- Volti segreti di
lune
- Baratri
oceanici
- Domini
d'arcobaleni
-
- Nuovi sentieri a
seguire, con castelli.
-
-
-
- Ritratto
gotico
-
- Aveva due
zaffiri
- Per occhi -
occhi grandi
- pieni di
niente
- E di sera
piangeva chiedendo la
Lu
na
- Aveva occhi
lucenti - occhi di sogno
- color viola,
vita
- Sottile
increspata d'argento, labbra
- Rosse come
melagrana
- E lasciandomi al
vento porgeva la
Ma
no.
-
-
-
- Autostrade
-
- Finestre
verdeggianti di gialli solari
- E
floreali
- Aperte su
grigiori interminabili d'asfalto
- Strisce
bianche
- strisce
rosa
strisce
d'oro
- Nere ferite su
fiori di catrame con balaustre
- A lamiere
argentate
- Ombreggianti
passaggi crudeli d'amore: e morte.
-
|
- Federico
Topa
-
-
- Consapevolezza
- di nuvole
grigie
- adagiate
- su lacrime di
papavero,
- deterge
- la fronte di un
pensieroso
operaio
di farro.
- Spettri
innalzati
- su congetture
d'arcano,
- flettono
venti
- d'antichi
desideri assopiti.
-
- Lasciare una
traccia
- dentro il
mare,
- ascoltando
- l'onda che
s'infrange
- monotona nella
sabbia.
- Lasciare una
traccia nel cuore
- per riascoltare
la risacca del respiro.
- Ascoltare
- il vento di una
via bianca
- che ti ricorda
un amore
- e ti
riporta
- in un cielo
stellato.
-
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- Ins.
05-06-2003
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