Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Umberto Arciero
Free-Freedom
Libertà
 
L'uomo aveva lavorato tutta una vita, iniziando a 16 anni come garzone di bottega per diventare poi un dipendente comunque.
Era giunto sulla soglia dei 60 anni, si sentiva stanco, stressato e nauseato.
Sul lavoro aveva sempre abbassato la testa, in famiglia sia la moglie che i figli si erano dimenticati di lui.
Aveva una sola passione : viti, bulloni, dadi e lamiere.
Dopo cena si rifugiava nella cantina mentre il resto della famiglia era attirata dalla televisione o da altro e lo prendeva per pazzo.
Per quarant'anni lì, rinchiuso con quel puzzo di ferro e ferraglia, con santa pazienza era riuscito a costruire una macchina particolare che gli permetteva di avere e fare i percorsi che la vita vissuta poteva offrire. Aveva suddiviso questo viaggio in undici stanze, un vero e proprio labirinto.
L'aveva chiamata 'The Machine of Labyrinth'. Diceva così per prendersi in giro perché ormai tutto doveva essere chiamato in inglese, faceva più chic, più alla moda, era più roboante.
Vennero le vacanze, fu ben contento di vedere tutta la ciurma familiare andare via perché così poteva provare la Machine che era pronta.
Quella notte si mise i comandi di bordo. C'era solo un piccolo dettaglio, che una volta entrato in una di queste stanze per uscirne doveva trovare la parola d'ordine.
Volle incominciare subito con quella della famiglia. Rivisse tutta la sua vita, modificò dei passaggi per renderla più felice,con meno problemi e dinamiche da risolvere. Dopo un paio d'ore non ne era soddisfatto perché si disse «Tutto qui ?»
Questa era la parola d'ordine, poiché si ritrovò subito nella stanza della religione.
Lì incontrò gente credente, che pregava molto e che soprattutto gli sussurrava che un giorno tutti sarebbero stati felici ed eterni. Ascoltate queste parole gli venne però da dire «Tutto qui ?».
E così entrò nella stanza degli altri. Tutti si ammiravano l'un con l' altro, tutti si dicevano di essere belli. Anche lui veniva guardato in un certo modo che lì per lì gli faceva anche piacere, ma poco dopo anche in quel luogo non potè fare a meno di dire «Tutto qui ?»
Fu sbalzato nella camera della droga. Divenne un tossico incallito, provò altri tipi di emozioni, sentiva il piacere che gli stupefacenti gli davano, ma anche qui porcaccia della miseria gli venne da dire «Tutto qui ?»
Si ritrovò nella stanza del lavoro. Beh…lui aveva lavorato un'intera vita con uno stipendio quasi da fame, allora decise di diventare un grande industriale. Partì dalla gavetta,non guardò in faccia a nessuno e diventò nella giungla economica quello che aveva desiderato. Era temuto e rispettato, ma anche qui non poteva fare a meno di dirsi «Tutto qui ?»
E fu scaraventato nella stanza del sesso. Non faceva altro che scopare bellissime donne dai corpi perfetti, addirittura molte andarono dal chirurgo plastico per lui, champagne a volontà. In breve passò alle orge, scoprì tutto quello che c'era da scoprire… Ma…ma…dopo un bel po' chissà come gli venne da dire : «Tutto qui ?»
E così si ritrovò nella stanza delle auto di lusso e veloci. Le provò tutte, persino anche quelle di formula uno. Sentì le emozioni del brivido, tutti lo invidiavano…Purtroppo però non riuscì a stare zitto ed esclamò : «Tutto qui ?»
Entrò nella stanza della natura. Trovò un prato verde con tanti fiori, si distese e si rilassò un poco. Girò per lungo e largo montagne, mari, fiumi, laghi. Li visitò tutti… ma si accorse quanto l'uomo era stato idiota a distruggere la natura ed ebbe paura poiché tutta la terra correva il pericolo di terremoti, Tsunami, alluvioni. A fare la fine del topo proprio non ci teneva ed urlò : «Tutto qui ?»
Arrivò alla stanza dei politici. Divenne un leader di partito, televisione e stampa erano solo per lui, non importava se diceva una cosa e poi ne faceva tutt'altra. Diventò anche Presidente del Consiglio… Ma accidenti, pieno di rabbia si disse : «Tutto qui ?»
E vaffanculo si ritrovò in quella del denaro e dei gioielli. Spendeva e spandeva dappertutto. Crociere, viaggi, ville lussuosissime sparse in tutto il mondo. Non sapendo come cazzo spendere tutto quel denaro, comprò addirittura tre isole. Anche lì… Accidenti… accidenti… «Tutto qui ?»
Gli restava l' ultima stanza ed era la più grande di tutte le altre. Quando vi entrò non vi trovò nulla, solo e soltanto buio. Riuscì a malapena a vedere e sedersi su una poltrona. Stranamente però in tutto quel mare nero che lo avvolgeva iniziò a provare, sentire emozioni diverse, difficili da spiegare. Soprattutto sentiva che sia il corpo che il respiro si abbandonavano dolcemente, come se volessero rilassarsi e per davvero.
Seduto su quella poltrona si dimenticò la parola d'ordine.
 

