Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Marco Meschiari
Con questo racconto ha vinto il quarto premio all'edizione 2006 del Premio Città di Melegnano.



«La psicomatica»



La formula lo inchiodava. Era rimasto alcuni minuti, una volta stampato il grafico, a rimirare allibito l'evoluzione del sistema. Non c'era margine di dubbio, il lungo periodo di equilibrio emotivo si stava esaurendo. La causa della crisi imminente era evidente: l'effetto compensatorio di Vanessa, l'amicaamante, si stava esaurendo, sbriciolato dall'inarrestabile erosione emotiva che il loro rapporto portava con sé. Era andata molto meglio del previsto, ma era finita: lui si stava ineluttabilmente innamorando e non avrebbe retto all'urto per più di ventiquattr'ore. Guardò sconsolato il loro indice di compatibilità amorosa: le probabilità che lui si innamorasse erano oggi al 94.86%, quelle di lei al 3.98%. Nel giro di un anno sarebbero salite al 5.11%, un'inezia.
Bene, dunque era finita, sarebbe stato duro affrontare l'addio, ma non era questo il problema vero. Il problema vero era l'evoluzione, la probabilissima fase successiva di crollo emotivo. A chi, a cosa si sarebbe aggrappato questa volta? I precedenti storici e la conformazione del suo apparato di reazione al problema indicavano chiaramente che si sarebbe rivolto ad una donna, ma chi? Si poteva escludere un ricorso alla gioviale amica di Saronno (intorno al 6.13%), puramente trascurabili erano l'ex-amante (2.98%) e il vecchio amore mai sbocciato sul posto di lavoro (0.65%!!). L'unica strada percorribile era quella della ex compagna di Liceo, la paziente amica di sempre che per tanti anni aveva ascoltato e digerito le sue confidenze. Le probabilità che funzionasse ancora erano al 13.43%, non male tutto sommato. "È tutto inutile, ci sto girando intorno per non arrendermi alla realtà!" pensò. Eliminate infatti tutte le altre ipotesi trascurabili, ne rimaneva una sola, al 75.12%: si sarebbe aggrappato alla Donna del Puma. Buon Dio. Lei non si sarebbe sottratta al suo grido disperato, alla sua patetica richiesta d'aiuto. Anzi, ne sarebbe stata orgogliosa, si sarebbe gettata nell'impresa con quell'entusiasmo e quella generosità che le appartengono. Era praticamente certo: 99.32%. E lui? C'è bisogno di chiederlo? Sarebbe semplicemente successo di nuovo: 92.14%. Le probabilità che lei rimanesse colpita o coinvolta erano minime, tutto si sarebbe risolto come vent'anni prima, con un addio rancoroso e, questa volta, senza ritorno. Niente di male, erano sopravvissuti serenamente una volta, l'avrebbero fatto una seconda. Il problema era il Puma. Già, come avrebbe reagito? Batté i tasti freneticamente, aggiornando il programma di simulazione con tutti gli ultimi dati: le mail, gli SMS, i riassunti delle conversazioni telefoniche. Il responso era chiaro, oltre che intuibile. Malissimo: 89.37%, Male 8.11%, Medio 1.45%, Sereno 0.71%, Bene 0.36%. Si precipitò a stampare l'andamento della loro amicizia per i futuri due anni e mise il grafico a fianco del primo. Cadde in depressione: la linea precipitava sotto la soglia di sopportazione reciproca entro i primi due mesi e rimaneva laggiù, fuori scala, fino a tutto il 2007. Ma non tutto era perduto: aveva la Psicomatica, l'avrebbe usata. Respirò meglio. In primo luogo doveva generare una crisi ed una rottura, insanabile, con la Donna del Puma. Inserì i dati: l'amicizia col Puma avrebbe traballato un po', per qualche mese, ma si sarebbe riassestata, seppure ad un livello inferiore a quello attuale. Un pretesto l'avrebbe trovato, era sempre stato bravo a trovare un modo per litigare. Poi doveva tenere in piedi il più possibile il rapporto con Vanessa, diminuendo lentamente e progressivamente gli incontri. E infine doveva trovarle una sostituta, per guadagnare tempo, magari giovane, straniera, di poche parole.
Scosse la testa preoccupato, questo era il problema serio, il grafico parlava chiaro. Poteva aiutarlo solo il fattore K: il Kolpodiculo.

