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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Carlo Angelo Brambilla
 
AMICO .... A
Guardo diritto e attento
a silenti attese
in disteso volto che reca fiduciosa calma
in chi l'ammira.
 
Aspetto signorile
che mostra fierezza dignitosa
temprata da disponibil vena
per quanti in lui confida.
 
Limpida l'azione
che privilegia l'altrui persona
felice anche solo di lor conforto.
 
Tesa la mano
a chi segnato è da sventura
e pronto a donare con gentil tratto.
 
L'intera immagine
emana certezza,
seppur velata da umil portamento.
Così mi figuro l'amico
con cui cambiar la gioia
e il triste tempo.
 
Ed or che s'appressa
l'autunno della vita
con un sol cenno
fà ch'io ti riconosca.

CITTÀ FELICE
Preme la terra
ruggine dei secoli finiti
sulla città felice.
 
Ogni sinuoso strato
che mani tremanti indaga,
esala suoni e canti
di gesta gloriose o vane,
vive solo nella memoria di antiche ere,
fedeli amiche dell'umano passo.
 
Scorre la storia,
fra dita che scavano ansiose,
mentre turbinose visioni
aleggiano tenere o minacciose,
fino a frangersi
sulla soglia delle prime mura.
 
Città felice, dove il desio muore,
qual diurno astro
nell'onda impetuosa e vermiglia all'orizzonte,
placata da dio marino,
quando il cielo imbruna.
 
All'ombre tue la vita sorride
di dissolti fantasmi
e guarda serena
la spenta avida natura.
 

IL VERO
Vinto ha i suoni la notte
e tutto è silenzio
nelle tenebre profonde.
 
Sola e lontana l'ultima luce
sfida la nera coltre
guizzante nel suo chiarore.
 
Ondeggia a tratti e pare vinta
dal soverchiante buio,
mentre fende l'aria ancor più rilucente.
 
Similmente appare l'eterna tenzone
tra menzogna e vero
negli umani eventi.
 
La prima spenta vorrebbe
l'ardente fiamma nel terrestre globo
dal mortal soffio della calunnia.
 
Ma un'aura eterna
sostenta la fiaccola radiosa
che squarcia le cupe tenebre,
sicuro faro per la smarrita gente.
 

BUONA NOTTE
Dolce augurio
che invita a recedere da imprese
e fondersi nel sonno
che avvince nel buio della notte.
 
L'ultimo saluto del giorno viene,
mentre palpebre chiuse
simulano immobili ali
di stanche farfalle
posate su aperte corolle.
 
Sospinti lontano i pensieri,
la mente vaga
verso i sentieri stellati del sogno.
 
L'inconscio oppone all'inerzia del corpo
frenetici mondi incantati
popolati da soddisfatti desideri
rincorsi nella veglia.
 
L'incubo notturno è vinto
dal melodioso augurio
e l'animo disteso
rivisita assieme a spirituali essenze
gli infiniti spazi.
 
Buona notte a te bambino,
che al lume di una fioca lampada
cedi piano piano al sonno
cullato dalla cantilena di una fiaba.
 
Buona notte laboriosa mamma,
e a te il riposo sereno
doni almeno un più giusto compenso
alla diuturna fatica.
 
Buona notte stanco lavoratore
e possa il sonno rinnovarti
annullando sempre dalla tua memoria,
il succedersi eguale dei giorni.
 
Buona notte a quanti ricercano
nella breve quiete
il conforto all'umana solitudine.
 
A tutti l'auspicio
che le promesse dei sogni,
varchino almeno la soglia dell'alba.
 

AUTUNNO
 
Larici dorati si spogliano
sferzati dal soffio impetuoso
della tramontana.
 
Un lungo incessante sibilo
accompagna il mesto ondeggiare
delle rade chiome,
prive ormai del regal manto.
 
Rugosi tronchi inarcati
esalano acute strida,
appena smorzate dall'eolica furia.
 
Nell'azzurro velato
si sospingono e accavallano
frastagliate nubi leggere
e sembrano scortare
compatti stormi di uccelli migranti.
 
Lontana ora appare la calda stagione,
e con lei dissolti
l'intenso profumo di resina
e le calme visioni
di rigogliosi boschi in fiore.
 
La memoria, unica custode
di quel sereno tempo
rende ora al lume dei ricordi
nuovo vigore a stanche membra.
 
Il giorno tardi si desta alla fioca luce
e prima cede il passo
all'umida fredda sera.
 
Scintillanti e rossastri bagliori del focolare
insieme a un'amica presenza
rendono serena e lieve
la matura stagione.
 
Fuori una rigida notte
fosca e silente
ammanta la brulla radura
e prossimo annuncia il gelido inverno.
 
