LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di 
Piero Selmi
 
I DUE PAPAVERI
(Lui e Lui)
 
Mossi dal vento in un campo di grano
cercano sempre di darsi una mano
nati per sbaglio in quel mondo dorato
non danno frutto ma ci hanno pensato
 
chiedono al vento non dividerci ora
noi certo insieme non diamo dolore
quella formica ha trovato dimora
dorme serena tra l'ombra e il calore
 
guardali ora son stretti per mano
visti dal cielo sembran labbra più rosse
mandano baci a quel Dio lontano
che per unirli anche il vento lui mosse
 
 

 
OMBRE SCURE VENUTE DAL MARE
(Clandestini)
 
Vidi tramonti e notti risposarsi ancora
tra arenili dove risacca intorbida la sera
mani cercar tra anfratti nuovi appigli
per ritrovar la terra e far bandiera
 
tra vesti fredde di salino preso al mare
riconosci volti negli occhi fradici di storia
non servono parole o frasi per spiegare
il mondo presta un'altra strada da tentare
 
ombre scure venute a ricercar fortuna
qualcuno sempre li spinge per marciare
in quel corteo fantasmi lenti a testa bassa
vestiti uguali , in tasca un niente da portare
 
uno si è perso, è inutile cercare
portava solo freddo e non sapeva amare
la nostra casa é calda, il freddo non può entrare
il suo nome é ombra, perduta in fondo al mare.
 
 

 
IL GRIDO DEL FALCO
 
Appoggiai le mani all'aria fresca intorno
dal sapor d'inverno e primavera antica,
con le braccia a croce a perdonare il mondo
 
cercai la calma dal risalir dei boschi
sconfitta ancor da fruscii ed immaginazione
per ascoltar silenzi e darmene ragione
 
Immoto mondo a tratti prestava la paura
come aspettar un improvviso tuono
a mutar del tutto il gesto e la fisionomia
 
ma il tutto attese come la mente mia
il passar scostante di altri antichi suoni
come grida di falchi a ricercar la preda
 
Attesi fermo quasi a trattener respiro
e trovai silenzi ormai immemori al ricordo
dove il pensier potesse non aver paura
 
così svanì la mente e forse il corpo mio
a navigar oltre le vette e quella roccia dura
per riscoprir l'essenza e la bellezza pura
 
Pianeti e stelle lontani a naufragar sereno
presero me e la mano mia nel grembo
per farmi loro e parte certa del disegno
 
ma il falco urlò cacciando dal suo regno
chi nel volare voleva aver risposta, indegno.
 

Cin cin....... !
DAVANTI AL BICCHIERE DI SPUMANTE
 
Giro e rigiro l'orlo del calice diamante
come argine di un lago fresco evanescente
contenitore di sapori dai pensieri assenti
e pieni dell'essenza di viti a maturare
 
Ogni bollicina la vedo risalire in fretta
a finir frizzante sull'orlo fresco e profumato
a regalar la festa al primo di passaggio
in una gara antica che sa di capodanno
 
Giro e rigiro l'orlo ma si affacciano pensieri
appaion volti di bimbi secchi a lacrimare
a ricercar gli avanzi di città moderna
tra scarti e soliti rifiuti industriali
 
Così mi fermo quasi a non voler brindare
far decisione se pensarci adesso oppur domani
quando qualcuno passa e il braccio fa tremare
verso il bicchiere sul tavolo imbandito
 
Tutto è deciso ormai, l'attimo è finito
un altro grazie, domani io ci potrò pensare..
 

