Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Giorgio Mosetti
Con questo racconto ha vinto il terzo premio del concorso Fonòpoli - Parole in movimento 2001-2002, sezione narrativa
3. L'appuntamento
 
"Ok, allora vengo alle 9"
Mio Dio! Per anni avevo atteso quella frase, quelle cinque semplici parole, pensando che sarebbero state le più belle che avrei mai potuto sentire.
Ed ora che dalla bocca di Laura finalmente erano uscite, qua, alle otto di sera, davanti ad un caffé, ad annunciare che tra meno di un'ora lei sarà lì, a casa mia, l'unica cosa a cui riesco a pensare sono quei pantaloni sul pavimento della mia camera.
Lì, immobili, come una di quelle sagome umane tracciate dagli uomini dell'Ispettore Derrick, ad indicare qualche orribile delitto.
E rabbrividisco all'idea che l'ispettore, chinato alla ricerca d'indizi, si sofferma su quel piccolo dettaglio, quel paio di pantaloni lerci che lo porterà dritto a me.
"Sono spacciato" penso "non ce la farò mai per le nove".
"Cazzo!!! un'ora!!!"
Ho la mente invasa da immagini terribili che mi impediscono di pensare in modo razionale.
Pantaloni sul pavimento, piatti sporchi, briciole sul divano, il letto disfatto stanno avendo il sopravvento.
"... i peli nella vasca da bagno!"
Lo sconforto mi assale.
"Troppe cose in un'ora per un uomo solo" penso, "potevi farle ieri le pulizie" rimarca mia mamma dal profondo della mia coscienza, scatenando in me rabbia e sensi di colpa.
Salgo le scale di corsa cercando di impostare mentalmente una sequenza logica di priorità. A volte sono proprio bravo in queste cose, talmente bravo che potrei tranquillamente scrivere il Bignami delle pulizie.
Ma ora no. Ora l'ansia mi sta dominando e il Bignami si sta rapidamente trasformando in una Treccani.
Entro in casa e mi siedo sul divano.
La tazza del caffè ride davanti a me sotto i baffi marroni che le mie labbra hanno lasciato sul suo bordo solo poche ore prima.
Cerco di calmarmi e di pensare in modo razionale. Cerco di immaginare la serata per capire quali stanze posso eliminare.
"Grande invenzione le porte" penso tra me.
L'entusiasmo per questa intuizione scema subito al pensiero che casa mia ha solo quattro stanze e almeno tre di queste potrebbero fare da cornice alla serata.
E sì! Bagno soggiorno e camera. È il minimo.
Al limite posso trascurare la cucina. Non è granché, lo so, ma in certi momenti non ci si può permettere di fare tanto gli schizzinosi. Se cucina è... allora cucina sia.
"Meglio di niente" penso con falso ottimismo.
A questo punto il passo successivo è stabilire la priorità delle altre tre stanze.
"Soggiorno-camera-bagno" dico senza esitazioni.
Eh si... non ci sono cazzi... è proprio quella giusta.
Detta così potrebbe sembrare frutto dell'improvvisazione e della casualità, ma credetemi, non è così. C'è un filo conduttore logico che non fa una piega, risultato di anni di esperienza e di razionale studio.
Beh... mi sembra ovvio... il soggiorno non si discute, è il cuore della casa e per di più è concepito per più usi. Conversare, guardare la tv, mangiare, fare sesso. Insomma... un po' di tutto, se ti va bene potrebbe anche avvenire tutto lì.
A volte, vittima di un minimalismo esasperato, ho addirittura pensato di metterci un water e un bidet per renderlo veramente completo, ma poi non se né fatto nulla.
Voi direte "sì... ok il soggiorno, ma poi viene il bagno".
E no... cazzo... anch'io la pensavo così. Soggiorno, bagno camera.
Ma voi sapete cosa significa pulire tre stanze in meno di un'ora e poi fare la doccia perché grondate sudore, e il campanello suona, e non avete ancora deciso che mutande mettervi, e mentre la porta si apre e voi mettete le mutande l'immagine terrificante di una vasca di nuovo sporca di peli vi assale?
Beh... bisogna provarlo per capire.
E così ho deciso: "dopo il soggiorno la camera"
Anche perché, in fondo, la camera è quella che richiede meno lavoro.
Non perché sia meno sporca, anzi, ma statisticamente parlando, nove volte su dieci, quando vai in camera, se mai ci arrivi, sia tu che lei siete talmente presi che non ve ne frega più niente.
