Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Poeti dell'Adda 2002

Sommario
Prefazione a cura di Massimo Barile - Marco Agazzi - Michele Ammirati - Marco Angella - Laura Appignanesi - Andrea Assini - Elena Auddino - Alessandro Bacci - Paola Barni - Filippo Barosi - Michele Battaglia - Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Egidio Belotti - Antonina Bezziccheri - Massimiliano Bianchi - Fabio Burgay - Marco Buzzetti - Federica Cabras - Paola Camino - Jenny Carbone - Giuseppe Carnabuci - Franca Carta - Francesco Paolo Catanzaro - Salvatore Celeste - Alice Cimini - Monica Cito - Cristiano Comelli - Wilmer Comin - Mario Pier Luigi Cottura - Alessandra Crabbia - Franca Cravino - Sergio Cristofaro - Maria Antonietta D'Amici - Andrea Cannidrago - Domenico De Palo - Monica Di Genova - Tommaso Di Nallo - Dino Dorsi - Giovanni Esaltato - Roberto Fabris - Sonia Faggian - Antonio Falbo - Diego Fantin - Grazia Fassio Surace - Cristina Finazzi Verzeletti - Monica Fiorentino - Valentina Fonte - Raffaella Frese - Marco Galvagni - Piergiorgio Gambardella - Nando Giangregorio - Mariateresa Giustiniano - Giuseppina Guglielmucci - Luca Isidori - Patrizia La Monica - Maria Francesca Lisi - Silvo Luzietti - Annalisa Macchia Cioni - Matilde Madrid Ciafardini - Laura Malinverni - Enrico Mancini - Andrea Mancuso - Filippo Mazzini - Claudio Michelazzi - Davide Monti - Mauro Moretti - Federico Nardi - Riccardo Nuziale - Antonio Pamato - Liliana Paparini - Rino Passigato - Fiorenza Perotto - Giovanni Pesenti - Silvia Pizza - Nicola Pragliola - Caterina Pulita - Francesco Quacquarelli - Laura Ranzi - Ermano Raso - Dario Ravasi - Donato Rescio - Vittorio Ricci - Marilena Rimpatriato - Gianpaolo Ripamonti - Angelo Rodà - Annunziata Romeo - Daniela Rusconi - Francesco Sassetto - Paolo Scafetti - Adriano Scandalitta - Giovanni Scilio - Ida Scioscioli - Giada Sebastiani - Roberto Silleresi - Gastone Silletta - Ombretta Suardi - Michele Succio - Elisabetta Tiberi - Ciriaco Tiso - Federico Topa - Vanna Valentini - Luigi Vento - Giuseppe Verdi - Cinzia Vismara
 

 
Antologia del Premio Poeti dell'Adda 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 112 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-490-1

Risultati del concorso Poeti dell'Adda 2002

 
Come avere l'antologia
Prefazione
Questa antologia non è altro che una testimonianza offerta dagli Autori che con le loro composizioni hanno permesso la
realizzazione del concorso letterario I Poeti dell'Adda promosso da Il Club degli autori.
In queste liriche possiamo ritrovare i ricordi inebrianti, le immancabili illusioni, i sogni ad occhi aperti, gli smarrimenti e le inquietudini, le speranze e le sofferenze, le passioni e l'amore sublime: in estrema sintesi la nostra vita. Emergono dai versi di questi poeti le soggettive pulsioni per cercare di scavare più a fondo, la necessità di interpretare la realtà circostante oltre il velo mutevole ed infingardo che ricopre la superficie, il desiderio di raccontarsi in equilibrio tra un canto d'amore e un sussurro emblematicamente malinconico. Nella lettura di queste poesie ci si accorge che in diversi autori è evidente una creatività spontanea che sembra esplodere in modo così violento da essere a fatica contenuta e limitata entro un breve spazio di trentasei versi.
Sono fotografie di stati d'animo proiettate verso nuovi orizzonti e rappresentano un flusso continuo di emozioni: in alcuni casi inducono alla meditazione e riescono a visualizzare immagini, a far percepire i profumi, scorgere spiragli di luce, a far esplodere la passione per la poesia e l'amore per una donna o un uomo: sono tremenda miscela di una fascinazione senza limiti.
Nascono dal sussurro e dall'urlo, dall'amore e dal dolore, dalla fragilità e dalla forza, dal disincanto e dallestasi.
Un mondo poetico che si fa canto d'amore, invocazione salvifica, vertigine immane, grido liberatorio, comunione tra anime erranti in questa vita.
 

