LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Giacomo Ferretti
Ha pubblicato il libro
Giacomo Ferretti - Il canestro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Collana I gigli (poesia)
 
14x20,5 - pp. 60 - Euro 8,00
 
ISBN 88-6037-062-0
Prefazione
Poesie  


Prefazione
La poesia, a volte, può essere anche una "confessione", l'estrema dichiarazione affidata a qualcuno che non si conosce sperando possa comprendere fino in fondo le nostre parole: è "andare al di là" del confine quotidiano, oltre la mera superficie delle pagine ancora bianche che sono sempre in attesa d'un nuovo protagonista, spingersi a ricercare un'oasi mentale per riporre e far crescere un sogno, una speranza coltivata da tempo, un dolore che necessita d'essere dissolto e, in alcuni casi, raggiungere la proverbiale rivelazione. La poesia può essere salvazione del corpo e dell'anima con quel suo lento ed inesorabile "scavare nel profondo", nelle parole che ancora non si è avuto il coraggio di dire o di scrivere, nelle lacrime che non si sono ancora versate, nel pianto d'una sofferenza lancinante, nello smarrimento dopo la perdita d'una persona amata. Quando davanti a noi rimane solo il vuoto, l'abisso, la vertigine immane, capita sovente che la nostra mente si rifugi nella parola, nell'Arte, nella religione. Ecco allora che quell'incessante scandaglio nelle zone normalmente celate, negli intrecci impensabili del mondo interiore, nel movimento delle viscere quando siamo in preda ad un nuovo entusiasmo, risulta essere provvidenziale, salvifico, atto liberatorio d'un uomo o di una donna che coraggiosamente guardano se stessi e il mondo circostante con "occhi diversi".
Allo stesso modo, nelle vibranti poesie di Giacomo Ferretti, ritroviamo questo faticoso processo che di solito riesce a costruire qualcosa di solido, proprio perchè va dritto alla sostanza delle cose, alla loro essenza, a quel fatidico "mondo nascosto" che non permettiamo di sondare.
Nella sue poesie v'è tutto ciò che "deve essere presente": l'Amore, la consapevolezza del vivere, la ricerca del senso di questa nostra esistenza, la solitudine dell'Uomo, la capacità di sognare, la tristezza e gli struggimenti di chi cerca disperatamente di "vivere in modo completo".
V'è sempre qualcosa che si salva "nella notte tiepida/bagnata dalle ombre del sonno", "nell'inconsapevolezza dei giorni" mentre il vento porta con sé le parole d'amore, nell'invaghirsi alla ricerca "dell'armonia d'un vivere sereno": e quel travaglio quotidiano che racchiude la vaga malinconia così come il desiderio di cambiare e guardare, finalmente, l'amore "arrivare come un incendio" non è altro che la strada sofferta e faticosa che tutti noi percorriamo, vagabondando nella vita come naufraghi-nomadi, viaggiando nelle tempeste sentimentali, peregrinando nei luoghi silenziosi dell'anima.
La solitudine d'un uomo, lo sguardo che si dissolve davanti all'immagine della donna amata, ricordando ancora le lacrime consumate che ormai sono nutrimento perché siamo già alla conquista d'un nuovo "calice d'amore", perché non abbiamo più paura d'un possibile crollo: e camminiamo assorti, straripanti d'amore, ancora una volta, l'ennesima volta, con quelle "parole che si fanno cibo d'amore" mentre tutto pare scorrere nella dispersione del tempo che non ha più importanza così impregnati, come siamo, dei sapori della vita, inebriati dalla passione e dal fuoco che arde dietro le parole. C'è chi afferma che sia l'unica possibilità di salvezza nel marasma di questa esistenza. Accorgersi che tutti noi abbiamo un tremendo fardello da portarci dietro, l'amara stagione appena conclusa, le notti insonni, l'anima che piange a ricordare ciò che è stato, le trasparenti immagini d'una donna: alcuni sogni infranti sono da vendere, altre traiettorie vanno dimenticate, residui tracciati non hanno più sorprese da offrire, e non rimangono che le parole, i versi, le poesie... a rammentarci qual è la strada da seguire.
 

