LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Giuliana Gilli
Ha pubblicato il libro
Giuliana Gilli - Abbaglio di betulla

 

 

 

 

 
 

Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 60 - Euro 8,80 - ISBN 88-8356-557-6

L'illustrazione in copertina e quelle presenti nel testo riproducono opere degli artisti dell'Associazione d'Arte "Il Melograno" con sede a Roncegno (TN) presente in internet al seguente indirizzo:

www.ilmelogranoart.it

Prefazione
Poesie


Prefazione
Inseguendo il meraviglioso
 
La ricerca del senso profondo dell'esperienza, tra il ricordo, la sensazione e il quid inesauribile e dolcemente pulsante della bellezza è il filo rosso che ci conduce attraverso le poesie di Giuliana Gilli qui raccolte. Il gioco delle immagini, con la sua forza improvvisa d'accelerazione frammista all'elemento fantastico e a metafore dai toni di fiaba, esprime in versi gentili e inquieti la continua interrogazione sul sapore del vissuto quotidiano: "Luce di malinconia, / grigia e opaca, / sospesa oltre il vetro, / tra le foglie di betulla / e il folto del bosso"... "È un languore di tristezza / ad offuscare il giorno / che già il vento disperde, / increspando sequenze / d'immagini sbiadite, / fra le note di una danza / che la pioggia indifferente / continua a ballare".
Il rapporto tra immagine e natura coinvolge le note e la musica, laddove in altre poesie è la concretezza delle cose giornaliere ad essere sovrapposta da stupore e incantesimo, verso un orizzonte meraviglioso ("Nell'alba che si rinnova / graffio superfici / di terra ghiacciata / per scavare abissi / in cerca della luce") che giunge a intrecciarsi con l'onirico ("S'alzano note / a incapricciare d'oro / stelle ballerine / miracolo che abbraccia / il sogno ultimo / del giorno"). Nella tensione allo scardinamento fantastico dell'esperienza gli elementi naturali vibrano personalizzati, in un confronto e dialogo d'emozioni continuo.
Nell'altalena poetica tra i sensi e il gioco, tra sofferenza e riflessione, lo spazio si apre a momenti di attesa, di seduzione, di ricordo. Ora incontriamo un tempo preaurorale, dove il sole assonnato si ostina a non sorgere (come in "Arcolaio"), ora la notte (in "Illusione", "Sento che verrai" e ancora) o il buio prepotente: "Quando un raggio di buio / sfuggito ad un sole che splende indifferente / brucerà l'urlo di una stagione vuota / vorrei ascoltare la cantilena del vento / che mi riporta i tuoi passi senza suono". I cromatismi in contrasto dei paesaggi dell'anima (come nei versi di "In viaggio") si fondono nelle delicate e decise sinestesie, come tra la luce e l'urlo; o, in "Felicità": "Nell'intimo / s'accende / un gioco / di colori / e suona /...", mantenendo sempre ricca e fluttuante la via emozionale dello sguardo sui giorni, le notti, le vicende.
L'altra polarità di queste poesie è quella drammatica, che affronta il tema della morte nella vita ("Impossibile / smettere di morire"), dello svuotamento, dei giorni senza tempo: con essi, quello di una comprensione che si affievolisce, per dar adito a momenti di disillusione e scoramento. Passaggi di un vissuto intenso e doloroso sono i momenti di confronto con creature meno fortunate, come i bimbi cantati in "Piccolo angelo biondo" e "A un bambino speciale": innocenti vittime della vita a cui il destino ha negato una solidità affettiva o la "normalità". Ed ecco la poetessa interrogarsi nello sforzo di entrare in sintonia con loro, lungo una linea sottile che rimette in discussione i segnali e le percezioni: "Ora che nella mia sorte capovolta / è chiaro il limite / di ogni umano sentire / mi scuote il brivido / del tuo sguardo di speranza".
Si afferma in questa raccolta l'idea di una poesia come dialogo con le emozioni profonde della vita, in un confronto aperto tra il momento, il futuro e la dimensione più ampia dell'universo. Unendo sensi e ricordo, fantasia e passione, dolore e mistero, nel desiderio di penetrare l'attimo che si invera nella realtà.
 

Enrico Grandesso

 

 

Abbaglio di betulla

Portare la nostra parte di notte,
la nostra parte di mattino.
Di immensa gioia riempire il nostro spazio,
il nostro spazio riempire di malinconia.
 
Qui una stella, là un'altra stella.
Qualcuno smarrisce la via!
Qui una nebbia, là un'altra nebbia.
Poi, il giorno!
 

(Emily Dickinson)

 
A tutte le persone che mi vogliono bene
incondizionatamente...

ABBRACCIO
 
Abbraccio il sogno
che mi fa regina
e si posa ardito
sui miei seni.
Fruga impaziente
il tuo sguardo
i miei timori
e sulla pelle ricama
fremiti d' intesa.
Mi coglie
un'estasi di sogno,
d'oblio rubato,
gettato sulla nudità
di un dono.
Regalami stasera
abbraccio di tempesta
e sarò naufrago
stremato di dolcezza
 

COME UN GIOCO
 
In queste sere di neve
brividi di memoria pervadono
la mia anima fiacca,
schegge che lacerano
il lampo di un oblio
consumato per gioco
come nell'infantile conta
di una sorte scherzosa.
Passo dopo passo,
in consumata sequenza,
cammina il girotondo!
Sale l'ingenua ebbrezza
riempiendo avida
abissi di tristezza.
M'inebrio
d'una gioia acerba
che non sa aspettare
e che da sola basta
ad accendere la vita.
E sento di essere vera.