Massimo Barile


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Marco Agazzi
 
Girasole
 
"Col vestito più bello
saluti il sole
Brillano d'oro giallo
i tuoi petali
nella luce che ti accarezza
Col viso innamorato
segui il cammino
della tua stella
E nella sera
reclinando il capo
sogni i colori
dipinti nei suoi occhi".
 

Paesaggio
 
"Prato verde in solitudine
un pensiero fatto di nuvole
 
Il mio corpo è un prato
la mia mente è il vento
 
Sprofondo nello spazio e penso,
parte nel paesaggio, vivo".
 

Il mare
 
"Affacciato alla finestra
del mio animo
guardo il mare:
una grande lacrima
posata sulla terra".
 

Michele Ammirati
 
Opera 8a classificata
 
L'altrove
 
Qui... nell'altrove
nella crespa scia del fiume
svanisce il nostro esilio.
L'ultima nota del sole
mesce oro ai tuoi capelli.
Una carezza sfiora
il capo reclinato
sulle mie braccia tese
al tanto che ci manca.
Ogni finestra è schiusa
su un dondolio di foglie
e affievolito trema
un sussurrio di vento
nei cuori imprigionati.
L'iride inarca la torre
con i tuoi colori.
Al mio, al tuo tacere
s'intona l'assopente fiume
e dall'insonne bosco
rincorre altri silenzi
nel deserto borgo
dal campanile rosa.
Un suono di campana
allenta le catene.
Il giorno è quasi spento
e non s'accora il vento.
L'ultima mia foglia
danza al tuo desio
e tu spargi sull'acqua
petali di sogni,
pulviscolo dell'anima,
volgenti verso il mare.
E come l'onda remota
fremi porgendo il primo
e l'ultimo tuo bacio.


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Marco Angella
 
 
Il piccolo fratello
 
Tu,
grande bambino,
piccolo uomo,
scruti,
fiutando,
umane sembianze
dalla tua luna.
 
La speranza?
Scalfire il ghiaccio
con l'inchiostro dei sentimenti!
 

Madre
 
Captare i silenzi di un'assenza non voluta
umanamente interminabile
Ghermire immagini di un passato indelebile
Trastullarsi tra un sogno ed un incubo
Abbeverarsi alla fonte degli avi tra cumuli di polvere
alla continua ricerca di un mondo finito che tende all'infinito
 

Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
 
Matrimonio
 
Staccati
come due alberi
di una barca
attraversiamo
gli oceani
sullo stesso battello.
Dimentichi di noi
presenti a noi stessi.

Una musica...
 
Alla ricerca
dei sentimenti,
alla ricerca della nostalgia,
alla ricerca dell'amore,
alla ricerca
di te.
 

Genova
 
Calpesto,
con passi tutti nuovi,
le mie orme antiche,
sui vecchi marciapiedi sfiniti,
baciati dal vento.
 


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Antonina Bezziccheri
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Il viaggio
 
È un pensiero che vola
impercettibile
aldilà del mio muro
Raggiunge l'oltre
Mi sono arrampicata
sulla scala dai pioli rotti
Ho guardato dall'alto
Lo specchio infranto
ha riflesso pezzi di me
L'acqua ha cerchiato l'immagine
Il sasso l'ha dissolta
Ho sporcato le mani
Lo sai
Le ho infangate
Ho scavato
Ho respirato la terra
dal suo profondo
dove la vita
depone il suo scarto
Dove dallo scarto
rinasce la vita
T'ho guardata curiosa
crosta
Di traverso
Al limite
tra il sopra e il sotto
E mi sei piaciuta
E quel pensiero
Corre nei boschi umidi di muffe
Arranca la montagna
Affonda la palude
Scorre tra gli zampilli
E trova la sua quiete nella valle
Come l'acqua indomita del ruscello
Che muore la sua corsa irrefrenabile
Nel lago fermo in fondo alla cascata.
 

