LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Giovanni Palillo
Per leggere la poesia classificata al secondo posto al concorso ""Il Club dei Poeti 1999" sez. poesia
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Una nicchia
 
Una nicchia nascosta
verdeggiante
un altare
per un nomade
uno spazio fermo
logorante
rugosi pensieri
un talamo
che per gli occhi tuoi
lustro
disarma
nubi severe
io canto
 
 
 
In un casolare
 
Ciò che provai al lampeggiar dei giorni
febbre fedele dei miei ripensamenti
rimane sperduto in un casolare
che guarda al mare e ai suoi venti
vedo la zattera oscillare
eternamente fra le verdi acque
il cuor mio riprende a camminare
ma si disperde il battito
lentamente
 
 
 
Attendi
 
Attendi
misantropo
non mescolare
la nuvolaglia
ti rode
il desiderio
 
A dieci anni
in fondo alla bottiglia
incomincia a sbattere
sull'onda
e ancora in mare
rincorro spaesato
l'ora lieve
dei miei sogni
figlia
 
 
 
Come una mela
 
Hai lanciato la tua testa
come una mela
nella fossa dei randagi
speri che la ripuliscano
dei tuoi foschi presagi
covi desiderio
di pensieri netti
le tue complicanze
sono giorni maledetti
non basta schivare
attutire rinviare
bisogna nettare
con ogni mezzo
che la natura
può offrire
 
 
 
Nolente
 
Nolente nolente
hai attraversato trent'anni
impermutabili
convinto di padroneggiare
l'esistenza
immune da riepiloghi
friabili
confidando
nella scienza
hai amato rivendicato
generato figli
sfibrati i toni
tra errori ed emissioni
i cieli di Agrigento
rimanevano vermigli
patito senza testimoni
 
 
 
Se la luna è distratta
 
Che importa
se la luna è distratta
non cedere
al suo ricatto
il tuo cuore
non si presta
al baratto
mettere il cervello
in esercizio
uscire
sia pure a breve
dal precipizio
è la migliore
difesa
per un perenne
avventizio
 
 
 
Perché ti rammarichi
 
Perché ti rammarichi
se un fluire incomposto
di rabbie ed emozioni
rende fragili imbelli
le tue notturne visioni
perché ti rammarichi
di aspettare ore normali
quando conosci
che non ti assegnano
tensioni uguali
perché ti lagni
d'avere accantonato
fedi generali
se non puoi limitare
azioni anche più banali
perché ti rammarichi
del fluire incomposto
di rabbie ed emozioni
se all'inizio
di una inavvertita stagione
stanno divenendo
non stupidi
ed irrazionali intoppi
ma spartiti
quasi essenziali?
 
 
 
Col cuore arido
 
Vennero
col cuore arido
essiccato
come una lastra
di cemento
impermeabile
ad ogni
anche flebile
umano
lamento
nel manto
dell'avversione
avvolti
distorcendo
il pur minimo
ancestrale
sentimento
vennero
col cuore arido
determinati
nell'intento
al servizio
di un orrido
disegno
 
 
 
Pietre faticose
 
Le guance sorreggono due chiazze bianche
il volto indurito si offre col marrone
puro degli occhi scatole grotte stanche
tutto il sangue si alza e si adagia
dove le energie si scontrano tra il vero e il falso
È un simulacro biancastro la coazione a ripetere
pensieri insulsi di grigio fastidio ai quali soggiaci
perché remota è una parvenza di gioia per moti ambientali
e per cellule combinate da fili diseguali
Futile è il tuo prepararti a combattere
con il fiero proposito che mente scaccia
la mente e cervello vince sul cervello
ed alla fine non resta che una ripetuta figuraccia
I tempi dell'anima sono pietre faticose
di una fabbrica incompleta
i calligrafi nel caos registrano
tentativi di abbandono e stimoli di resistenza
in un'alternanza senza fine
 
 
 
Sono tre anni
 
Solo ti attardi sulla piazza scura
residue luci ed un albero segnano Natale
la tua famiglia in casa vicino al mare
canta inni e gioca sicura
 
Un uomo nervoso sulla piazza scura
grida alla sua concitata creatura
un 'hai fretta' singolare
sul marciapiedi davanti la stazione chiusa
Guardi curioso il loro furioso agitare
non puoi né vuoi far nulla
e riprendi perciò a camminare
Sono tre anni che tuo padre se ne è dovuto andare
e con lui negli anni non pochi amici
ti senti più povero come le luci amare
Poi col bavero alzato
la via Atenea inizi a salire
con passo lento ma ben cadenzato
Dopo cinque anni di un Natale sempre uguale
ti accorgi che non hai più paura
E allora decidi che è meglio ritornare.
 
 
 
 
Là dove gli occhi
si incontrano
in una scintilla
rimane
un fiore
ricurvo.
Là dove i fiori
s'attorniano
in una villa
risale
uno sguardo
furbo.
 
 
 
L'invito
 
Perché non batte il rullo dei tamburi
davanti alla tua porta?
Giovane donna
che attendi
drappi bianchi sfiorati
nella notte
da una mano che non sia la tua.
Solamente.
Aculei conficcati
sulla fronte della speranza
si scioglieranno
in un invito
e una nuova placida brezza
spianerà il tuo volto.
 
 
 
Liberarsi
 
Liberarsi
di sé
diventare
nuvola
sciogliersi
sul Mediterraneo
Liberarsi
di sé
diventare
legna
ardere
sull'Etna
liberarsi
di sé
diventare
seme
sospinto
dallo scirocco
Liberarsi
di sé
per non guardare
quel viso
che ostenta
una normalità
che non c'è.
 
 
 
Eppure...
 
Non ci siamo conosciuti
alle pendici di un monte
né dalle rive di un fiume
ci guardammo per la prima
volta lontani
Eppure una vetta ci divide
ed un ponte.
 

 PER COMUNICARE CON L'AUTORE speditegli una lettera presso «Il Club degli autori, cas.post. 68, 20077 MELEGNANO (Mi)». Allegate Lit. 3.000 in francobolli per contributo spese postali e di segreteria provvederemo a inoltrargliela.
Non chiedeteci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
©1999 Il club degli autori , Giovanni Palillo
 

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Ins 30 novembre 1999