Massimo Barile


Il Canestro
 

Questa raccolta la dedico a tutti coloro che,
come me, hanno vissuto in solitudine,
e a tutti coloro che hanno saputo donare amore.
Inoltre la dedico ai bambini di tutto il mondo
che vivendo nel labirinto angoscioso del sempre
uguale, in quel nulla in cui pur desiderando
altrimenti la vita li ha depositati, quasi tutti puniti per
colpe di appartenenza di pura casualità facendogli
soffrire avversità di diverso tipo. Ripongo nel
2006 tutta la speranza possibile affinché si plachi,
almeno in parte, questa piaga in cui il mondo dei
"grandi" dovrebbe riporre molte, ... ma molte più
attenzioni!
 

G. Ferretti



 
 
Chi può dire cosa sia la poesia escludendo Quasimodo? Nessun poeta ha mai osato definire cosa sia la poesia.
 
Ungaretti confessò che senza la poesia non
esisterebbe neppure l'uomo.
 
A Tan Cin, cantore cinese, dichiarò che:
"La poesia è lontana da discorsi e discordie,
e vede Dio in contemplata pace".
 
La poesia è, certamente, ispirazione, dunque patrimonio di pochissimi eletti. Eugenio Montale disse: "Il poeta è colui che vede oltre la siepe".
 
Tuttavia, colui che possiede il raro dono di "poetare" è, fuor dubbio, individuo dotato di fine sensibilità, calda vitalità, autentica ansia di ricerca, onde scrutare al di là dei limitati confini terreni.
 
La poesia è una questione di gioia, dolore e meraviglia.
Invano il poeta cercherà la madre dei canti del suo dolore..."
 

Gibran Kahlil Gibran

 


 
La poesia di Giacomo Ferretti è una poesia originale che non segue canoni di ritmicità o altro.
Essa corre lontano toccando il tema dell'amore il quale subito dopo s'associa al problema esistenziale dell'uomo che alla sua fine rimane sospeso spaziando e vagando nella dimensione dell'universo poetico.
 

Franco Bruno

 
 
Le composizioni rivelano una spontanea vena poetica nella quale le immagini si rincorrono in una festa di poesia. Il tema costante è quell'amore prodigo d'incanto, stupore, malinconia, attesa, addio...
 

Un amico



 
Amanti della trasparenza
1971
 
Essi si domandarono: vivi per credere, o credi per vivere?
Così amandosi, si amarono e più non vissero.
Altri cercarono una donna da amare
un uomo da non tradire, oppure l'insieme
per non soffrire.
Così una lama scivolò veloce sul
ghiaccio con lo scopo di una vita!
Sei tu il mio alato angelo,
il mio disincantato amore dal profondo
aspetto.
Del nostro vivere 100 lire amore!
 


Mi hai dato troppo per darti un nome
7-9-73
 
Volse in amaro la sera, la dolcezza di essa,
ond'io già vissi or me ne struggo e scarno:
seguitando nelle solite sere.
Funebro passo.
Così ha da pormi la mano il nuovo anno
e nasce mera l'inconsapevolezza dei giorni
e delle notti, della ragione o il torto.
Stagioni e feste lacere, bucate, stridono suoni
amorfi.
Ora Tu triste gravita la tua corsa,
desisti dall'accogliere la scurrile prova del
tempo accorso per destarmi assorto: conseguente
prassi d'una sudata vita.
Ergerò il capo quando di me s'invaghirà
l'ombra di quella tremula estate,
di pietre e insolazioni,
e passeggiando cupo tutto m'appare
così uguale: il futuro, il passato, l'amore,
l'odio, la morte , la vita!
 
