Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Maria Gaeta
Con questo racconto ha vinto il decimo premio all'edizione 2004 del Premio Fonopoli parole in movimento.

LA RAGIONE DEI SENTIMENTI
 
Come giornata di marzo, era diversa dalle solite; un sole tiepido tentava di sciogliere l'ultima neve rimasta in cima alle montagne, quelle stesse che sembravano inginocchiarsi sul mare. Esse creavano una surreale cornice sul golfo, facendolo apparire stretto e chiuso come un abbraccio d'addio.
Miriam era sul lungomare con lo sguardo fisso e triste. I ricordi le sfioravano la mente, mentre una dolce sensazione le accarezzava il cuore. Si stava innamorando e la cosa le faceva incredibilmente paura! Ripensava con insistenza, quasi per scacciare via il presagio, alla sua vita trascorsa, all'amore che aveva già vissuto e che le aveva contorto il senso dell'amore stesso. Aveva dato tanto ma altrettanto le era stato tolto. Innmorarsi significava rimettersi in gioco, rischiare ancora una volta la sua stabilità emotiva; si sentiva combattuta ma nello stesso istante, avida di sentimenti puri, di voglia di ricominciare, di lasciarsi andare come un aliante a cielo aperto! Guardava oltre il mare e l'orizzonte che le appariva era pieno di buoni propositi e di ricche emozioni; nonostante ciò, i suoi pensieri tornarono inaspettatamente indietro nel tempo e un ricordo lontano si risvegliò dentro di lei. Prese il suo diario e cominciò a scrivere:
 
"I ricordi più sofferti si appartano silenziosi nel cuore! Sento d'essere come un animale che, sofferente, si allontanta dal branco, ritirandosi in solitudine con il proprio dolore. Quello che adesso provo, non mi permette di lasciare spazio a nuove sensazioni, se pure incantevoli e inebrianti. Un tempo, ero diversa, cercavo, sempre il lato buono d'ogni cosa, ora invece i buoni propositi non mi appagano più, credo che facciano parte di una categoria Divina e fare la volontà di Dio momentaneamente contrasta con i miei bisogni sovrapposti alla mia razionalità, ad una logicità ormai priva di vigore. Non mi sono mai sentita così fragile come adesso, così sconnessa nei pensieri. Riconosco che ogni emozione è un dono, una conquista in più, anche se, in questa terra "straniera" arida di sentimenti e spoglia di reali certezze, le emozioni così come arrivano se ne vanno! So per certo, che, se volessi aggrapparmi al ricordo più sublime di ognuna di loro non tornerebbero più, o se dovessero tornare, non sarebbero mai le stesse! Non per questo però, si devono ignorare! Può sembrare un'assurdità ma in alcuni casi il mio perggior nemico è proprio la speranza, perché talvolta è stata capace d'ingannarmi e disorientarmi. Ho capito che la speranza spesso cammina di pari passo con l'illusione e distinguerle è difficile; tuttavia non posso permettere ad un dolore passato di sovrapporsi ed annullare un nuovo e tenero sentimento lacerandone tutto l'incanto"...
 
Miriam chiuse il diario e scoppiò in un pianto liberatorio. Il dolore che sentiva era contradditorio e il suo stato d'animo incoerente e irrazionale, rispetto al sentimento che le stava nascendo in fondo al cuore. Non riusciva a rimuovere dai suoi pensieri i "fantasmi" del passato e questo la dilaniava dentro, impedendole di vivere appieno la sua vita.
Si avviò verso il viale alberato che costeggiava la strada.
C'era tanta gente ma si sentiva più sola che mai; le voci le giungevano come echi lontani, le persone che passavano, come ombre oscure e indecifrabili. Mancava poco al tramonto e dentro il suo cuore sembrava scendere la notte.
Giunse finalmente a casa, preoccupata sua madre le venne incontro: "Che visino pallido hai" le disse. Miriam le passò davanti senza rispondere, quasi fosse incorporea; salì le scale lentamente e si chiuse nella sua stanza. La necessità di rimanere sola con se stessa oltrepassava ogni espansività del cuore.
Riprese il suo diario, lo faceva ogni volta che dei pensieri tempestosi le attraversavano la mente. Annotò su una pagina pulita:
 
"Dio, è l'unica e sola certezza! E' l'unico che può attaversarmi il cuore e depurare la mente... Dio è lo "spazzino" dell'anima, Lui non illude né delude"...
 