Giuseppe Carnabuci
 
Certezze
 
Chiedono
un sorriso di corolle
agli inganni di stagione
petali sfaldati.
 
Implorano
conferma
al cuore stanco di sognare
vecchie malinconie.
 
Nei cigli degli alberi
mute ombre
spiano,
come in una favola spenta
fuori dal tempo,
che chiede asilo
in maglie di certezza
ad un'assonata stanchezza
verso sogni reali.
 
Fremiti di farfalle
scuotono
un'aria greve di passi,
nascosti in brughiere sotterranee
che ospitano rimorsi
per strade perdute,
tra macchie compatte
senza certezza d'un orizzonte.
 
Solo piccoli respiri
svelano insieme un tracciato
tra le scommesse delle attese,
tra le altalene della paura.
 
Nel traguardo che un'alba vicina
bagna d'un lieve sorriso.
 
 


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Alice Cimini
 
Rosso
 
Rosso, intensa emozione
Di un caldo ricordo,
spazi infiniti di lontane passioni,
vita che passa
nel tempo irreale.
Rosso, come labbra femminili
Che vivono per amare,
terra che brucia sotto il sole d'estate,
mani che a sé stringono speranze perdute.
Rosso, l'orizzonte perduto,
Che nulla dice e tutto dà.
Mentre noi, fragili creature
Di un eterno avvenire
Di rosso tingiamo
La vita, che silenziosa,
parla di tutti i grandi Amori.
 

Mario Pier Luigi Cottura
 
 
Venere
 
Venere Ondata
Spruzzo alle ciglia
Col mare alle stelle
Pelle rivelata.
Io so dove è nata
Come squarcio morbido
Alla natura nuda
Asciugata la guancia
Al vento insospettato
leggero passo accarezzato
Allo scoglio impazzito
Non so più dove mi nasconde la notte.

Città grigia
 
Strada graffiata
da profondi solchi,
squarci e immondizie.
Risuona cupo lamento,
suono sordo di carcere vuoto.
Sassi nascosti
all'occhio del mondo,
palazzi molli in sconforti racchiusi,
simboli cavi di pallide lussurie.
 
Il viso non più antico,
anima scavata sul volto osseo di passanti;
è la città grigia e solenne,
fossile ricoperto di carta e pioggia.
 


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Antonio Pamato
 
Luce del nuovo spirito
 
Un giorno verrà
che la Luce ritornerà...
Il polline dell'odio
più non volteggerà
nella brezza dell'aria
e, pace ci sarà.
Vinta la sofferenza,
il mondo amerà
quel fortunato giorno.
Allora, si potrà
prendere per mano
i bambini, e si godrà...

 Sole che sale...
 
Sole
che sorgi
al nuovo
giorno,
guarda
benigno
questa povera
anima.
Con te
si riscalda
vive.
 

 Risveglio dell'anima
 
Ognuno solo
sta,
al risveglio
dell'anima,
con un filo
di speranza.
Nell'incedere
dell'aurora
è subito
un giorno.
di sole.
 
Franca Cravino
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Inverno del cuore
 
Cristalli di ghiaccio
dentro di me
come sterile terra
spaccata e bruciata
da implacabile gelo.
Nulla mi scuote
o m'attrae:
della tua morte il ricordo
ogni giorno ferisce,
inaridendo i sogni.
Ma forse
scioglierà l'inverno del cuore
il pianto pacato
che, lento, nel tempo
attenua il dolore.

Pensiero
 
Vaga nel subconscio,
frantumato e represso,
un pensiero
dall'animo estraniato.
Ed ecco riemerge un attimo
sospeso nel vuoto:
una spiaggia bianca e deserta
ali trasparenti
volo di gabbiani
strette di mano
un pianto dirotto.
Frammenti insinuati
tra le pieghe dei ricordi
che affiorano e svaniscono
come i sogni sfuggenti
nella memoria confusa.
 