 


Bellezza in Vietcong
1974
 
Ogni giorno lentamente,
molto lentamente una mano distesa
raccoglie la nostra sempre più povera
miseria di cenere.
Nicchiandosi quasi spaurita che le si dica:
"Qua la mano non permetto che tu raccolga
la ricchezza di quest'eternità obesa".
Essa mi fissa come mi fissa la morte,
come mi fissa la vita: palcoscenico dove il
sipario è chiazzato di sangue.
Momento di mestizia del bambino Vietcong, troppo
piccolo per odiare tanto, e troppo odio per
essere tanto piccolo.
A cosa serve il fuggire galoppante del tempo
solo da lì alieno.
Questa è la tangente: abitudine, ignoranza,
già paga quando si alza annebbiata da
tempo oscura e nervosa!
E la malinconia grigia della nostra vita
continua a traboccare dal vaso come liquido
amaro in una giornata di sole sempre
più trafitti.
Oh amore, amore burrascoso e sibilante, bagnato,
viscido, incapace perché tu invalidi i miei desideri
di bambino in Vietcong?
 
 


Noi... due foglie
3-3-1974
 
Sai perché ti amo?
Perché sei come la foglia che corre spinta dal vento.
Sai perché ti amo?
Perché sei come la rugiada cristallina, illuminata da
un raggio di sole, smunta dal freddo ma sazia d'amore.
Sai perché ti amo?
Perché noi ci rincorreremo giocando col vento, e uniti
aspetteremo un altro giorno, poi aspetteremo un'altra
soffiata di vento che ci sparpagli e ci riunisca più in
là e poi più uniti di prima nel susseguirsi dei
calpestii arriverà la nostra fine.
Essa arriverà così... senza darci tempo, e magari
in un giorno di pioggia, o una pozzanghera, con
un po' di fango e con il ronzio delle gocce d'acqua
piovana che ci assorda.
Forse non saremo più assieme, forse fra un
anno, quando il calore della notte penetrerà nei
nostri corpi, forse non arriverà mai, o forse arriverà
nel mare scottato dal sole, e poi rinfrescati dal
vento che corre lontano, forse abbracciati e timorosi
contenti del datoci, forse assetati di tutto
ma mai senza un giorno d'amore!
 
 


La mamma
7-3-74
 
Chi non ha una mamma un po'
vecchia fatta di luci, foglie morte,
povertà?
Chi nella notte tiepida bagnata dalle
ombre del sonno giace scoperto come
nell'arena umida senza l'unico
affetto di chi è povero, insomma chi
senza una mamma?
Così me ne vado nella notte anche
quando dormo, sotto i lampioni,
là mi aspetta la tua compagnia mamma:
la luce.
In me il presente spettrale rosicchia
il futuro ma assieme corrono
come cavalli impazziti, come
angeli nella ricchezza del mare,
della natura, nel cielo azzurrino dove
la luce mi dice: mamma!
 
 
 


Risveglio nella infuocata esistenza
23-4-1974
 
Dove l'oblio diventa gioco di luce e le stelle non sono
più numeri, dove il grande braccio non gode
la sua armonia e là dove il mattino rincorre la
sera ti dico: amore buongiorno, buongiorno a te,
buongiorno alla terra degli ulivi.
Nei paesi cadenti il vigore del mare apre alla vita
i rumori pensierosi, zoppicanti o belli, della
ricchezza fatta di vento e sole; macabri frastuoni e
fauste valli di un Eden che fu la vita, la nostra
vita di pozzanghere, la nostra vita di speranza.
Gaudente il vento dal verbo caldo che viene dall'oblio,
dalla zolla vergine associandosi al brutto, al bello,
e più di ogni altro hai seguito la storia delle
nostre miserie, tu che più di ogni altro canzoni
la nostra vita mentre la pioggia si nutre
dell'asfalto e mai anime calde e disperate
hanno dimenato il loro corpo nel sudore,
come l'operaio per la vita!
Ecco a te dico le pazzie dell'imperialismo
arrugginito dalle lacrime della nostra classe,
dalla classe della povertà e dell'amore,
dalla classe dell'esistenza.
Rincorriamo assieme la macchina che ci
ruba attonita le nostre anime in questa
fermata nel mondo.
Se mai quella scarna speme ci
lacerasse nella note delle povere ombre,
se mai gli angeli bagnati usciti dalla
vita ci riscaldassero sull'arena coi
nostri fuochi incandescenti;
se mai dall'alto della rupe frastagliata
gl'ulivi godessero la pace, e noi la nostra
di mendichi operosi di ricchezza, allora
così di nuovo ci sveglieremmo afflitti
dai travagli quotidiani, nelle steppe infuocate
dell'esistenza.
 
