Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Sergio Castrucci

Con questo racconto ha vinto il secondo premio del concorso Città di Orzinuovi 1998, sezione narrativa

 
Il collezionista
 
Ai rari visitatori della sua abitazione, un piccolo appartamento al mezzanino di un palazzo gentilizio, ove viveva in mezzo ai piccoli tesori accumulati in anni di pazienti ricerche, sotto un nudino femminile in marmo bianco di gusto neoclassico, si presentava subito - vera e propria epigrafe della casa - quello da lui stesso composto e riferito alla Donna: il "creatura di abissale piattezza "che nell'apposito espositore faceva "pendant "col gemello speculare "creatura profondamente superficiale."
 
Erano due degli ossimori che aveva disseminato un po' dovunque, ma non casualmente, a integrazione e rifinitura dell'arredo domestico. "Virtù rotariane, una donna intelligente "ed altre piccole scoperte si facevano notare lungo il corridoio che portava al salone. Qui aveva voluto disporre i più belli: nel prezioso contenitore stile impero, di fronte agli scaffali dei classici, troneggiava imponente il più bello di tutti: lo scespiriano "ebreo gentile."
 
Se nel salone trovavano posto i pezzi di rappresentanza, nello studio teneva il grosso della collezione. Aveva proceduto ad una meticolosa suddivisione e classificazione. Vi erano anzitutto ossimori "di produzione propria " e quelli "di ricerca." I primi, non molti - aveva una certa difficoltà a forgiarne di nuovi - erano per lo più insignificanti. Lui stesso lo ammetteva rivendicando peraltro a se stesso il ruolo del collezionista e non già quello di creatore. Gli ossimori di ricerca erano invece moltissimi e alcuni di grande pregio. Erano a loro volta accuratamente suddivisi in sezioni e sotto-sezioni a seconda dell'età, della provenienza, dell'argomento. Per ciascuno di essi aveva redatto una scheda anagrafica in cui venivano riportati l'autore, l'opera che li conteneva o la circostanza in cui erano stati pronunciati, la data autentica o presunta di rilascio. Per gli esemplari di difficile interpretazione stendeva una breve nota esplicativa e, nel caso di formulazione in lingua straniera o antica, una traduzione.
 
Nella visita ad una casa dovremmo sorvolare sui bagni, tuttavia come ignorare, in bella evidenza sopra l'ingresso di quello principale, il più classico degli ossimori, l'ammonimento latino "festina lente?" Come, entrando in quell'ambiente, non raccogliere la saggezza di quei due termini che, se con uno invitano ad una opportuna rapidità dell'uso del luogo, con l'altro consigliano nell'uso stesso cautela e rispetto dei tempi necessari?
Infine nel salottino anteriore allo studio, che con una certa enfasi chiamava "boudoir," in una vetrinetta civettuola teneva quello che i bibliotecari chiamano "l'inferno "della collezione, ovvero l'insieme di quei pezzi la cui consultazione può turbare un visitatore non preparato o troppo sensibile. Del contenuto della vetrinetta non è qui il caso di riferire; citiamo soltanto, a puro titolo di esempio, il "membro interno termine della burocrazia scolastica ma qui maliziosamente reinterpretato. Quello che invece è il caso di riferire è che segretamente non disperava un giorno, chissà, di trarvi una qualche signora, magari stanca di farfalle e di stampe cinesi ma attratta dall'inatteso «Vuol salire, gentile signora, su da me a vedere la mia collezione di ossimori?».
 
