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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Giuseppe Scarfiglieri

Graffiti urbani
 
"L'angusta camera
del mio viver quotidiano
lentamente perdeva
ogni forma geometrica
e d'un tratto s'apriva
sotto un cielo seminato
di stelle e d'infinità."

Zero
 
Noi due, soli,
in riva all'oceano
sferzati dal vento,
coperti dal tuonar
d'effervescenti flutti,
dalla notte lasciati
in balia delle ombre
che vagano informi.
Noi due, soli,
uniti nel cuore;
piccole, tenere, cose
avvolte d'Immenso.

Uno
 
Il vecchio ordinava i pensieri
mentre, fuori, la neve
andava, lenta, sciogliendosi.
Non avrebbe toccato l'arcobaleno
e i nidi incollati col mastice
delle rondini senza paese.

Due
 
Sul corpo tracciato di segni
s'avvinghia in amplesso la noia.
Piaceri d'automatici sensi
in labirinti di morte meccanica.
Frivoli giochi di carne
nell'intimo ventre di donna.
Anonime essenze genetiche
alla ricerca d'identità umane.

Tre
 
L'ancora è nel porto insabbiata,
mentre la sera raccoglie la luce
e la tramontana spira veloce
lungo le torri d'arcano castello,
tra portici, stanze di satura storia,
per poi annegare negli impervi antri
tra San Martino e La Posillipo alta.

Quattro
 
Il metrò affonda nell'anima
di gallerie percorse da fremiti
e nel singhiozzo di cento ugole
si sfascia in poltiglia di carne.
Brandelli d'umane membra
racchiuse in scatole con ceralacca.

Cinque
 
Tante lacrime
hanno incrociato
i tuoi occhi,
come al mattino
gocce di rugiada
le tenere foglie.
Sono in silenzio
scese serene
come pioggia
dal plumbeo cielo
e con la forza
si sono abbattute
sulla nuda terra
che l'ha raccolte
per sciogliere i sali
ai piccoli fiori
della speranza.

Sei
 
Via della Solitudine
ove spesso trovo rifugio
per scandire gli attimi
d'una clessidra svuotata.
Pensieri di zero assoluto
che non hanno conto,
ma l'attivo fermento
d'un intero giorno.

Sette
 
Le strade del vento
s'aprono all'anima
che si lascia rincorrere
tra selve e foreste,
tra paradisi e stelle
fatti d'amore, d'aria
di prati in fiore.
Le strade del vento
dovunque conducono
le nostre parole
che si confondono
con la disperazione
d'un oscuro lamento.

Otto
 
Gabbiani del mare
che l'acque solcate
dell'arida solitudine,
ancora una volta,
annegate, senza rumore,
oltre quell'orizzonte
che chiamate Infinito...

Nove
 
Mostro di fuoco
ch'apri le braccia
alle nostre miserie
e in esse affondi.
Gigante di morte
che m'accarezzi
coi tuoi tentacoli
fatti di fumo.
Montagna eterna,
cornice stupenda
di lavica pietra
chiamata Vesuvio.

Dieci
 
Lacerazioni murali
in quotidiane attese
di riscossa sociale.
Prostrate genti
costernate da lutti
in naturali eventi
senza attenuazioni.
Instabile terra
in perpetuo mutare
ove l'uomo resta
ancora più muto,
senza ragione.
23/11/80

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Agg. 29-03-2003