 
L'ESTATE
Distese di spighe dorate
appena mosse da stanco alitare di aria rovente
che scioglie i neri nastri d'asfalto.
Concavo cielo cobalto
all'orizzonte confuso in montuose catene
velate da tenui nubi bianche.
Campagne lussureggianti
e cromatici giardini fragranti
compongono insieme l'inno sublime al Creatore.
Dardi infuocati lambiscono i corpi
un poco assenti per l'estiva arsura
che induce al lento abbandono di attive imprese.
La mente spazia nel libero tempo
e fabbrica liete immagini
appaganti lontane attese.
L'umane cariche van spegnendosi
come artificiali fuochi sulla rena, dopo una festa
e solo resta il silenzio.
Sbiadiscono anche le recenti immagini
elegate nella selva dei ricordi,
mentre si ritorna al consueto ambiente
e riprende l'antica fatica.
 

CONTEMPLAZIONE
Dalla suprema vetta
osservo assorto le sottostanti cime
rilucenti sino all'ultime lontane, confuse nell'azzurro.
Imponenti pareti scoscese e arditi pinnacoli
fendono limpide nubi rosate
che accarezzano affilate rocce.
L'assoluta quiete e l'incantato scenario
avvincono l'attonita mente,
fino al risveglio della conoscenza
che vaglia attenta l'origine della fantastica visione.
E quando l'estremo abbraccio infuocato del sole
a violacee montuose catene
sfuma la luce del giorno,
affollati pensieri ricercano il senso dell'umano agire.
Or che dissolte sono l'ultime ombre
nel buio della silente notte,
sereni sogni placano le diuturne attese
recando sollievo all'animo.
Un'alba magica col suo soffuso chiarore
ridesta fiducia nella ripresa cerca
su cose, l'uomo e il suo destino,
oltre la selva dei terreni ricordi.
 

NOTTE SANTA
 
Divina notte del mistero e della gioia,
unica in terra, e annunciata dai profeti e dall'angelo,
fedeli messaggeri di amore eterno.
 
In una capanna di Betlemme è nato il Salvatore
e lieta novella diffondono i pastori
a gente accorrente festosa e attratta da suprema forza.
 
Da colli vicini e valli lontane
tremole luci scendono lente e sinuose
convergenti a illuminare un bimbo, nel primo giorno di nuova era.
 
Le guida un astro prodigioso e scintillante
che solca ad arco il firmamento,
fino a librarsi a un estremo sulla povera capanna.
 
Ogni trepidante figura che varca la soglia
contempla estatica il Celeste Bambino
e accoglie sublime certezza che propaga al ritorno.
 
L'atteso Messia è in mezzo a noi
ed anche sovrani potenti giungono alla misera dimora
per incontrarlo e adorarlo.
 
Il suo radioso volto e aperte mani
abbracciano pietosi il nostro smarrito mondo
e mostrano l'umano cammino per la redenzione.
 

CITTA' DI PACE
Dal monte degli ulivi, nell'aria dolce mattutina,
si contemplano le tue possenti mura, soffuse di luce dorata,
ed oltre quelle si stagliano lontano, campanili e minareti
svettanti nel cielo, come le suppliche elevate dalle sottostanti cupole.
 
Scendendo poi nella Valle del Cedron, il Getsemani avvince e sconvolge
quanti sostano fra millenari tronchi frondosi d'ulivo,
muti testimoni di sofferenza e inganno nella Divina agonia.
 
Dopo la valle e la breve china
varcando la porta di Sion, l'abbagliante luce del giorno
sembra velare le immagini attorno, mentre altri sensi avvertono
cantilenanti preghiere, intense volute d'incenso diffuse dalle aperte chiese,
e il canto nelle sinagoghe.
 
La pellegrina presenza di diverse fedi,
si manifesta lungo stretti vicoli della Passione,
sulla Spianata, e all'imponente Muro del Pianto.
 
Non sempre la tua maestosa turrita cerchia
vietò il passo a violente conquiste,
e rovine di sacri templi, splendenti simboli di avverse credenze,
invocanti l'unico Dio.
 
Anche la presente stagione miete infiniti lutti,
fra i popoli dei tuoi smarriti figli,
e tristi volti di gente insicura
calpesta nell'infocato tramonto, le tue deserte vie,
un tempo gremite di salmodianti fedeli.
 
Ora l'umana avvilita gente
Implora che cessi la bellica rovina,
e dopo la notte, il sorgere di un'alba radiosa d'amore,
che ammanti Gerusalemme per sempre
rendendole vero il nome di "Città di pace".
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Ins. 03-02-2003