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- Mattino sul
mare
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- Mattino.
- Risveglio sommerso
- da pezzi di cielo.
- Marinai brindano
- con l'acqua di sole.
- Bambina bruna
- accenni il tuo fascino
- sul mio corpo sporco di tempo.
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- Getta le reti,
- l'abisso assopito è
- un timido amante,
- rivale inquieto.
- Sui capelli scompigliati
- dal vento
- le ultime trame
- ferite da lenze.
- I sospiri affannati
- e il tuo silenzio.
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- Brindano marinai
- con l'acqua di sole
- rovesciati sulla risacca.
- Tormenti esplosi,
- ma sono vivi,
- scenario liturgico,
- moda in tempesta,
- asilo
- e potere.
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- Venite sul mare,
- bambine,
- marinai,
- gabbiano perfetto
- abitante degli occhi,
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- e tu fortuna immobile
- invita altri miseri
- romantici,
- virtuosi dei recinti,
- ombrosi di alghe.
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- Spighe del mare
- incrociate e derise
- di soli e di lune,
- sterili conchiglie
- dall'aspetto riverso
- sulle isole che cantano.
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- Stà in piedi
- bambina bruna
- e i marinai brindano
- con l'acqua preziosa,
- distolti, espugnati,
- abitanti e registi di sabbia,
- ma sono vivi.
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- Accendi gli occhi nel vento,
- torbide gocce di mare
- nutrono l'ombra
- come mani ferite.
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- Natura.
- E' il mare dentro il tuo corpo.
- Il marinaio pesca le reti.
- Bambina bruna
- sei qui ora, e mi guardi.
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- senza titolo
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- Seme solitario
- vivi lungo la tua riva,
- cresci per me
- le tue foglie fredde,
- danza sul mio viso
- e la luna proverà a
cercarci.
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- Il mio mondo
- non ti vuole con sé
- questa vita
- è estranea
- al tuo messaggio,
- ti prego accompagna
- le mie stelle nel tuo cielo.
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- Portami con te
- nel ventre della terra,
- apri i miei sogni,
- uccidi adesso la mia paura.
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-
- senza titolo
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- A me stesso
- senza vanto e senza persuasione
- dedico
- lo spazio che lascio
- e le mie manciate di terra
- come ricordi abbattuti
- non è l'inganno che vince
l'uomo
- è la vita che gli si rivolta
contro
- i topi della mia giovinezza
- hanno fatto fortuna
- questa non è una scelta
-
- mi passa di fronte
- come una vendetta dell'anima
- e rende inutile
- la mia tragica fuga
- pensavo e penso ancora
- a un destino condannato
- le signore della luna
- lo spingono indietro
- addio mie care amanti
- la speranza è un difetto.
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- Uomo solo
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- Notte di ombre distese.
- La sua gloria di sempre
- le speranze di sempre
- occasioni di parlare col tempo,
- quante stanche e opache serate
- quanta vita distrutta.
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- Aveva una luna con sé
- portava i suoi occhi
- in cima alla collina
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- e vedeva e vedeva ...
- vedeva maschere e croci.
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- Sono andato con lui
- sul fiume ondeggiante
- sentivo cadere i suoni dai muri
- i soliti ritagli senza colori,
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- coinvolto nelle corrente
- e nelle risate
- ho cantato con lui e la vita.
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- Il cielo camminava da sempre
- aghi di pioggia ferivano il viso,
- non ho mai avuto una distanza
- non fare caso a quello che ascolti
- non è che un segreto di uomini
persi.
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- Il suo destino
- di episodi sfumati
- la sua coltre
- di penetrante saggezza
- hanno atteso con me
- hanno pianto con me,
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- oltre il cielo remoto
- nei paesaggi incolti
- le tenebre erranti
- valori sepolti di odio e di
orgoglio.
- E aprivamo le mani
- come ventagli
- cercando sulla fantasia distorta
- le nuove serenate del vento,
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- i cavalli d'acciaio,
- quelle foreste abbattute
- che si ammassano ai margini
- della morte incosciente.
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- Di noi cosa rimane?
- Di noi cosa combatte?
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- Siamo noi eredi della polvere
- uomini persi, frantumati
- di angosce di derisione
- su un palco che sanguina
pietà?
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- Chi può vivere
- di queste rinunce,
- affondarsi nella furia delle cose
- colpevole solo di chiedere amore?
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- Sono andato con lui
- sul fiume scomparso
- ho affidato il suo viso
- all'acqua silenziosa.
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- La luna splendeva da sempre
- muti fragori cadevano dal cielo,
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- quanta pace adesso con lui
- quante ombre legate sul tempo.
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- Nessuno ricorda il suo nome
- non è che un segreto di uomini
persi.
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