LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di 
Eleonora Scroppo
 
 
SONETTI D' AMICA MORTE

 

Novembre 1996

 
INDICE
 
Intro
Dannazione dei poeti
Imperfezioni d'autunno (I)
Imperfezioni d'autunno (II)
Morte parla all'orologio e al morente immortale
L'ultima notte di nozze
Sogno di poetica (I)
Sogno di poetica (II)
Sonetto di palude e di fiori
Sonetto del "Cave diem"
Sonetto del mio vile nocchiero e di me
Epitaffio
 
 
 
Intro
 
Ogni tua piccola piega amica morte
voglio scrutare
comprendere il tuo enigma spiare il tuo passo
E` grande ciò che togli
tu ombra antica
mistero è ciò che doni
a noi mortali
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Dannazione dei poeti
 
 
Ologramma sfocato di sempre
il nostro vile destino mortale
ed esplode il mattino dal niente
sopra un cielo di nuvole amare
 
Senza fretta ci attende la noia
nel suo miele ci lascia affogare
non ci dà che rimpianti la gioia
l'indolenza ci induce a sperare
 
L'amarezza si spegne nel languido
trascolore di giorni sprecati
e il destino ci illude che il morbido
sonnecchiare ci abbia salvati
quando un grido ci sveglia dal torbido
e ci dice "Voi siete dannati!"
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Imperfezioni d'autunno (I)
 
 
Ortensia che triste annunci l'autunno
disfatta da piogge e soli impietosi
il mio cuore di fango si chiude ormai muto
s'intona con l'ocra dei fiori tuoi lisi
 
Ricordi l'estate? Sembrava immortale
il suo manto ridente di verdi creature
nascosto tra i rami il suo soffio infernale
ci ha illuso e ha lasciato soltanto grigiore
 
E affondano insieme stringendosi al vento
il cuore tuo e mio, stranieri ora amici
non c'è più l'ebbrezza che sfida anche il tempo
ma solo amarezza e pensieri nemici
Sarai solo cenere, tu fiore imperfetto?
Sarò io Didone, Arianna infelice?
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Imperfezioni d'autunno (II)
 
Settembrine celesti impazzite
si nascondono all'ombra del bosso
tra le timide erbette avvizzite
dall'autunno ormai tinto di rosso
 
Non c'è vita che sfugga alla falce
falce greve che monda ogni affanno
settembrine impaurite e testarde
ormai il freddo ha commesso il suo danno
 
Si addormenta la vita ormai vinta
nell'inverno che annienta chi è lieve
spente come un'aurora dipinta
massacrate dal vento crudele
settembrine dai fiori ormai morti
torneranno a fiorire i più forti?
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Morte parla all'orologio e al morente immortale
 
 
Triste orologio che uccidi i minuti
la tua musica stanca si accorda ai miei vuoti
dolce lamento il tuo canto infernale
per me che catturo solitudini amare
 
Io sono la morte, raggiungo chi chiama
e aspetto chi indugia, aggrappandosi forte
alla vita con unghie che ha grandi chi ama,
ma nulla mi sfugge, io sono la morte!
 
Il tempo di dire frettolose preghiere
tra il veleno del sonno e cuscini d'amore,
tu, anima sola, addormenta i pensieri,
non serve la mente, io arrivo dal cuore
per te che impazzisci al pensiero di avere
un giorno sognato di durare nel sole
 
TORNA ALL'INIZIO
 
L'ultima notte di nozze
 
 
Sorridevi allo sguardo del nulla
mentre lei ti chiedeva di stare
ma tu sorda e ostinata farfalla
avevi deciso oramai di volare
 
L'hai lasciata attonita e spenta
impotente a guardarti morire
quella notte la fine tua lenta
ha diviso quasi fino a impazzire
 
Poi ha sentito la tua anima stanca
riposare su rami sicuri
finalmente la pelle tua bianca
si accendeva di calmi sospiri
mentre tu ti spegnevi per sempre
lei asciugava la tua muta febbre
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Sogno di poetica (I)
 
Cornacchia allegra sul tetto d'agosto
aspetta il regalo di un gatto crudele
metafora triste rimpiange il suo posto
tra pagine buie di un poeta infedele
 
Sfiorisce anche il tempo nonsenso e ammalato
di chi si lamenta ed infine ha stancato
cornacchia ora triste, metafora allegra
la pagina è mondo, il poeta si piega!
 
Enigma insolente di un giorno di sole
il poeta è impazzito, fa purée di parole
ma il topo tra i denti del gatto assassino
non ride, non scherza, il suo mosto è ormai vino!
L'uccello si libra a rubare il suo pasto,
la metafora è salva, il poeta un impiastro!
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Sogno di poetica (II)
 
Dolce amara compagna la morte
scialba amica di mille poeti
è ormai stanca di rime contorte
d'invecchiare su fogli incompresi
 
Ma il fascino greve del buio
che accompagna parole segrete
incatena la morte al suo ruolo
di dolente sorella fedele
 
La bellezza ha sapore di morte
fiore segno di antico dolore
e l'amore si nutre di morte
brucia vinto dal cieco furore
musa triste che riempi la notte
ai poeti il tuo dono è colore!
 
TORNA ALL'INIZIO
 
 
Sonetto di palude e di fiori
 
Che dire di me, nostalgica musa?
Sfioro rive di terra melmosa ed oscura
come un torrente che cerca il suo fiume
ma giungo per sempre a bocche ormai chiuse
 
Non c'è corrente che possa tornare
il mondo è in discesa, per me non c'è mare
per me solo livide paludi aliene
e il vento che soffia, infuria e geme
 
Ma tra salici e canne, zanzare ed aironi
la vita m'incanta, mi offre i suoi doni
a me che son acqua, son terra, son cielo,
son goccia d'eterno e oceano di sole.
Non c'è esistenza sprecata davvero
nell'universo anche il nulla dà un fiore!
 
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Sonetto del "Cave diem"
 
Dolce allegria non scordarti di me
ho pianto già tanto e più tempo non c'è
adesso è il momento di ridere e amare
è il tempo di cuocere il caldo tuo pane
 
Ubriaca mattina che svendi il dolore
strappiamo ora al giorno il suo allegro candore
il mondo è un poema di rime azzeccate
chi è allegro ora colga le mele dorate
 
Se il tempo ci ruba i momenti migliori
e tinge di scuro i più vivi colori
rubiamo ora al tempo ciò che ci appartiene
cantando e gridando "Il tempo non teme
chi è allegro e sicuro del proprio coraggio
di amare il suo sole fino all'ultimo raggio"
 
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Sonetto del mio vile nocchiero e di me
 
La mia nave ora dorme in bonaccia
non c'è remo che possa spostarla
cielo limpido mi offre una breccia
ali forti per volare e lasciarla
 
Ma il mio vile nocchiero si sveglia
questa volta non vuole scappare
"Legno forte e catene ha la chiglia
getta l'ancora, possiamo aspettare"
 
E io aspetto serena il mio vento
vento forte che gonfi le vele
che mi porti alla spiaggia del tempo
alla foce che spegne ogni sete
ma il nocchiero è volato e son sola
lenta notte pian piano mi sfiora
 
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Epitaffio
 
la morte annuncia l'anima
nello spazio
multiforme
dell'universo
la sua aura piena di speranza
ci rincontreremo
 
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