- Una voce solitaria
               nel frastuono della contemporaneità, la voce
               paca ma penetrante di Paolo Ruffilli, che osa, nel
               poema La gioia e il lutto, affrontare una tematica
               piuttosto minata e sfruttata per finalità non
               proprio poetiche.
 
               
               - Il nostro autore
               prende spunto dalla peste moderna per cantare la vita
               e la morte come autori del nostro passato hanno
               cantato la giovinezza e l'amore in periodi di guerra e
               malattia, che in apparenza, mal si prestavano al
               canto: eppure da sempre l'uomo ricostruisce sulle
               rovine, solo se da esse saprà trarre linfa
               vitale, poesia da questo caso, tragica alla maniera
               greca dove la coralità delle voci diventa
               liberazione della schiavitù del lutto-dolore,
               ineluttabile percorso della vita dell'umanità
               in ogni epoca ed in ogni circostanza. Nessuno
               può consapevolmente affermare che il lutto e la
               morte si possano aggirare con l'inganno , sia
               ignorandoli sia fuggendo da essi in luoghi fantastici
               dove vivere nella perenne gioia; più passano i
               secoli, più la tecnologia avanza, di più
               il male infierisce contro l'uomo, anzi con forme
               più sottili di crudeltà il dolore
               penetra nelle viscere del mondo, smarrendo le menti
               più solide e per chi fugge verso paradisi
               artificiali, in luoghi ameni e gioiosi, in questi
               ultimi tempi ha dovuto fare i conti con le catastrofi
               ambientali o con la crudeltà delle menti
               disumanizzatesi.
 
               
               - La gioia e il lutto
               di Ruffilli ha visto la luce nel mese di febbraio del
               2001, quando ancora l'uomo nutriva speranze di pace e
               ricatto dalle aberrazioni inquietanti del 900 e
               credeva che il terzo millennio dovesse cancellare i
               ricordi delle sconfitte dell'uomo, vittima delle
               violenze della storia, mentre una fiduciosa speranza
               pervadeva gli spiriti, in realtà il poema del
               nostro autore s'inseriva, ma con prudenza, in questo
               contesto mentale di pacato ottimismo; ma essendo la
               tematica del male descritto, dolorosissima, si poneva
               in quella indagine poetica-filosofica che è
               propria della sola poesia possibile nel terzo
               millennio, che non può più permettersi
               il vuoto delle banalità roboanti e senza
               strutture portanti pur nella levità del
               pensiero poetico.
 
               
               - Il poema la gioia e
               il lutto ha in sé una forma nuova,
               l'asciuttezza dell'haiku la completezza del sonetto ma
               con una forza indagatrice profonda che incalza
               procedendo sul campo delle verità ossimoriche
               (gioia-lutto) e duna lentezza da saggio orientale e
               una determinazione che appartiene ormai al futuro: la
               verità è che nascendo o morendo/non
               c'è in fondo/nessun rispetto/per la
               dignità della vita/nel mondo: un enunciato
               tragico (come incipit) che si nasconde quasi per
               evitare una deflagrazione devastante nel cuore di chi
               legge per capire e infatti la frase è
               pronunciata da una figlia, da tutti i figli del mondo,
               possiamo aggiungere, innanzi ai fatti che scorrono
               crudeli sullo schermo del nostro
               quotidiano.
 
               
               - Nella
               rappresentazione fantastica ma pur reale della morte
               per Aids &endash; corale canto sul dramma-tragedia
               della peste moderna senza scendere mai nel banale o
               nella lamentela blasfema &endash; niente si tace con
               la narrazione che ha i toni del sacro dove
               riecheggiano, per l'orecchio attento, i motivi del
               dialogo drammatico della lauda alla maniera di
               Iacopone da Todi, che la rese strumento di originale
               potenza espressiva &endash; il tutto reso oggi da
               Ruffilli in chiave attualissima, forse ancora da
               scoprire... per quel che riguarda, soprattutto, le due
               visioni antitetiche della gioia e del
               lutto.
 
