Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Marilena Rimpatriato
Ha pubblicato il libro
Marilena Rimpatriato - Briciole di vita
 
 
 
 
 
 
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 44 - Euro 6,50 - ISBN 88-8356-517-7

 

Pubblicazione realizzata con il contributo del Club degli autori in quanto l'autrice è 1a classificata

nel concorso letterario «Marguerite Yourcenar» 2002

 
Prefazione
Poesie

Prefazione
Marilena Rimpatriato con questa nuova silloge innalza un canto d'amore con voce limpida e penetrante: le sue parole scivolano in un'atmosfera ebbra di quiete e si lasciano trasportare da un fiume di dolcezza che incanala la sua poesia in una esplosione di gioia.
È pervasa da un fuoco ardente di passione costantemente alimentato dalla sua versificazione che si fa dardo d'amore che illumina la vita, sorriso travolgente che riscalda nella notte più fredda, miele che addolcisce la pena, onda spumeggiante di ricordi.
La magia di questo rapimento estatico conduce in un universo senza più dimensione dove è facile farsi cullare dalla voce dell'amato, vedere nei suoi occhi la radiosità del sole e sorprendersi per il turbamento provocato dalle forti mani che stringono al petto: la mente ed il cuore sono squassati da una tempesta continua ed ogni apparizione é illuminante, ogni gesto d'amore è inebriante. Tutto è nutrimento e linfa vitale.
Al di là della sua identificazione con la perenne ondosità del mare o delle apparizioni solari svolge la sua poesia direttamente percepita nella sua combustione lirica o dalla memoria che regala immagini prima sottomesse ad un iniziale compiacimento panico ed infine disposte con umiltà e spoglie del primitivo canto, per giungere al cuore di una verità che sgretoli lo schermo delle apparenze. A questo punto la sua visione risulta matura ed esprime appieno quella ricerca entro una linea discendente di scavo verso nuove invenzioni e ritrovate radici alle quali aggrapparsi e in ultimo riconoscersi in esse.
In questa elaborazione poetica la voce si fa sussurro soave d'una brezza d'estate o culla per i pensieri, i silenzi sono assordanti o frantumati dai narcisi, lo sguardo che cattura tutti i sensi è una promessa (Scevra d'ogni fulgore di sogno/all'oro del tuo sguardo/immolo le mie sembianze), l'onda che spuma furiosa sugli scogli ricorda la voce roca che afferra l'anima, la mano si fa conchiglia protettiva per accogliere l'amore e non sorprende il richiamo che giunge insieme al profumo del sambuco o la successiva fuga dalla realtà che conduce nell'oblìo.
Questo navigare assetata d'amore alla ricerca di un approdo finale o di un porto finalmente sicuro, può essere doloroso e provocare ferite che necessitano di medicazioni urgenti: ma le parole d'amore, autentiche ed incontaminate, potranno mai dissetare o guarire il cuore?
Il solo riscatto è l'abbraccio infinito di una donna che offre liricamente la folgorazione tra due anime in una inondazione di elisir d'amore e si ritrova infine a ritornare al suo bosco dove tutto è rimasto immutato, a ritroso nel tempo per ritornare ad esser radice o ramo intrecciato in un groviglio di legno, esser foglia ghermita dal vento o far parte integrante della terra.
In un primo momento la memoria emerge dal silenzio e riappaiono i sorrisi che parevano sommersi dal tempo e nel contempo da questo rifugio la nostalgia stringe il cuore, dissolve le certezze e le uniche carezze sono quelle del vento ma subito dopo è vibrante la tensione a ricercare la perduta alchimia racchiusa nell'ampolla del nuovo sentimento.
Ed ecco allora che sui fogli prendono vita i pensieri nella quiete della sera quasi in una sorta di spirituale raccoglimento alla luce filtrata d'una stanza che custodisce memorie, d'un luogo del ritorno alla fanciullezza e al proprio vissuto, alla quiete dell'anima ritrovata. Finalmente diventa padrona del suo naviglio di cristallo pronta a solcare ogni mare ed essere libera di perdersi in estasi luminose e autonomamente gettarsi in un bagno di luce con la leggerezza della grazia ed il calore di un sorriso, di un incantesimo generato dalla poesia della vita con le sue seduzioni e con la infinita fecondità dell'amore. Il sentimento di una eternità serena.

