LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

Poesie tratte dal libro Riccioli Rossi di Carlo Carrea editrice Montedit, 2000, Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi), pp. 32 - L. 10.000 - Euro 5,16 ISBN 88-8356-069-8

A te,   Esile ombra lieve respiro impalpabile sogno d'autunno a te per sempre.     Mattino. Binario quattro. Lo sguardo fruga cerca l'azzurro il chiaro (non so il colore dei tuoi occhi ancora) tra il grigio esercito di studenti impiegati anziane coppie. Come sempre vorrebbe per sé quel rosso bagliore che leva il respiro. Rapido gira aguzzo teso, d'un colpo capisce l'anima sospesa che tu non ci sei.       Mi lanci a volte un'occhiata veloce furtiva quando pensi che io non ti guardi. Chi mai sarà? Che cosa vorrà? Ma la mia anima sente, vede, pesano tanto i tuoi limpidi occhi curiosi sorpresi su di me.       Se cerchi troverai qui dentro qualcosa di pulito, di chiaro, sincero. Se frughi ancora e getti qualche bugia sotto, sta certa, si aprirà tutta alle tue piccole dita la mia anima intera.         Ritorno. Sento la notte frugare tra i miei pensieri con dita fredde. Mi sento un po' perso: stasera non ti ho visto. Ma ad Arquata forse vedrò quel rosso un attimo balenare e poi rapido camminando sprofondare nel buio: solo allora andrò verso casa.       Sul treno   Dietro la poltroncina ci sei tu. Intravedo di lato a volte quel rosso incantato, dondola appeso bagnato l'ombrello rosso. Un lembo del maglione fa capolino, così so che siedi abbandonata appoggiata sulla destra. Forse sonnecchi, perchè non muovi. Pensieri persi nel sedile, cieche afone parole rinchiuse.         Piccolina dai riccioli rossi, il naso sottile anch'esso si arrossa per il raffreddore. Se sei lontana gli occhi corrucciati mi forano seri, ma da vicino ti volti e non vuoi guardarmi. Se riesco a parlarti e farti sorridere il tuo volto esplode s'apre s'anima si rischiara s'accende e al centro sornioni mi cullano quei tuoi occhi.       Hai sul volto fossette sottili, piccole mobili ferite. Quando lo sguardo si oscura si muovono, quasi per incutere timore. Se però ridi altre se ne aprono, o forse le stesse, chè l'anima, assorta nei tuoi occhi, non distingue.       Incipit   Genova Principe, ti amo, squallida stazione. Guardavi un cartello, e dietro avevi il sole povero d'autunno. Mille raggi riflessi dagli occhi, dalla tua pelle chiara, luccichio sulle ciglia, rosso chiarore filtrato dai riccioli, incanto di luce. Su tutto un silenzio improvviso, ogni altra persona scomparsa: e tu ignara.         Tramontana   Ricordo: lungo via Balbi il vento ridendo sbatteva maltrattava i tuoi riccioli rossi. Strizzavi a volte gli occhi offesi nella tempesta di capelli. Sul volto un certo sorriso, (la mia strana presenza?) le tue corte parole perse nel turbinio, indistinte, i tuoi no decisi e ancora quel sorriso. Camminavo al tuo fianco voltato per non perdere nulla, nemmeno un refolo, di tanta bellezza.       "35"   Ero sul bus faccia a faccia con te, e una signora con sospetto ci guardava. Attenta, diffidente ascoltava lo zucchero delle parole di un uomo a una ragazza. Forse quei tuoi occhi ridenti e il mio volto raggiante invidiava.     Via Balbi   Un sogno: come loro vieni leggera improvvisa, dopo ti volti e scompari, riccioli ormai lontani. Nel secco vento di Genova li vedo agitarsi lungo via Balbi. Sei piccolina, un cucciolotto, ma non ti perdo di vista un istante. Ti guardo da dietro: a volte troppo sono forti quegli occhi incredibili per me.

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