E poi parliamoci chiaro. Se lei decide di venire in camera con te vuol dire che ti ha già assolto.
Da cosa?
Ma dal tuo peccato di essere uomo.
Eh sì, perché se lei viene in camera significa che è già passata per il soggiorno, e se è già passata per il soggiorno vuol dire che lei ti ha già esaminato e se ti ha già esaminato e viene in camera vuol dire che ha già deciso di catalogarti tra gli uomini sufficientemente puliti e ordinati. E questo è un bene perché, anche se tu fai del tuo meglio per pulire il soggiorno, non potrai mai sfuggire a quell'orribile capacità che le donne hanno nel vedere lo sporco là dove tu non avresti neanche mai immaginato che potesse esserci.
Ma voi lo sapevate che sopra i quadri, in quella sottilissima striscia che rappresenta lo spessore della cornice, si deposita la polvere?
Quando me l'hanno detto non volevo crederci. Io non sapevo neanche di avere dei quadri, figuratevi se avevo tempo di pensare alla polvere.
Inoltre, per quanto riguarda la camera, in tuo aiuto, ci sta anche il fatto che, se hai la fortuna di andarci, di solito le luci sono spente.
Al massimo può esserci una luce di sottofondo che sembra fatta apposta per creare atmosfera, ma in realtà serve solo a sfumare le ragnatele.
Sarà forse per questo che i ragni scelgono quasi sempre le camere? Forse.
Ad ogni modo il tempo corre.
Stabilita la sequenza comincia la fase più difficile.
E sì... perché, di fatto, fare pulizia in tre stanze in un'ora è fisicamente impossibile, anche per quello che, per noi uomini, è il concetto di pulizia.
Ed è lì l'ostacolo più duro.
Ma forte del detto "occhio non vede cuore non duole", guardo con sollievo il divano.
Ma non proprio il divano in se, quanto piuttosto quel risicato spazio tra il divano ed il pavimento.
È lì la soluzione! Lo so! L'ho sempre saputo.
E già... perché così come il leone sa come e dove cacciare, sa come accoppiarsi e, se serve, come difendersi senza che nessuno gliel'abbia detto, così, in noi maschi, c'è un istinto primordiale che ci dice che proprio là, sotto il divano, si trova la salvezza.
Del resto nessuna ragazza, per quanto tenace e irriverente, si permetterebbe mai di guardarci sotto al primo appuntamento. Tutt'al più potreste coglierla in flagrante mentre, con la scusa di curiosare fra i vostri libri, passa, con apparente casualità, il dito sulle mensole per squarciare lo strato di polvere.
Ma mai sposterebbe il divano!
E anche se, a qualche malcapitato, dovesse capitare di imbattersi in una belva tanto ardita... beh... credetemi... certi denti marci è meglio estirparli subito piuttosto che subirne il dolore per anni.
Altrimenti, di lì a poco, senza accorgervi, vi trovereste con i pattini all'ingresso e le lenzuola sul divano, o finireste a mangiare il panino protesi sul lavandino e a bere la birra con il sottobicchiere e credetemi... non è molto dignitoso.
Ad ogni modo soggiorno camera e bagno era, e soggiorno camera e bagno è stato.
Ho fatto la doccia ed ho sciacquato via i peli e...
"CAZZO!!!"
L'acqua ristagna.
"Ogni tanto stura scarichi che con i peli si intasano" rimarca ancora mia mamma con il ghigno.
Quattro pompate di ventosa ben assestate e il vortice riparte.
Mi lavo i denti, do l'ultima sistemata al lavandino per togliere i resti della barba di ieri e le croste di dentifricio della settimana e...
"Fatto!!!"
Con orgoglio guardo l'orologio.
"8.55. Sei un grande!" dico a me nello specchio.
Faccio un giro per un ultimo rapido controllo.
Il CD giusto nello stereo, il vino e la birra in frigo, la luce né troppo alta né troppo bassa, l'enciclopedia di Piero Angela sull'Universo ed il corso di inglese in sei volumi ben in vista nella libreria a testimoniare "involontariamente" la mia cultura ed il preservativo già estratto dalla scatola nel primo cassetto del comodino.
Tutto è pronto.
Mi siedo soddisfatto sul divano e...
Driiin... Driiin...
"Pronto"
"Pronto... ciao... sono Laura"
"Ciao"
"Volevo avvisarti che ritardo di mezz'ora"
MERDA!!!
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 Ins. 03-10-2002