Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Fiabe di

Antonella De Mattia

 
Timmy, la gocciolina d'acqua
 
C'era una volta una piccola goccia d'acqua di nome Timmy che viveva in mezzo all'oceano.
Timmy passava intere giornate a farsi cullare dal leggero vento dell'estate, accarezzata dal sole insieme a tutte le altre goccioline d'acqua.
Ma si annoiava terribilmente.
Sognava di poter lasciare quell'immensa distesa blu e di vivere delle incredibili avventure.
Un giorno il sole era particolarmente caldo e nell'aria c'era qualcosa di strano.
All'improvviso Timmy si sentì sollevare da una forza sconosciuta e cominciò a volare insieme ad altre goccioline, avvolta da una leggera nebbiolina.
Andava sempre più su, verso il cielo limpido e azzurro.
Timmy non credeva ai suoi occhi; abituata a starsene sempre adagiata in mezzo al mare, non avrebbe mai pensato che la terra potesse essere così bella.
Vedeva la spiaggia, le case, gli alberi.
Saliva sempre più in alto finché, all'improvviso, fu investita da una corrente d'aria freddissima.
Si ritrovò così ammucchiata con tutte le altre goccioline e insieme a loro c'erano anche dei granellini di polvere; tutti insieme avevano formato una bella nuvoletta, bianchissima.
La nuvoletta si spostava in continuazione intorno alla terra e così Timmy poteva vedere dall'alto tutto il mondo.
Intanto aveva fatto amicizia con le altre goccioline e anche i granellini di polvere erano molto simpatici.
All'interno della nuvoletta si formò quindi una vera e propria comunità. Tutti i giorni si chiacchierava, si ballava, si cantava.
Le goccioline che erano sparse nel cielo ed altri granellini di polvere, incuriositi dall'allegria di quella nuvoletta, vi entrarono.
Fu così che la nuvola diventò a poco a poco sempre più grande e pesante.
Le goccioline d'acqua stavano sempre più strette.
Timmy non ne poteva più di tutto quell'affollamento, quando finalmente la nuvola lasciò cadere tutte le sue goccioline.
Fu una bella discesa.
Timmy si ritrovò a volteggiare nel cielo insieme a tantissime goccioline e alla fine cadde in un bel torrente.
Sul fondo c'erano tanti sassolini e le sue sponde erano piene di fiori colorati.
Timmy veniva trasportata dalla corrente e si girava in continuazione per poter vedere tutta quella meraviglia.
Poi, dal torrente, passò a un grande fiume.
Si adagiò su una morbida foglia e si lasciò trasportare per giorni e giorni finché, con sua grande sorpresa, ritornò in pieno oceano.
Timmy fu contenta di rivedere quel grande mare, che era la sua casa, ma avrebbe preferito continuare il suo viaggio.
Così si mise ad aspettare, sicura che prima o poi avrebbe rivissuto quella straordinaria avventura.
 
 
 
La ricetta del Dottor Sorriso
 
In una piccola e bella cittadina, viveva, alcuni anni fa, un uomo molto ricco e potente. Abitava in una casa meravigliosa che somigliava quasi a una reggia. Era servito e riverito, non gli mancava proprio nulla.
Eppure quest'uomo non era affatto contento.
Non faceva altro che brontolare e per questo gli abitanti della città lo avevano soprannominato Brontolone.
Il Signor Brontolone aveva da ridire su tutto e su tutti.
"Non voglio mangiare queste cose!" urlava la mattina alla cameriera che gli portava la colazione, e gettava tutto in aria.
La giornata continuava tra urla e rimproveri e quando usciva non salutava nessuno e aveva un volto scuro e severo.
"Ecco Brontolone!" bisbigliavano i passanti.
"Se non fai il bravo, ti mando da Brontolone!" dicevano le mamme ai bambini capricciosi.
Il Signor Brontolone non aveva certo una bella fama.
Un giorno però, durante un altro litigio con la cameriera, sentì un forte dolore allo stomaco.
Si preoccupò e chiamò tutti i medici migliori dei dintorni.
Nessuno sapeva dirgli di che malattia si trattava.
Una mattina si presentò un dottore che nessuno conosceva.
"Buongiorno, signore!" disse. "Ho saputo della vostra strana malattia e sono subito corso in vostro aiuto".
Il Signor Brontolone lo guardò per bene.
Non aveva certo l'aria di un dottore rispettabile.
Aveva una larga tuta colorata, un cappello rosso, un paio di occhiali argentati e una piccola valigia a fiori.
"Non voglio ciarlatani!" cominciò ad urlare Brontolone.
"Su, su, fate il bravo!" disse pazientemente il dottore. "Nessuno altro medico è riuscito a guarirvi. Cosa perdete a provare anche me?"
Il malato sbuffò come una locomotiva. Poi accettò di farsi visitare.
Fu una visita lunga ed accurata.
"Voi soffrite di brontolonite!" sentenziò infine il dottore.
"E cos'è?"
"È una malattia assai comune, ma di solito prende in forma leggera e passa subito. Nel vostro caso, invece, direi che si tratta di una cosa seria".
"C'è una cura?" chiese il Signor Brontolone con aria afflitta.
"La cura è molto semplice ma ci vuole buona volontà" rispose il dottore. "Innanzi tutto, ogni volta che vi viene voglia di brontolare, dovete inghiottire questa pillola di zucchero che addolcirà le vostre parole. Dopo di che dovete sorridere".
"Sorridere!?" urlò il Signor Brontolone. "Come si fa a sorridere quando si è circondati da persone che vogliono la mia rovina? Lo sa, che cosa dicono di me? Mi odiano tutti!"
Il dottore sorrise.
"Questa è la mia ricetta. E queste sono le pillole di zucchero!". Così detto, se ne andò.
Il Signor Brontolone rigirò tra le dita il foglio di carta e lesse: 'Chi seminerà sorrisi e parole gentili, raccoglierà molto affetto e il suo stomaco non avrà più difetto! Firmato: Dottor Sorriso'
"Dottor Sorriso!" cominciò ad urlare Brontolone. "Come si può dare affidamento a un dottore che si chiama così? Sono stato truffato! Raggirato!" e batté con forza il pugno sul tavolo.
Subito una grossa fitta allo stomaco lo fece tacere.
Lesse di nuovo la ricetta.
Prese una pillola e sorrise.
 
Per leggere il racconto quinto classificato al concorso Fonopoli 1998 sez. narrativa
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Ins 26 novembre 1999