LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Renato Balzaretti
Mi chiamo RENATO BALZARETTI.
Sono nato a TORINO. Pioveva, quel 15 di Giugno!
E sono trascorsi 37 anni.
Chi sono? Chi voglio essere?
Sono il mio amore per l'inafferrabile?
Sono tutti i miei abusi, che esprimono le vere tendenze,
che danno le vere risposte?
Sono la mia ricerca dell'arte?
Non in una sola, determinata stagione, si forma
il tutto unitario che mi caratterizza.
Nel corso degli anni, col trascorrere del tempo,
il mio tempo malato di curiosità, nello smarrimento
del centro... il mio cuore umano sente la profonda
esigenza della verità!
 
"L'uomo sacrifica il suo intelletto
non potendo risolvere i conflitti morali
e i compiti della vita."
-Solowiow-
 
"Ciò che spetta all'artista
è fare di molte cose una cosa sola
e della più piccola parte di una cosa
un mondo."
-Rilke-
 
Scrivere e leggere le mie poesie: conoscermi!!!
 
A Stefano
 
STEndi le mani
com'è d'uso l'albero allungare
i rami ad abbracciare
stelle, nuvole e vento
nel cielo del mondo inquieto.
 
FAcci sognare
guance da baciare
vette da scalare
e amori da invidiare
come fiumi che s'appoggiano al mare.
 
NObili notti quiete
e giorni di fuoco
trasfigurano dolore
nel sapore
del ricordo di domani;
 
 
Morirai in autunno
 
Viene la notte
così che schiarisce alla luna
il paese
disegnando strade accucciate
mentre ombre nascono alle case
appoggiate le une e le altre
assonnate a cuscini di siepi
e nei giardini
che piano straniscono al buio
randagio l'abbaio d'un lupo
(soprattutto i cani, a volte,
si sentono lupi)
incrina il vetro
specchio d'umana indifferenza
e il cielo che scruta
l'ombra dell'albero che poggia
alle stelle rami
pesanti di voglie
e foglie
colorate di stanco, triste furore
mosse al respiro del vento
e vapori d'autunno.
Come rami
l'anima s'infuoca
e s'appressa allo spoglio
mentre viene la notte
sempre disegnando ombre.
 
 
 
 
Viaggio nel tempo
 
37 anni distratti,
distorti dal crescere del corpo,
vizio di ogni creatura,
beffati dal crescere dell'anima,
opinione di ogni umana creatura,
paradosso di un sogno
che scava il fondo alla ricerca del cuore,
propaggine di ragione
che nell'Onirico s'ingravida di mostri
mattinieri nascituri
streghe, spettri, vampiri,
e animali in forma umana
sogno e follia
caos e morte
disordine,
uniche vere forze primitive
s'insediano come gigante accovacciato
all'orlo del mondo che m'opprime,
a scaricare escrementi con strana vitalità rabbiosa
sull'uomo che non si riconosce
immagine di nessun sicuro dio
e allo stesso tempo si accorge disumano
di cellule umane ove non trova
il sito dell'anima
nel paesaggio orrido deserto offuscato
dall'ignobile divina Onnipotenza.
Anni, appoggiato ai giorni
sulla cresta dei due abissi
come attore cangiante, spaventapasseri,
muovermi inchiodato alle due assi
rubate al legno del camino
al nonno ed il suo calore notturno
al diavolo.
Giorni appoggiati al ricordo
delle notti rubate
dal viaggio nel tempo, Torino-Novara,
perdendo camino e nonno
notti e sonno
restando, crocifisso al giorno
col legno che ora e matita
la crescita nelle parole
lo spaventapasseri parla al vento
delle risaie mute
ricordando il frusciare del Po
riconoscendo le bugie del tempo
accettando il movimento nello spazio
adattando gli occhi al chiarore del giorno
che torna più forte della notte
un'altra notte di furore.

Maschera
 
Galoppano nel cuore,
chiesa da più di mille profanata,
schiere di cavalieri di anime morte
i pensieri dell'ora buia
che s'arrampicano
sui legami delle vene che schiattano
al peso di sangue agitato
dalle lacrime inespresse della notte
singhiozzi inudibili al silenzioso traffico
liquido scorrevole tra capillari e arterie
cavalieri che rimbombano
animali intrinseci di un animale
anch'esso, ma votato all'esterno
chiuso nel suo dolore antico
inspiegato
solo, il rumore dello schiocco d'unione
tra sangue e lacrime
schiaffo dei due colori mescolati
dall'angoscia dell'utopia
membrana impermeabile ai sogni solidi
che non s'intendono di osmosi
e sono solo curiosi
di uscirsene da occhi e cuore
nella realtà di un'anima
che non si mette la maschera.

Memoria
 
Amore di carta.
Parole.
S'inseguono le note nel crescendo.
Calano giorni in un tempo
che sembra neve.
Il peso opprime di tristezza
la coscienza,
da ogni lacerazione una goccia
di sangue.
Ansia musicale nella memoria,
l'insostenibile memoria poetica.
Un silenzioso freddo ci abbandona...

Figlio
 
Alto neanche un metro
mi fai sentire così piccolo.
Gli anni ti sono cresciuti
solo sulle dita di una mano
e mi fai sentire così bambino.
Tremi circondato di vento
e mi fai sentire così forte.
Trasudi coraggio e paure
in uno stesso gesto
e mi fai sentire così incerto.
Arrogante nelle domande
impertinente nelle risposte
mi fai sentire così immobile.
Inciampi
e l'unica cosa che riesco
è guardarti
ammirato, appagato, ingigantito
nell'essere tuo padre
e, col tempo,
mandarti un bacio...

Figlia
 
Guardarti,
fiori bianchi si cambiano
in grossi, rossi, succosi frutti.
Io, vagabondo seminatore,
tu solitaria pianta
di pomi immaturi pesanti di vita
ch'io già non posso più cogliere,
figlia nel campo
io vagabondo
tu solitaria,
ogni stagione torna
a confondermi pensieri,
a cambiarmi emozioni,
a crearmi padre vagabondo
tu solitaria figlia nel campo
irrigato
di farfalle in pioggia di luce
di luna...
 

 
PER COMUNICARE CON L'AUTORE speditegli una lettera presso «Il Club degli autori, cas.post. 68, 20077 MELEGNANO (Mi)». Allegate Lit. 3.000 in francobolli per contributo spese postali e di segreteria provvederemo a inoltrargliela.
Non chiedeteci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
©1996 Il club degli autori , Renato Balzaretti


Per comunicare con il Club degli autori: info<clubaut@club.it>

Se hai un inedito da pubblicare rivolgiti con fiducia a Montedit

Rivista Il Club degli autori

Home page Club dei poeti
|Antologia dei Poeti
Concorsi letterari
Arts club (Pittori)
TUTTI I SITI CLUB
Consigli editoriali per chi vuole pubblicare un libro
Se ti iscrivi al Club avrai un sito tutto tuo!

Inserito il 12 marzo 1998