               
               - Il male
               consumandolo/gradino per gradino/lo ha eroso e/via
               accorciato/riportandolo allo stato dipendente di
               bambino./.......... si potrebbe procedere all'infinito
               per ogni verso del poema fino a riscrivere un trattato
               di un'aberrante cronaca per quanti vedono nell'Aids
               una maledizione divina ma dove c'è l'arte si
               annida la pietas innanzi all'ineluttabile senza via
               d'uscita &endash; perché ormai la medicina non
               ha più potere nello stadio finale ma soltanto
               qualche lenitivo placebo per placare il dolore fisico,
               evitando la disperazione nella dissoluzione atroce
               della materialità che si assottiglia. Paolo
               Ruffilli ci ha narrato qualcosa che solo il cinema
               americano di qualità avrebbe reso credibile e
               questo poema potrebbe essere rappresentato, ma
               soltanto da un grande regista!
 
               
               - Infatti nel poema
               di Ruffilli la poesia salva il sensibile attraverso la
               parola sensibile e qui mi sembra opportuno richiamare
               l'immagine dell'istrice sull'autostrada che suggerisce
               Derrida in Che cosa è la poesia aut aut n. 235
               &endash; 1990, pp. 123 &endash; 124 ... chiuso a
               riccio, irto di spine, vulnerabile e pericoloso,
               calcolatore e inetto (si espone all'incidente proprio
               perché, sentendo il pericolo sull'autostrada,
               si appallottola).
 
               
               - Non c'è
               poema senza incidente, non c'è poema che non si
               apra come una ferita, ma anche non c'è poema
               che non ferisca.
 
               
               - Le parole di
               Derrida possono, a io avviso essere una chiave di
               lettura ulteriore per il poema La gioia e il lutto, in
               quanto nessuno può negare a questi versi scarni
               e perfetti una forza che s'insinua con i suoi aculei
               sottili da bisturi nella coscienza di chi legge ma in
               modo tale da estirpare l'altra forma di male sottile,
               l'indifferenza. L'autore supera la barriera
               dell'isolamento in cui il condannato dall'aids si
               trincera, e quasi apre un sipario per conoscere gli
               attimi dell'addio senza violare i momenti di
               umanità attraverso la pietas e un nuovo amore
               che è poi la compassione nel senso etimologico
               del patire &endash; con il sofferente e per dire (pag.
               40) mi sono spaventato a contatto con il suo
               dolere/temendo di non essere/capace affatto/ a reggere
               il confronto/con lui disfatto e spento/in
               giovinezza,/e aggiungendo angoscia/al mio violento
               stato/di sgomento.
 
               
               - Mai come in questo
               momento la letteratura e la poesia ha l'esigenza di
               essere sincere svelando nei limiti del possibile, la
               verità pur nelle sue forme più atroci:
               nella poesia di Ruffilli si riscopre la realtà
               della vera vita, la gioia e il tormento, la morte
               nella sua grandiosità maligna che si riduce ad
               un soffio su una candela accesa, che si spegne solo in
               apparenza poiché in altra dimensione, che
               ancora non ci è dato di scoprire, si
               riaccenderà, e nessuno può negare che si
               avverta questa dimensione misteriosa! Altrimenti
               saremmo animali e sconosceremmo il pensiero
               speculativo, conosceremmo, si, la sofferenza che pure
               le bestie avvertono, in quanto anche loro sentono la
               solitudine e la mancanza di amore ma tutto si
               fermerebbe lì, e sappiamo come una carezza, una
               scodella di cibo acquieta il più feroce fra gli
               animali, ma all'uomo non basta, per lui c'è
               dell'altro, c'è quell'afflato di
               divinità che lo rende soprannaturale e nel bene
               e nel male che altro non è se non la ribellione
               alla disarmonia dell'universo dove basta un nulla per
               scatenare una tempesta: venti che s'incrociano,
               livelli che si scompensano, ambiente che s'inquina...
               così nel cuore dell'uomo. Ma quando la poesia
               vera s'insinua nella mente d'un essere umano il suo
               spirito è pronto ad abbracciare il mondo con i
               suoi misteri e le sue gioie e i suoi lutti: nel suo
               poema Ruffilli riesce a superare la barriera che ci
               divide dai nostri simili.
 