LA PIETRA
 
Sul bordo del lago, giorno di maggio, accenni d'estate
tiro la pietra sull'acqua con tutta la forza rimasta
quasi a scagliare lontano errori e vecchie paure
mentre intorno la vita continua a domandare:
 
Chi sono io veramente ? Cosa farò ancora
per accettare il disegno ed i giorni che verranno ?
Mentre la pietra scivola sull'acqua a rimbalzare
quasi a non voler morire sul fondo scuro e melmoso
 
Passa un bimbo appeso ad un aquilone :
anch'io un giorno facevo volare i miei sogni colorati
ad ingannare un cielo pieno di nuvole
ma il vento cala e l'aquilone s'infrange sulla riva
 
Poi un piccolo tonfo, cerchi sull'acqua ad allargarsi
mentre la pietra affonda senza troppo rumore
saluto i pensieri che seppellisco nel lago
mentre le acque suturano la ferita subita.
 

IL RITORNO DELL'EROE
 
Racchiuso come una perla in una mano di corallo
avvolto nella bandiera per non sentire freddo
ritorni da uno dei campi seminati a metallo
dove gli ulivi erano dolci ricordi di casa
 
Tu hai visto spargere il veleno sui campi
e raccogliere a falce la loro pazzia
come una filosofia che era oltre una gara
a cui forse non avresti voluto partecipare
 
Sai che era bello pensare che potevi non morire
nei cieli caldi e polverosi dell'oriente
con un vago sapore d'eroe che saliva oltre
quando si è immortali e le zanzare non pungono
 
Così pensai a te e avrei voluto dirti ancora
dove finisce la guerra inizia sempre un'altra rissa
così pensai a te e avrei voluto poter gridare
sole devia con i tuoi raggi il colpo verso il cielo
 
Ma tutto è compiuto ormai, il libro è scritto,
amico di guerra dalla casacca strappata,
non sono stati i colori a bisticciare la tavolozza
tu dipingevi gloria ma il quadro fu dolore
 
Così rimango sul confine delle terre
a sperare ancora con la mia fede di cristallo
ed il mio pensiero giunga in cielo, con in mano
il solito cartello con scritto basta
 
che piano piano si sbiadisce al sole.
 

PAZZO
 
Madre non fosti tu a darmi il primo colpo
assassina e vittima del padre odiato assente
ad insegnarmi vita che avrei trovato un giorno
per rafforzare il cuore contro la cattiva gente
 
Mai insegnasti al giunco ad aprir le verdi foglie
oltre l'unico sorriso dell'album di famiglia
o la carezza che riservavi sempre
all'unico geranio che poi esponevi al sole
 
Gridai a scuola il vuoto che in me era presente
ed il diverso che nessuno mai capiva
quando fuggii la mente con l'ultima pastiglia
a te dedicai il gesto e l'ultima battaglia
 
Oggi nei passi lenti ed un po' indecisi a vita
rileggo un libro dai fogli bianchi di sorrisi
forse fu il gene a darmi il viso assente
e gli occhi persi nel mondo freddo evanescente
 
E chi m'afferra cercando di trovar la retta via
mai saprà capir i segni incisi dentro al corpo
fui pazzo a ricercar carezze tutto intorno
mentre il geranio ancor con me rivive
 
basta un po' d'acqua e una carezza al giorno.
 

L'ONDA
 
Così m'immersi nel suo freddo abbraccio
a farmi suo e componente aggiunto
sfidar la forza e la sua salata morsa
senza aspettar da lei alcun nuova marea
 
Cercai il segreto nei profondi abissi
degli abitanti che accettano il passaggio
di solite correnti a rigirar elementi
e il naufragar vascelli a mescolar paesaggi
 
Cercai tra bolle e nuovi appigli
di ritrovar le squame appese alla memoria
per antiche rotte a ritrovar la strada
di casa mia che certo stava in angolo nascosta
 
Quando alla fine approdai sulla mia terra
capii perché lasciai la vecchia onda
che tutto annega per diventare grande
a respirar altr'aria che mi aspettava sopra
 
Lei mi tentò per far di me sempre più schiuma
sparir come un tutt'uno a scivolar le spiagge
allor senza rimorsi decisi la mia storia
io che prima e mai seguii la sua corrente
 
Così all'avanti il mio pensiero giunse
indietro avrei trovato la barriera di pazzia
non quella corallina a donar colori al mare
ma l'abisso nero senza mai speranze alcuna.
 