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Andrea Cannidrago
 
Malinconia
 
Mesto pensier,
cagion possente
d'intenso vuoto
che ragion tormenta.
 
Brivido grave
d'animo prostrato,
all'intimo angosciar
tempo s'attrista.
 
Miser rimpianto
d'incompiuto gesto,
inutile vivrà
dolor venturo.
 
Potea e non fu,
felicità disciolta
inonda l'illusion
e il soffri culla.
 

Pianto d'amore
 
Gocce ruggenti
lacrime mai arse
tumultuoso soffrir
nel cor s'accende.
 
Accoda il tempo
e pensier struggente
lenir non sanno
dell'animo gli abissi.
 
Amore, amore, amor
giammai s'arrende
affretta il palpitar
e ardor s'infiamma.
 

Monica Di Genova
 
Opera 4a classificata
 
 
Il tuo corpo turbato...
 
Il tuo corpo turbato
graffia
le pareti vive
del mio rifugio
 
è l'implorante danza
delle tue labbra
a mordere le vesti leggere
del mio capriccio
 
la ridda inquieta
delle tue membra
a celebrare il mio peccato.
 
Il vizio nudo dei tuoi gesti
è la mia schiavitù,
 
la mia liberazione
è il tuo impeto.
 
Ascolto
le mie ossa
invocare
le tue ossa
d'invadermi
 
e incoscienti
affondare
nell'odore intimo
dei tuoi baci.
 
È amore
il naufragio dei miei sensi.
È adorazione
l'approdo dei tuoi sussulti.
 


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Tommaso Di Nallo
 
Nella notte eterna...
 
Nella notte eterna
serrato nella casa di pietra
come mi sarebbe dolce
- Ogni tanto -
allungare la mano
e ritrovare le tue care dita...
 

Una mammina
 
Una mammina giovane
Col figlioletto in braccio;
un giovinetto padre
con la figliuola in mano:
viste deliziose,
quadri d'eternità.
 

 
Un figlio ha la mamma
 
Un figlio ha la mamma,
una mamma il figlio;
lo sposo ha la sposa,
la sposa lo sposo;
l'amante ha l'amante:
- Ognuno al mondo ha qualcuno. -
Ma tu, vecchio,
povero vecchio,
chi hai?

In fondo al cassone
 
In fondo al cassone,
sdrucito lacero
ho ritrovato uno scialle;
ci si avvolgeva essa
e ricordo
ci avvolgeva me
quando era malato.
Odorava ancora...
 
 

Giovanni Esaltato
 
Neri raggi
 
Se le tenebre ti avvolgono
quando il dì va sul finir,
quando il freddo autunnal ti vibra gli arti
e il tempo pensier stanno a scandir,
e tanto male all'animo possono farti,
forse Stella può scaldarti
quasi a caso a gioco quasi:
allegra gira nelle fasi
qua e là per un dolor
centrifuga felicità
nella Galassia dell'Amor
- vien dal ciel di Romania
pare proprio una Cometa
Ah! Se potessi farla mia!
Ma inver chissà se ha meta -
Come chiamarti se tutto in fretta
nel lacrimar ti ho scoperta
- uno sette aggiungo un otto? -
Irradi gioia sopra e sotto,
neri raggi neri neri
ma luminosi e sorridenti
- trottolina - bianchi i denti
accovacciata poi ti allunghi
braccia e gambe i tuoi capelli
allegri allegri tanto belli...
bu bu bu!
Ridi ridi triste ridi ragazzina
lunga lunga intelligente sbarazzina
Tu sei Tu sei solo Alina...
 
 


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Roberto Fabris
 
Esilio
 
Innocente è la notte,
e innocente è il mare
incrociato di venti
e di gabbiani:
 
alti, muti voli
- di esilio e di condanna,
rimpianto proteso...

A pietra muro
 
A pietra muro.
Ma è vano, e lo sai.
Ogni giorno tramonta il sole,
e le stelle sono.
Infinite.
Ma presto non saranno,
e tu fra un attimo.