               
               - Ma in ogni tempo,
               la diffidenza verso il poeta porta alla cecità
               spirituale o alla formulazione di nuovi dispotismi con
               mezzi e tecniche all'avanguardia: sappiamo come pure
               Platone nutrisse diffidenza per la poesia, e il poeta
               in particolare, in quanto ne temeva il potere
               irrazionale che possiede, infatti la poesia affonda le
               sue radici nel più profondo dell'umano
               sfiorando lo spirito che s'interseca con l'infinito:
               questa congiunzione sfugge allo stesso filosofo non
               ispirato dalla musa, ma può accedere, che il
               poeta sia anche filosofo, sfidando le stese leggi
               della poesia e della filosofia per come tanti grandi
               del nostro novecento hanno fatto (da Montale fino a
               Luzi); certo le polemiche sulla poesia-non poesia
               esisteranno finché esisterà la vita e la
               poesia che ad essa si lega come la morte alla nascita.
               I tempi ormai hanno raggiunto la saturazione del male
               e aggiungerei che il bene dovrà trovare altre
               strade per ritornare nella coscienza
               dell'umanità, che sembra essersi assopita
               nell'espandersi ottuso della tecnologia fine a se
               stessa: per fare un esempio pratico potremmo osservare
               il diffondersi dei cellulari che possono si salvare la
               vita nelle emergenze e in circostanze di pericolo (e
               che ben ci siano!) ma possono assopire l'intelligenza
               di quanti se ne servono per sterili messaggi fine a se
               stessi.
 
               
               - Tutti gli scritti
               del nostro irretiscono la mente e il cuore di chi
               legge per la semplicità e competenza, sia nella
               poesia sia nella prosa ed in modo particolare qui ci
               si riferisce ai racconti di Preparativi per la
               partenza (settembre 2003 Marsilio) racconti che
               testimoniano oltre all'arte, l'integrità
               mentale dell'autore che mette a foco i cardini
               dell'esistenza di ogni tipologia umana in modo quasi
               pirandelliano e poi personalissimo, infatti ogni
               racconto coinvolge il lettore che ritorna nei meandri
               del suo passato e ne ripercorre i tracciati ma in
               questo cammino a ritroso non si è soli,
               perché altrimenti sarebbe un risultato
               angoscioso tornare da soli sui luoghi delle sofferenze
               che tutti più o meno abbiamo conosciuto ed
               anche se non condividiamo le scelte dei personaggi,
               perché spesso sono le nostre stesse scelte che
               critichiamo e che abbiamo rifiutato in passato,
               assaporiamo a posteriori la nostra antica
               libertà maturatasi nei tragitti contorti o
               deviati da quel destino che ancora nessuno è
               riuscito a spiegarci.
 
               
               - Questo autore
               così sobrio ma così ricco di tematiche e
               di poesia, senza ostentazione &endash; pare che alzi
               il sipario sulle cose oscure che ci opprimono come
               potrebbe fare uno psichiatra con i suoi
               pazienti.
 
               
               - In Ruffilli la
               poesia è struttura portante di tutti i suoi
               scritti, e le numerose pagine di critica che da empo
               conoscevo ne sono pervase, ma dopo la lettura dei tre
               libri (Camera oscura, La gioia e il lutto, Preparatevi
               per la partenza), si avverte l'esigenza di conoscere
               tutti gli altri suoi scritti del passato e oso
               aggiungere del futuro. Molto ancora avrà da
               raccontarci questo autore e in poesia e in prosa e in
               tutte le altre espressioni della letteratura,
               poiché è già un grande: nel suo
               poema La gioia e il lutto non solo dell'Aids sembra
               aver raccontato, ma con quel suo modo originalissimo e
               toccante per come su ho già scritto, di tutte
               le sofferenze e le gioie della vita così legate
               fra di loro.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
 