IL BALZO DELL'AQUILA
 
Così mi vidi come aquila il suo nido
assente dallo sparo che ferisce
veleggiar leggero su ali trasparenti
ormai rapito dal vortice padrone
 
Mi avvitai un momento e fu una vita
girare nella giostra scura del destino
attratto ormai dal punto decisivo
traguardo bianco della corsa il fine
 
E l'avvicinarsi alla meta ormai prefissa
significava scoprir del tutto il vero gioco
lontan da chi vivente io lasciavo
per ritrovar spazio nel ciel dell'infinito
 
Ma quando ormai vicino il sole m'appariva
e di lui sfiorai la calda mano tesa
qualcuno mi svegliò dal grande balzo
ma a ritornar diverso e non più preda
 
Ed ancor vivente come aquila nel cielo
a veleggiar migliore sul suo nido.
 

LA RAGAZZA DI VIA
 
Lei salì sul mio bianco destriero
una sera da fresca pioggia bagnati
tra molte sembrava diversa davvero
per quegli occhi assenti e velati
 
E inventammo una grande avventura
di conflitti e battaglie d'amore
lei sorrise quando dissi ho paura
si sorprese di trovarmi migliore
 
Da un paese che parlava più strano
da una madre che non sentiva da tanto
dava tutto ma prese a sé la mia mano
io che al cigno domandai solo il suo canto
 
Quando d'amor fummo vinti e già persi
lei si voltò senza mai guardare il mio viso
non seppi il nome ma quegli occhi diversi
se si bagnaron rimasi sempre indeciso.
 

SUGGESTIONE
 
Era un giorno tra pioggia e sereno
io turista mi fermai a cercare
una chiesa dagli occhi nascosta
scolpita a calce ed antiche preghiere
 
Quell'aria fresca non fece poi male
avvolse il corpo tra banchi di legno
e nel silenzio di rappreso pensiero
scaldai le mani alla candela tremante
 
Non c'erano organi per riti speciali
o sermoni per gente devota
ma nel banco una bianca signora
vidi ferma a pregare gli eventi
 
Fui curioso e decisi il suo viso
poi d'improvviso una luce migliore
tagliò l'aria come lampo nel cielo
ma senza tuono e neppure rumore
 
Scesi il volto e non seppi pregare
ma ricordai uno e più mille giorni
poi scappai di corsa a fuggire
suggestioni ormai forti a celare
 
Con coraggio però volli affrontare
ritornai ad accendere il cero
ma la luce non era più quella
ogni banco era vuoto davvero.
 

LA VECCHINA
 
La vecchina sulla soglia continua a rammendare
l'uovo di legno in mano i calzini vuol salvare
intorno due o sei bambini da sgridare
chissà cosa faranno ma lei li sa vegliare
 
Non sa che andran dai sarti il corpo a migliorare
che pagheran qualcuno per poter parlare
che dovran telefonare per potersi amare
diran due o sei parole sempre le più rare
 
Ma intanto vien la sera la vecchina si addormenta
dei bimbi ormai perduti lei sogna e si rammenta.
 
 

COINCIDENZE
 
Ci siamo già visti in un tempo passato
nell'altra vita o ci dovevamo incontrare
saran coincidenze e non ne devi parlare
è tutto vero o un sogno avverato
 
Quando cammini e riconosci la gente
son solo lampi che entrano in mente
ma senti cose che gli altri non sanno
saran coincidenze ma poi accadranno
 
Se pensi a qualcuno che non vedi da tanto
ecco che arriva proprio d'incanto
saran coincidenze vedere l'evento
oppure esser lì in quello strano momento
 
Siam già vissuti e tornati a vedere
é una fede o son cose un po' rare
ma quelle risposte che appaiono chiare
le riconosci e dici forse doveva accadere.
 