Viale terza armata
 
I rami erano puliti e onnipotenti,
così il viale in salita, in silenzio,
come l'aria immobile che
circondava ogni domanda, per
quanti passi io compissi stretto
tra le case e le stanze, e i volti
di chi allora sorrideva e parlava
come se l'estate fosse ogni cosa.

Antonio Falbo
 
 
La città è andata
 
Le strade che andranno
Con le genti già andate,
 
qualcuno le sente...
e ci spinge lontano:
"Vecchia città" inizia a cantare.
 
È lunga di collo
ha strette le dita,
dà calci di luce a chi ha fatto la strada.
 
- Scoperti sui tetti -
- Seguiti dai cani -
...:"Vecchia città" continua a cantare!
Che si addormentano stanchi i quartieri la sera
e gli uomini in nero
hanno già venduto ogni santo;
 
- ma non canta per loro -
- non canta per me -
 
canta per tutti,
dal bar nella via
alle soffitte del centro.
 
L'ultima casa è svanita via lenta
e due gocce di gioia
hanno invaso il motore...
quel gran "bel bordello"
sta serrando il portone.
 

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Patrizia La Monica
 
Un gabbiano
si libra leggero nell'aria
e da lassù scorge un punto
sulla scogliera.
È una donna,
a cui il vento fresco
accarezza il viso e scompiglia i capelli.
Gli schizzi di mare
le hanno bagnato il vestito.
Si scorge il suo petto, dolci forme
e dentro
i suoi sogni,
sogni che lei
non è più capace
di sognare.
Sogni che le esplodono dentro.
Com'è possibile che un punto
possa contenere tutto questo
universo di sentire?
Lei è lì,
forse vorrebbe essere un gabbiano
che si libra leggero nell'aria,
ed ecco,
diventa un gabbiano,
si lancia in un volo senza fiato
dalla scogliera,
ma non riesco a vedere
se ci sono le ali.
 
Guizzo improvviso,
irresistibile desiderio,
grido dal silenzio:
nasce poesia.
 

Annalisa Macchia Cioni
 
 
Oltre la siepe di rose antiche
 
Oltre la siepe di rose antiche
fiorite e spinose,
ciuffi d'erba e zolle frantumate.
Più su, allineati,
filari di viti attorcigliate
e olivi nodosi.
Si arrampicano, in alto, i cipressi
e tingono d'ombra
un arido sentiero sterrato.
Sembrano indicare
le sagome pulite dei colli.
Crinali di monti
chiudono allo sguardo l'orizzonte.
 
Maestoso illusorio confine
che ci assegna a uno spicchio di mondo
e definisce tutto intorno
una barriera, uno scudo di cielo
su cui l'occhio stanco si arresta
prima di perdersi nell'universo.
 
Piccola boccia trasparente,
curioso souvenir da rovesciare
nell'attesa di pazza neve
o di fiori sparpagliati dal vento...
finché, nel silenzio, all'interno,
lentamente tutto si ricompone.
 


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Enrico Mancini
 
Radici
 
Viottola solitaria
ricca di orme a me familiari
care dolci, silenziose
testimoni di vite consumate
 
Lasciati percorrere
emana gli antichi profumi
scopri le profonde radici
che nascondi in te
 
Anche tu sai
 
Non sono ancora morte
il ricordo le rende vive come allora
forti, l'amore che le abbraccia
 

25 febbraio 2002

 
 

Filippo Mazzini
 
Sete rosa
 
No, questa luce non è come l'acqua,
e non mi servirà una barca a remi.
Neppure acceca: piuttosto mi permea
di siccitose certezze di morte -
non già la mia, perché vivo, e se vivo!
io nel mio tempio di tempo, di attesa
brulla -, di avare verità; si spacca
gemendo sangue che brucia incolore
la terra madre e regina ai miei piedi
quasi che agonizzasse della mia
stessa sconfitta; le dono una goccia
di lacrime e sudore, di fatica
vana e rimpianto, e la lastra del cielo
metallico ed immobile, rovente
tetto di intatta superbia, in un attimo
se ne ubriaca, e madida di azzurri
umori, intrisa di illusione, oscilla
come a versare una pietà tardiva,
ma altrove, voce sognata, miraggio.
Non pioverà dalla mia ombra scura
che un nuovo giorno senza amore, vuota
malinconia d'estate; è sera e bagna
di nulla il sole e sete rosa il mondo.
 