Il nostro ospite, lo si sarà capito, oltreché un po' misogino e maschilista, era sì un soggetto scarsamente creativo ma sommamente dotato di quelle caratteristiche che fanno di un uomo per altri versi mediocre un grande ricercatore e che egli stesso amava così sintetizzare: «Saper cercare, saper riconoscere, saper catalogare».
Del "catalogare " abbiamo già detto qualcosa, del "cercare "diremo che più che l'istinto lo guidava una tecnica che aveva un tocco di genialità. All'inizio della sua attività si era imbattuto nel titolo del racconto di Voltaire "Micromega:" ancora più corto di "sottosopra!" si era detto in preda ad una forte emozione. Quella notte quasi non chiuse occhio. La mattina dopo si recò di buon'ora alla biblioteca comunale, ritirò Micromega e lo lesse tutto d'un fiato. Non trovò altro di ciò che gli interessava, ma stava comprendendo una cosa fondamentale: l'ossimoro, per la sua natura curiosa e paradossale ha una potente forza di impatto sull'attenzione di chi lo legge o lo ascolta. Di conseguenza la massima concentrazione degli ossimori si doveva trovare nei titoli: articoli di giornali, conferenze, libri... soprattutto libri (quella mattina il suo cervello funzionava a meraviglia) e la massima concentrazione di titoli di libri, e quindi di ossimori, si doveva dunque trovare...
Si volse immediatamente verso la sala dei cataloghi della biblioteca e vide che stavano per chiudere: si precipitò verso il primo contenitore estrasse a caso un cassetto ed iniziò a sfogliare freneticamente le schede. Dopo pochissimi minuti, forse fu fortuna forse un segno del destino, lesse il titolo "L'insostenibile leggerezza dell'essere "di un certo Milan Kundera. Dovettero portargli un bicchiere d'acqua ed accompagnarlo sottobraccio all'uscita, pallido ma felice.
 
Nei mesi successivi esaminò attentamente tutti i cassetti di tutti i contenitori della sala cataloghi procedendo rigorosamente dall'alto in basso e da sinistra verso destra. Gli altri visitatori abituali della biblioteca all'inizio lo guardarono con curiosità. Qualcuno pensò che si stesse preparando ad un quiz televisivo, altri che stesse cercando un messaggio segreto, qualcosa di dimenticato, un'ispirazione; ci fu addirittura chi pensò che fosse un po' matto. Dopo qualche tempo nessuno gli fece più caso.
I risultati non mancarono, anche se inferiori alle attese: "Le notti bianche, Dimagrire mangiando, Felicità coniugale, Bestia umana "e molti altri. Chi l'avesse guardato una sera, al termine di quel lavoro durato due anni, mentre pensava: "Ho letto tutti i libri di questa biblioteca" avrebbe notato nel suo sguardo un lampo di arguzia così insolito in lui.
 
Del "riconoscere "diremo subito come nel giro di pochi anni fosse diventato un esperto di ossimori, un "connaisseur "di livello internazionale. A lui si rivolgevano per pareri e consulenze da tutti i maggiori istituti di ricerca del mondo. Fu lui che smascherò il falso ossimoro "tristi auguri e" soprattutto il preteso doppio ossimoro "massa di cultura e cultura di massa "(i doppi sono ricercatissimi dagli appassionati). Quest'ultima impresa, apparsa anche nella stampa non specializzata, gli valse per quell'anno l'ossimoro d'oro una sorta di premio Nobel del settore.
 
Sull'onda di questo successo, l'anno seguente al convegno annuale, che riuniva specialisti di ogni parte del mondo, tenne un memorabile discorso:
«Signori, è a nome dell'intero consiglio direttivo che propongo al vostro applauso la memoria di un uomo eccezionale: si tratta di colui che ha coniato per la nostra delizia uno degli ossimori più belli di questo secolo: l'inarrivabile "convergenze parallele"». Seguirono alcuni istanti di profondo silenzio in cui ciascuno poté assaporare in tutta la sua bellezza metafisica quella straordinaria figurazione. «In suo onore - riprese quindi - si è deciso di ribattezzare l'oggetto dei nostri desideri da "ossimoro "(dal greco oximoron) a "ossimoro "(da ossequio a Moro)».
 
Vi furono 25 minuti di applausi. Per il nostro vi furono ben sedici chiamate: un vero trionfo. Ma la sua più grande soddisfazione fu vedere come da quel giorno il vecchio "ossimoro " riprese a correre per le strade del mondo con la grinta un po' canagliesca di una vecchia auto cui avessero messo un motore nuovo fiammante.
 
 

 

 

Classifica Concorso Città di Orzinuovi 1998 sezione narrativa
 
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inserito il 5 Febbraio 1998

modificato il 9 ottobre 1998