 

IL 361 °
 
Appoggerò le mie mani sul tuo viso
chiudendo i tuoi occhi con due carezze
e ti parlerò sottovoce così non avrai paura
spogliandoti piano piano da tutte le idee
farò scarto dei tuoi dolori e delle tue gioie
 
T'indicherò la strada dell'oltre
dove la linea immaginaria si sdoppia
lascerai le scarpe più pesanti per il viaggio
per arrivare là dove il denaro non compra nulla
e non serve la bellezza del gatto pettinato
 
Soffierò dolcemente sul tuo viso
presentandoti l'armonia che cercavi
potrai ballare con me la danza delle lucciole
con la musica del vento nelle ali
fino a svanir negli astri persi
 
nel 361°
 


A MIA FIGLIA (per Silvia)
 
Ti lascerò correre, libera tra i campi
a raccogliere i fiori, figlia mia
nata da una cellula, mille anni fa
e ti insegnerò ad abbracciare il mare
col respiro profondo dei venti
sussurrandoti che la vita
é una piccola grande cosa da prendere piano
e che la notte arriva in silenzio
per portare a dormire le ansie del giorno.
 
Tu, nata per caso, come una stella
potrai imparare a stendere la mano
senza aspettare ricompensa alcuna
e cercherò di non insegnarti molto
tu che hai già tutto: sorriso e pianto
gioia e dolore, fin dai primi passi
e me ne andrò in silenzio per farti strada
verso un mondo che nessuno conosce
e di cui tutti ne parlano piano
 
E se ci rivedremo un giorno
celebreremo la vita tenendoci per mano
sfiorando il mare, la terra ed il cielo
senza interrompere mai
il ciclo dell' universo
e del nostro cuore.

STRANAMENTE UOMO
 
Un mistero avvolge la vita
come il tempo che trascorre
ed è sempre uguale
come gli uomini che muoiono
e tornano sempre uguali
cambiano i momenti, le circostanze,
ma tutto torna...
 
Un mistero che pulsa nel petto,
nel seno di una donna,
negli occhi di un vecchio stanco,
tra i lunghi capelli di una fanciulla
tra i rami degli alberi,
nella pioggia che cade,
nel sole che brucia il grano,
nelle tue mani, tra quei solchi e rughe
a cui tu penserai più di una volta
e sempre ti sentirai confuso
stranamente uomo, meravigliosamente uomo.

SABBIA IN BOCCA
 
Il buio divorava il mare più calmo
sotto un cielo di stelle cadenti
sulla spiaggia un castello di sabbia
si appoggiava piano alle onde
 
Strinse le mani più forte al suo viso
e coi soldi si fece padrone
ma a quell' ora le vetrine son spente
non si vendono dolci e balocchi
 
Mentre il cuore batteva più forte
nella mente tornava il passato
un minuto e fu tutto finito
sabbia in bocca per tacere la storia
 
Ora il mare grida più forte
sabbia in bocca non può raccontare
una stella caduta nel mondo
che al cielo preferì una spiaggia di sale.

CAMPO 7
 
Hanno piantato le croci nel campo
per fare più bello il giardino
ma non crescono foglie sul sangue
non è il sole a bruciar forte la pelle
 
Hanno piantato le croci sul petto
per trafiggere ancora le genti
ma la punta trapassa più forte
ha colpito chi teneva la spada
 
Tu che vai non hai colpa di nulla
ma è difficile non esser parenti
camminare ammirando il mattino
con gli occhi intrisi di sangue
 
Poi finisce il libro di storia
non rileggere, lo senti nel vento
nulla cambia, ogni cosa ritorna
campo 7 tra i sassi a memoria.

