Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Maria Luisa Fiorentini
Ha pubblicato il libro
Maria Luisa Fiorentini - Umberto Rebus
 
 
 
 
 
 
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 96 - Euro 8,10 - ISBN 88-8356-637-8

Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autore è finalista nel concorso letterario "J. Prévert" 2003

 
Introduzione
Presentazione
Incipit


Introduzione
 
Non leggo mai la prefazione dei libri che acquisto, perché temo di rimanerne influenzata. Però, se l'introduzione è stata fatta da chi ha scritto il libro, allora, rimango affascinata da ciò che ha da dirmi.
Mentre leggo si crea un rapporto tra me e l'autore e mi nasce dentro la sensazione che il romanzo l'abbia scritto per me.
Umberto Rebus è nato nel 1984, circa dieci anni fa, in un pub nascosto fra i borghi della città.
Non ho voluto specificare il posto dove si svolgono i fatti perché desidero che ogni lettore immagini la propria città, d'altronde, le cose che accadono possono accadere in qualsiasi luogo.
Ma torniamo al pub. Una sera mi trovavo in compagnia di alcuni amici, si parlava di tutto, ma non si approfondiva niente e ognuno seguiva i propri ragionamenti, senza pretendere che qualcuno lo ascoltasse. Improvvisamente lanciai un appello dicendo che stavo trascorrendo un periodo in cui non riuscivo a scrivere, e sorpresa mi accorsi di essere stata udita.
Umberto mi regalò un sorriso sul quale io lessi tutto il suo narcisismo: "Perché non scrivi un romanzo su di me?" domandò ostentando una timidezza che non gli era propria ed io gli risposi scuotendo la testa: "Sei troppo complicato Umberto. Sei un Rebus."
Attraverso questo personaggio ho trovato la libertà di espressione. Umberto poteva dire qualunque cosa, anche senza senso. Era protetto e giustificato dal suo essere rebus.
Forse 96 pagine sono poche per raccontare l'amore, l'amicizia, la morte, ma potrebbero essere troppe, per chi, di questi argomenti ne ha fatto esperienza.
Non mi dilungo, perché se sei come me, quando acquisto un libro non vedo l'ora di iniziarlo.
Con gratitudine e amicizia ti auguro una buona lettura.
 

MLF

 


Presentazione
Umberto, il protagonista di questo accattivante e complesso romanzo, è un enigma da svelare. Recitare è il suo mestiere e a volte confonde la vita con il palcoscenico di un teatro rendendo assai arduo capire dove inizia o finisce l'attore: sofferente ed inquieto, naufrago nei suoi pensieri, galleggia nella vita tra una donna e l'altra, uomo infelice che non sa cosa vuole dalla vita, brancolante in una esistenza che è un inutile sbattere di ali.
Maria Luisa Fiorentini, con grande maestria, offre la rappresentazione di una commedia umana (che si fa universale) nella quale ognuno di noi è un attore che deve saper recitare bene la sua parte: lo voglia o no.
 