               
               - Tremilaottantaquattro
 
               
               - di
               Francesca Simonetti
 
               
               -  
 
               
               - Giro-giro tondo
               com'è grande il mondo, ma è pure cattivo
               perché... noi non possiamo sapere una cosa...
               ma siamo nel 3084 aggiungeva una bellissima bambina
               bionda ed altissima dai lineamenti quasi irreali, naso
               leggermente aquilino, occhi verdastri, capelli ricci e
               crespi come se un parrucchiere avesse commesso un
               errore nell'eseguire un'arricciatura come erano di
               moda nella prima parte del secolo XX; alle proteste di
               alcuni, una ventina fra maschi e femmine, il cui sesso
               s'intuiva appena dalle inflessioni della voce
               più che dai tratti fisici, si aggiunse una
               vocina di un ragazzone alto e robusto che si lamentava
               per essere stato riportato nel laboratorio per un
               aggiustamento della sua voce. I miei fattori mi
               volevano con una voce di cantante rock, perché
               avendo una discoteca da condurre mi volevano
               più adatto al loro lavoro, ma che ci posso fare
               se la mia voce è risultata così esile?
               Ora mi toccherà restare nel laboratorio per
               qualche anno di prova e poi quando tornerò
               nella grande villa, mi toccherà pure studiare e
               studiare tutti i suoni degli strumenti senza poter
               toccare un libro di quelli di carta che io amo tanto,
               aggiunse piagnucolando il ragazzone; intanto un altro
               allampanato ed esile si unì al cerchio per dire
               la sua: io lo so come si facevano i bambini una volta,
               l'ho letto di nascosto nel libro del mio fattore che
               di mestiere fa il dottomecca: racconta, racconta
               dissero in corso le ragazzine che pare ne sapessero
               qualcosa in più, come è sempre successo
               nel corso del tempo che le ragazze fossero più
               informate sulle cose della vita, ma se ci sentono ci
               mettono nelle cellette da soli... aggiunse un'altra
               ragazza dall'aria apatica ed annoiata che si divertiva
               a tirare sassolini in un laghetto artificiale asettico
               e pulito dove neppure una farfalla si posava sui fiori
               enormi e carnosi che sbucavano ai bordi della grande
               vasca.
 
               
               - Dalla finestra
               aperta giungevano suoni stranissimi e sibili di
               macchine in funzione, ogni tanto una donna dai rossi
               capelli e con un aspetto d'amazzone, impartiva qualche
               ordine al gruppetto dei ragazzi che giocavano
               nell'atrio; il luogo era circondato da un silenzio
               irreale e carico di elettricità in quanto ogni
               tanto qualche lampo squarciava il candore dell'alba di
               colore lattiginoso, erano le prime ore del giorno che
               si prospettava lungo e pieno di attività: verso
               le nove si andava nella sala ristoro per un
               controllato pasto, ognuno aveva una cartellina che
               consegnava al controllore di turno, vi era segnato
               ogni tipo di notizia adatta alla prima colazione di
               ciascun ragazzo che temeva soltanto un certo tipo di
               piatto servito freddo ed avvolto in un tovagliolo
               rosso, era il pasto necessario per chi soffriva di
               turbe nervose, per cui tutti si sforzavano di
               comparire più controllati, per non soccombere a
               quell'atroce sapore di mucillagine lattiginosa che
               aveva in realtà un potere benefico sul sistema
               nervoso toglieva infatti ogni voglia di fare baldoria
               o di opporsi agli ordini dei superiori che da
               scrupolosi scienziati cercavano di migliorare la
               specie attutendo ogni senso di ribellione o di rivalsa
               o peggio di curiosità per sapere ciò che
               non era consentito conoscere.
 
               
               - Da qualche tempo
               circolava una curiosità insana, fra i tanti
               ragazzini, di conoscere i contenuti dei pochi libri
               rimasti negli archivi dei controllori e che parlavano
               dell'antica specie umana, quando essa si riproduceva
               per via naturale con tutti i rischi che nascessero
               bambini deformi e brutti, lontani dal canone della
               bellezza perfetta richiesta ormai in ogni settore
               della vita.
 
               
               - Qualche notizia
               ogni tanto trapelava su certe isole antiche dove
               all'ombra di angeli vigilanti gli esseri umani
               vivevano, come all'inizio del tempo, ma trattavasi di
               oasi protette per non perdersi la memoria della
               specie; mentre circolava qualche altra notizia
               trapelata attraverso l'incursione negli archivi di
               qualche giovane curioso, che rifiutando o sputando la
               colazione lattiginosa, riusciva a conservare
               l'interesse sulle cose del passato della specie
               umana.
 