<due mesi dopo>

C'era riuscito? In parte. Diciamo che gli obiettivi primari erano stati raggiunti, i danni più gravi scongiurati, i rischi più spaventosi evitati. La sua personale, privatissima disciplina l'aveva aiutato in modo davvero notevole. È facile scegliere le parole da inserire in una mail quando puoi "vederne" gli effetti emotivi in tempo reale, su di un vero simulatore psico-cromatico. Era orgogliosissimo del suo gioiello. Immaginate un normale computer con lo schermo diviso a metà, da una parte l'area di scrittura e dall'altra la rappresentazione a colori delle reazioni del destinatario nelle tre aree fondamentali: 'cerebro', 'emotio' e 'pulsio'. Bastava aggiungere un aggettivo qui, un punto esclamativo là ed ecco schizzare il 'pulsio' verso il rosso fuoco, tracimando i livelli di tollerabilità. Il lavoro duro, difficile, era stato il modello psicomatico degli attori delle sue vicende, ma stava lavorando anche su quello. Il processo di acquisizione automatico avrebbe presto permesso di evincere i dati essenziali con poche informazioni. La sorte l'aveva aiutato, una casuale circostanza l'aveva messo in condizione di sferrare il primo decisivo attacco. La Donna del Puma era scomparsa completamente dal suo percorso quotidiano, una fine dei rapporti indolore, inodore e insapore.
Erano bastate tre sole mail, calibrate con maniacale precisione, ed un caffè finale del tutto risolutivo. La buona sorte quindi, un elemento imprevisto, una mail letta di nascosto, un pretesto formidabile servito su di un piatto d'argento... l'importanza dell'imponderabile.
Il grafico dell'evoluzione degli Eventi era uscito stravolto da quell'episodio e la soluzione era comparsa, imprevedibile ma ineluttabile come una gigantesca chiazza verde ad un passo dal precipizio, a pochi giorni dall'ora X. Non solo: l'operazione era stata lanciata in accordo con il Puma, che tutto sapeva, capiva, comprendeva e condivideva. Perfetto. E poi la partenza di Vanessa, destinazione Egitto. Sei settimane senza di lei. Passavano lenti i giorni e cominciava a pensare di poter addirittura evitare la Crisi. Forse il livello di Trasporto Affettivo si sarebbe abbassato, forse il sentirla e non vederla avrebbe risolto tutto, fatto evaporare il rischio come neve al sole. Buttava dati nel Sistema ogni sera: gli SMS, gli incontri, le conversazioni, vedeva le probabilità scendere, scendere sempre, ma molto, troppo lentamente. A quel ritmo sarebbe rientrato in Area di Sicurezza nel giro di sei mesi, troppi... decise di aspettare. Alfine lei tornò. Quante volte la rivide? Tre, quattro? Bastò. Per la verità bastò ed avanzò. Aveva incoscientemente deciso di affrontare la situazione a cuor leggero, tenendo spento il calcolatore. Se avesse avuto il buon senso di dare un'occhiata alle previsioni avrebbe visto il baratro precipitarsi a velocità folle verso di lui. Ma non guardò. Sarebbe cambiato qualcosa? Si era preso un paio d'ore di libertà, per passeggiare a mente sgombra in un bel pomeriggio assolato di Maggio, senza meta. Estrasse il cellulare e cominciò a scrivere il messaggio, che uscì senza uno sforzo. Lo tenne nelle bozze per un quarto d'ora, lo rilesse una volta poi premette il comando Invia. Seguirono alcune ore di fuoco e fiamme, con le parole che correvano incandescenti da un ripetitore all'altro, senza che nessuno dei due trovasse il coraggio e la lucidità di comporre il numero per una conversazione fatta anche di suoni, toni ed emozioni.
Il mattino dopo era tutto finito, ci si era detti addio, un addio senza ritorno. Trenta mesi di risate, sesso e complicità svaniti nel nulla, grazie a pochi SMS. "Che tristezza", pensò d'un tratto. La sera riaccese la Macchina, inserì stancamente i dati, attendendo rassegnato il responso del Sistema. In fondo sapeva cosa aspettarsi: i suoi pur riusciti tentativi di manovrare gli eventi avevano ottenuto l'unico risultato di ritardarne o deviarne gli aspetti marginali. In pratica era impossibile invertire la concavità della curva, il suo convergere asintoticamente al Disastro. Un modo come un altro per dire che non si sfugge al destino. Una domanda però era lecita e, in quel momento, fondamentale: i tempi e i modi dell'evoluzione potevano aver modificato quello che sarebbe successo dal giorno dopo in avanti? Dopo il crollo del sistema di equilibrio, era possibile intuire il nuovo corso? Premette il tasto Invio. Un solo messaggio a campire la videata: DATI INSUFFICIENTI
 
