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- SUICIDIO
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- Buio.
- Mi trovo nella totale oscurità, non
riesco a capire dove sono, mi guardo intorno e non
vedo altro che buio, non una luce, non un
movimento.
- Ho una sensazione di vuoto, d'angoscia, di
smarrimento mai provata prima, non so dove mi trovo,
sento molto freddo e la mia mente si trova nella
confusione totale.
- Dove sono? Ho paura.
- Vorrei chiedere aiuto, ma mi accorgo che non
posso parlare, vorrei gridare tutta la mia paura, ma
non riesco ad aprire le labbra, o meglio percepisco il
movimento delle mie corde vocali ma dalla mia bocca
non esce alcun suono, solo silenzio, sono
muto.
- Cerco di muovermi ma mi trovo
nell'impossibilità di articolare i muscoli, li
sento rigidi, inermi completamente impotenti.
- Nessun suono riescono a percepire le mie
orecchie mi trovo ne silenzio assoluto.
- Silenzio! Buio e silenzio. Cosa mi è
successo?
- Nessun odore percepiscono le mie
narici.
- Sono perso in un ambiente sconosciuto senza la
possibilità di utilizzare nessuno dei miei
sensi.
- Ho paura, cosa è successo, dove sono,
cosa posso fare per uscire da questa
situazione.
- Ho sonno, tanto sonno ho tanta voglia di
lasciarmi andare nelle braccia di Morfeo, ma devo
resistere, devo capire cosa mi è
successo.
- Che cosa vedo? Una luce in lontananza, una
fiamma piccola ma molto intensa. Che
sarà?
- Sono rincuorato riesco ancora a vedere, non
sono diventato cieco.
- Finalmente riesco a distinguere qualcosa, forse
i miei occhi si stanno lentamente abituando al buio,
ma tutto è così strano, ho la sensazione
di non vedere attraverso i miei occhi, come se stessi
sognando.
- Che cosa vedo?
- Una stanza, una scrivania, una persona riversa
sulla scrivania, accanto a lei c'è un
tagliacarte e vedo del sangue, tanto sangue.
- Penso di riconoscere quella stanza, è
senz'altro l'ufficio, tutto va chiarendosi nel mio
cervello, quella stanza è il mio ufficio,
quella scrivania è la mia scrivania e
quell'uomo sono io, mi sono appena suicidato.
- Sicuramente non sono ancora morto e i miei
pensieri stanno lentamente allontanandosi dal mio
corpo, come la mia vita.
- Io non esisto più, almeno fisicamente,
di me è rimasto soltanto il pensiero, una
piccola scintilla di vita, quella che forse gli uomini
chiamano anima.
- Ma, io non posso pensare che sia proprio
l'anima, io che in vita non ho mai avuto un buon
rapporto con questo genere di cose, penso invece che
sia un mio senso di colpa per il gesto che ho compiuto
che è sopravvissuto a me stesso, oppure una
parte del mio cervello sta indagando sul perché
di questo folle inconsulto gesto.
-
-
- AMORE
-
- Perché l'ho fatto? Non ricordo bene.
- Amore, sono sicuro che c'entra Amore.
- Non fraintendetemi io non ho sacrificato la mia
vita, come tanti sciocchi per l'amore di una donna, ma
per Amore.
- Vedo una stanza di un ospedale, sono tante
persone attorno ad una donna, c'è molta
frenesia ed eccitazione, tutto ad un tratto sento le
urla di un bambino. Sono io, sono appena
nato.
- Vedo tante persone attorno a me, sento
sensazioni di freddo, dolore, paura, poi vedo un volto
di donna: bellissimo, stanco ma felice, sorridente
improvvisamente rilassato, è mia madre ed io me
ne sono innamorato immediatamente.
- Adesso mi allontanano da lei io mi metto a
piangere ho paura, perché mi stanno portando
via.
- Aiuto, mi trovo nello sconforto totale, mi
sento così piccolo ed impotente, la
rivedrò ancora?
- Mia madre, questa donna che ho amato tanto e
che è stata così importante nel bene e
nel male nella mia vita.
- Mi accorgo di potere in questa condizione fare
cose che prima non ero in grado di realizzare, con una
facilità estrema riesco con la forza dei miei
pensieri ad accendere il computer e a scrivere questo
libro che spero possa servire a chiunque lo trovi per
capire che vale sempre la pena di vivere anche solo
per dare un sorriso ad una persona incontrata per caso
che quel giorno si sentirà meglio per averlo
ricevuto.
- E adesso cosa vedo?
- Vedo una spiaggia, il mare, è
bellissimo, guardandolo pensavo sempre Dio c'è
se esiste una cosa talmente bella. Il mare riesce a
farmi stare bene a farmi rilassare ha su di me un
influsso positivo, mi accorgo che tutte le mie storie
d'amore sono nate in vicinanza del mare.
- Mi giro attorno e vedo in riva al mare un altro
volto di donna, non è lo stesso di prima,
è più giovane, è bellissimo,
anche lei mi sorride come non mi aveva sorriso mai
nessuno ed io me ne sono innamorato
immediatamente.