Massimo Barile


 
Umberto Rebus


Dedicato a mio fratello

Pier Giorgio


Capitolo I
 
Magico sole invernale. Seduto sulla grande terrazza Umberto sognava l'estate mentre Anna annaffiava i gerani.
"Sole, mi ha chiamato mia madre, ma non ho capito se il pallido e triste o l'allegro e ridente sole d'estate." gridò alla ragazza mentre rientrava per riempire l'annaffiatoio, ma non lo udì.
La coperta scozzese gli copriva le gambe dandogli l'impressione di essere un vecchio infermo appoggiato da qualcuno, forse un'infermiera, sotto il sole.
Si sentiva dimenticato, abbandonato, pervaso da una sensazione di noia. Gettò la coperta a terra e cominciò a muovere le gambe, le sentì ridere e cantare: "Siamo vive, libere e felici."
"Siatelo sempre perché presto io non verrò più con voi." disse ridendo e Anna lo sentì: "Con chi parli?" domandò.
"È indispensabile un interlocutore per emettere suoni, siano pur essi profondi, o vuoti, banali e senza senso?" rispose con una punta d'ironia.
Anna lo guardò, sorrise e riprese ad annaffiare le piante. Umberto si alzò pesantemente, si avvicinò ai gerani e chiese: "Siete voi felici nel vostro lieve e discreto esistere?"
"Ti rispondono?" domandò Anna ironicamente.
"I loro pensieri amalgamati ai miei si confondono a tal punto da non distinguere più quali siano i loro e quali i miei. Già!" e portandosi una mano alla bocca sussurrò: "Mi rispondono."
"Le tue stranezze mi impressionano. Non so per quanto tempo ancora riuscirò a seguire le tue fantasie." disse Anna scuotendo la testa e fu proprio questo movimento ed il riflesso del sole a dare alla spilla che portava fra i capelli una lucentezza particolare, lui la notò e sospirando esclamò: "Quel fermaglio!"
"Sì?" domandò Anna.
"Toglilo, Non senti come gridano?" abbassò lo sguardo e come parlando a se stesso aggiunse: "A causa della vanità soffrono i tuoi capelli e tu non ne senti nemmeno i sospiri." Anna si tolse la spilla e tenendola stretta nella mano sentì angoscia e fastidio e pur rendendosi conto dell'assurdità della cosa ne provò un profondo senso di colpa. Diede il ferma capelli a Umberto il quale lo osservò attentamente e giocando con la molla domandò: "Vogliono le tue dita entrare in questa molla dura e minacciosa?"
"Perché?" domandò Anna facendo una smorfia.
 
 
 
"È così sordo il tuo orecchio e incapace di udire le voci sofferenti! Ma tanto sensibile sarà la tua carne da comprendere il male che procura." Anna si prese le dita nella destra e stringendole le portò al petto e con espressione di dolore disse: "Ora basta, Umberto. Non ti sopporto più."
"Che cosa non sopporti? Forse la pericolosa verità che esce dalle mie labbra?"
"Le tue parole sono dure e mi procurano sofferenza"
"Il fatto che tu comprenda i miei detti mi fa dubitare della tua esistenza in questo mondo."
"Comprenderti è fatica, soprattutto per chi vuole restare ancorato ad una reale visione della vita." Umberto si sedette e prima che ella raggiungesse la porta a vetri esclamò: "Reale!" e allargando le braccia aggiunse: "Parola ambigua e complicata più di quanto non lo siano le persone che con tanta semplicità ne fanno uso."
Il tiepido sole si stava lentamente spegnendo e Umberto si lasciò pervadere da un leggero senso di malinconia. Raccolse il plaid e si coprì. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Lo squillo del telefono fece sussultare Anna che, assorta, riordinava i cassetti della biancheria: "Pronto. Sì?"
"Anna sono Alessandra. Umberto è lì?"
"È qui. Te lo chiamo."
"No. Digli che in teatro ci sono dei problemi ed è bene che venga subito."
"Qualcosa di grave?"
"No, ma il taglio che abbiamo fatto al monologo della Cenerentola ha messo in crisi il suo autore mandandolo in collera in modo esagerato. Dì a Umberto di non perdere tempo e di precipitarsi. "Anna uscì sulla terrazza e lo vide abbandonato sullo sdraio abbracciato a se stesso. L'amara espressione che gli attraversava il volto tendendogli le labbra in una smorfia di schifo, forse per la vita, forse per l'umanità, o chissà, forse per una ragione a lui stesso sconosciuta, fece dubitare Anna del fatto che stesse dormendo. Si chinò su di lui e gli accarezzò i capelli. Era carica d'amore, quello stesso amore che lui non provava per lei, ma non ne soffriva pur avendone pieni gli occhi ed il respiro. Appoggiò le labbra sulle sue, erano fredde, lontane, nascoste chissà in quale sogno, rapite da reconditi pensieri.
Lo svegliò posandogli delicatamente la mano sulla fronte ed egli la guardò con distacco, proprio come colui che, al ritorno da un viaggio, rimane deluso nell'incontrare la persona sbagliata, ma sorrise e attirandola a sé disse: "Sono stato lontano. In un luogo senza spazio né tempo. Inseguito dal grido disperato di un uomo che non voleva morire."
"Era il grido della Cenerentola che voleva essere rappresentata nello stesso modo in cui è stata scritta." disse Anna ridendo.
 
