Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Anna Rita Lisco

Con questo racconto ha vinto l'ottavo premio del concorso Club Poeti 2001, sezione narrativa

La ragazza che non esiste
 
La ragazza che non esiste disse, che quel mattino, la luce del sole sembrava diversa: non era di quell'opacità consueta, come ovatta trasparente che l'avvolgeva fino a sera, quando socchiudeva gli occhi per pensare.
Parlava spesso da sola, da sotto le coperte e vedeva le ombre sedersi all'angolo del letto, sentiva il fruscio dei loro abiti bianchi, il ticchettio dei loro denti. Sembrava tremassero di freddo o forse di paura.
La ragazza che non esiste rimaneva zitta e li ascoltava. Parlavano una lingua strana, un dialetto di un altro paese o continente.
Quel mattino, la ragazza che non esiste, s'alzò sorridendo, da sotto le pesanti coperte, le spinse a terra e protese le braccia verso il soffitto, quasi volesse toccarlo... talvolta, sbarrando gli occhi, di notte vedeva filtrare le luci dalle pareti, le luci dei corridoi e delle altre stanze.
Anche le voci filtravano e forse per questo vedeva le ombre sedersi al suo letto.
Spesso, si domandava se andavano a visitare altra gente o se lei era privilegiata
"Gli alieni mi hanno prescelta".
Pensava sovente, quando faceva colazione o scendeva ai giardini, per fare una passeggiata.
Nico, l'accompagnava spesso fino alla fontana e l'ascoltava in silenzio.
"Io ho visto talune cose... gli alieni mi hanno aperto li occhi e vedo cose che voi esseri umani non potete neanche immaginare. Vedo le ombre. Vengono la notte a farmi visita".
Nico chiudeva gli occhi, quasi volesse immaginarsele.
"Devo andare".
"Ti aspetto. Stanotte".
 
Pensava di esserne innamorata: era la prima volta in vita sua e sentiva che il moto che sentiva dentro, i brividi, i bollori, erano sensazioni nuovissime, indicibili.
La ragazza che non esiste scriveva poesie d'amore. Usava i fogli che trovava sparsi per le stanze e per le sale spaziose e luminose. Li raccoglieva e li nascondeva, in fretta, nelle tasche e dentro la maglietta.
"Sono messaggi da altri sistemi solari".
E dava il tutto a Nico, il ragazzo con il ciuffo biondo che gli copriva l'occhio destro e la cicatrice sulla fronte, quello che vestiva di bianco e portava le ciabatte ai piedi.
"Tu sei un angelo!".
Nico, le dava un bacio sulla fronte, spostandole i riccioli che le ricadevano sugli occhi.
La ragazza che non esiste gli parlava del babbo che le baciava la fronte, rimboccandole le coperte.
"Gli scrivevo bigliettini e glieli mettevo nelle tasche della giacca. Diceva che assomigliavo alla mamma. Lei scriveva libri di favole e poesie. Era un genio. La mamma è andata via e non ho potuto scriverle niente, neanche un pensierino! Il babbo le ha fatto costruire una lapide maestosa ed ogni mattina, le porta delle rose rosse, con lo stelo lunghissimo. Toglie le spine ad una ad una e le pone piano piano.
Poi pulisce la foto con il fazzoletto e le da un bacio sulla fronte, come fa con me.
Mi mancano i suoi baci. Adesso nessuno mi rimbocca le coperte, anzi le ombre vengono e mi scoprono tutta. Io sento freddo ma non ho coraggio di raccoglierle da terra".
Nico le racconta che con il suo babbo non andava più d'accordo: egli era un avvocato e desiderava che il figlio continuasse la sua attività.
La ragazza che non esiste, non riusciva più a parlare. Gli prendeva le mani e le avvicinava alla bocca.
"Resta qui stanotte. Dormi con me. Talvolta ho paura delle ombre. Restano in silenzio. All'improvviso qualcuna ride e mi dice 'Zitta! Sta zitta! Tu non hai visto niente!'
Non mi sono più amiche... voglio andare via di qua... non le sopporto... sghignazzano... sollevano le coperte e le gettano via.
Quando lo raccontavo al babbo, lui diceva di non scherzare. Io piangevo, gridavo, ma lui non mi credeva!
Ci sono ombre buone e cattive. Io ne ho vista una cattiva, una notte.
Era in casa, nella camera della mamma. Lei dormiva sola. Io ero piccola, sai.
Non parlavo ancora, ma l'ho vista: era alta e scura, scura più del carbone.
Si è avvicinata alla mamma e le ha messo le mani alla testa.
L'ho raccontato al babbo, un giorno, tempo fa.
Lui ha detto che ero pazza. Nella nostra casa non ci sono ombre che escono ed entrano ed uccidono le mamme.
Io insistevo. Ogni giorno, ogni giorno! Piangevo. Le ombre mi facevano paura. Una notte mi è venuta una vicina. Era alta ed ha allungato le braccia... io non dormivo, sai... io non dormo mai!
Ti prego resta stanotte con me. Dirai che stavo male, che dovevi starmi vicino, che volevo gettarmi dalla finestra. Resta con me!".
La ragazza che non esiste, si asciugò le lacrime con i riccioli neri e spalancò la bocca, quasi per urlare: "Il babbo mi ha lasciata sola qui. Sto bene, ci sei tu. Ma non posso più dormire".
 
Quel mattino, la ragazza che non esiste, conobbe un poliziotto. Non era in divisa, ma indossava un impermeabile scuro ed un cappellino con la visiera.
Era stato Nico a farlo venire, dopo che quella notte avevano dormito insieme e lui l'aveva baciata sulla bocca.
Il poliziotto le aveva chiesto di raccontarle tutto.
"Tutto? Cosa? Qui nessuno vuole credermi... solo Nico ha fiducia in me e mi vuole bene! Neanche il babbo crede nelle ombre. Voleva uccidermi, sapete?
È anche lui un'ombra. 'Sta zitta! Tu non hai visto niente!', ma cosa dovevo aver visto? Mi ha chiuso qui in questa gabbia di matti. Io non sono scema! Provengo da un sistema solare lontanissimo. Sono speciale. Anche la mamma era speciale. Scriveva le fiabe per i bambini, però erano tutte dedicate a me, sapete... quell'ombra l'ha uccisa!
L'ho detto al babbo, ma lui non ha chiamato la polizia!
Allora voleva uccidere anche me... 'sta zitta!'. Ma perché, papà tu sei un ombra cattiva? Mi ha chiuso qui. Ha lasciato credere che fossi matta! Ma io sono speciale!".
 
La ragazza fu accompagnata in questura con il suo amico infermiere.
Quel mattino la luce del sole sembrava diversa: non l'attraversava più come se fosse fatta di vetro, l'avvolgeva con un calore piacevole, inconsueto.
La ragazza ispirò forte, prima di entrare nel portone e sorrise ammirando l'ombra che si allungava sull'asfalto.
 

 Classifica Concorso Club poeti 2001 sezione narrativa

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ins.4 maggio 2001