 
PIOGGIA D'ESTATE
 
Oggi è l'estate
a tradire il suo tempo
fra sospesi chiaroscuri di verde
che gocce tenaci assillano
in argentei riflessi.
Luce di malinconia,
grigia e opaca,
sospesa oltre il vetro,
tra le foglie di betulla
e il folto del bosso.
Non hanno ombra le cose e statiche
le sorprende il crepuscolo,
come di un autunno inoltrato.
È un languore di tristezza
ad offuscare il giorno
che già il vento disperde
increspando sequenze
d'immagini sbiadite,
fra le note di una danza
che la pioggia indifferente
continua a ballare.

DOLCE TORMENTO
 
Dolce tormento della notte
che scendi da sfondi di stelle
a riempirmi l'anima,
avvolgimi piano.
Non disturbare
voli di lucciole accese di desiderio
e danze di falene
che intrecciano sogni
come magici arabeschi.
Possiedimi ora,
fammi assaporare il fallace incanto
che un'alba precoce
s'affretterà a svanire.
Dolce tormento,
t'aspetterò ogni domani,
quando il giorno che tradisce
ogni illusione
affiderà agli abissi delle tenebre
pietre di dolore.
Allora, atteso, riapparirai
ad affievolire angosce,
a lenire ferite
di un affanno senza fine.
E mi sarai complice
in segreto...

 
LE TUE MANI
 
Gelidi venti di tramontana
hanno rubato brividi caldi
alle tue mani,
per raggelare gesti consueti,
che mi fremevi
come vibranti corde
di un'arpa lontana.
Echi di concerti abbandonati
in rinnovate malinconie
e voli di gabbiani
a sferzare il respiro del mare!
Nel tramonto lagunare
fiacchi raggi di sole
infilano frammenti
d'un sogno naufragato
e guizzi d'ippocampi
nella notte marina,
a ricomporre trame d'illusioni.
Poi, nel chiarore dell'alba,
un'ingenua onda nelle tue mani
rotolerà conchiglie...
E tutto ancora è musica!

IN VIAGGIO
 
Venti di malinconia
pervadono la sera che sale,
piegando distese
di papaveri scarlatti,
nel tenue fuoco
del tramonto.
Chi potrà, ormai,
far rivivere il sogno
che questo treno
si sta portando via,
tra il respiro pungente
delle ortiche.
Un'ossessiva cadenza
di ritmi assordanti
raggela detriti di speranze,
innalza afoni sospiri
che rimangono impigliati
in nuvole rarefatte
di vagabonde illusioni.
E gli alberi in corsa
sciolgono le loro chiome
ad adombrare una scia
che ormai si perde
nel fluttuare desolato
della memoria
dove sempre ti ritrovo

SOGNO
 
È stato come il bagliore
d'un fuoco improvviso,
incalzato da un beffardo
respiro di vento!
Ora è debole fiamma
che ondeggia inquieta
consumando flebili speranze
in grigie ceneri di bivacco.
Nulla rimane
che vane attese, fragili chimere
di un cuore che domani
accenderà soltanto brividi tiepidi
di sospirate illusioni.
E tornerà il buio
inconsapevole onda
sulla risacca del tempo.

ILLUSIONE
 
Nelle pieghe della notte
si spengono frammenti
di fuochi d'artificio.
Il mio sguardo, puntato
alla volta del cielo
ha disatteso speranze
di un percorso a ritroso,
impossibile a ripetersi.
Nell'alba che si rinnova
graffio superfici
di terra ghiacciata
per scavare abissi
in cerca della luce.
Le mie mani lacerate
mi sono misura
del disperato affanno
di un vuoto ancorare.
Così sempre,
finche non avrò ritegno!
E sperare che domani
la vita ricominci...

 
MELODIA
 
Sera d'autunno
che si spegne
nella dolcezza
delle tue parole.
 
Mi percorre
un fremito
che trasfigura ombre
in aquiloni.
 
Stringo
lusinghe ballerine
per schiudere
palpiti trafitti.
 
Ascolto
un canto di sorgente
che frantuma in note
la mia pelle.
 
E l'aria espande
una nuova melodia...

CAPRICCIO NOTTURNO
 
Affido alla notte
il canto che raccoglie
lo scalpitio selvaggio
di un'anima ribelle.
Ascolta l'eco
di un suono che svanisce
e sfarfalla ombre
cupe di memoria.
S'alzano note
a incapricciare d'oro
stelle ballerine,
miracolo che abbraccia
il sogno ultimo
del giorno.

RICORDI
 
Quando la luna staglia
immote e oscure sagome
su schermi di quieti bagliori,
a fiotti si svegliano i ricordi,
piccole fiaccole
su tragitti immotivati.
 
Lampi di sogni
consumati là
dove ogni sera
tramontava il sole,
sul tempo logorato
dei miei anni.
 
Papaveri rossi
fra secche sterpaglie
in desolati spazi,
stretti fra orizzonti
di filo spinato,
oltre il quale chissà...
 
Con furtiva ansia
mi riprendo la vita
che fu mia,
quando parvenze di eterno,
in istanti troppo brevi,
schiudevano corolle
di petali rossi,
già avvizzite
nell'arco di un sole.

 
ABBAGLIO DI BETULLA
 
Quando un raggio di buio
sfuggito ad un sole
che splende indifferente
brucerà l'urlo
di una stagione vuota,
vorrei ascoltare
la cantilena del vento
che mi riporta
i tuoi passi senza suono
per scoprire,
nel lieve sogno di un'orma
scolpita nel tempo,
la tua presenza infinita.
E poi
chiedere semplicemente al sole
d'illuminare
quella sottile breccia
in fondo al cuore,
per cogliere
nel tuo sguardo sconfinato
un tenue disincanto.
E sarà
un tremulo abbaglio di betulla...



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Ins. 21-09-2003