Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Giusi De Luca

Con questo racconto ha vinto il settimo premio del concorso Città di

Orzinuovi 1998, sezione nerrativa

 
La bomba
 
Lo squillo del telefono assorbì il silenzio della stanza; al terzo, al terzo squillo, Clara sollevò la cornetta.
"Pronto", raucedinò ancora assonnata. Fuori nasceva l'alba di una mattina di marzo; troppo presto perché Clara fosse già alzata.
"Pronto", ripeté, incitando l'interlocutore.
"C'è una bomba, lì in casa. Clara, sono Thomas, hai una bomba in casa".
Clara abbandonò, sgomenta, il ricevitore. Thomas era il suo migliore amico. Senza chiedere nulla, senza nemmeno accertarsi se quell'uomo fosse davvero Thomas, Clara cominciò ad ispezionare la casa. Rovistava nei mobili senza nemmeno immaginare che forma potesse avere una bomba. E perdeva tempo, Clara, perdeva sempre più tempo. Perché ogni cosa le ricordava il passato. La tazza da latte gialla di quand'era piccola che sarebbe stata di sua figlia; l'orso in vetro resina che le aveva regalato sua nonna; un panorama di Vienna riprodotto su uno specchio. E solo quando riuscì a vedere se stessa in quello specchio, si accorse che stava perdendosi tra i ricordi del passato.
"La bomba, cerca la bomba", impose ad alta voce a se stessa perché non fosse troppo tardi.
"La bomba...", e prese a correre così spedita da non potersi fermare ad evitare le porte, le sedie; l'affanno le batteva alle tempie. Eppure, per salvarsi, non avrebbe dovuto far altro che sgusciare via di casa, allontanarsi dalla bomba che ormai, ne era certa, sarebbe scoppiata.
"La strada, Clara, la strada", urlò a se stessa perché corresse ancora più forte. Come aveva potuto non pensarci prima e come avrebbe potuto non pensarci prima e come avrebbe potuto spegnere quel ticchettio che all'improvviso cominciò a forarle i timpani e il cuore? Aprì la porta di casa con tutto l'impeto che la forza le concesse, il ticchettio picchiava opprimente e frenetico. Aprì la porta e fece per uscire quando lesse, da un fogli appeso all'esterno, un messaggio di Thomas:
"La bomba ce l'hai dentro. La bomba è dentro di te".
Il ticchettio, la bomba, udiva persino la voce di Thomas. Il ticchettio, la bomba. La sentì esplodere dentro; la bomba le squassò il cuore».
Gli ospiti di casa Klein avevano ascoltato il Dottor Freud senza interromperlo.
«Com'è possibile? &endash;, obiettò Mila Koen troncando il silenzio, &endash; che cosa è davvero successo a Clara?».
Emma Klein inciampò in un singulto.
«Allora, Dottor Freud &endash; sollecitò Franz Muller, &endash; com'è morta Clara?».
«D'infarto», rivelò Sigmund Freud.
«Ma, la bomba...», ricordò Gustav Klein.
«Il ticchettio della bomba che Clara sentiva forarle i timpani non era che il battito del suo fragile cuore».
«Il telefono, Thomas...» ammonì la Signora Klein.
«Clara dormiva, Emma. Sentì squillare il telefono e in sogno credette di aver alzato la cornetta e di aver udito la voce di Thomas», precisò il Dottor Freud.
«Ma il telefono squillò davvero?», insistette Franz Muller.
«Sì, squillò davvero. Spesso ci accade di accogliere in sogno uno stimolo esterno. Clara udì davvero squillare il telefono e costruì il suo sogno sulle sensazioni fisiche che in quel momento provava. Era agitata e il suo sogno generò l'idea della bomba».
«Ha dimenticato Thomas», avvertì Peter Koen perché Freud non chiudesse già il discorso.
«Già, Thomas, &endash; sospirò lo psicoanalista; &endash; c'era davvero lui al telefono ma Clara non sollevò realmente la cornetta. Probabilmente la donna desiderava vedere l'amico. Lui era al telefono, forse aveva presagito; non chiamava mai a quell'ora».
«E Clara... insomma, chi constatò per primo il decesso?», cercò di informarsi Emma Klein anche se il racconto le aveva scosso i sensi.
«Thomas!, &endash; spiegò Freud senza esitare, &endash; a Thomas era parso strano che Clara non avesse risposto al telefono. Infilò svelto i pantaloni e si precipitò a casa dell'amica, un centinaio di metri più avanti. Aveva le chiavi ma perse del tempo a tentare di infilare quella giusta in ogni serratura. Intanto Clara riviveva, in sogno, i giorni passati. Udì la porta aprirsi, sognò di aprirla per correre in strada ma era Thomas che entrava in casa. E quando l'uomo giunse in camera da letto udì Clara gridare: "La bomba, la bomba...".
"La bomba ce l'hai dentro. La bomba è dentro di te", singhiozzò Thomas.
"È il tuo cuore, Clara, è il tuo cuore", le assicurò Thomas, ma lei non seppe mai perché era morta».
Il camino fiammeggiava un chiarore che tutti, lì in salotto, si portavano addosso. Emma Klein pianse tutto il suo dolore; Milan Koen aveva fatto spazio al marito perché le sedesse accanato; Franz Muller, dalla poltrona, fissava un punto qualsiasi fuori dal vetro, dicembre soffiava vento alla finestra.
 
 

 

 

Classifica Concorso Città di Orzinuovi 1998 sezione narrativa
 
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inserito il 5 Febbraio 1998

modificato il 9 ottobre 1998