 
 


L'amore un giorno
20-09-1974
 
Ecco l'autunno col gioco delle foglie
nella vaga malinconia
tu ridente gioiosa m'appari.
Ti ricordi Venezia il Canal Grande e le
serate al Marconi?
Questo è il tempo che tutto disperde.
Anche i cavalli di vento guidati dal sole
più non rispondono.
L'amore mi sorride col tempo che tutto
disperde.
Nei nostri corpi una sera il desiderio del
fuoco cacciò il tempo, la malinconia, e
le nostre membra per piccoli attimi ci
cancellarono alla vita, al silenzio.
Ora ti amo nel ricordo, poi ti sento solitaria
e va il tempo col fuoco che brucia
cercando un domani nella goccia della
vita.
La mia terra ha sete di pioggia, di sole, d'amore,
di ricordo, di fragili sogni, e del calore di due
mani che nella nebbia, in una notte fredda
scandiscono un passato d'amore: una serata al "Marconi"!
 
 
 
 


A Pablo Neruda
 
Quel che circoscrive la nostra esistenza
è un'apparizione d'impalpabile silenzio,
di numerosi vetri rotti, di tagli e piaghe,
di povera gente esangue, il tutto nel
caparbio suono di una campana che
c'intona l'eguaglianza dei morti.
T'involi verso meandri suoni, poi ci
sgridi ricordandoci la tua terra arsa,
in appoggio a essa: la dittatura!
Nascosti lontano da me, in un attimo
come nasce un fiore,
guardasti l'oceano e l'infrangersi dei
tuoi sogni.
Guardasti il differente vivere, guardasti
come cade in basso l'uomo: così mi
raggiunse il tuo sguardo, la verità!
Da qui i passi tremolanti della vecchiaia,
le mie mani fredde e protese nell'austera
speranza mai tendono meno la tua vicinanza
oh... solitario albero.
Ebbe il tuo volto del valoroso pianto il segno,
dove la gente rattristata da "baracche isolate,
dei ceti superiori" sudava l'acre ruggine e,
dove l'esistenza aspra, spaziosamente amara
di amori lacrimanti smembrati da quel
sogno infangato e millenario
esistente: dove è la vita?
A te: che forse sentirò nell'aria il sapore delle ceneri
cremate, ed esse voleranno dove tutto è stato,
dove tutto sarà, dove niente è stato, dove niente sarà!
 
 
 


Grandi e tu vera
77-78
 
Vera come la spuma del mare,
come la neve che scende calda
a falde lente sulla montagna
meravigliosa, dove tu sei la mia
regina estasiata.
Vera come il vento del sud che
impregnato del sapore dell'uva
percorrendo il mondo posa qua e là
le gocce del nostro amore
pago ed inebriato dal fuoco che arde
e brucia le tappe.
Vera come la farfalla che gioconda
si trastulla godendo l'infinità armonia
della natura: madre d'insegnamenti.
Indi pazzerella si posa e poi si alza
saziata dai giunchi dell'amore.
Vera come la rondine che spazia nel
cielo azzurrino dove io e te estasiati
da un'aureola rosa siamo coronati
dalla speme che arde, travolti, non
più uguali e monotoni
ma vivi e pazzamente grandi!
 
