LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di 
Walter Brusati
 
I GABBIANI DI LE HAVRE
 
 
Non parole
Non voci
Non rumori.
Solo silenzio,
per ascoltare
il battito del cuore dei gabbiani
di Le Havre.
Volano basso,
sopra il mio sguardo,
ammirato e sfuggente.
Volano liberi,
sul mare del nord
e i miei sensi rapiti,
dal loro danzare.
E prima di addormentarmi
nella piccola baia,
l'ultimo pensiero sarà per te,
che sarai sempre nel mio piccolo
cuore di gabbiano.
Il respiro del vento,
la pioggia che bagna le mie ali,
la melodia della solitudine
e ti guardo dall'alto del cielo di Le Havre.
Addio amore...
Lacrime e pioggia,
nell'apoteosi del mio non essere.
 
Le Havre
Agosto 2000
 
Il parco dei mostri
 
 
È un perfetto giorno,
di biscotti e una tazza di tè,
di fiori secchi tra le pagine
di un libro.
È un perfetto giorno,
di silenzi armoniosi
e di un cielo terso,
dove si può vedere Dio.
Ma se scosti le tue tendine rosa,
vedrai...
Un parco immerso nella nebbia
E io sono lì,
avvolto nei miei neri mantelli
e con eleganza mi inchino verso te
...sussurrando ti dirò...
 
"Benvenuto nel parco dei mostri."
 
Inizio a ballare insieme a sagome oscure,
una danza incomprensibile,
questa danza è di una lirica angosciante,
questa danza è di un delirio infinito
e tu vieni a scoprire
questi maestri della solitudine,
questi mostri senza vergogna.
Ma è un perfetto giorno
Di silenzi armoniosi
e di un cielo terso,
dove non si può vedere Dio
perché lui è qui con noi,
sta danzando con noi,
nel parco dei mostri.
 
 
Milano 17 Ottobre 1998
 
 
 
 
SE NE STAVA Lì!
(nell'infinito)
 
 
...Se ne stava lì!
A guardarsi intorno,
come se fosse il primo giorno della sua vita.
...Se ne stava lì!
Avvolto da stupore, come un bambino curioso.
...Se ne stava lì!
A guardare l'infinito, con il vento che accarezzava,
il suo viso.
...Se ne stava lì!
Seduto su quello scoglio in riva al mare,
non voleva sentire rumori,
non voleva nessuno intorno a lui.
 
Voleva solo il nulla da osservare,
avrebbe potuto morire in quell'istante,
...sarebbe stato l'istante più felice della sua vita.
 
...Se ne stava lì!
Immobile e fragile, come una statua secolare,
persa nel tempo.
...Se ne stava lì!
A guardare l'infinito,
lo sentiva cosi forte, da stringerlo tra le mani,
lo portò fino al cuore e dentro di sé.
Fino a che il sangue diventò acqua.
E l'anima annegò.
Fino a perdersi nell'infinito.
 
...nel silenzio assoluto...
 
 
Milano
 
 
 
IL SENTIERO
 
 
Da dove nasce questo sentiero,
che mi prende per mano di notte
e mi porta in una foresta,
popolata da esseri strani
con vesti nere due volti
e un paio di occhiali.
L'acqua vedo zampillare,
da un ruscello a forma di carrilon
ed un fiore danzare,
con il respiro del vento.
Il sentiero prosegue
E apre una porta sul mare,
io prendo il largo verso l'orizzonte,
senza curarmi dei se e dei poi.
Approderò su uno scoglio.
Aprirò le ali della mia anima,
volerò come un gabbiano,
senza tempo
senza tempo...
fuori da me.
Conoscerò il vero senso,
del mio esistere.
Soffrirò di fame e sete,
ma il mio cuore,
avrà aperto i suoi occhi,
in adorazione,
del più minuscolo sasso.
Mi stupirò come un bambino,
senza rimpianti
il sentiero mi prenderà per mano
e mi condurrà fuori da questo sogno.
 
...Senza tempo.
...Senza tempo.
...Senza tempo.
...È l'alba...
 