               
               - Le notizie
               passavano da gruppo a gruppo ed invano i maestri
               scienziati preparavano arringhe sui pericoli che la
               specie umana corresse per un disastroso ritorno al
               passato, nelle scuole-laboratorio di ogni ordine e
               grado era proibito lo studio della filosofia e
               specialmente un nome si temeva, Gian Battista Vico;
               certo la proibizione acuiva la curiosità in
               qualche giovane sfuggito al programma della
               cancellazione di ogni desiderio di conoscenza, di
               saperne di più, ma lo si zittiva con una
               promessa, che tutto avrebbe potuto conoscere
               all'università; ma all'università
               accedevano soltanto quei figli di maestri scienziati
               che avevano giurato fedeltà al silenzio e alla
               conoscenza senza freni, per cui talvolta una certa
               tentazione aleggiava pure nelle segrete stanze del
               potere scientifico, un'altra notizia inquietava i
               giovani che aspiravano ad una conoscenza senza
               divieti, sia grazie alla loro esigua casta, sia
               perché il programma di vaccinazione della
               mucillagine ammanata nella prima colazione dai
               laboratori di controllo della specie era stato ad arte
               eluso: era una notizia che sconvolgeva e che faceva
               nascere nei cuori dei giovani sentimenti sconosciuti
               di vendetta; si sussurrava che gli scienziati
               più esperti ogni tanto partissero per delle
               ispezioni nelle oasi protette della specie umana e che
               andassero per fare antiche esperienze di riproduzione
               naturale e che inoltre per guadagnarsi la precedenza
               all'accesso fossero pure pronti ad eliminarsi a
               vicenda con i mezzi più indolori e
               segreti.
 
               
               - Intanto i ragazzini
               del girotondo continuavano nei loro giochi asettici,
               sognando nelle loro notti, sfuggite al controllo, una
               festa antichissima ed in disuso da oltre
               cinquant'anni, quando ancora qualche comunità
               usava preparare una scena con antichi pastori trovati
               nelle soffitte di qualche nostalgico nucleo familiare,
               che osava rischiare forme di vita ormai in disuso
               nascondendosi in luoghi reconditi del
               pianeta.
 
               
               -  
 
               
               - 1
 
               
               -  
 
               
               - Il ragazzino
               allampanato del primo corso per adulti, sedici anni
               appena, era riuscito a sfuggire alla terapia della
               Gelatina restando impassibile ad ogni imprevisto-lode,
               rimprovero, gioco, sonno veglia, cibo privazione,
               tecniche di controllo naturale usate dagli aguzzini
               dallo sguardo glaciale, freddo ed impassibile che
               riuscivano ad irretire la volontà di tutti i
               ragazzi del corso con ogni mezzo, aggiungendo, quando
               era necessario, castighi con derisione e sarcasmo,
               giammai con mezzi fisici, troppo pericolosi per quei
               meccanismi che si reggevano su tessiture fragili ma
               efficace in quanto nella quasi totalità ogni
               forma di volontà veniva irretita dalla speranza
               malata che il mistero del loro futuro si svelasse
               negli anni universitari; in proposito si proiettavano
               brevi filmati con immagini e slogan picchianti, che
               promettevano ogni sorta di benessere e di
               divertimento: il ragazzino allampanato dal nuovo nome
               Buber (il suo Martin non doveva essere più
               usato) sembrava essere il più obbediente e il
               più remissivo: in realtà Buber (Martin)
               era riuscito a sfuggire alla generale programmazione
               per quegli scherzi che la natura può fare in
               ogni circostanza a tutti i programmatori di male che
               sono sempre esistiti in ogni tempo; ora si trattava
               per il ragazzo sfuggito alla terapia, con astuzia
               rara, di impossessarsi di alcune carte che contenevano
               formule chimiche si tentava l'annullamento delle
               differenze fra uomo e donna, ma solo per le masse,
               quel ceto sociale che era riuscito ad alzare la cresta
               dopo le battaglie sindacali degli anni settanta, anni
               ricorrenti in ogni secolo della storia, come un
               appuntamento segreto, forse, con se stesso. Dopo due
               secoli che le ideologie di stampo diverso sembravano
               essersi fuse per il bene dell'uomo, mentre in
               realtà nessuna fusione era avvenuta in quanto
               ognuno restando saldo nel bene e nel male nella sua
               identità profonda, si prestava al doppio gioco
               della fratellanza soltanto per ottenere favori senza
               riconoscere i diritti dell'altro; fu così che
               venne fuori una nuova classe dirigente, fiorita sul
               degrado degli antichi poteri, che temevano soltanto
               una sola cosa le forti identità, le
               unità, la coerenza col tempo e con la natura
               umana stessa che presenta sempre il conto da pagare,
               in qualche modo, a chi di essa si beffa. Era
               necessario quindi correre ai ripari per la nuova
               classe dirigente che pose mano a quegli esperimenti di
               creazione in vitro di un uomo perfetto, per togliere a
               quello sconosciuto Essere supremo il privilegio della
               creazione, spesso pure difettosa e
               imperfetta...
 
