Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Tiziana De Pace
Con questo racconto ha vinto il terzo premio all'edizione 2004 del Premio Fonopoli parole in movimento.

Era un uomo
(Aveva un segreto).
 
Si fermò. Stanco di remare.
Il sole calava. Occhio fisso su orizzonte immobile.
Nella sua mente proiezioni
(prossime realtà)
di marenero&luna&stelle&frescasolitudine.
Solitudine cosparsa di pace, come zucchero a velo,
su dolci appena sfornati.
 
Lo rendevano un personaggio triste, agli occhi della gente, i suoi movimenti rallentati, la voce bassa di chi fa fatica a pronunciare anche la più semplice parola, il sorriso sempre appena accennato.
Non rideva molto e poi, poi era uno che sapeva guardare.
Un po' triste, agli occhi della gente. Chi sa guardare.
 
Si fermò. Stanco di remare.
Alle sue spalle il lido lontano, ridotto quasi ad un ricordo.
Un ricordo che si voltò a guardare. Piano.
 
Aveva gli occhi della notte custode di sogni.
Un cuore morbido di terra fertile.
UN segreto.
 
Si fermò. Stanco di remare.
Chiuse gli occhi. Sospirando. Piano.
 
C'erano giorni fin troppo nuvolosi, altri che esplodevano accecanti,
ma lui era sempre lì, e per lui, nulla era un caso.
 
Orme sulla sabbia umida.
Voli di gabbiani.
Pace apparente.
Silenzio avvolgente.
 
Era un uomo solo.
Gli abitanti del paese lo videro arrivare in un giorno di sole.
Passo incerto di chi è alla ricerca di un buon motivo.
Per vivere.
Da quel giorno non andò più via.
Trascorreva i suoi giorni in mare aperto, nella piccola barca che aveva acquistato da un vecchio pescatore.
Era sempre lì. Sguardo all'orizzonte.
Era sempre lì. Sorriso appena accennato. Un segreto.
In molti lo credevano pazzo, ma nessuno poteva fare a meno di fermarsi ad osservarlo, quell'uomo con gli occhi della notte che, senza saperlo, regalava emozioni. A pescatori stanchi. Vecchi curiosi. Mogli che si addormentavano con il pensiero di lui da amare stretto al cuore, come coperta per inverni freddi.
 
In molti si chiedevano cosa lo avesse spinto a fermarsi in quel luogo dimenticato. Da Dio. Dagli uomini.
In quel paesino di mare tutto aveva odore di fatica.
Di povertà. Di vita che se ne va...
Il quel paesino di mare non c'erano giovani donne in cerca di amore e lui, lui era un uomo solo.
 
In molti si chiedevano cosa nascondesse in fondo all'anima.
Pensieri sfrecciavano come auto di città.
Un uomo in cerca di pace.
Un uomo in fuga.
Un uomo stupido.
Un uomo.
 
Si fermò. Stanco di remare.
Allargò le braccia nutrendosi. Di sole. Di mare.
A quel mare regalava qualcosa.
Un frammento di passato per ogni lacrima.
Di spalle al lido lontano, ridotto quasi a un ricordo.
Gocce. Su gocce. In quel mare.
 
Non rideva molto e poi, poi era uno che sapeva guardare.
Sapeva cosa pensavano di lui.
Sapeva che lo credevano pazzo. In fuga. Triste.
Sapeva che per tutti. Aveva. Un segreto.
Lasciava che le cose andassero così.
A volte ne sorrideva, quando il dolore era meno forte.
A volte. Di spalle al lido. Piangeva.
 
Era un uomo solo.
Parlava poco.
Non aveva un segreto.
 
In un giorno di sole qualcuno disse:
"Siamo onde che si infrangono a riva, o si perdono nel mare e a volte si incontrano per poi svanire dopo un breve abbraccio. Salutamelo il mare..."
Parole che sfrecciarono come auto di città. Uccidendolo.
 
Adesso era fermo in quel posto dimenticato. Da Dio. Dagli uomini.
Nella città più vicina aveva perso una donna.
Non una donna come tante. La donna che amava.
Per sempre. In modo atroce. Come solo la vita e la morte sanno essere, e la vita quel giorno si era fermata a riposare.
Decise di non ritornare a casa. Nella sua città. Al suo lavoro.
Camminava da qualche ora quando arrivò in quel paese dal sapore di vita semplice che se ne va.
Su volti assolati. Su rughe tenere. Su gabbiani affamati.
Vita che se ne va.
Su barche corrose dal sale. Su case corrose dalle intemperie.
Su uomini corrosi dal tempo.
Non aveva mai raccontato la sua storia.
Non sapeva quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì.
 
Camminava da qualche ora quando arrivò in quel paese dal sapore di vita semplice che se ne va.
Si fermò. Stanco di camminare. In riva al lido.
Parole sfrecciavano come auto di città. Rincorrendolo.
A riva due onde si incontrarono per poi perdersi dopo un breve abbraccio e allora capì. Che nulla era un caso.
 
Era un uomo solo.
Non aveva un segreto.
 
Non sapeva quanto si sarebbe fermato ancora lì.
Non sapeva quanti ricordi avrebbe dovuto ancora regalare al mare.
Per poter sentire. Meno. Dolore.
Non sapeva quando l'ultimo saluto sarebbe arrivato.
 
C'erano giorni fin troppo nuvolosi, altri che esplodevano accecanti, ma lui era sempre lì. Compagno fedele. Del mare.
Ogni giorno legava un ricordo ad una lacrima.
Lo lasciava scivolare via. Piano.
 
In molti ringraziavano silenziosamente quell'uomo, per aver donato loro un pensiero nuovo a cui aggrapparsi. Per non cedere.
In molti speravano che non andasse più via, perché vedevano sorrisi.
Su volti di mogli. Sole.
In molti lo benedicevano per aver acceso curiosità. Spezzato silenzi.
Tutto. Con un segreto.
Si fermò. Stanco di remare.
Il sole calava. Occhio fisso su orizzonte immobile.
Nella sua mente proiezioni
(prossime realtà)
di marenero&luna&stelle&frescasolitudine.
Solitudine cosparsa di pace, come zucchero a velo
su dolci appena sfornati.
Sapeva cosa pensavano di lui.
Sapeva che per tutti. Aveva. Un segreto.
Lasciava che le cose andassero così.
A volte piangeva, quando il dolore era troppo forte.
A volte. Di spalle al lido. Sorrideva.

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Premio Fonopoli parole in movimento 2004

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 Ins. 14-02-2005