 
 


Il calice dell'amore
78-79
 
Mi piacque vederti mentre danzavi dove la
sofferenza veniva accantonata, lasciando al sorriso
lo scoglio migliore.
Mi piace pensarti alla sera quando il mondo cala
il suo mantello nero stropicciato dalle sofferenze
umane.
Così l'uomo non può essere angelo o bestia,
ma può essere angelo e bestia.
Siamo uniti e vincolati da quella base mostruosa
dell'albero millenario che mai cade, nel mentre
tante rondini ci sfiorano e ci sorridono perché veri,
perché pieni d'amore e di baci che bruciano.
Ti vorrei più accesa, più illusa, affinché possa io
vedere sorridere quegli occhi che osservo spegnersi
piano piano percorrendo, sbizzarriti, da tanti
cavalli indomabili un tempo che fu.
Proprio tu che correvi nei prati prendendo per
mano le diverse realtà, e tante erano le margherite
che, trastullandosi come giunchi piegati dal vento,
venivano a te correndo da lontano e assieme giocavano
accompagnate da suoni di campane a festa.
Solleverò il tuo corpo strappando il muschio avido,
dopodiché
appoggiato al mio seno lo plasmerò, quindi assieme
in calici armoniosi ne berremo il sapore gridandolo
al mondo!
 
 
 


 
L'amore e l'incendio!
 
Volevo entrarti a graffiare la tua gola
baciarti le tonsille.
Questo era il più e il troppo.
Tutto mi appariva impenetrabile, cadevo e
ricadevo, piangevo e ti amavo.
Seduto scorgevo il flusso del mare che dà
propria la dimensione all'universo, al colore,
all'amore.
Bilancio nelle mie mani la meditazione e
l'inerzia fredda come una freccia penetrante.
Ti amo, vorrei dormirti sopra, gustare l'alito
del tuo ventre e percorrere la vita nel palmo
della tua mano.
Benedetta la tua bellezza bianca e velata
nei campi di margherite, seguimi non
distrarti sarebbe la mia disperazione.
Questo è il più e il troppo.
Equa solitudine; guardo incerto quello che
sarà e gioca malleabile nella mia mente
la voglia di sapere, come gioca la rugiada
nel cerchio delle stelle vibranti ed esse
sembrano dirmi: no, no, noi non giochiamo,
ne mai giocheremo!
Amica d'amore, tu malinconia, sei bella
velata, ponderata, gioiosa e pensante, emani
il suono scrosciante del fiume che a tarda ora
corre e va verso l'imbrunire guardando
l'amore arrivare di sera.
E così errante e poco sapiente vagherò con
la sete del tutto nella fermata dove il
silenzio m'accompagna a una lontana "amica" d'amore!


 
Se desideri acquistare questo libro e non lo trovi nella tua libreria puoi ordinarlo direttamente alla casa editrice.
Versa l'importo del prezzo di copertina sul Conto Corrente postale 22218200 intestato a "Montedit - Cas. Post. 61 - 20077 MELEGNANO (MI)". Indica nome dell'autore e titolo del libro nella "causale del versamento" e inviaci la richiesta al fax 029835214. Oppure spedisci assegno non trasferibile allo stesso indirizzo, indicando sempre la causale di versamento.
Si raccomanda di scrivere chiaramente in stampatello nome e indirizzo.
L'importo del prezzo di copertina comprende le spese di spedizione.
Per spedizione contrassegno aggravio di Euro 3,65 per spese postali.
Per ordini superiori agli Euro 25,90 sconto del 20%.
PER COMUNICARE CON L'AUTORE mandare msg a clubaut@club.it Se l'autore ha una casella Email gliela inoltreremo. Se non ha la casella email te lo comunicheremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera indirizzata a «Il Club degli autori, Cas. Post. 68, 20077 MELEGNANO (MI)» contenente una busta con indicato il nome dell'autore con il quale vuoi comunicare e due francobolli per spedizione Prioritaria. Noi scriveremo l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.
Non chiederci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
©2006 Il club degli autori, Giacomo Ferretti
Per comunicare con il Club degli autori:
info@club.it
 
Se hai un inedito da pubblicare rivolgiti con fiducia a Montedit

 

 

IL SERVER PIÚ UTILE PER POETI E SCRITTORI ESORDIENTI ED EMERGENTI
Home club | Bandi concorsi (elenco dei mesi) | I Concorsi del Club | Risultati di concorsi |Poeti e scrittori (elenco generale degli autori presenti sul web) | Consigli editoriali | Indice server | Antologia dei Poeti contemporanei | Scrittori | Racconti | Arts club | Photo Club | InternetBookShop |

Ins. 31-01-2006