 
 
"È accaduto l'inevitabile." sospirò sollevandosi appena e domandò: "Il teatro ha chiesto di me?"
"Sì." rispose Anna alzandosi e gli tese la mano, ma Umberto si alzò da solo accentuando il senso di fatica. Si gettò il plaid sulle spalle e con passo claudicante raggiunse la porta a vetri. Anna diede un calcio all'annaffiatoio, rise della propria rabbia e si appoggiò alla ringhiera.
Guardava i passanti, le macchine e gli uomini davanti al bar sport, poi lesse il titolo del film stampato sul manifesto incollato contro il palazzo di là dalla piazza. Si trattenne dal piangere nel momento in cui lo vide uscire dal portone. Il giaccone di jeans che indossava gli dava un'aria ribelle. Dalle maniche lunghe uscivano furtive le dita arrossate dal freddo. I guanti che gli aveva regalato giacevano sul comodino ancora incartati, era solito ricordare che se all'uomo fosse data la possibilità di camminare nudo avrebbe provato l'ebbrezza della libertà. Vestire le mani era troppo per lui. Almeno quella parte del corpo godeva di un piacere negato a tutto il resto.
Lo guardava camminare verso la macchina. Lo amava. Amava tutto di lui, anche il trascinarsi in quel passo lento ed annoiato. Che cosa gli mancava? Forse quel pizzico di banalità che rende le persone come le altre. Quell'ingrediente indispensabile per una vita normale. Quella che lui non avrebbe mai avuto, quella che lui non avrebbe mai voluto. Lo voleva diverso pur sapendo che così doveva essere. Chiuso nell'immagine che si era costruito e nella quale viveva in modo scomodo e faticoso e stava bene nel suo star male. Guardava la gente immaginandone i dolori e le sofferenze. Osservava le coppie della domenica che si affrettavano a scendere giù, in Taverna; cercava di comprenderne il divertimento assordante. Forse saltare in discoteca aiuta a non pensare. Ma chi avrebbe restituito loro il tempo perduto? E, forse, lei stessa stava perdendo tempo, là, su quella terrazza. Ognuno è libero di scegliersi il modo migliore per sprecare la propria vita. Il suono del telefono la fece entrare di corsa: "Sono Umberto. Non aspettarmi questa sera."
"Va bene." disse Anna, ma non era vero.