Milano
 
 
 
BASTA POCO PER VIVERE
Basta poco per vivere
una piccola stanza
e una bottiglia di vetro blu.
Basta poco per vivere
due tazzine bianche
e una macchinetta per il caffè.
Basta poco per vivere
una vecchia finestra
per vedere i tetti delle case
e i treni che passano.
Io lo so
Io lo so
perchè l'ho visto con i miei occhi
e ho pianto davanti
a tanta bellezza.
Io che ho tutto,
forse non ho niente.
 
Basta poco per vivere
una tovaglia rossa
e poesie sul tavolo.
Basta poco per vivere
un piccolo letto
per fare l'amore
Basta poco per vivere
una vecchia finestra
per lasciare entrare
la nebbia.
Io lo so
Io lo so
perchè ho respirato
questa nebbia.
e ho goduto davanti
a tanta bellezza.
Io che forse ho tutto,
...non ho niente.
Milano
 
 
ESALTAZIONE DI UN FIORE
 
 
 
Raccogli un fiore in un prato,
stai attento che non si spezzi,
un fiore è simbolo di vita.
Portalo sempre con te,
come se fosse un amuleto.
E quando ti senti solo...
Innalzalo al cielo
E crea l'esaltazione a un fiore.
 
 
 
 
Certe volte...
 
 
Certe volte...
Vorrei fermare il tempo,
vivere la mia vita
lasciare le amicizie,
per chiudermi nella stanza della mia
solitudine.
Scrivere poesie e perdermi in liriche
evanescenti.
Guardarmi allo specchio,
per vedere cosa si vede nel profondo
dei miei occhi.
Certe volte...non sò cosa vorrei
Mi abbraccio da solo,
alzo la testa...e penso a Dio.
 
Certe volte...
Camminerei lungo viali alberati,
a raccogliere foglie morte.
Chiuderei le porte alla mediocrità,
per dare spazio all'imprevedibile.
Camminerei solo, in un luna park,
per osservare con distacco
il divertimento.
Vorrei ascoltare,
il rumore del silenzio.
 
Certe volte...non so cosa vorrei,
mi abbraccio da solo,
alzo la testa ...e penso a me.
 
 
 
Io Pierrot io Arlecchino
 
Sarà pazzia
Sarà follia,
ma questa sera truccherò il mio viso,
mi vestirò da Pierrot.
Camminerò per le strade della città,
suonando un'armonica,
farò sorridere un bambino
chiuso in un cappotto più grande di lui.
Ma sarò felice di aver colorato
Questa stagione vuota,
sarò felice di aver regalato
qualche sorriso.
 
Sarà pazzia
Sarà follia,
ma questa sera, niente malinconia,
mi vestirò da arlecchino.
Camminerò per le strade della città,
suonando e ballando come un buffone.
Qualcuno si fermerà incuriosito,
altri passeranno con indifferenza.
Ma sarò felice di aver colorato
Questa stagione vuota,
sarò felice di aver regalato
qualche sorriso.
E quando il trucco svanirà,
avrò raccolto pochi spiccioli,
che non mi basteranno,
per comprarmi un paio d'ali.
 
 
 
E ANDIAMO VIA
 
Seduto in un pub
Mi specchio in un bicchiere vuoto
Immaginando paradisi lontani;
il fumo e l'odore di birra
mi fanno sentire più solo.
Una ragazza mi guarda
È un invito a salire nella sua stanza.
Oh! mio Dio come sono caduto in basso,
sono sconfitto.
È un'ora d'amore
Amore sporco,
lei mi stringe forte e piange,
io vigliacco continuo.
Corro via,
sul ponte del Tamigi,
la nebbia avvolge la mia solitudine.
Osservo due amanti,
fanno l'amore su una panchina.
Scappo via,
in un vicolo
un ragazzo da gli occhi stanchi,
mi chiede se voglio amarlo un po'.
Fuggo via,
e lontano c'è una donna da gli occhi tristi,
sta per lanciarsi nel vuoto;
mi avvicino e le dico...
...non serve morire.
Le prendo la mano
E andiamo via.
Le prendo la mano
E andiamo via.
 
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Inserito il 7 dicembre 2000