VAFFANCULO ALLA BIRRA.
Ero seduto al bar della piazza, erano le 15,30, oltre a sopportare il caldo afoso e appiccicoso accidenti a lui, mi si prospettava un bel pomeriggio del cazzo.
Poiché l'uomo ubriaco diceva di essere mio amico, e le quattro donne che sedevano vicino al nostro tavolo dall'aria di borghesia incallita avevano molta, ma molta puzza sotto il naso.
Oltre la loro età avanzata di decadimento facevano sfoggio di anelli, gioielli, bracciali, sembravano essersi portato dietro una boutique d'alta moda di Ponte Vecchio.
Le tardone non ci cagavano, erano prese a parlare in inglese tra di loro…Poi improvvisamente dopo un bel po' di tempo 'ste stronze iniziarono a parlare in italiano. Bah…veramente un grande pomeriggio da brividi…pensai…
Già, ero al massimo dello scoglionamento, quando dall'altra parte della strada vidi un viso conosciuto, era la mia amica.
La chiamai…" Signo', vieni che ci facciamo una birra."
Finalmente un volto che sorrideva, vero.
Lei mi disse:
" Noi due c'incontriamo nei momenti che nemmeno t'aspetti."
Si ordinò due birre.
Lei sa chi sono, e chi cazzo sono io? Boh…
Iniziammo a parlare, la cosa che veniva fuori si diceva, di riprenderci il nostro tempo e spazio…Ognuno non fa altro che correre la propria folle idiozia…In questo fottuto mondo alla deriva…La misi al corrente dei mio ultimo romanzo che ho scritto e che dovrebbe uscire a settembre, ottobre.
Già, io sono uno scrittore, ma poi lo sono? E' questo il dilemma…Che cosa vuol dire scrittore…boh…sì, ho pubblicato il primo romanzo…' Gli Imperi…La Storia Continua ', ma in questo stronzo mondo di alta modernità e tecnologia che significa essere scrittore…boh…francamente mi è difficile dirlo.
Le parlai anche delle mie difficoltà che incontro nello scrivere, il bisogno di avere qualcuno che poi corregge i miei cosiddetti lavori …un lavoro faticoso, snervante.
Lei oltre a darmi delle dritte, mi diceva di star tranquillo che mi avrebbe fatto conoscere delle persone che potrebbero darmi una mano.
Intanto le birre erano finite, e ci apprestavamo a pagarle.
Volle a tutti i costi offrirmi la bevuta, chiese il conto alla cameriera.
" 10 euro e 50 centesimi…" ci disse la cameriera.
Caspita due birre di merda alla spina e oltretutto piccole, 10 euro e 50 centesimi.
" Qui, ci mettiamo un crocione…" mi disse la mia amica…
" Sì…ma proprio un bel crocione…" le risposi…intanto ripensai…a quello che dicevamo poc'anzi, fermare il tempo…riprendersi la vita…bah…
No…no…corriamo ancora di più…sì, perché più corriamo…più saremo vicino alla nostra definitiva e finalmente morte.
" Vaffanculo birre del cazzo."
Umberto Arciero

 
 