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Caterina Pulita
 
 
Se il tempo c'è, il limite è il nostro amore.
 
Anima mia, dove vai?
Prima del tuo amore, il vuoto immenso abbracciai.
Non ti limiterò, ti lascerò andare, ma vattene piano piano, senza rumore,
affinché la fiamma ardente del mio cuore si possa spegnere lentamente.
Non trovo pace, lo strazio è tale che vorrei strapparmi il cuore dal petto.
Scivolai nell'abisso più tetro e persa in questo oblio,
il mio cuore pianse lacrime di sangue.
La tua immagine è impressa a fuoco indelebilmente nella mia mente.
La luce ti attraversa, percorrendo il sentiero oscuro del giardino della tua vita.
Chiudendo gli occhi, vedo un mondo parallelo a questo,
senza pianti, né dolori. Tutto diviene amore.
Cieco del tuo egocentrismo, non vedi il frutto dell'amore mio.
La luce raggiante dei miei sentimenti, è pari a quella del sole.
Il mistero enigmatico presente in te, è pari a quello della luna.
Lascia che i nostri corpi si fondano come in una perfetta eclisse.
Umiliazione unica è non sentirti in me.
La mia anima non riposa, stanca di questa afflizione.
In fondo ti ho chiesto solamente una briciola del tuo amore,
che per me rappresenta l'eternità.
Amore di cui ti vergogni. Amore che non dai.
La mia sete non si placa, è smarrita nel deserto.
L'odore sprigionato dalla natura dopo la pioggia è forte
perché impone la sua esistenza.
Quell'odore è il profumo della vita.
La vita che fiorisce, stretta in mezzo a noi.
Vento di passione struggente soffia forte e portami via con te.
Mi manchi, fingo di star bene, ma non è così.
Niente è come prima, niente ha significato.
Tutto tace, dolore e gioia un tutt'uno.
Il fulmine che squarcia il cielo è pari ad un pugnale conficcato nel mio cuore.
Stanotte non dormirai e non saprai il perché.
Cambierai i tuoi sentimenti, ti accorgerai di amarmi
asciugandoti una lacrima che scivola dal tuo viso
guardando il mio corpo privo di ogni sentimento.
Oggi sono morta. Domani rinascerò.

 



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Francesco Quacquarelli
 
Opera 1a classificata
 
Caffè amaro
 
Nascosto da un paio di occhiali scuri,
inganno me stesso e la mia voglia di serenità,
mentre consumo un caffè amaro
seduto in un bar della mia Milano.
 
Non mi riconosco comune nella gente,
tutto dorme nel vuoto dei miei perché
e tutto tace nel volo dei miei colombi amici,
mentre colorano di grigio tutta la piazza.
 
Nessun rispetto o fusa per un vecchio stanco,
nessun rispetto per un costruttore del passato,
nessuna pietà per un uomo moderno come gli antichi.
 
Una moneta nuova confonde un mio vecchio vizio,
due sigarette con il caffè dopo un falso pranzo
è il prezzo del disgusto per uccidere la noia.
 
Sono finite le vibranti serate di gente ancor pensante,
ora vedo solo donne metà uomo e metà pesce,
impegnate in una guida a fari spenti
commercianti di un sorriso bagnato di rossetto e pianto.
 
Non potrò mai morire sereno sul mio letto,
se non guarderò felice il futuro di tutti i miei nipoti,
saranno schiavi, per adesso, dei tatuati dal denaro.
 
Sono assalito da nuvole di insetti e di formiche,
nessuno di voi aiuta questa quercia Milanese,
che a rami aperti verso il cielo, disegna a terra,
l'ombra di un grande crocifisso.
 
