- 4° Classificato
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- Puffolina e il coccodrillo
Matù
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- In un lontano paese che non so, in una notte
fonda, gli abitanti si sentirono svegliati da
pianto e grida: non capivano chi potesse essere,
forse un bambino, forse no. Corsero alla finestra,
la spalancarono e scorsero in mezzo alla piazza una
carrozzina da neonato. Subito si precipitarono
giù, ma grande fu la loro sorpresa quando
videro dentro, non un bambino, ma una maialina.
Questa vedendo attorno a sé tante facce
sconosciute, si spaventò e riprese a
strillare ancor più forte. La gente
pensò che avesse fame così una donna
la portò in casa e le diede da mangiare. Nei
giorni successivi tutti volevano vedere e curare la
maialina. La portavano a spasso con la carrozzina e
la nutrivano e siccome nessuno venne a reclamarla,
la adottarono. Era piccola, paffutella e morbida e
la chiamarono Puffolina.
- Chi aveva abbandonato Puffolina nella piazza
di quel paese era stato il coccodrillo Matù
che l'aveva rapita da una stalla lontana dov'era
rimasta sola e voleva mangiarla perché era
stanco di mangiar solo i topi che cacciava nel suo
castello.
- Ma dopo averla osservata bene, pensò
ch'era troppo piccola, l'avrebbe divorata in un sol
boccone, forse non ne avrebbe sentito neppure il
gusto e sarebbe anche rimasto con fame.
- Meglio sarebbe lasciarla crescere e farla
diventar più grande e più grassa.
Così gli era venuta l'idea di portarla in
quel paese dove sapeva che la gente era buona e
l'avrebbe nutrita.
- Puffolina infatti cresceva a vista d'occhio,
era allegra, giocava a correre con i bambini e,
siccome aveva una bella voce, cantava sempre. Il
suo desiderio più grande era quello di
cantare in un teatro. Gli abitanti del paese si
consultarono e, tutti d'accordo, la fecero studiare
e lei divenne una brava cantante. Matù che
seguiva intanto i suoi progressi da lontano, quando
gli parve il tempo giusto, si recò a teatro
dove lei cantava e l'osservò da un angolo
nascosto; era davvero bella grassa!
- ORA ERA TEMPO. Così, alla fine dello
spettacolo, si presentò da lei dicendo di
essere un impresario teatrale: se lei voleva
l'avrebbe fatta cantare in tutti i più
grandi teatri del mondo. Gli abitanti del paese la
sconsigliarono subito: - Non devi fidarti! -
dissero - è un coccodrillo, non un
impresario teatrale. Non andare! - Ma Puffolina era
così entusiasta all'idea di cantare in
grandi teatri, che accettò e lo
seguì in macchina al suo castello. Lungo la
strada lei parlava sempre e poneva tante domande,
ma Matù non rispondeva.
- - Appena saremo giunti al castello, ti
spiegherò tutto - disse.
- Puffolina cominciò a essere un po'
inquietata. Quando arrivarono Matù
aprì il portone con una grossa chiave,
entrarono, poi lo richiuse subito dietro di
sé. Allora l'inquietudine di Puffolina
aumentò: si sentiva prigioniera. Matù
le spiegò che l'aveva rapita da piccola da
una stalla lontana e portata in quel paese
perché gli abitanti la nutrissero e
ingrassassero poi, al momento giusto, sarebbe
andato di nascosto a riprendersela per mangiarla.
Siccome lei però, aveva voluto cantare,
l'occasione di portarsela via, era stata più
facile. E questo è il momento del mio pranzo
- disse quel bestione.
- A questo parole, Puffolina accortasi
d'essere stata ingannata, si spaventò e
fuggì via di corsa. Spalancava porte e
saliva scale e via, via sempre più su nel
castello. Matù la inseguiva, però era
grasso e pesante e andava più lento, tanto
sapeva che lei non poteva scappare e, per ogni
stanza che attraversava, chiudeva sempre a chiave
la porta dietro di sé, così lei non
avrebbe più potuto tornare indietro.
Puffolina ansimava, correva così veloce che
il cuore sembrava uscirle dal petto e batteva
forte, poi finalmente, stanca e ansante giunse in
cima alla più alta torre.
- Qui in mezzo alla stanza c'era un grande
gong. Si guardò intorno e, non sapendo
più dove scappare, si disperò
"Matù giungerà tra poco e mi
mangerà" pensava. In un angolo un po'
più buio della torre, vide un grosso maglio,
secondo lei doveva pesare molto, tuttavia si
avvicinò, lo afferrò e, con tutta la
forza della disperazione, lo batté contro il
gong una volta... stava per batterlo ancora quando
apparve improvvisa una figura d'uomo robusta e con
un grosso orologio appeso al panciotto.
- - Sono il principe del gong - disse - che
cosa vuoi? Esprimi un desiderio! - Puffolina
avrebbe voluto raccontare la sua storia, ma era
senza fiato, disse solo: - Salvami, ti prego,
c'è Matù che mi vuole
mangiare.
- - Calmati, ci penso io! - rispose il
Principe del gong - nasconditi in quell'angolo. -
Intanto questi fece un cenno ed ecco apparire una
grande tavola imbandita, piena d'ogni sorta di cibi
ed in quantità smisurata: primi piatti,
carni, dolci, frutta. Poco dopo arrivò
Matù.
- Vedendo tutto questo ben di Dio, senza
più pensare a Puffolina, si gettò con
avidità su ogni pietanza divorando ogni
cosa. Dopo alcune ore il suo stomaco era diventato
pesante, ma ingordo com'era continuava a mangiare.
A un piatto che finiva, un altro ne compariva. Dopo
qualche ora la pancia pesava, pesava e pareva,
voler scoppiare: tutto il cibo dentro di lui si era
trasformato in pietre. Il Coccodrillo per il grande
peso, era scivolato dalla sedia e ora lì,
per terra non si muoveva più.
- - Hai ancora cinque minuti per esprimere il
secondo desiderio - disse il Principe del gong a
Puffolina mentre guardava il suo orologio - dopo
non potrei fare più nulla. Vuoi diventare
ricca, potente, vuoi che uccida il coccodrillo? -
No, non desidero queste cose. Io voglio solo
tornare al mio paese, tra la gente che mi vuol bene
e cantare. Sento che solo così sarò
felice.
- - Anche tu canti? Anche a me piace cantare -
disse il Principe, - andiamo insieme al tuo paese,
io ti accompagno. -
- Presero le chiavi a Matù e volando
giù per le scale, aprirono le porte e
uscirono dal castello. Poi tenendosi per mano
cantando e un po' ballando, s'avviarono al paese di
lei con il cuore pieno di gioia.
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