LA BOMBA
 
La bomba aprì il cielo più scuro
tenuta per mano da un cieco destino
aprì la porta sbarrata dal ferro
e col fuoco si fece padrona
 
Intaccò pareti e cornici dorate
firmando ogni cosa col nome annerito
fumò il soffitto e fece rumore
per far uscire dal sonno le genti
 
Tutto finì e fu solo un minuto
lei stringeva in mano un cuscino
ma dagli occhi il sangue le scese
per non vedere tanta vergogna
 
Qualcuno urlò e ne fece furore
poi tutto tacque, si levaron le trombe
domani in fila, in un lento corteo
per festeggiare la bomba impazzita
 
Ora qualcuno è nascosto nell'ombra
ed accarezza il suo gesto profano
non sa che viene sempre il destino
a sparare su chi tende la mano.

IL GATTO
 
Per noi quel giorno tutto era finito
sul freddo asfalto ti avevo trovato
due vite smarrite appese ad un dito
Grigio è il nome che ti avevo donato
 
Ma fermando l'attimo tutto è mutato
ora sei un raggio che dona calore
per nuovi giorni che alla vita ho rubato
nella speranza di un mondo migliore
 
Tu dormi felice sul tuo cestino
tra un tramonto ed una piccola aurora
appoggi il muso al mio destino
ed ogni mia mossa controlli ancora.

IL VECCHIO BUGIARDO
 
Sbiadite bandiere gonfiano balconi
trombe cantano vecchi ideali
Tv danno annunci fatali
nasce il sole sul solito mattino
 
Soldi, futuro e figli migliori
nel pensiero di tutte le genti
mentre il vecchio strofina le mani
appoggiando denaro al suo cuore
 
Così io che penso al da fare
non voglio parenti potenti
non conosco la grande vittoria
ma di certo odio il vecchio bugiardo
 
Il suo nome è scritto a milioni
sui libri degli anni di storia
riconoscilo e stanne lontano
fai in modo che possa soffrire
 
e guardando il sole che muore
vivi storie e che siano migliori.

LA GOCCIA
 
Una piccola goccia cadde dal cielo
tagliando l'aria ad arcobaleno
una di mille gocce lucenti
ma per ultima a terra arrivò
 
Entrò nel torrente con molta paura
e volle capire dove andava a finire
ma restò sola in mezzo a quel fiume
pensando ancora al cielo più blu
 
Trovò tante amiche lungo un ruscello
spinta da un vento che non conosceva
cercò soltanto di andare avanti
sperando sempre di arrivare per prima
 
Nessuno mai le domandava
cosa pensasse davvero del mondo
ma cercò sempre dentro al suo cuore
di conservare tanta speranza
 
Così incontrò tante pietre nel fiume
tanti sorrisi che non riusciva a capire
e tra illusioni che nessuno spiegava
divenne ogni giorno sempre più pura

Attraversò città e ponti più grandi
sentì parole che nessuno capiva
ma era tardi venne la notte
ebbe paura ed il cielo guardò
 
Dietro le nubi un fuoco si accese
un grande lampo il cielo imbiancò
ed il tuono sempre più forte
di andare avanti le sussurrò
 
Adesso è grande nuota nel mare
é una e mille di piccole storie
spero si salvi e sia felice
lei che nel mare il destino trovò
 
Era una piccola goccia lucente
caduta a caso nel cesto del mondo
verrà il sole sempre più caldo
lei volerà di nuovo lassù...

LUI E LEI

(anziani amori)

 
Li vidi passare stretti per mano
tra i silenzi di cose già dette
incerti tra strade sempre più strette
tra mille clacson che suonano invano
 
Piccoli passi aumenta la fretta
a continuare l'amore per mano
verso la casa di un solo vano
tanto nessuno dà loro più retta
 
Quando il freddo li spinse più forte
li vidi sparire nel vicolo stretto
rimase in me il ricordo perfetto
di un solo amore contro la sorte.

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Agg. 25-02-2007