<tre giorni dopo>

«Scusa, mi è partita. Stavo sgangherando», Fissò stralunato il messaggio apparso sul cellulare. Il numero era familiare, ci mise alcuni secondi: Vanessa.
Impossibile. Controllò e da fatto impossibile divenne fatto certo. La cosa in sé, aldilà dello stupore, provocò una fitta di apprensione: se il Programma non aveva previsto un fatto del genere ci doveva essere un errore nella routine di convergenza comportamentale, la funzione chiave di tutto il modulo previsionale.. un disastro. Rifletté un attimo: "forse ha sbagliato numero, forse il messaggio era indirizzato a qualcun altro... non c'è altra spiegazione". Il sollievo durò pochi attimi, il fatto grave era che, comunque, il suo numero era ancora nella rubrica dell'amica. Eppure lei aveva giurato "basta, cancello il tuo numero, addio"... Vanessa aveva mentito. Si ritrovò a camminare nervosamente su e giù per la stanza, senza il coraggio di accendere il PC. "OK, calma... non potevi pretendere di avere già risolto tutto, niente paura, adesso ti siedi alla tastiera, lanciamo il sistema in simulazione, innesti il debugger, piazzi un paio di breakpoint nel ciclo di risoluzione della trasformata parabolica e scopri per quale cazzo di motivo ti è arrivata questa merda di messaggio del cazzo..." Lo fece, ci passò la serata, niente da fare: nessun errore, il messaggio non poteva essere stato inviato, era psicomatico. Mezzanotte, era stanco, sudato, scosso da lievissimi tremori, un uomo a pezzi. Tirò fuori dal cassetto il piccolo bloc-notes nero regalato dal Puma, quello che teneva in auto per segnarsi le frasi significative dell'amica dopo ogni incontro. Solo ventiquattr'ore prima era stato sul punto di buttarlo, era imbottito di appunti ormai inutili perché tutti riversati a PC. Tutti? Gli venne un dubbio. Scorse le ultime pagine, speranzoso, forse aveva scordato di trascrivere qualcosa. «Dimmi che c'è...»
Eccolo: a matita, sul dorso interno della copertina. Ricordava bene, erano stretti fortissimo, quasi con cattiveria, e le era uscito una specie di mormorio a denti stretti: «sì... incazzati che mi innamoro...». Dopo ci avevano scherzato su, lei gli aveva chiesto se esistesse qualcosa al mondo che potesse farlo arrabbiare, sembrava che considerasse impossibile anche solo l'idea. Non sapeva cosa augurarsi mentre scorreva la lista del database dei contributi verbali, alla ricerca della data in cui inserire il nuovo dato. Scrisse lentamente. Invio.
Il modello psicomatico di Vanessa era sempre stato diverso dagli altri, una specie di Gran Canyon a confronto della rappresentazione pentadimensionale degli altri modelli. Quelli erano paragonabili ad un paesaggio collinare, con aree assolate, anfratti buii e freddi, placidi corsi d'acqua e profonde ma nascoste cascate. Il modello di Vanessa era sempre stato più complesso, reso più imprevedibile dall'abuso di stupefacenti, dalle confuse frequentazioni, dagli effetti esplosivi della sua attività lavorativa.
Il colore dominante del poliedro concavo che rappresentava l'esposizione emotiva verso di lui aveva sempre oscillato tra il blu cobalto e il ciano saturo, una mistura di simpatia, tenerezza, disincanto... tutte cose così, mai una sfumatura di rosso. Adesso invece no. Cazzo. Stette lì, affascinato, a osservare l'assurda forma geometrica che si contorceva, arrotondando gli spigoli, gonfiandosi a dimensioni mai viste, mutando freneticamente colore, riempiendosi di venature rosso fuoco. Durò alcuni secondi, alla fine la forma si assestò: era un oggetto pulsante, che passava da un viola porpora ad un rosa carichissimo, con piccole aree di un inconfondibile rosso sangue: la perfetta rappresentazione di un sistema instabile, oscillante tra i classici tre stati d'equilibrio: l'implosione cerebro degenerativa, la solidificazione emotio interattiva, l'esplosione pulsio reattiva.
Nel menu a pulsanti della barra lo stava aspettando il pulsante "Prevedi". Premette e la risposta arrivò a liberarlo dall'incubo:
CONTATTO PREVISTO entro ore 120 dall'inizio della crisi - Formato: chiamata muta e/o messaggio criptico - Volontarietà: impossibile da definire - dati insufficienti. Spense il PC, si diresse a letto pressoché distrutto ma felice.
 