Capitolo II
 
La casa di Alessandra non aveva una grande terrazza, ma era più confortevole e calda e ciò era dovuto grazie al caminetto sempre acceso.
Umberto sedeva sul divano con le gambe allungate sullo sgabello.
Stava bene. Rilassato di fronte alla fiamma viva di un focolare amico.
Si abbandonò ai propri pensieri intanto che Alessandra preparava la cena: "Arde questo fuoco come un sole. Vorace divora la legna datagli in pasto e con incontenibile avidità ne chiede ancora." Alessandra uscì dalla cucina, si avvicinò ed egli disse: "Guardalo. Con quanta ansia e fretta abbracciano le lunghe fiamme il legno indifeso. Quello che un tempo mostrava al sole le ridenti fronde."
"È solo un pezzo di legno che segue il suo destino." sorrise Alessandra.
"Forse voleva arrivare al sole e oggi pensa di aver realizzato un sogno. Che siano dolore i nostri desideri? Essi sono gioia fintanto che ci appaiono impossibili, ma nel momento in cui li realizziamo sprofondano nell'abisso della sofferenza e noi con loro!" Alessandra si strinse nelle spalle e disse: "Una fiamma e un pezzo di legno muovono in te pensieri infiniti." e sospirando aggiunse: "la tua mente non chiede mai un attimo di tregua?" Umberto rispose scuotendo la testa: "La mente è nata per riflettere. È il suo mestiere. Chi smette di pensare rischia di morire soffocato dall'odore nauseante del proprio lento marcire." Alessandra si sedette sullo sgabello e lui le accarezzò i capelli che le scendevano lungo la schiena: "Morbidi come seta. Si appoggiano su di te come un mantello. Felice è colui che può vestirsi con i propri capelli!" Alessandra lo baciò mentre dalla cucina arrivava l'odore della cipolla bruciata. Si alzò precipitandosi ai fornelli, ma tornò subito. Umberto le affondò le mani fra i capelli e con le dita giocava fra fili dorati, ma poi le strinse a pugno e fece una ciocca prigioniera, la tirò ed ella gli scese sul petto chiudendo gli occhi e cercando la sua bocca.
"Lasciati spettinare. Voglio affogare fra i tuoi capelli in tempesta." sussurrò Umberto sulle labbra di lei, ma lei lo allontanò e disse: "Li taglierò."
"Mia madre l'ha fatto e per tanto tempo ho stentato nel riconoscerla."
"E poi?"
"I capelli sono cresciuti, ma ormai l'avevo persa."
"Com'è tua madre?"
"Bella. Legnosa e dura. Resistente a tutto. Anche al fuoco."
"Strano modo di descrivere propria madre."
"Tutte le cose che non si capiscono sono strane."
"Tu sei strano."
"Lo sarei anche se tu riuscissi a capirmi." si sollevò, la baciò ed ella disse. "Anna non ha i capelli lunghi."
"Anna non mi piace."
"Sei sempre da lei." disse Alessandra con risentimento.
"Siamo amici."
"Lei ti ama."
"È quello che vuole farmi credere."
"Ci riesce?"
"Ha creato un'idea e se n'è innamorata."
"E tu ci giochi!"
"È lei la prima a farlo."
"Siete due persone particolari.
"Che cosa vuol dire particolare?"
"Vuol dire quello che hai capito."
"Già. E l'immaginazione distorce la realtà." fece una pausa e aggiunse: "Ogni essere umano è inventato ed io sono stanco di volare, confuso, alla ricerca di un autore che crei un personaggio su misura, dentro il quale potermi sentire a mio agio."
"Perché non lo crei tu il personaggio? Che cosa ti spinge a cercare un autore?" Umberto sorrise fingendo di non conoscere la risposta, poi portandosi una mano alla bocca sussurrò: "Ho bisogno di sentirmi di qualcuno."
"Non ci credo!" rise Alessandra.
"Fai bene." disse Umberto e prendendola fra le braccia le appoggiò le labbra sul collo. Era dolce e sembrava sincero, ma nemmeno lui lo sapeva. Recitare era il suo mestiere e spesso confondeva la vita con il palcoscenico.
Lentamente si abbassò la fiamma nel caminetto, in silenzio si spense e nessuno se ne accorse.

Torna alla sua Home Page

Se desideri acquistare questo libro e non lo trovi nella tua libreria puoi ordinarlo direttamente alla casa editrice.
Versa l'importo del prezzo di copertina sul Conto Corrente postale 22218200 intestato a "Montedit - Cas. Post. 61 - 20077 MELEGNANO (MI)". Indica nome dell'autore e titolo del libro nella "causale del versamento" e inviaci la richiesta al fax 029835214. Oppure spedisci assegno non trasferibile allo stesso indirizzo, indicando sempre la causale di versamento.
Si raccomanda di scrivere chiaramente in stampatello nome e indirizzo.
L'importo del prezzo di copertina comprende le spese di spedizione.
Per spedizione contrassegno aggravio di Euro 3,65 per spese postali.
Per ordini superiori agli Euro 25,90 sconto del 20%.
PER COMUNICARE CON L'AUTORE mandare msg a clubaut@club.it Se l'autore ha una casella Email gliela inoltreremo. Se non ha la casella email te lo comunicheremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera indirizzata a «Il Club degli autori, Cas. Post. 68, 20077 MELEGNANO (MI)» contenente una busta con indicato il nome dell'autore con il quale vuoi comunicare e due francobolli per spedizione Prioritaria. Noi scriveremo l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.
Non chiederci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
©2004 Il club degli autori, Maria Luisa Fiorentini 
Per comunicare con il Club degli autori:
info@club.it
 
Se hai un inedito da pubblicare rivolgiti con fiducia a Montedit

 

 

IL SERVER PIÚ UTILE PER POETI E SCRITTORI ESORDIENTI ED EMERGENTI
Home club | Bandi concorsi (elenco dei mesi) | I Concorsi del Club | Risultati di concorsi |Poeti e scrittori (elenco generale degli autori presenti sul web) | Consigli editoriali | Indice server | Antologia dei Poeti contemporanei | Scrittori | Racconti | Arts club | Photo Club | InternetBookShop |

Ins. il 02-02-2004