LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Elvira Altomare
Ha pubblicato il libro

Elvira Altomare - Dalla parte del sentimento

 




 

 

 
Collana I gigli (poesia)

14x20,5 - pp. 70

Euro 7,00

ISBN 978-88-6037-5490



 

Introduzione
Poesie



Dalla parte del sentimento è una raccolta che dà un'immagine ritagliata nella realtà, gremita di indizi, di aperture, di indicazioni e dominata da tensioni vissute attraverso i condizionamenti sociali ed i riferimenti culturali; testimonia una partecipazione ed una continuità attraverso tempi, luoghi e forme in un tuttuno nel quale si ritrova il ritmo complesso della vita.



Introduzione

È una raccolta che dà un'immagine ritagliata nella realtà, gremita di indizi, di aperture, di indicazioni e dominata da tensioni vissute attraverso i condizionamenti sociali ed i riferimenti culturali; testimonia una partecipazione ed una continuità attraverso tempi, luoghi e forme in un tuttuno nel quale si ritrova il ritmo complesso della vita.
Se nella parte riferita all'infanzia, si constata e si intende meglio una sfera umanamente simpatica, con abbandoni alla natura e al paesaggio e con ricordi garbati di giochi, nella quarta parte, dedicata all'ingiustizia, la sofferenza segue il tema principale.
L'esperienza sentimentale è, invece, rappresentata nella seconda parte "Incontri", dove spesso appare un mondo ideale, affascinante, tenero, con tutte le implicazioni connaturate ai sentimenti.
Nella terza parte "Impressioni", con lo stupore dello spirito, si misurano i grandi difetti dell'animo umano, le debolezze e le follie, causa di sciagure.
Una raccolta chiamata ad esprimere speranza, sconforto, turbamenti, volgendo lo sguardo al passato, collegandolo al presente ed al sogno.

Dalla parte del sentimento
 


PARTE I


INFANZIA


SANDALI DI CARTONE


Seduta in giardino,
e mirando le rondini in volo,
con mani incerte,
ritagliavo un cartone.

Immagini di un tempo,
in cui varcavo lieta e confusa,
i giorni che consumavo
nella dimora dove vivevo fanciulla.

Ascoltavo il canto delle cicale,
mentre mi apprestavo a calzare,
a lavoro compiuto, il sandalo pronto,
con fascia di bianco tessuto

Con i piedi calzati
dai sandali inventati,
correvo nel vento
al suono della campana della sera.

Ma ahimé! Pozzanghera guardinga
invoca l'incontro.
È giunta la fine: il cartone si scioglie
nell'inaspettato pianto.




ROSE SULLE UNGHIE

Gli occhi brillano e salutano le siepi
che, in mezzo ai campi di questa valle,
tripudiano di fiori, di colori e di canti,
spandendo allegria nell'aria serena.

I grilli e le cicale fanno una gara,
mentre la primavera esplode intorno.
Una bambina curiosa raccoglie una rosa:
petali rossi cadono sul palmo.

Pensosa, compone piccoli ornamenti
che vestono le unghie a festa.
Intenerita, sospira ed ammira.
Cade il petalo: il gioco è finito.




TELAIO


Suona il tempo
il telaio in movimento.
Esploro partecipe
il pettine gaio e potente.

Uno sgabello di paglia
vicino per caso,
diventa lo strumento
per tessere accanto.

Imitando la spola,
la mano piccina
muove il gioco
con cenno franco.

Come una magia,
si sprigiona, con fervore,
identico sentimento,
che unisce due lavori.

Le mani lasciano la spola,
negli orecchi l'eco dei rumori:
osservano la spessa tela,
con dentro gli occhi un solo bene.




SABATO


Sempre lieto fu questo giorno,
quando il tempo sapeva di attese,
scorreva con pacata armonia,
incontro al sole che tramontava.

