LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Carla Martinenghi
 
Poesie
 
Almanacco
 
Desolatamente eguali all'origine
brusche impronte
sulle dolenti pagine del quotidiano:
satura d'inganni, impaurita
la mente si serra:
 
giorno alcuno
declina nella sfera dei ricordi
coll'effluvio del glicine nelle nari,
col sole entrato nell'uomo.
Giorni votati al Potere
calendario misero:
bollettino di guerra morale
s'allunga inesorabile
sul rassegnato dissenso:
 
irto dirupo
d'uggia avvolto.
La gente:
antagonista di se stessa.
 
 
Tutto pare già detto
 
Tutto pare già detto
ma ancora nuove favelle
guidano la mano stupita,
fissando pensieri
composti dall'anima
mai scontata, ... mai persa.
Riprende a fluire
il corso della poesia,
selvatica scommessa con la parola:
radici profonde leva all'essere
in rinnovata irripetibile parentesi
dal conscio sguardo.
Slancio fiero
nello scorrere languido, impietoso
dell'esistere, allevia pene,
esalta gioie
snellendo la linea del tempo.
No, non m'osservare incredulo,
... pietra su pietra, polvere su polvere,
scaglie d'anima di là dalla vita
... nell'universo oscuro della mente.
 
 
Torrente divino
 
Dalla sorgente
libero t'incammini danzando
sull'allegre note tue.
Aggrappati al ciottoloso sentiero
respiri aliti d'amorfe promesse,
gorgheggia il limpido scorrere
in spume cadute
su massi svagati:
sembianze ne muti.
Persuasioni nascoste
stacca la chiara corrente
dal letto sopito, cuore di cenere.
Ora tutto s'allunga
per chine boschive,
... perché il sole non parla?
Si specchia senza voce,
nell'ombra muta direzione,
nel tuo fluire trova rifugio.
Nessuno ci sconterà
... l'anima.
 
 
Momenti di follia
 
L'estivo bagliore
apre recinti arrugginiti:
l'apatia del vivere sempre uguale
strimpella le finali note,
... ma peggio è dell'uguale
quest'inconsistente riflesso.
L'onda argentea
non riposa alla riva degl'occhi:
dimenticata, vive il suo gemito
... in rassegnato stacco... dall'umanità.
 
 
Sempre
 
Vecchie tegole della luna amiche
colmano di tempo passato
la vista dolce dei ricordi.
Passi vivaci, novella musica del presente,
pestano la via sopita
dal tenero fruscio figlio dell'aria.
Fermati, sciogli il pianto
oh nuvola passeggera,
nascondi la lucerna del mondo
ché il suo chiarore annaspa
nel respiro della noia.
Qual fine avranno i baldi passi
bramosi di gioia?
Affastellati nel chiassuolo distratto
fra lampe smorte
ad invocare miti, ebbri d'oscurità
senza ricordi.
Ma ancora il filo d'argento
entra dalla grata prigioniera,
sempre lei... lucerna del mondo.
 
 
Il battito dell'inferno
 
Pulsa nel soffio imbroglione
senza pause né ritegno,
incurante lapida passioni
ricamando tranelli
sul velo dove brilla il sole.
Fluorescente materia,
agglomerato instancabile
di chiarità sommerse,
erma distesa dell'anima
al viaggiatore dell'esistere s'apre:
sulle note sue confuse
danza la mente.
Il dolce sussurro marino
va perdendosi nell'onda rabida
che scalpita contro la fredda scogliera,
unito alle grida di bianche ale galeotte.
Polla turbata dal fuoco,
bevi la tua acqua di cristallo
non lasciare che scorra nell'infamità,
nel vuoto del vero.
 
 
Qualcuno coglierà...
 
Qualcuno coglierà il mio pianto
allor quando le ali del tramonto
spiegheranno il rosso colore del sangue
sulla sabbia della vergogna,
terra di miti:
vanità, null'altro che vanità
alle sbiadite fronde del nonsenso
s'adergono.
Qualcuno coglierà il mio pianto
allor quando il morbido sentiero del pensiero
camminerà nella selva tenebrosa,
passo passo col dolore della delusione,
terra di miti:
troni, null'altro che troni,
fantasmi del potere mai sbiadito
dal nonsenso.
Qualcuno coglierà il mio pianto
... ma io non ci sarò:
in alto, lassù dove tutto pare immoto,
spiccando il maturo frutto dell'umiltà derisa,
... anima accesa nell'eterno,
il vostro pianto, custodito dal vinto nonsenso,
coglierò.
 
