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Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Marco Galli
Ha pubblicato il libro
 
Marco Galli, L'albatro - Canti, editrice Montedit, Collana I gigli (poesia) -
L. 14.000 - Euro 7,23 ISBN 88-8356-062-0
 
Prefazione
Il titolo della raccolta, cui si aggiungono a rendere ancora più trasparente la citazione i versi della dedica iniziale, dice già molto sulla poesia di Marco Galli, giovane autore alla sua seconda silloge che nella vita - le sorprese non finiscono mai - si occupa di finanza. "L'albatro" è uccello baudleriano per eccellenza: chiunque ami anche solo un po' la poesia ricorda i versi che lo immortalavano prima principe dell'azzurro e poi goffo pagliaccio deriso da rozzi, e quanto umani!, pescatori.
Questo viaggio (ci piace immaginare la lettura di ogni libro, e in particolare di quelli di poesia, come un avventuroso viaggio verso lidi sconosciuti, oppure noti ma che si stagliano all'orizzonte ogni volta con una sfumatura diversa; e più che mai in un caso come questo, come vedremo in seguito) inizia dunque così, col pensiero rivolto all'uomo che nella poesia ha messo a nudo il suo cuore pulsante. E forse è proprio il sentimento della pienezza e anche del dolore della poesia a rappresentare, per Galli, il "trait d'union" sottile ma forte con il poeta francese. Pienezza e dolore che derivano dalla consapevolezza di poter vivere la poesia solo in brevi momenti - attimi di sovrumana lucidità - ma di non potere mai "trattenerla" e farla propria.
Del resto, le dichiarazioni di poetica sparse qua e là sembrano proprio spingere in questa direzione (per tacere di altri e più leggibili richiami, come la delicata "Mon chat"): i poeti - scrive Galli - "sono gocce di mare / che si frangono sulle scogliere / bianche, immacolate, eteree": fatti di una sostanza inafferrabile, dunque, sospesi tra terra e cielo in uno splendido istante di candore e levità; la poesia "è una ruggente fiammella che trema flebile, oppure si disegna al pensiero vivida, lucida e struggente". È comunque un dono, ma anche un premio; in più liriche emerge infatti una concezione eroica della poesia, e più in generale della vita, che si nutre di miti e immagini classiche e si traduce talvolta in una scrittura impetuosa - ma sempre misurata - e trascinante come un crescendo musicale: "eppure, dove oscurità regna / fra le miserie dei nostri mari / fra le nubi plumbee che oscurano / il mondo cancellato dall'onde / all'orizzonte vivo resiste / un solido eroico punto / che novello Prometeo rinnova / il real sacrificio e belligera / solido fra le spume e i vortici / benedetto faro a cui umili / affidiamo membra e anime" recita l'autore nella lirica d'apertura, "una zattera di naufraghi", che pare ispirata direttamente dalla visione della zattera della Medusa; e ancora, in "Tempesta", ecco rullo di tamburi, stendardi aleggianti nel vento e cannoni rombanti prima della Quiete; ancor più esplicito è poi il richiamo agli eroi nella poesia omonima, dove l'autore "ricerca nella funesta plana ormai spenta / un gesto, un pensiero di quel tempo disperso". Un tempo dove, lo si intuisce in "L'eclisse", non era solo il freddo raziocinio a guidare l'uomo - quel raziocinio che ne tarpa i "luminosi" sensi - ma anche e forse soprattutto quell'istinto che lo spinge verso vette più alte e viaggi più lontani.
Incontriamo così un altro tema fondamentale della raccolta cui già avevamo accennato, quello del viaggio, anch'esso leggibile in due modi complementari: la vita è viaggio e la poesia è viaggio, e dunque entrambi portano alla scoperta di qualcosa di nuovo. Viaggio che, va detto, non implica percorsi quantitativamente misurabili poiché si svolge quasi tutto nel cuore e nella mente ("la mente mia / salpava le ancore e veleggiava / spinta da un leggero soffio di Ponente / sulle immense onde del tuo amore") e si traduce nell'uso costante di simboli e metafore legate all'acqua: mari e fiumi rappresentano l'ampiezza, la smisurata potenza, l'idea stessa di infinito legate per l'appunto alla vita e alla poesia. Nelle liriche dove predomina questa tematica sono maggiormente leggibili le citazioni di Leopardi (che peraltro si trovano anche in altri contesti, come in Brera: "fresca e chiara la luce ancor rotola..."), probabilmente poeta molto letto e molto amato dall'autore; valga per tutti l'esempio de "L'albatro", la cui apertura su uno spazio immenso sembra ricalcare la poetica leopardiana dell'indefinito e del vago.
La poesia della vita nasce così in momenti assoluti di isolamento, momenti in cui spazio e tempo si rapprendono in un unico punto, sulla penna del poeta: come in "Mezzodì", dove in un'atmosfera assolata e immobile "lesto raccoglie i suoi versi il poeta / e già l'orecchio tende / alle attutite note di romanza. / Ed al viaggio riappresta il suo alato calzare". Un viaggio che Marco Galli ha compiuto con questa silloge, e che ciascun lettore potrà provare a intraprendere leggendo le sue liriche. Non si finisce mai di scoprire.
 
Bianca Cerulli

Per leggere l'opera 1° classificata Concorso Letterario Angela Starace 2000 sez. poesia  
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia del Premio Letterario Francesco Moro Sartirana Lomellina 2000
Per leggere alcune poesie tratte dal libro "L'albatro - canti"
Vuoi leggere alcune poesie
Per leggere la poesia 10° classificata al concorso Club Poeti 2000 sez.poesia
Per leggere la poesia inserita nell'antologia Poeti dell'Adda 1999
Per leggere la poesia inserita nell'antologia del premio letterario Città di Monza 1999
Per leggere la poesia inserita nell'antologia Il Club degli autori 1999-2000
Per leggere la poesia inserita nell'antologia del Premio Il giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2000
Per leggere la poesia inserita nell'antologia Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 1999
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agg.30 gennaio 2001