Poi si adagiò sul letto, abbracciò forte il suo cuscino e tra le lacrime cominciò a parlare con Dio. Si affidava spesso a Lui nei momenti di crisi profonda; Dio era per lei un amico invisibile e tangibile nel contempo. Era Colui che la sosteneva e confortava senza chiederle nulla in cambio.
Solo Lui era in grado di sbiadire i contorni contrastanti della sua anima e trasformarli in azzurro. Finì di pregare, rimase distesa sul letto fissando il bianco soffitto, ma il suo sguardo era vuoto e spento. Poco dopo sentì nel suo intimo come una forza misteriosa che le sfiorava l'anima. Un brivido l'attraversò. Una dolce sensazione di serenità le trattenne il fiato mentre i battiti del suo cuore acceleravano rapidi. Smise di piangere, si asciugò le guance bagnate e con uno scatto fulmineo si ritrovò dinanzi allo specchio.
La sua bellezza era incantevole, i suoi occhi grandi luccicavano come due stelle, i suoi capelli mossi e spettinati, facevano da cornice ad un volto rimasto bambino. Sorrise compiaciuta. Capì che era giunto il momento della sfida con se stessa, di combattere contro quelle ostilità che le paralizzavano le ali già da diverso tempo! Era giunta l'ora di librarsi leggera, di regalarsi alla vita! Si trovava in bilico sul confine tra cielo e terra, non poteva rimanere ancora lì, non era quello il suo destino!
Spesso era sprofondata dentro silenzi tombali, dove soltanto le grida dell'anima riuscivano ad echeggiare.
Nulla le permetteva di sgusciare via da quel labirinto ossessionante che le imprigionava i pensieri rendendole la vita invivibile ed insignificante. Troppe volte aveva pensato che l'amore fosse solo un'utopia su cui l'illusione fantasticava senza avere grandi riscontri, lo paragonava ad una gran ruota che, lungo il suo percorso, la riportava al punto di partenza, calpestando ogni valore esistenziale, come il rispetto, l'autenticità, la reciprocità, pilastri di un vero sentimento leale e profondo! Era solita dire a se stessa che, in ogi caso, vivere senza amore, o con l'illusione di possederlo, era come un ergastolo dell'anima, una condanna a morte per l'anima stessa. Le sue contraddizioni erano innumerevoli e aggrovigliate, ma dall'espressione che le era nata sul volto, sembrava decisa e pronta a riscattare del tutto il tempo perduto! La sua energia sbocciava dall'alleanza con Dio, il deserto in cui viveva fino a poco prima, si era per incanto trasformato in uno splendido giardino pieno di colori e fiori profumati.
Annotò sul suo diario:
 
"Ci sono momenti in cui non merito la comprensione del Signore! Spesso, ho preso da Lui senza riconoscenza né discrezione prevaricando il necessario appropriandomi del superfluo. Ora sento la fede ancorarsi al mio cuore e anche i dispiaceri più grandi sembrano svanire nel nulla! Questo continuo ricevere senza alcuna riserva, mi disarma a tal punto da sentirmi indegna! In queste occasioni, comprendo l'immensità dell'Amore di Dio e di come ne sono poco consapevole quando nella disperazione mi affanno a riemergere da sola!"...
 
Accarezzò con tenerezza la pagina scritta e chiuse il diario.
Rimise in ordine il letto sgualcito, si avvicinò allo specchio e si aggiustò i capelli facendo scivolare le dita tra le lunghe ciocche bionde. Il suo sorriso riapparve raggiante; aprì la finestra e si affacciò sul mondo, i suoi occhi riuscivano a vedere in tutta la lloro maestosità, le meraviglie del creato.
Sentiva il cuore in gola, tanta era l'emozione che le dava la gioia di ricominciare. Il profumo del mare, sparso nell'aria, rigenerava in lei l'amore per l'estate, che sentiva annunciarsi intensa e frizzante. Non aveva mai provato a risalire la china quando si sentiva afflitta e scoraggiata, la sensazione che provava era quella di chi era riuscita a giungere in vetta ad una montagna!
Afferrò lo zaino e corse giù per le scale lasciandosi le inquietudini alle spalle. Si avviò verso il mare; giunta sulla costa, prese un gran respiro e scese sulla spiaggia. La sabbia era umida e fredda ma nonostante ciò, si tolse le scarpe e a piedi nudi si diresse verso la riva. Le onde fragorose si spingevano impetuose sulla battigia, ma non la impaurivano, gli schizzi dell'acqua erano senz'altro più divertenti delle lacrime che aveva da sempre versato.
Sorrise divertita. Ripensò a quel solletico strano che sentiva in fondo allo stomaco. Succedeva ogni qualvolta che permetteva ad un'emozione di prendere il sopravvento...ed ecco che un'immagine si sovrappose fra i suoi pensieri e l'orizzonte del mare, il suo ricordo era dolce e confortante.
No, non serviva a nulla rinnegare l'amore che stava lentamente sbocciando come un fresco germoglio. Era il momento di coglierlo, di prendersene cura come di un bimbo in fasce, di coccolarlo e vezzeggiarlo senza timori né incertezze. Corse indietro a prendere lo zaino lasciato sulla spiaggia e tirando fuori il suo diario terminò:
 
"L'amore non si affida ad una rappresentazione idilliaca della realtà, ma trova forza e indicazione nelle motivazioni che accompagnano la mia vita e nei valori che la qualificano; questa è una valida ragione per ricominciare ad amare!"
 

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 Ins. 14-02-2005