Massimo Barile

 

 

 
Briciole di vita

All'uomo dei sogni, un tempo amore lontano

ora mio compagno di vita


 I
(promessa di lui)
 
Mi vedrai.
T'apparirò con il bagliore dorato del sole,
un pomeriggio,
lungo il viale.
Sarà stato lungo il viaggio
per afferrare il tuo sorriso
per ascoltare la tua voce dal vivo:
un sussurro ben più soave d'una brezza d'estate.
Ti condurrò verso la quiete dei giardini
ed assaporerò le tue labbra
dietro un discreto paravento di rami.
Poi inattesa
s'accenderà una magia di fiori schiusi
ed essi accompagneranno i nostri silenzi assordanti,
nel nostro muto colloquio di sguardi.
Ti porgerò la mia mano.
Afferrala.
Stringila forte
ed essa non ti lascerà nemmeno al tramonto
ti rapirà ai sogni
che verseranno altrove il loro incanto.
Io geloso custode dei tuoi occhi,
del tuo sorriso,
visiterò i fondali limpidi
della tua anima
fino a scoprire segreti più occulti,
e i tesori nascosti
da silenzi di luna.
Entrerò in te,
ed in te ancora,
vivrò nell'infinito tuo mondo,
e veglierò la bambina
e amerò la donna,
accarezzerò i suoi capelli,
placherò i suoi timori nel mio abbraccio infinito.
Tu aprirai il tuo scrigno ed io vi porrò il mio cuore.
Conservalo, chiudilo in te, nutrilo del tuo amore.
Sarà tuo in eterno.
Sarà più tuo di quanto appartengano le stelle al cielo,
più tuo di quanto le dita appartengano ad una mano,
perché io senza te sarei naufrago del mio nulla.

II
(promessa di lei)
 
Ho finito di navigare per mari assetata d'amore:
tu sei il mio approdo,
in te getterò l'ancora,
dimorerò nella terra promessa dei tuoi occhi.
Mi turbi la mente ed il cuore,
dentro l'anima è tempesta.
Spazio e tempo si convergono nello stesso punto
quando le tue mani stringono le mie:
c'è un intesa che appassiona,
che travolge,
mentre noi, esseri fluttuanti,
galleggiamo in un universo senza dimensione.
La tua figura sarà il mio confine
tra i sogni e l'incedere dei giorni,
dolce ed indistinta la tua voce
cullerà i miei pensieri.
M'astrarrai dalla realtà per condurmi nell'oblio.
Giaceremo silenti su di un letto di gigli
sotto una coltre di nubi
e tu traccerai sentieri tremanti
sul mio viso
con sospiri inquieti.
Sopra noi voleranno i gabbiani.

III
(attesa)
 
Ti attendo nella solitudine
e mi lascio ghermire
le vesti ed i capelli dal vento.
Ascolto il respiro dell'onda
che spuma furiosa sugli scogli.
La natura scatena i suoi elementi,
l'infinito sopra di noi si getta nei flutti.
Il tempo si sgretola.
Verso l'onda si schianta il mio respiro.
Vorrei espugnare la tempesta
sul mio naviglio di cristallo
e conoscere i lidi dei tuoi pensieri,
le regioni arcane della tua anima.
Sono tua
sono un'onda che s'estende all'infinito
che s'insinua nel tuo sguardo
e che non sfuggirà mai alle tue mani.
Sono un fuoco acceso nel tuo cuore
una calda nicchia dove ti puoi rifugiare.
Fuori fa freddo,
c'è l'inverno e furioso spuma il mare.

 
IV
(pensieri, stupori...)
 
Qui in stupita attesa
del tramonto mentre l'onda si schianta
sulla fine rena dei pensieri.
La sera odora di salsedine
e dalla distesa di sabbia (su cui siedo)
inseguo voli di gabbiani a pelo sull'acqua.
Ti penso ed intanto
s'incendia il silenzio che ho dentro,
insieme all'orizzonte
che raggiunge il mio sguardo.
Penso alla tua pelle,
alle tue mani di conchiglia,
sulle quali è posato il mio cuore.
Tuo o vita mia per sempre.
M'illudo.
Lo sciabordio dell'acqua arcanamente
mi rammemora la tua voce.
Mi tuffo nelle penombre
del tuo sguardo e naufrago nelle baie limpide
dei nostri intendimenti.
Ti penso. Lo zufolare sommesso del vento mi ridesta.
Il tessuto dei sogni si sdrucisce.
Devo tornare.
Mi rallegro.
Presto tu sarai con me.

V
(incontro)
 
Il tuo sguardo cattura tutti i sensi
quando si posa sul mio volto.
Mi stringo a te
timorosa di destarmi dal sogno
del mio esserti affianco.
Tu dolcemente mi culli
mentre ardono le guance
al tocco delle tue carezze.
I miei pensieri sono imprigionati
da ringhiere di narcisi.
L'aria è una tempesta d'aromi.
Il mio sole sono i tuoi occhi.

