LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Piero Selmi

Ha pubblicato il libro

Piero Selmi - 361°




 

Collana I gigli (poesia)



15x21 - pp. 122


Euro 12,50


ISBN 978-88-6037-5766

 


In copertina e all'interno
fotografie dell'autore

Gli scatti fotografici contenuti nel libro sono sue realizzazioni.
Prefazione
Poesie


Prefazione

La verità poetica di Piero Selmi è percepibile fin dalle prime liriche della silloge "361°" che riesce a restituire efficacemente, grazie ad alcuni passaggi fulminanti e ad un continuo gioco lirico di evidenze e trasparenze, proprio quella verità d'una ricerca, d'uno scavo incessante, che non fa distinzioni e non crea dislivelli, tra immagini evocative, metafore e simbologie, colori ed associazioni quasi a riscoprire le verità diverse che la poesia porta con sé.
Piero Selmi, giustappunto metaforicamente parlando, è abbarbicato ad un mondo dove è presente il senso della mutazione, la saggezza nel ritrovamento, la complessità dei fenomeni che sovente tendono a sfuggire ad una visione superficiale.
L'Autore si muove alla ricerca del "mistero che avvolge la vita", tra i già ricordati cambiamenti e le numerose mutazioni conseguenti: le illusioni vengono "sfogliate insieme alla vita" come a liquefarsi tra le crepe delle rocce, nei solchi della terra, tra le fenditure di "un albero trafitto da un fulmine" e, nello stesso tempo, la propensione ad indagare i ricordi come le "ultime nuvole sparse e rimaste", le pieghe d'un viso, la luce che "va a finire" oltre il limite visibile.
La parola di Piero Selmi è aderente alla continua verifica d'uno stato d'animo preso in esame, attentamente vagliato, sempre assumendo su di sé e, al contempo, sulla sua poesia, le minime percezioni, le direzioni estatiche e le esigenze liriche, in un costante ed ambivalente gioco di trasparenze, tra contrasti di colori "accesi" e pensieri "freddi" come a "spiare il cielo tra gli alberi", a "confondersi nella nebbia", ad abbandonarsi ad un tramonto.
Ecco allora che si assiste ad una liberazione dal corpo come ad entrare in una sospensione lirica: i pensieri sparsi che nascono dalla meditazione, la potenza immaginifica e i riflessi inevitabili, i silenzi e gli incanti, le presenze e le assenze, la ricerca e l'appropriazione della coscienza di sé.
Dietro la finestra della poesia esiste il mondo da scoprire, vi sono le nuove tracce da inseguire e tutto ciò può accadere solo se il poeta è capace di far nascere le parole dal cuore, di captare le occasioni della vita che passano, di riportare lo smarrimento davanti alla sospensione lirica, al simbolico silenzio: diventa inevitabile cercare il segreto nel nuovo approdo, nell'appiglio alla memoria, nella storia ancora da raccontare o magari in "una canzone cantata per strada".
Il posizionamento sulla linea di confine, sull'argine d'un luogo evanescente, sul "bordo d'una panchina" diventa il viaggio nel silenzio esistenziale, nella lotta dell'Uomo con la sorte: un rapimento nel vortice che cerca di "fare dell'incoscienza la propria normalità", il passo leggero su trasparenti superfici e la visione d'un poeta capace di interpretare l'esistenza e riportarla con saggezza.
Non v'è dubbio che è fondamentale l'onestà d'un poeta, la potenzialità di allargare la base poetica attraverso la soggettività ma, al contempo, in Piero Selmi si ritrova anche un senso di estraneità, quasi di clandestinità, sempre pervaso da una condizione di distacco che diventa la strada poetica che porta al di là, ad un superamento delle superficiali evidenze celebrate nella semplice storia individuale, "oltre" il confine già previsto "dove la linea immaginaria si sdoppia" fino a "svanir negli astri persi/nel 361°".

Massimo Barile


361°

a chi ciò può interessare

Ho raccolto un certo numero di scritti, anche ritrovati,
come ad esempio Piccolo Fiore e Stranamente Uomo (1968)
Guerra (1970), Chernobyl (1986) e così via via li ho riuniti
in ordine cronologico fino al Balzo dell'aquila (2004) Il Ritorno dell'eroe (2004) I Due papaveri (2005) in modo da leggere il percorso di una persona e, oltre ai riconoscimenti avuti, chiunque si soffermi a leggere provi l'emozione "provata" e, al di fuori dei giudizi, riconosca il sentimento, l'onestà dello scrivere e il piacere di trasmettere ancora, nonostante tutto.

Piero Selmi



Mattino


S'apre ed appare con le sue speranze
Il sole conosce le nuvole
Starà a me cercarlo

 
Stranamente uomo

Un mistero avvolge la vita
come il tempo che trascorre
ed è sempre uguale,
come gli uomini che muoiono
e tornano sempre uguali
cambiano i momenti, le circostanze
ma tutto torna...
Un mistero che pulsa nel petto,
nel seno di una donna,
negli occhi di un vecchio stanco,
tra i lunghi capelli di una fanciulla,
tra i rami degli alberi,
nella pioggia che cade,
nel sole che brucia il grano,
nelle tue mani,
tra quei solchi e rughe
a cui tu penserai più di una volta
e sempre ti sentirai confuso
stranamente uomo, meravigliosamente uomo.