INCONTRO AL FORTE DEI "NOI SIAMO I DURI E I GIUSTI"
TRA LA DELEGAZIONE DEI CAPI BIANCHI: GENERALE CUSTER, PECOS BILL, KIT CARSON, BILLY THE KID ( Detto anche il fuorilegge chissà come mai e perchè ).
La delegazione dei capi bianchi si avallava anche di un super esperto sulla guerra, soprattutto sull'antiguerriglia, non si capiva se indossava una maschera o meno e si faceva chiamare ZORRO.
E LA DELEGAZIONE DEI PELLEROSSA: GERONIMO, TORO SEDUTO, AQUILA NERA E CAVALLO SPEZZATO.
Nel forte dei " Noi siamo i duri e i giusti" il generale Custer era su tutte le furie perchè la delegazione dei pellerossa tardava ad arrivare e più le ore passavano e più il nervosismo del grande comandante saliva.
"Quattro ore, dico quattro ore di ritardo, non un minuto, una mezzora, quattro ore di ritardo...Zorro li voglio tutti morti,quei quattro straccioni."
" Generale vedrà che prima o poi arriveranno." disse Kit Carson.
Con una grande occhiataccia il generale lo fulminò...come a dirgli: " Ma che mi stai a prendere per il culo?"
Pecos Bill scelse la strada per cavoli sua e decise la linea del silenzio. L'unico che se la rideva sotto dei grandi baffi, chissà come mai e perchè era Billy The Kid.
Il sole picchiava all'impazzata sul forte "Dei duri e dei giusti, i soldati cercavano rifugio quà in la per trovare un po' di ombra.
Ma della delegazione dei pellerossa nemmeno l'ombra.
Nella stanza di comando oramai l'agitazione, l'ansia, il nervosismo era alle stelle.
Zorro avendo un'altro impegno dove non poteva assolutamente mancare litigava ora con l'uno ora con l'altro:
Cazzo, cazzo, perchè mi avete chiamato a fare cosa, la bella statuina? Ho impegni urgenti da sbrigare."
" Intanto moderi i termini signor Zorro, cazzo lo dico io" gli rispose Pecos Bill e continuò: " Tutti noi abbiamo degli impegni quì, lo sa signor Zorro quanti bisonti avrei ucciso oggi? He...lo sa...quindi moderi i termini."
Il generale Custer era allo stremo delle forze dopo aver vociato per tante ore per tutto il forte appariva sfinito a pezzi.
L'unico che appariva tranquillo beato, non si era scomposto nemmeno di un millimetro chissà come mai e perchè era proprio lui Billy The Kid.
Il sole stava tramontando e per gli uomini del forte " Noi duri e i giusti" era una vera liberazione, anche perchè verso quell'ora incominciava a tirare un po' di vento, ma della delegazione dei pellerossa nemmeno l'ombra.
Nessuno osava andare a disturbare la sala del comando poichè era diventata incandescente...Ora erano passati alle parole grosse e la le pareti di legno sembravano che volessero prendere fuoco.
Accidenti in tutto quel casino l'unico che se ne stava sereno, tranquillo e se la rideva sotto i suoi baffoni chissà come mai è perchè era proprio lui Billy The Kid.
Giunse la sera e della delegazione dei pellerossa nulla.
UN GRIDO SQUARCIO' IL SILENZIO DEL FORTE:
" Uomini, due, no...no...tre...quattro a cavallooooo."
Uscirono tutti fuori come dei pazzi e incominciarono a disporsi in assetto di guerra.
UN ALTRO GRIDO SEMPRE DEL SOLITO SOLDATO SQUARCIO' TUTTE LE MANOVRE IN CORSO:
" ERRORE...MI SONO SBAGLIATO NESSUUUN UOMO A CAVALLO ERANO SOLO 4 VOLPI."
STRANAMENTE, MA PROPRIO STRANAMENTE IL FORTE PIOMBO' IN UN SILENZIO ASSURDO.
L'unico che se la rideva sotto quei baffoni neri chissà come mai e perchè era sempre lui Billy The Kid.
Fu il generale a rompere quell'assurdo e inquietante silenzio.
" Uomini, preparatevi in rassegna e a cavallo andremo a stanare i 4 straccioni...Aha e al ritorno voglio a rapporto quella sentinella delle 4 volpi. Gli faccio vedere oltre alle volpi tutti gli animali della foresta in un colpo solo."
Gli uomini armati fino ai denti erano pronti.
IL generale sul suo cavallo bianco doveva solo dare il segnale di mettersi in marcia.
Billy The Kid stranamente si fece serio chissà come mai...
si avvicinò a Custer e gli disse:
" Scusi generale ma chi sono quei 4 indiani arrestati ieri sera?"
Custer sapeva che Billy The Kid parlava pochissimo, ma era temuto da tutti, forse per questo lo chiamavano anche il fuorilegge.
" Come non lo sa Billy " rispose il generale per aggrazziarselo e continuò:
" Quei 4 straccioni presi ieri sono: Geronimo, Toro Seduto, Aquila Nera e Cavallo Spezzato."
" Già...Già " rispose Billy The Kid abbassandosi il cappello sulla fronte e spronando il nero cavallo prima di allontanarsi salutò tutti:
"Adios Amigos"

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