<poche ore dopo>

Il mattino dopo decise che si era stufato del suo Aggeggio. Avrebbe ripreso a fare tutto e solo ciò che gli passava per testa. «Me lo merito un po' di respiro, eccheccazzo!». Era questa la cura? Se ne stava solo e sconsolato davanti ad una sola e sconsolatissima macchinetta del caffè. Doveva avere davvero un'aria afflitta perché si era avvicinata tale Cristina dell'ufficio amministrazione, che aveva piegato la testa e gli aveva detto
«No dai, non può essere così grave!».
Cristina aveva la stessa età di Vanessa, mora, con gli occhiali e qualche chiletto di troppo. Certo non bella quanto lei, ma le ridevano gli occhi allo stesso modo. Erano rimasti a chiacchierare per una mezz'ora buona, e ad ogni risata la situazione si faceva sempre più chiara. «Sei impegnata a pranzo?». «Dove mi porti?». Non gli era mai capitato che succedesse così in fretta, ed erano tanti anni che non provava il gusto semplice di infilare le mani sotto una maglietta, in auto, dietro una siepe, in una strada di campagna. Gli occhiali di tutti e due che volavano sui tappetini, le bocche a fare conoscenza, come da ragazzi. Certo non era brava quanto lei ma ci aveva messo tanto entusiasmo. Era questa la cura? Certo Cristina era molto simpatica e aveva questa risata piena... Già la mattina dopo la risposta era chiara: no. Sentì montare l'ansia come montano le onde di uno tsunami: incontenibili. Ad ora di pranzo, mentre cercava disperatamente di sottrarsi alle continue chiamate della bella mora rotondetta, percepiva la situazione precipitare e il bisogno di scappare. Ma dove? La sera stessa, affranto, si sedette alla Macchina. Inserì la miriade di dati che descrivevano i fatti recenti e decise di sperimentare la nuova meravigliosa funzionalità, frutto del lavoro delle ultime settimane precedenti al Crollo. L'algoritmo era il più complicato che avesse sviluppato a quel momento, i tempi di computazione superavano la soglia del minuto, anche a causa della nuova modalità di linguaggio colloquiale che aveva inserito. Si trattava del pulsante "Consiglia".
Lo premette: SCRIVI UNA LETTERA A VANESSA E SII SINCERO IN MODO DISARMANTE - BEVI MENO BIRRA - ESCI A CENA CON I TUOI COLLEGHI PIÙSIMPATICI - STAI CALMO - PARLA A CRISTINA, SPIEGALE TUTTO E POI BACIALA.
 
<quanto tempo dopo?>

Non si può dire che non provò a seguire le istruzioni. Tutto a parte la birra, ma quello era chiaramente un errore di impostazione di qualche dato. Scrisse dunque la lettera ed attese rispettosamente la risposta, che giunse. Onesta.
Accettò un invito a cena dai colleghi, non tutti simpatici per il vero, ma si divertì. Provò anche ad orientare decorosamente Cristina, e qui le cose si complicarono un filo. In effetti era stato tutto troppo facile, c'era il trucco, un trucco molto semplice: Cristina era appena un po' troia. Nel senso che tra un appuntamento e l'altro trovava spazio per ex-fidanzati, altri colleghi, nuovi amici e compagnia bella. Una single DOC con tanti amici. «Amici da parte di fava» avrebbe detto il Sassaroli. La cosa più sconcertante fu probabilmente il disarmante stupore con cui lei accolse le perplesse occhiate di lui che ascoltava il racconto delle sue peripezie amorose. Fu sincero e tutto finì lì, senza rancori, strascichi o bugie. Un solo dubbio: perché il sistema non aveva previsto la brusca fine della bella fiaba? «Ah già... mancava l'elemento "un po' zoccola" al modello psicomatico della bella mora...». Tesi un po' traballante, invero, sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
E adesso? E adesso lo colse una disarmante, incontenibile nostalgia di Vanessa. Il dubbio si fece strada e rapidamente divenne certezza: aveva inventato una sofisticata macchina dedita alla masturbazione mentale.
La Psicomatica era null'altro che un insieme di nozioni, formule e algoritmi che formalizzavano, graficavano e prevedevano non la realtà, ma i suoi desideri.
Le previsioni e i consigli erano solo una proiezione delle sue speranze: voleva liberarsi della donna del Puma, voleva innamorarsi di Vanessa, voleva una relazione tradizionale con un'altra donna, voleva, voleva, voleva.. e la sua bella Psicomatica mangiava i dati e li rappresentava, tutto qui. Decise il nuovo piano d'azione: bere molta birra, smetterla di uscire a cena con gente di cui non gli fregava un cazzo, evitare Cristina come la peste, affrontare i problemi senza pretendere di rimanere calmo.
E scrivere a Vanessa per chiederle: ti andrebbe di rifare entrare, un giorno di questi, un cretino in casa tua? Mentre pensava queste cose, un messaggio campiva lo schermo del PC: CONFERMI L'ELIMINAZIONE DELL'INTERA CARTELLA? Premette SÌ.

Marco Meschiari


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