 
E continuo va il moto antico
 
No, proprio non riesco a pensarti chiassoso:
serio motivo di noia beffarda
è l'avere.
Senza scampo, il flusso s'inerpica per dirupi
allor che tutto pare statico,
e mentre ognuno in se stesso
solo va specchiandosi,
la tenebra del vuoto moltiplica il potere.
Fallita epigrafe langue sull'alpe solitaria
dominando vallate spente,
nell'incarnato stanco
celato ha il sorriso la stella.
La fiera del danaro, carambolando,
svetta il dominio sull'umana ragione,
nel tramontar del senno.
Mai, ... mai alcun troverà gioia profonda
entro l'usbergo del proprio godimento,
nel cumulo dell'oro, nel piacere senza dono.
... e continuo va il moto antico.
 
 
Elegia all'uomo
 
Fende il petto tutto questo febbrile
arrovellarmi inseguendo traguardi:
devastante proclama dell'efficienza
... per allontanar me stesso,
per non riconoscermi nell'ombra
disegnata dalla storia.
Oh meglio sarebbe non svelarmi mai,
adagiato su certezze vane, ma lacrimar
silente del percorso fatuo
solo m'attende al valico:
impenetrabile disagio,
dell'esistenza raccolgo i resti.
Soffuso senso di sconfitta
nulla dispone nel lento approdo
all'erme rive della sorte,
mai tanto scompiglio l'anima mia conobbe.
Empio sciupio,
elusa volontà affina il tempo del riscatto:
chi mai sarò stato?
... un'eclisse d'uomo.
Germoglio alieno al paradigma,
differente cammino sradico dai
canoni imperanti:
prigioniero nella crisalide, mendico
nell'indifferenza attenzioni,
e salgo, ... salgo per chine incolte
di dottrine lapidate:
fine schernito è l'occhio attento
che amore posa.
...
Occhieggia il sentiero dietro
la vetta cosparsa di nubi candide,
all'ascolto del mio cuore,
festoso, si pone:
variopinta farfalla, nella speranza
m'incammino,
... biffata elegia.
 
 
Trappola viva
 
Indugia, ritorna, arranca spaurito
per il tornante diretto alla vetta superba,
sagomata da un vento ribelle,
e nulla riporta alla piana indifesa
che tutto raccoglie,
... ed io vi raccolgo il silenzio
d'un debole pianto.
Rinnega, questo tempo il futuro:
schizza dal ramo ascoso, lo brucia
nell'attimo presente -
l'ideale assente frena la vita
spargendone la polvere.
Quando ti rilasserai, mi chiedo,
nel cuore del crepuscolo
allor che l'astro incandescente tinge
gl'istanti d'na dolce malinconia.
Quando spanderai il tuo canto
in arie sopraffine, mutando
il corso abulico d'una vita
sgombra del sogno che l'uomo ritrae
in dimensioni eterne.
Quando smetterai, mi chiedo,
d'essere la trappola di te stesso.
 
 
Sorride il volto
 
Sorride il volto
non perché pena ne sia lontana:
singhiozzi sommessi sfigurano l'anima
nell'attimo smarrito,
ma della vita il canto
non s'arresta avanti al dolore -
su, in più alte note gorgheggia.
Che n'è della mia pena?
Riflessa in altri volti la vedo,
poi su, in più alte note
... si stempera nell'invisibile.
 
 
La mia poesia
 
M'investe l'indifferenza del mondo -
tramortita, di vergogna moribondo,
lo sguardo nel doloroso manto chiudo
ch'io stessa sono stelo
d'un mondo inerme.
La delusione mitigo con fondi
di speranza,
con minuscole gocce di parole
che cantano all'uomo -
che non arriveranno forse mai
a baciare la terra.
Eppure è quel forse casuale
a donare la forza
per non arrendermi... mai,
per bruciare le notti
nell'ispirazione di versi,
... nella poesia... dell'anima.
 
 
Fluttuando
 
Sull'altopiano si muovono
ormai deboli ale
beccando povertà
spoglie di speranze.
E lì...
lì, dove alcuno chiede,
lì, dove l'immaginabile
è ignoto,
lì, si consuma la coscienza
di noi tutti.
Seduti ai tavoli
traboccanti di superfluo,
ingurgitiamo avidamente
il vuoto,
solo il vuoto...,
e mai anima
sarà sazia.
In libagioni di ricchezza
ebbri barcolliamo:
sull'altopiano muoviamo
robuste ale
beccando favorevoli flutti
spogli di speranze.
 
 
 
 
 
Per leggere la prefazione del libro "Occhi di realtà ... e di sogno" 

Per leggere le prime pagine.  

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Agg. 16 aprile 1999