               
               -  
 
               
               - 2
 
               
               -  
 
               
               - Si pose mano alla
               creazione-clonazione, secondo le nuove tecniche nei
               laboratori segreti settoriando per classi e ceti,
               scegliendo le caratteristiche fisiche per accontentare
               le richieste delle nuove aggregazioni sociali, grosso
               modo corrispondenti alle vecchie famiglie, ma senza
               quei legami noiosi che portavano gli esseri umani a
               manifestazioni aberranti e stucchevoli di
               amore-sacrificio per la crescita della prole, non
               essendo più accettabile da parte degli Stati la
               spesa per l'assistenza, si omologava ogni cosa, pure
               il sesso del nascituro che col tempo sarebbe potuto
               diventare neutro-andorgino-intercambiabile-cosa
               anticipata nei film di fantascienza di qualche secolo
               precedente.
 
               
               - Buber essendo
               figlio di due intelligentissimi medici, ricercatori
               dell'area umanamente tradizionale, uccisi mentre
               svolgevano una missione di recupero per bambini
               portatori di handicap, in quanto troppo dispendioso
               risultava il loro impegno e soprattutto il loro
               obiettivo di recuperare e lenire il dolore, educando e
               rendendo sopportabile la vita dei meno fortunati; si
               tornava alla rupe Tarpea degli Spartani, alla
               selezione della specie in modo più terrificante
               della già triste selezione per vie naturali,
               auspicata nel periodo del nazismo.
 
               
               -  
 
               
               - 3
 
               
               -  
 
               
               - Fu così che
               alcuni medici integri ed incorruttibili cominciarono a
               diventare scomodi per il nuovo potere, infatti la
               carriera era aperta ed in salita per quanti si
               prestavano alle nuove tecniche di manipolazioni e
               misfatti per l'aggiustamento della specie, secondo i
               dettami della moda, ma resistevano quei medici fedeli
               al giuramento di Ippocrate: per essi la vita era
               diventata molto difficile e così partivano per
               il luoghi ancora incontaminati dal potere perverso,
               dove trovavano uomini bisognosi delle cure più
               elementari per la sopravvivenza, li infatti si
               prodigavano per lenire e curare, assistendo i
               più bisognosi e nelle epidemie e nelle
               catastrofi.
 
               
               - Buber aveva un suo
               obiettivo, impadronirsi delle tecniche più
               avanzate della medicina, diventare medico come i suoi
               genitori fingendo di stare al gioco del nuovo potere
               per poi fuggire in quelle terre nascoste dove ancora
               esistevano uomini semplici e veri che si prodigavano a
               lenire le sofferenze del prossimo. Il ragazzo
               attingeva forza dall'esempio lasciatogli dai suoi
               genitori e dalle lettere che rileggeva in segreto...
               poi anche la rabbia lo sosteneva nei momenti
               più difficili, ma la rabbia da sola non poteva
               bastare, fu l'amicizia a salvarlo! C'era infatti nel
               corso delle poche ragazze, ammesse
               all'Università, un certa Marta (ora divenuta
               Minerva secondo le nuove direttive) dai tratti decisi
               ed indecifrabili &endash; un misto di incroci fra i
               suoi antenati ma ancora non aveva quell'aria
               androgina, così prediletta dal nuovo potere,
               anzi sprizzava femminilità, rara parvenza nel
               3084 tremilaottantaquattro! Buber intuiva come fossero
               necessari questi esemplari di ragazze sia per la
               conservazione della specie sia per contrastare il
               potere dominante che sperava di modificare totalmente
               la specie con la seduzione del denaro e con la
               violenza di ogni tipo./ (vessazione o
               torture).
 
