Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Paola Buonacasa

Con questo racconto ha vinto il settimo premio all'edizione 2007 del Premio di Scrittura Creativa Lella Razza



Solino e Buietta

Prima della comparsa dei dinosauri sulla terra, anzi ancora prima della comparsa della terra, vivevano nell'universo due famiglie. La prima era gialla, la seconda blu. Solone, Solona e Solino vivevano nella casa gialla in cima al monte dello stesso colore, ricoperto da un prato completamente giallo dove Solino correva, saltava, si perdeva e si ritrova per tutto il giorno. Buione, Buiona e Buietta avevano come casa una grotta blu, ricoperta da un cielo dello stesso colore, dove Buietta giocava e fantasticava per tutta la notte. La vita scorreva tranquilla e serena per le due famiglie ognuna impegnata nel proprio fondamentale compito: far sì che il giorno e la notte si alternassero quotidianamente. Infatti a una precisa ora del giorno, dopo che Solone aveva controllato che il sole fosse della tonalità e del calore esatto e Solona che ci fosse acqua e fuoco a sufficienza per mantenere la giusta temperatura, la famiglia si riuniva e ognuno prendeva con sé ciò che poteva servire durante la notte - coperte, acqua, biscotti, cioccolata e quant'altro potesse essere utile. Così mentre Solone, Solona e Solino si preparavano ad andarsene, da un lato arrivava la giostra che durante la notte li avrebbe portati nel mondo dei sogni, dall'altro Buione, Buiona e Buietta. Di solito, proprio in quel preciso momento, Solino si stringeva a sua madre perché con l'arrivo del buio aveva paura di perdersi. La notte invece, malgrado le paure di Solino, trascorreva sempre tranquilla e serena perché la famiglia di Buione vegliava su tutto, anche sui sogni che venivano dalla giostra e vagavano nel cielo e li trovava decisamente simpatici, però spesso sparivano senza dare spiegazioni.
Poi, dopo che la bambina aveva giocato per tutta la notte, sua madre parlato con le stelle e suo padre mantenuto bassa la forza e il calore del sole, anche Buoine raccomandava alla sua famiglia di prendere con sé tutto quello che sarebbe potuto servire durante il giorno &endash; bibite, libri, giornali, un bel pigiama leggero e tutto ciò che desideravano. Sempre, dopo qualche minuto, si vedeva comparire in lontananza la famiglia di Solone, accompagnata da un Sole luminoso che faceva strizzare gli occhi. Tutto ciò accadeva esattamente così da sempre, ogni giorno e funzionava alla perfezione, finché però non iniziarono a manifestarsi strani episodi: Solino, per esempio, non si stringeva più a sua madre, quando stava per arrivare il buio, anzi cercava di allontanarsi per vedere più da vicino il viso di Buietta, per intuire quale gioco avesse fra le mani e magari sentire il suono della sua voce. D'altro canto anche Buietta, quando vedeva arrivare in lontananza la famiglia di Solone strizzava sempre più gli occhi per capire se Solino aveva un'aria simpatica, se era più alto di lei o se portava gli occhiali.
Inizialmente i genitori non diedero importanza a questi fatti, anche perché sapevano che mai e poi mai le due famiglie &endash; quindi anche i rispettivi bambini &endash; avrebbero potuto incontrarsi: la presenza dell'una escludeva infatti, automaticamente, l'altra come il sole il buio e il giorno la notte. Ma la situazione peggiorò, i bambini facevano di tutto per incontrarsi, escogitando ogni giorno e ogni notte espedienti diversi. "Mamma devo fare la pipi" esclamava Solino proprio nel momento in cui arrivava la giostra per portarli nel mondo dei sogni. «Aiuto papà cado!» urlava Buietta per fermare il padre già girato di spalle quando arrivava la famiglia di Solone. I genitori allora spiegarono ai bambini che non avrebbero mai potuto incontrarsi. Ma Solino e Buietta risposero che avevano bisogno di un amico più di ogni altra cosa al mondo e che era inutile far alternare il giorno alla notte se poi non si poteva avere un amico. La situazione divenne davvero difficile, né le madri, né i padri sapevano più come comportarsi: se cercavano di far ragionare i due bambini, spiegando loro che da sempre la vita si era svolta in quel modo e tutto aveva funzionato alla perfezione, loro rispondevano «Non ci posso credere». Se alzavano la voce minacciando di togliere ogni gioco era ancora peggio, sia Buietta che Solino si rintanavano in un cantuccio senza né giocare, né mangiare, né chiedere nulla. I genitori allora si sforzarono di trovare ai bambini degli amici; a Buietta dissero che i sogni della notte potevano essere una splendida e affascinate compagnia, a Solino che le scintille del sole avrebbero potuto giocare con lui per tutto il giorno. I bambini risposero che un amico era molto diverso da un sogno o una scintilla, un amico si poteva abbracciare. A quel punto Solone e Buione decisero che prima o poi questa idea dell'amico sarebbe passata e che era solo una questione di tempo. Improvvisamente però un giorno, che sembrava proprio uguale a tutti quelli che c'erano stati prima, Solino scappò dalla mano di sua madre per correre verso il blu e lo stesso fece Buietta. Le madri e i padri urlarono disperati, i due bambini infatti correndo l'uno verso l'altra stavano precipitando nel buco nero dove non c'era né giallo né blu, né sole né notte, né vita né morte. Corsero anche i genitori, ma i bambini correvano più veloci di loro. Il buco nero era lì a qualche centimetro di distanza dai due bambini che vi stavano per precipitare dentro, quando la Luna, una splendida luna rossa, sdraiandosi sopra a quell'orribile buco nero impedì loro di precipitarvi dentro. Solino e Buietta allora finalmente si abbracciarono sopra quella fantastica luna rossa che sembrava così felice di accogliergli. Ancora abbracciati i due bambini si accorsero, con grande meraviglia, che esisteva un altro colore, il rosso! Ma, fatto ancora più miracoloso, il rosso insieme al giallo e al blu formava tanti, ma proprio tanti altri colori: arancione, giallo, verde, rosa, azzurro, marrone, viola, e via via in un numero infinito di tonalità che riempirono per la prima volta l'universo intero. Tutto divenne una magnifica festa colorata e anche i genitori salirono sulla Luna e si abbracciarono stupiti e felici. Poi i due bambini, che finalmente avevano un amico, furono avvolti da uno splendido arcobaleno che li cullò nell'universo come una grande, magica altalena colorata.

Paola Buonacasa


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Lella Razza 2007

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 Ins. 05-04-2008