LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie di
Ornella Ferrari Pavesi

AGONIA
 
Soggiogate dal vento,
le onde si piegano,
e schiumano rabbia...!
 
Il tormento dell'urlo,
si dilata, costante,
in uno spasmo crescente...!
 
La natura si muove,
e all'unisono trema
nel fruscio incalzante
delle fronde deserte...!
 
Dietro i vetri percossi,
uno spicchio di vita
osserva attento e stupito
l'agonia del vento...!
 

 
BRICIOLE

Briciole, briciole di pane per i passerotti
Briciole d'avanzi per chi ha troppo fame
Briciole di tempo per chi non ne ha
E per chi lo pretende
Briciole di pensieri spezzettati
E gettati sul manto
Delle notti insonni,
briciole di occasioni mancate
per pigrizia, per paura, per ignavia
per amore, per egoismo, per pietà.
Briciole di tristezza, che si insinua
Nelle crepe delle certezze,
briciole di felicità sulla tavola, imbandita,
della vita
dove restano avanzi di pasti consumati avidamente,
sconsideratamente, ingordamente, faticosamente, bulimicamente.
Briciole d'amore a chi ne chiede un po',
a chi ne chiede troppo,
a chi non ne può più...
Briciole di pazienza per chi ne ha bisogno,
per chi è ignorato, per comodità...
Briciole, briciole, briciole
Di intenzioni, buone, ambiziose, deluse.
Briciole di parole, tante parole,
per riempire i vuoti, per stordirsi, per giustificarsi,
per farsi ascoltare.
Briciole che cadono e vengono raccolte
Da chi non ha niente, da chi è solo e disperato,
da chi si accontenta,
da chi..., da chi...,
da chi non vuole altro...
" Briciole, briciole gente
compratene un sacchetto! ", costano poco e...
sfamano!

UFFA!

Uffa, che fatica, questo affanno,
questa ansia di arrivare, fare, stupire...
Uffa, che fatica convincere
Del tuo valere, del tuo valore
Con i bla, bla asmatici della voce,
ormai roca e annaspante
nella melassa delle parole appiccicose, dolciastre,
stucchevoli, inadeguate, stupefacenti,
parole, parolone, paroline esibite,
ingigantite, buttate... là, senza senso...
Uffa, che macigno le promesse, pensate,
dette, fatte, senza scampo...
Uffa, uffa, uffa, che monotone intenzioni
Di altruismo
Per zittire la coscienza e zittire l'egoismo
E cullarsi nelle gratificazioni!!! Specchietti luccicanti
Per un gigantesco "IO"
Riflesso nel tranquillo stagno
del benessere!
Uffa, agli ignoranti inconsapevoli,
ai collezionisti di buone intenzioni
ai consigli elargiti e non chiesti,
inutili, superflui, tronfi, ignoranti...
Uffa alla solidarietà, di moda,
al perdono, di massa,
sbandierato, vezzeggiato, coccolato,
per ipocrisia, per paura, per codardia,
per nascondersi...
Uffa, uffa, alla frenesia di arrivare,
fare, arraffare, fagocitare, collezionare,
esibire...
Uffa, alle teste vuote, alle cose urlate,
agli assordanti applausi,
alle note stridenti e distorte da abili strimpellatori.
Uffa... che inutile spreco...!
 

A MIA MADRE

E la memoria sfugge,
e gli occhi si fissano
sui momenti presenti,
e le parole inciampano
sulle difficoltà dei ricordi,
e la lentezza avanza
sul peso dell'età...
E non c'è scampo
All'angoscia di chi sa,
alla giustificazione
di chi subisce,
all'impazienza
di chi ha fretta...
E l'incertezza
Divora la volontà,
un tempo salda, intransigente,
e la stanchezza incombe
sulle antiche vivacità,
sulle ferme lucidità,
sulle caparbie scelte,
ora appannate
nel lucido presente
di un futuro breve...!

APATIA

Le forme, pendenti
di umidi panni,
le vele, afflosciate
in pesanti attese,
gabbiani, in volo
su statiche acque,
insetti ,ronzanti
in frenetici approcci.
E l'uomo, appannato,
si asciuga il sudore
col gesto, pesante,
di chi, affaticato,
non trova sollievo
nel riposo forzato,
e pigro s'arrende
all'afa del mondo...!
 

PREGHIERA

Se Ti ho offeso,
scusami...
Non lo sapevo,
non lo capivo,
non coinvolgevo...
la mia coscienza!
 
Se Ti ho ferito,
accusami...
Non ero conscia
delle parole
e delle azioni...
Ero lontana,
ero distratta,
ero attirata...
da altre cose...
Non ero in me...!
 
Se Ti ho deluso,
sgridami...
Se me lo merito,
picchiami...
Segnami l'anima
col Tuo perdono..
Fammelo cogliere
e divorare,
come affamato
che mangia il pane...!
 
Il pane, semplice
e indispensabile...
Il pane caldo
e profumato,
che sazia i poveri...!
 
Se mi perdoni,
toccami
e alleggeriscimi
dei miei peccati,
se Tu ritieni
che siano gravi...!
 
Se mi capisci,
parlami
il linguaggio semplice
del Tuo cuore,
e arricchiscimi
del Tuo Amore.
 
Se mi vuoi,
chiamami,
mi metterò
l'abito bianco,
come una sposa
che va all'Altare...
 
Se mi concedi
di agire e fare,
in un futuro
che mi regali,
allora aiutami
a ringraziarTi,
come Tu meriti...!
 
E nel parlarTi,
come a un amico,
guardando il legno
che Ti imprigiona,
sento che IO
ti sono vicina
e che TU accetti
la mia presenza...!


DELIRIO

C'è un senso,
nel delirio morale
di vuoti inviti
alla fiducia
sacrificale
di giunchi piegati
immersi
nel fango?
C'è un senso,
allo sdegno improvviso,
di sdegnati passanti
su schermi
di plasma?
C'è un senso,
nel vociare visivo
di attoniti giudici
con parrucche
di plastica?
E' una recita
storica
di ininterrotti cicli,
di gorgheggi e urla,
di lampi e silenzio,
di nodi nei capelli biondi,
nei capelli neri
lisciati con la forza...!
 

A MIO FIGLIO

Sono io o tu
che cambi
nell'evoluzione del futuro
oberato di doveri?
 
Il ticchettio incupisce
nelle orme
più profonde
del fare
 
appesantito e stanco
ripercorre i gesti
più semplici urgenti
nel ricreato tempo
del presente
 

PROFONDITA'

Artefice
di sogni
negli occhi
dolci confessioni.
 
Ceruleo mare
di felicità
 
Grigio acciaio
nubi
che incupiscono
il cielo
e il divenire
 
Verde profondo
ombroso di fronde
specchiate
nell' attenzione.
 
Su di me,
la dolcezza s'aggrappa
 
mi stringe
il possesso
del tuo sguardo
 

 
MATURITA'

Tempo t'avvicini
e t'assaporo
 
in me
l'immensità del mare
il soffio del futuro
e gli astri
nel silenzio siderale
 
Torna a germinare
il grano
il biondo delle spighe
ripropone il sole
 
non è sorpresa
 
è abbandono
dolce , struggente
al domani
 

 


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Agg.14-11-2007