               
               -  
 
               
               - 4
 
               
               -  
 
               
               - Si narra nelle
               favole circolanti che queste poche donne avessero
               sviluppato una tale forza di carattere ed astuzia,
               legate alla intelligenza, ne si potessero irretire con
               l'inganno o le seduzioni: la saggezza e l'intelligenza
               erano al massimo, insieme alla dolcezza che nascondeva
               una determinazione ed una forza fisica esercitata in
               segreto nelle palestre, con tecniche di autodifesa
               veramente all'avanguardia. Erano le nuove vestali
               della specie umana rispettate ed amate dai pochi veri
               uomini rimasti!
 
               
               - Buber e Minerva
               s'incontrarono nel giorno della laurea s'intesero e
               tacquero e fu così che iniziò il loro
               progetto di futuro che avrebbe sfidato il tempo ed il
               male con un progetto d'amore tenerissimo.
 
               
               - Dopo la laurea
               incominciarono a frequentare i laboratori segreti del
               potere: s'ignoravano Buber e Minerva per scongiurare
               sospetti sulla loro intesa ormai indissolubile. Un
               giorno Buber ebbe modo di ascoltare una conversazione
               provenire dall'ufficio privato del Rettore Magnifico
               sulle ricerche più avanzate.
 
               
               - <<Se noi
               riuscissimo ad annullare le differenze della specie
               riducendo al massimo la procreazione naturale,
               potremmo far fallire il progetto di questo osannato
               Essere Soprannaturale, che tanto fastidio ha dato nel
               corso della stria, nonostante l'antipotere si sia
               opposto in ogni  modo e con ogni mezzo, in ogni epoca,
               ricorrente in ogni secolo nel corso della seconda
               metà, come un appuntamento segreto che il tempo
               rispettava sia in difesa dei poteri perversi che si
               mescolavano, per confondere i deboli, sia per
               iniziative buone ed umanitarie!>>
 
               
               - Il rettore
               proseguì il suo discorso con enfasi
               <<saremmo noi a ripopolare la terra per
               clonazione ed altri mezzi ancora più avanzati,
               che col tempo ci potrebbero portare
               all'immortalità!>> Buber sentì
               allora il tonfo della porta che si chiudeva ed il suo
               cuore ebbe un sussulto, ma restò fermo ed
               impassibile al suo posto, salutando, dopo un poco, con
               un sorriso i due che uscivano dalla sala della
               Presidenza.
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - 5
 
               
               -  
 
               
               - Ancora scosso per
               quanto aveva udito, Buber si dileguò
               silenziosamente dirigendosi verso le scale al piano
               inferiore per rientrare nell'aula dove appunto un
               docente medico stava dissertando sulle varie tecniche
               di procreazione e di riproduzione da sperimentare
               direttamente sugli esseri umani, con progetti di
               gravidanza in ambo i sessi, <<come nei film
               americani del 2000 rise qualcuno>>, ma fu
               zittito senza alcuna gentilezza e con toni piuttosto
               rudi.
 
               
               - Il docente
               continuò con più enfasi sulla
               opportunità delle gravidanze maschili essendo
               gli uomini meno esigenti delle donne &endash; una voce
               nel pubblico osò contraddire, Minerva
               sussultò nascosta com'era nelle ultime file e
               intenta a prendere appunti, non aveva visto il suo
               Buber impassibile e taciturno, e quindi per un attimo
               ebbe paura: chi altri avrebbe avuto il coraggio di
               ribattere? Si accorse con sollievo che era stata una
               bravata d'un gruppo di ragazzi vicini al potere,
               ragazzi che spesso ricevevano viaggi premio per le
               isole sperdute nel pacifico, dove pochi esemplari di
               esseri umani venivano conservati, come scimmie nelle
               riserve per non perdersi la memoria della
               specie.
 
               
               - La ragazza ebbe
               paura, per un attimo, poi il suo amore ed il suo
               coraggio prevalsero e restò immobile
               nell'attesa di alcuni gruppi di volontari, ancora
               umani ed incorrotti, la sera avrebbero portato notizie
               di altri gruppi operanti in altre università e
               che cercavano nuove vie e nuovi mezzi per abbattere,
               senza violenza, il potere aberrante dei
               pochi.
 
               
               -  
 
               
               
             
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