Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Simona Sgherri

Con questo racconto ha vinto il quinto premio all'edizione 2007 del Premio di Scrittura Creativa Lella Razza



Il paese dell'arcobaleno

Tra verdi colline coperte di prati e boschi ridenti era il "Paese dei Sette Quartieri".
Il suo nome derivava appunto dai sette quartieri che lo componevano a sua volta rappresentati da un colore dell'arcobaleno. Due quartieri, giallo e rosso erano grandi e potenti mentre gli altri cinque, verde, arancione, indaco, violetto e blu piccoli e poveri. La ragione di queste differenze andava ricercata nel fatto che ogni quartiere provvedeva da sé al proprio benessere creando prodotti del colore a cui ciascuno apparteneva. Il quartiere violetto per esempio produceva solo viole, di conseguenza i suoi abitanti guadagnavano pochi soldi e così pativano la fame e il freddo. Il giallo invece coltivava banane, limoni, grano e zafferano che gli consentivano un guadagno alto e i suoi abitanti erano ricchi. Anche i rossi si ritenevano fortunati perché avevano mele, pomodori e fragole che venduti permettevano un buon tenore di vita. L'indaco preparava gelato al Puffo, l'arancio un po' d'arance ma solo in inverno, il verde lattuga e il blu inchiostro per penne. Quando qualche turista entrava in paese non poteva fare a meno di notare i due quartieri potenti, con tante grandi case ben dipinte di giallo e di rosso circondate da frutti gialli e rossi. Al contrario gli altri cinque quartieri, avevano case piccole e sbiadite con intorno poche cose da vedere. Gli abitanti di questo strano paese vivevano ognuno nel proprio spazio, ad esempio nel giallo c'erano: Giulia, Giorgio, Giancarlo, Gina e Giacomo. Nel rosso c'erano: Roberto, Renzo, Renata, Rosa e Riccardo e così via negli altri... Che state dicendo bambini? Ve ne siete accorti subito, si è vero la lettera iniziale del nome è la stessa del colore del quartiere, questa è una cosa molto buffa, vero?... Tornando alla nostra storia... nessuno usciva mai dal proprio rione, erano abituati a stare ognuno nella propria casa, immaginatevi la noia! Insomma vivevano nell'indifferenza e questo rattristava tutti ma nessuno se ne era mai preoccupato.
Il venerdì quando c'era il mercato di tutti i paesi della zona gli abitanti dei Sette Quartieri andavano a vendere i prodotti ma anche lì ognuno aveva il suo banco. C'era quello giallo grande e pieno di buone cose come anche il rosso mentre gli altri cinque piccoli e mezzi vuoti. Nessuno chiedeva né dava qualcosa agli altri. Ma una notte accadde un disastro terribile, le verdi colline, i prati e i boschi ridenti iniziarono a muoversi, così forte che la terra si aprì, era il terremoto che spazzò via i Sette Quartieri. Non c'era più né una casa grande né una piccola, si sentiva solo urlare e chiamare:
«Renzo dove sei?» diceva Rosa, «Giulia ti sei fatta male?» gemeva Giacomo, «No per fortuna! » rispondeva lei, «Viola sei ancora viva!».
«Che bello,» esclamava Valerio «mi duole una gamba!» si lamentava Barbara.
Tutti cominciarono ad uscire dalle macerie, scrollandosi la polvere e pulendosi alla meno peggio. Tremavano per la paura e per il freddo e così si abbracciarono, i verdi con i gialli, i rossi con i blu, gli arancioni con i violetti e l'indaco. Formarono una catena di mani che si passavano il cibo recuperato e le coperte trovate e finalmente tutti insieme decisero di ricostruire il paese. Dovevate esserci bambini! I rossi che portavano i mattoni nuovi per tutte le case, i gialli che preparavano la calcina con i blu, gli arancioni che distribuivano succo d'arancia, i verdi che seminavano i campi, l'indaco preparava gelato in grande quantità... insomma sembrava una festa e nessuno sentiva la fatica del duro lavoro perché la solidarietà li rendeva tutti volenterosi e pieni d'energia e ben presto i lavori furono completati. Se passate dal "Paese dei Sette Quartieri" potete notare che sul cartello all'entrata è cambiato il nome, adesso si chiama "Paese dell'Arcobaleno". Sapete perché?... Le case sono tutte attaccate e dipinte a strisce con i sette colori sovrapposti uno sull'altro in modo che da lontano sembri un grandioso arcobaleno.
Davanti è sorto un parco bellissimo con tanti alberi, un laghetto artificiale e giochi per bambini. Gli abitanti si sono mescolati e così vivono molto meglio. Lavorano insieme e hanno creato un mercato del paese per scambiarsi i prodotti. Ogni sera scendono nella piazza principale al centro dell'arcobaleno per trovarsi a fare quattro chiacchiere insieme. Tutti sono sereni e felici e si divertono un mondo. Che ne dite bambini, vale la pena di fare una visita al paese dell'arcobaleno? Vi consiglio di andarci e sono certa che lì troverete tanti nuovi amici.

Simona Sgherri


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Lella Razza 2007

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 Ins. 01-04-2008