Lusingata da vaghe promesse,
si aprivano le stelle nella limpida sera.
Si aspettava l'indomani festivo,
come tempo di quiete e di diletto.

La notte regala un tenero sogno.
Un canto si ode per la via,
una luce si accende tremula.
Un gioco spensierato si ripeterà fugace.




CINEMA CASTELLO


Fingevo un salto alle ore,
nell'attesa di scorrere al borgo,
dove, cinto da chiassose dimore,
si ergeva l'antico cinema "Castello".

Gioiosa, raggiungo la rampa
che mi concede un sogno benefico.
Rapita, raggiungo la meta;
muta, mi appresto all'incontro.

Saluto lo schermo ed i sedili di legno,
le foto degli attori appese alle pareti.
Sorrido alle emozioni, inebriata, quando
le immagini fuggenti si rinnovano.

Martiri, vergini, dame e cavalieri
esprimono verecondi ardori:
petti ansanti e volti con tremori.
Rapido ritorno stende un ascoso velo.




NEVICATA


Silenzio solenne saluta il risveglio,
spargendo diletto sul viso assonnato.
D'intorno, un bianco brillante
ha rinnovato la veste alla campagna.

Sui davanzali, impronte di passeri
hanno disegnato lunghe collane.
Riposa il tortuoso torrente
che, consueto, gorgoglia prepotente.

E, mentre, ammiro intenerita il dono,
ringrazio la natura per l'avvenimento.
Ma il manto coprente si annulla d'incanto,
non appena sorride il vento errante.




SCARABEO


Il tempo trascorre leggero,
farfalle bisbigliano al sole.
In mezzo ai ciliegi in fiore,
preme la vita di insetti in volo.

Scarabeo lucido e smeraldo
si posa ebro sopra l'acacia.
Catturato da mano gentile,
si smarrisce al tocco dello scherno.

Dura prova, soggiorno mortale.
Commiserando la sorte, sbatte le ali.
E vola, vola, vola in un cerchio d'oro.
Vibra d'energia, obliando la fine.

Oltraggio vissuto nell'infinito moto,
discioglie il vanto di tanto tumulto.
Furtivo, il freno si solleva.
Il gesto ardito si annulla in un baleno.




MELOGRANO


Sempre amico mi fu il melograno,
corteggiato nelle stagioni liete e spente,
quando, rifugio delle mie fantasie,
mi teneva, dolcemente, compagnia.

L'albero in fiore, sfolgorante colore,
generoso, copriva gli affanni,
e, mentre, attendevo un moto del destino,
vedevo strade infinite, città felici.

Inventavo storie fuggendo la gente.
Commossa, invocavo un atto soave.
Premeva l'estate nel meriggio afoso:
pronto, mi abbraccia nel ventre frondoso.




CORBEZZOLO


Tra la fuggente nebbia,
lungo un sentiero intricato,
appare, nella sua beltà,
un albero colmo di frutti vermigli.

Querce, pini ed olmi, con le fronde cupe,
coprivano il mormorio del torrente,
che sotto il dirupo brontolava contento.
Foglie stillanti rugiada si aprivano al giorno.

Improvviso il sole illumina il bosco,
adagiandosi nell'umido mattino.
Scompare il velo tra il fogliame.
Fanciulla in corsa avanza amica.

Protende la mano ed afferra un ramo.
Il tempo senza vento esalta l'istante.
Un grido! Si ferma smarrita.
Per cieco errore, cadeva una vita.




COCOMERO


Il tuo capo innocente,
dopo lungo cammino,
soccomberà, conscio del suo destino,
esalando l'odore con un fatale sospiro.

Bambine golose aspettano ansiose
il frutto rosso e succoso.
Padre padrone si arroga il vanto,
con mano ferma, di un secco taglio.

Spasimo lieve saluta la fine.
Pronto all'incontro con la sorte,
rosseggia intorno tenero e vivo:
benefico, annaffi serate afose.
 

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