LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Vincenzo De Crecchio
 

14 Febbraio

 

A te l'acrostico, pio

Santo, devoto dedico.

Andar per la città,

Negli angoli più remoti:

Vagheggiar di quel cuore

All'amor mio pensando,

Lontano dai ricordi,

Ebbro di solitudine.

Non di restar, è il mio

Timore, senza lei:

Illudermi, tanto ancora.

Non so più se poesia,

O amor sto ricercando.

 


 

Aquilone

 

Aquilone tra le tue mani

il mio pensiero.

La tua forza che libertà

all'amor mio dispiega.

 

Oltre l'infinito

i miei occhi,

da corrente rapiti:

luce e azzurro.

 

Ora a destra

il mio planare,

ora a manca,

regolato dalle tue dita.

 

Cuore laggiù!

alla terra ancorato.

Io no,

non posso liberarti.

 

Il vento ti porterà:

poggerai sulle mie ali.

Io no,

non posso atterrare.

 


 


Due gabbiani

 

Su la scia dal mare

e dalla scogliera dipinta,

là dove terra

allunga le sue dita,

e sole e luna

gareggiano a nascondersi

e ad apparire,

due gabbiani.

 

Tu, che a una meta

non credi, dai giudizi

dell'uomo abbacinata,

Tu, che quelle ansie

E paure condividi;

da una forza

misteriosa sorretto

Io, che rifugio non conosco.

 

Non si domandano, volano:

affiancati, mentre veglia il tramonto.

 

 

 


 

Al Santo Padre Benedetto XVI

 

Il Bianco e il Rosso

 

Bianco del perdono,

della carità, dell'amore.

Bianco della pace,

della serenità, della fratellanza.

Bianco della fiducia,

della continuità, della speranza.

 

Rosso dei nostri occhi,

dal Tuo bianco abbacinati.

Rosso dei nostri cuori,

che implorano quel bianco.

Rosso del sangue

da Lui versato all'iniquità.

 

Tu che incarni

il Bianco e il Rosso,

accogli

granelli noi di sabbia

su la spiaggia dell'Immenso,

e benedici.

 
 


 

 

 

Il nostro amor

 

Ma che amore è mai questo, sì il mio amor

che di giorno ruggisce

come fiera stizzita tra le sbarre,

che d'un bacio si nutre,

d'una dolce promessa tenero pasto;

che di notte una stella

nel suo vuoto giaciglio sogna, e prega.

 

Ma che amore è mai quello, sì il tuo amor

che di giorno premure

pretende, ma che al canto d'una fiaba

cullare non si lascia,

che non dorme ché paura ha di sognare;

che di notte si spegne,

come esile fiamma ad un soffio di vento.

 

Questo più quello, sì...il nostro amor:

dell'amore un endecasillabo tronco.

 

 


 


 

L'arcobaleno

 

Puledro in una valle

dal giallo del sole accesa,

il suo corpo di donna

disteso, attraversai.

Navigai così...

per l'azzurro dei sensi.

 

Gemme dal verde estratte,

i suoi occhi.

Rocce dall'indaco scolpite,

le sue spalle.

Steli di viola profumati,

le sue braccia.

Colline d'arancione fiorite,

i suoi seni.

 

Rose tra le sue labbra

colsi, baci di rosso dipinti.

Rugiada dalla sua pelle

bevvi, stille di brividi

d'un corpo accarezzato.

Abbandonai me stesso

su quel candido letto,

così la sua schiena mi parve,

tra due guanciali di seta,

tali erano i suoi fianchi.

 

Per due ruscelli, d'acqua

dolce limpida e fresca,

così le sue cosce mi parvero,

discesi infine al mare.

Lì ormeggiai la mia vita...

per tanto tempo.

 

Fu l'arcobaleno:

Lei, coi colori delle mie emozioni,

riflesso di luce sull'anima mia

nell'aria sospesa.

 


 


Madre e figlio

 

Delle secrete cose

Che inquieto me estingue

Gravosa l'arte

L'imago di tradurre,

Che pare sfiori,

Impetuosa ritorna,

Al foglio non s'adagia,

Canta e soffre.

 

Dell'umana speme

Che inalterati

I sentimenti lasciano

Colori spande,

Se l'alma chiama,

Le forme muta,

Pittore su la tela,

Fedele servitore.

 


 


Meriggio d'estate

 

Meste le ore scorrevano nel meriggio

d'una rovente estate, tra bollenti

asfalti i dubbi miei si consumavano.

Era l'angoscia ad uno squillo appesa:

rispondere per mostrarti indifferenza,

il sapere dov'eri sovrastava.

 

Eri da me divisa da montagne

d'ambiguità, allor che a me abbandonasti

in flavescenti passioni il tuo corpo:

supina spiaggia io, e del mar tu l'onda:

dei giorni intensi ricordi, che nella

notte mai raccontarci abbiam potuto.

 

Di dividere il nostro tempo insieme

con l'ansia di risolvere quei problemi,

il desiderio mio tu confondesti:

di dar un senso a gli angusti miei giorni

cercavo, preda d'un testardo amore

che non chiedeva che d'essere vissuto.

 

Amavo, e più la vita sfuggir io

sentivo: languide parole d'amore,

da te sommessamente sussurrate

come carezze ad un bimbo che ancor

non s'addormenta, ché paura ha del buio,

in parte il mio sgomento affievolivano.

 

Bugiardo fui a non dirti che t'amavo.

Bugiarda fosti a non dirmi che tutto

capivi, e che cambiar tu non volevi.

 


 


 Nuvola

 

Nuvola che bagni l'erba,

Fiore che ti sorride:

Incantesimo di un insieme.

 

Nuvola spazzata via...

Sole che mi brucia:

Illusione di un amore.

 

Nuvola bionda tra altre nuvole.

Giallo e blu:

Confusione nell'azzurro.

 

Pioggia di lacrime, per me che ti ho vista

Per l'eternità,

Solo un istante.


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