Ormai è tardi e devo andare a messa,
mentre consapevole salto dal giorno alla notte,
ingiallendo in una foto del mio tempo.
 
Gianpaolo Ripamonti
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Alla cascata delle libellule
 
Una lacrima percorre le guance
del mio viso
quando il pensiero si spinge
alla cascata dell'acqua oleosa,
al limitare meridionale del bosco,
dove, bambino,
sentii il fresco stormire del vento,
primizia del bello,
scuotere le verdi fronde
ed allungarsi protettivo,
sulle acque chiare e sincere
del torrente
che, scrosciando,
riversava a valle
spruzzi argentei,
sino a scalfire
voli di libellule leggere
adornando,
di spettacolo il quotidiano.
 
Cola inoffensivo il pianto
nel lido dei ricordi,
ormai contaminato,
gemendo
tra i profumi del bosco
alla ricerca d'una stretta
sincera
della mano dell'uomo
per restaurare
gli antichi splendori
di una giovinezza
forse, perduta
per sempre.



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Gastone Silletta
 
 Opera 7a classificata
 
 
 Turbamenti
 
Nemmeno il tempo avrà ragione di te
Né le tue labbra potranno dirmi addio
Infinite traiettorie nel mio cuore senza nome
A confonder la mia mente insolente
Quale spazio di un'effimera eternità
Può bastare a contenere le tue mani
Dove io mi sono intimamente chiuso
Scegliendo la tua pelle come mia prigione
Nei tuoi occhi il mio amore mi rincorre
Divorando le mie fragili ossa
E un sorriso ad inchiodare i miei pensieri
Profumando del tuo odore la mia anima
Fingere vorrei una difesa
Ma il mio cuore è troppo debole per te
Così lucida nel togliermi il respiro
Maledetto amore mio


Ombretta Suardi
 
 
Presente
 
Siamo così convinti
del nostro potere,
da sfidare la morte.
 
Una battaglia
fra emozioni e sentimenti.
 
Una guerra...
Dei morti...
E solo sofferenza!
 

Triangolo
 
Primo lato:
La mia gioventù - Linea Retta
Angolo
Secondo lato:
La mia vita adulta - Linea Retta
Angolo
Terzo lato:
La mia vecchiaia - Linea Retta
Angolo
Quarto lato:
La mia morte - Il Nulla
 

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Ciriaco Tiso
 
Vedere in oltre
(In ultra videre)
 
Luce riflessa
 
O stagione
Di luce riflessa
In colori saporosi e celesti
 
Deh mostrami, prego, se morte se vita consente,
 
Volti segreti di lune
Baratri oceanici
Domini d'arcobaleni
 
Nuovi sentieri a seguire, con castelli.
 

 
Ritratto gotico
 
Aveva due zaffiri
Per occhi - occhi grandi
pieni di niente
E di sera piangeva chiedendo la

Lu na

Aveva occhi lucenti - occhi di sogno
color viola, vita
Sottile increspata d'argento, labbra
Rosse come melagrana
E lasciandomi al vento porgeva la

Ma no.

 

 
Autostrade
 
Finestre verdeggianti di gialli solari
E floreali
Aperte su grigiori interminabili d'asfalto
Strisce bianche
strisce rosa

strisce d'oro

Nere ferite su fiori di catrame con balaustre
A lamiere argentate
Ombreggianti passaggi crudeli d'amore: e morte.
 

Federico Topa
 
 
Consapevolezza
di nuvole grigie
adagiate
su lacrime di papavero,
deterge
la fronte di un pensieroso

operaio di farro.

Spettri innalzati
su congetture d'arcano,
flettono venti
d'antichi desideri assopiti. 

Lasciare una traccia
dentro il mare,
ascoltando
l'onda che s'infrange
monotona nella sabbia.
Lasciare una traccia nel cuore
per riascoltare la risacca del respiro.
Ascoltare
il vento di una via bianca
che ti ricorda un amore
e ti riporta
in un cielo stellato.
 


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Se non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al numero 0298233100
 

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Ins. 05-06-2003