 
VI
(in balia dell'infinito)
 
Le tue mani cercano le mie
nel silenzio di questa sera.
Sospesi su un alone di sogno
dimentichiamo il domani.
Noi: piccoli e discreti
in balia dell'infinito,
noi un tutt'uno
una cosa sola.
Noi: un segreto nascosto alla luce.
Noi: ombre.
Vorrei essere la tua ombra per seguirti ovunque.
No, tu sempre avanti.
I miei occhi guardano i sentieri percorsi
dalle dita della luna:
prima la fronte,
seguono il perimetro del volto,
ne divorano le maschere del giorno,
si perdono in meandri segreti oscuri.
Le mani afferrano i sospiri,
li tengono prigionieri,
entrano nelle viscere dell'anima,
accarezzano la coscienza,
la rivestono di luna,
l'addormentano.
Tu mi segui per un sentiero di stelle.
I miei piedi calpestano prati d'oro.
Mi raggiungi,
le mie braccia divengono infinite.
Noi un'unica ombra.
Noi nella solitudine dell'esistenza.

 
VII
(sussurro di lei)
 
Dolce amore mio
che illumini il mio cielo
con la tua preziosa luce di stella
che riscaldi la mia vita con la tua voce roca,
posati come brina leggera
nelle penombre del mio sguardo che attendono la luce del giorno.
Amore che hai sigillato l'anima mia
con il tuo sorriso non lasciarmi ancora.
Dammi il privilegio della tua presenza
in questa notte che appare eterna.
Ai primi bagliori d'oro
la tua luce inonderà ineluttabilmente
il mio essere ed il mio andare.
Mi disseterò del tuo respiro
annullandomi al tuo ardore,
un fuoco dirompente che accompagnerà la mia vita.

VIII
(lei si desta)
 
La tua voce
ha afferrato la mia anima
restia ad accettare di retrocedere
da fondali screziati di quiete.
Sobbalza al fiato del vento,
s'incendiano gli orizzonti vergati dal sole;
la tua voce mi fa ritrarre da boschi di coralli
da abazie di colori sfumati, da luce filtrata.
Una mano si fa conchiglia
per offrire nidi di tepore
adornati di gigli da seminare
nelle distese di silenzio
teatro di sogni inquieti.
Una ad una si frangono le illusioni
su scogli d'opale;
rimane in me il suono d'una voce
che penetra i tramonti.
Lo schianto mi ridesta.
Ritorno alla vita.
Una mano si fa carezza
ed io le offro i miei capelli d'alga
per barattare salsedine con brina.
La tua voce annuncia l'incedere del mattino.
Scevra d'ogni fulgore di sogno
all'oro del tuo sguardo
immolo le mie sembianze.

 
IX
(incanto di lui)
 
Lunghe ciglia nere si schiudono.
Reduce di paradisi perduti
approdi al mio sguardo ammaliato
ed un diluvio di calore m'avvolge.
I tuoi occhi abbacinati
percepiscono ora i dardi solari
che filtrano come artigli dalle imposte.
Sono lame dorate che rallegrano
le baie segrete del nostro amore,
sono diademi scintillanti che s'intrecciano
tra le chiome.
Luce divina che rende affannoso il respiro.
Ti dico: - Sei bella -
Sì bella,
un sussulto di vita,
una visione.
- Sei bella -
schiudi le labbra
e il tuo sorriso mi travolge.
Tu giglio di seta,
la mia passione t'irrora,
ti penetra nelle fibre,
ti scuote.
Fiorisci tra le mie dita.
Bella,
più della brina che brilla
nelle radure ovattate dei sogni,
ancor più di tutti i fiori che sommergono
i prati in questa mite stagione.
Bella, languidi smeraldi i tuoi occhi.
Dal tuo volto bagliori di luna.

X
(chiarori)
 
Ora sì:
distinguo il tuo volto
nel chiarore del mattino.
Trabocca di dolcezza.
Stupore travolge i sensi,
estasi è nell'aria
e rende le parole inane
in questo incanto senza dimensione
in questo orizzonte
ammantato di silenzio
dal quale provengono bagliori sconosciuti.
Mi conduci alta
lontana dai fragori mattutini;
i deserti s'irrorano d'assoluto,
verdeggiano le terre incolte dei pensieri
e il sole e la luna s'uniscono,
s'abbracciano languidi.
fondendosi.
Mentre il cielo si sgretola sopra noi
il tempo si cristallizza
in questo istante.
Alchimie cromatiche
si condensano in quell'istante.
Noi imprigionati nell'attimo incantato,
siamo soli.
Io donna nelle tue mani.
Tu uomo inebri di certezze la mia anima mite.



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Ins. 11-07-2003