 
Piccolo fiore


Era soltanto un'illusione
sfogliata insieme alla tua vita
con il tuo fiore di primo mattino
ormai ingiallito di vergogna

Un regalo di primo aprile
giocato coi fiori, gli alberi ed il sole
il fiume scorreva senza parole
la tristezza un ricordo lontano

Sgranavi al vento i tuoi capelli
li dipingevi intorno al tuo fianco
correvi veloce tra quei sentieri
che nei sogni ti avevan turbato

Non era vero nelle tue mani
come quel cielo che incantata spiavi
che sapeva di voli d'uccelli di mari
ma nell'estate si annunciava la sera

Quando lasciasti tra l'erba il ricordo
non lo guardasti nemmeno negli occhi
non lo sentisti neppure parlare
forse lo avresti voluto già dimenticare

Era soltanto un piccolo dono
giocato insieme tra l'erba del campo
nei tuoi capelli rimase un fiore
era la fine di un amore.

 
Immagini


Si scioglie il respiro dei venti
sulla valle inebriata di profumi
tra i fiori colorati sparsi al sole
tra le rocce disegnate nei biancospini

Erbe erette tra i solchi di grano
aratri sconnessi dalla ruggine
liquefatti nei torrenti di montagna
specchiano nuvole avvolte da nebbia

Già cade la prima pioggia
sulle tegole delle case fumanti
e tra le immagini di vecchi sogni
si perde il tuo sguardo nella valle

Sotto un albero pieno di nidi
trafitto da un fulmine
steso ad asciugare e mosso
dallo sbadiglio di un tuono.

 
Trasparenze


Gocce d'acqua sui vetri della finestra
colori liberati da nuovi arcobaleni
riflessi sulla strada umida di pioggia
ultime nuvole rimaste sparse a ricordare
strani risvolti nelle pieghe del viso
diventate lacrime che attraversano salate
e nei contrasti di colore la luce va a finire
cala il sipario della sera a cancellare
così la mano scivola sul volto ad annullare
attimi di tempo lunghi ad ascoltare
passato e vecchie storie a rinnovare.

 
Marciapiedi


Due bimbi si stringono nel buio:
la mamma è fuori, come sempre,
lei va, poi torna con i soldi
ogni rumore li avvicina di più...
ma lei un giorno non tornerà
resterà sul marciapiede della vita
e loro piangono un po', stringendosi
ma...è solo un sogno
i due fratellini sentono la porta
che piano piano si apre:
anche stasera la mamma è tornata.

 
Il vecchio e il cane


Dalla panchina e dal solito viale
camminano piano incontro alla gente
tutto è veloce, nessuno li osserva
cosa diranno nessuno capisce
chi mai saprà gli anni che hanno...

Se uno è stanco l'altro l'aspetta
corrono i bimbi, il sole sorride
è già più fresco, si annuncia la sera
tornano a casa il vecchio e il cane
dalla panchina e dal solito viale.

 
Chernobyl
(ed oltre, perché il disegno è libero
ma i pittori siamo noi)


Adesso cosa penseranno i bambini
ritirati come fiori dai balconi freddi

adesso cosa scriveranno i poeti
per trovare al mondo rifugi impossibili

adesso cosa penserà mia madre dai capelli bianchi
con la sua protesta forte a voce muta

adesso cosa si farà nel mondo della carneficina
tra centrali erette tra fiori da non cogliere

cosa lasceremo ai figli dei figli che giudicheranno
non saranno i nostri studi punture d'ottimismo

adesso cosa racconterò a mio figlio del domani
tra atomi di morte che mi hanno preso il cuore

adesso da dove verrà il prossimo suicidio
dal cielo, dalla terra o da qualche strano vento

e gli anni, il tempo e tutto quello che verrà
ci porterà coraggio ed il modo giusto di morire?

cosa sono adesso io: puntino cosmico nel vento
ma la gola brucia speriamo sia un momento

 
Per la strada


Rumori di passi sul selciato
come la pioggia: scostanti e duri

tutto è nella strada ed in te:
la vita, la morte, la speranza

e con lei mediana di tutto
continui pellegrino la discesa

verso una vecchiaia che più non interessa
e giunge desiderata e serena

puntuale ai tuoi rimbrotti di uomo.

 
La finestra


Dietro quella finestra un uomo che ride
una donna che piange, un cane che dorme
dietro quelle finestra mobili vecchi
che sanno di muffa, di mille ricordi

Un bimbo più scalzo alla finestra
il suo mondo, i suoi sogni, il futuro
i tuoi perché...

Dietro quella finestra c'è un mondo
c'è la vita che aspetta di uscire

Dietro quella finestra chissà cosa c'è...
 

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Ins. 12-07-2008