- Chi sarà mai costei che suscita in me
tanta sensazione d'Amore, seppur diverso da quello che
sento per mia madre appena riscoperta, ma egualmente
intenso e forte?
- Si allontana, va via ed io resto lì
malinconico, la rivedrò ancora?
- Poi guardo il mare e mi rilasso e sono sicuro
di rivederla ad ogni costo.
- Siamo nella nostra spiaggia e ci stiamo
baciando per la prima volta dopo un lungo periodo di
corteggiamento reciproco: è un momento
bellissimo.
- E' lei: la donna che ho amato più d'ogni
altra nella mia pur breve vita, la mia compagna di
giochi, compagna di vita.
- Eppure sento che anche lei ha influito sulla
mia decisione finale.
- Io non so più se amo me stesso o se non
amo me stesso, non so più se amo mia madre o se
non amo mia madre, non so più se amo la mia
donna o se non amo la mia donna, non so più se
Amo o se non Amo.
- L'Amore è vita, io vivo per amare, se
non esiste più Amore non esiste più
vita, se non amo più non vale la pena di
vivere, sono riusciti a cambiarmi, attenzione io non
odio nessuno, non so cosa significhi odiare,
però non riesco più ad amare sono
diventato completamente indifferente, quindi è
inutile vivere, meglio farla finita con questa non
vita.
- Queste sono state le motivazioni che mi hanno
spinto al tragico gesto, mi rendo conto di essermi
già pentito di averlo fatto, ma oramai non
posso più tornare indietro, posso soltanto
analizzare la mia vita per capire.
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- CONSAPEVOLEZZA
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-
- Sono ritornato nella condizione precedente di
mancanza assoluta di qualunque percezione fisica,
sento sempre più freddo e ho sempre più
sonno, mi rendo conto che quella luce intensa che vedo
in lontananza mi attira sempre di più mi fa
venire voglia di lasciarmi andare, ma non posso,
voglio capire.
- Adesso tutto è chiaro. So chi sono, so
dove mi trovo, so perché ho vissuto e
perché sono morto: la ricerca
dell'Amore
- Io sono nato per amare.
- Non dovevo nascere, hanno fatto di tutto per
non farmi nascere, ho combattuto con la morte, sono
riuscito a vivere, non so se qualcosa abbia
contribuito a questo, qualche entità che gli
uomini chiamano Dio, ma ce l'ho fatta.
- Per questo ho sempre pensato che la mia nascita
non fosse casuale, ero nato con una missione da
svolgere, una missione con la quale poter ringraziare
la Vita di avermi fatto vivere: rendere le persone che
incrociavo nel cammino della mia vita felici con la
mia allegria, la mia voglia di vivere, la mia
vivacità, il mio Amore. Ho sempre dato di
più di quel che ho ricevuto, ma la tragedia
è sfociata quando dopo tanto tempo in cui sono
rimasto fedele ai miei ideali, alla mia missione, le
persone più care e più vicine mi hanno
fatto cambiare, mi hanno fatto dimenticare il motivo
per cui sono nato.
- Dare Amore è importantissimo, ma mi sono
accorto sulla mia pelle che è molto più
importante ricevere Amore.
- Davo Amore, ma scoprii di non ricevere Amore
proprio dalle persone che mi stavano più
vicine.
- Non credevo che proprio l'Amore avesse posto
fine alla mia missione, alla mia vita, all'Amore. E'
strano pensare come proprio l'Amore possa distruggere
l'Amore: è stato proprio così.
- Mi rendo conto che i pensieri di quell'uomo
accasciato sopra la scrivania, che ormai non sento
più come me stesso, stanno abbandonando il suo
corpo, la sua mente in maniera disordinata ed io sto
avendo dei flashback della mia vita, da cui spero di
riuscire a capire il motivo del mio folle
suicidio.
- Nel frattempo mi accorgo che sto cambiando, sto
diventando un'altra cosa, non riesco a capire che
cosa, ma sicuramente un'altra cosa.
- In questa mia nuova dimensione mi accorgo che
tutte le persone che mi hanno circondato nella vita
terrena, sono più comprensibili. Da dove mi
trovo adesso riesco a percepire la loro stessa natura,
riesco a vedere come sono realmente, che cosa le ha
spinte a comportarsi in determinati modi.
- La luce mi abbaglia, eppure la percepisco alle
mie spalle, ma è talmente forte che inonda
tutta la mia essenza.
- Penso che sia una
.si! ho capito di
cosa si tratta, ma non so come spiegarlo, mi sento
così confuso, sento una strana sensazione di
torpore ed è piacevole abbandonarsi ad essa, ma
non è ancora il momento.
- Devo resistere a questa dolce sensazione, devo
scoprire tutta la verità sulle persone che mi
hanno spinto alla morte, devo scoprire se mi
amavano.
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- RICORDI
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- Ho cinque anni, vicino a me c'è mia
madre, sono vestito con una specie di divisa e vedo
tanti altri bambini vestiti come me, lei si sta
allontanando, va via, mi sta abbandonando, ancora una
volta ho paura, la rivedrò?
- Comincio a tremare, scoppio in un pianto
dirotto, dove sei? Perché mi hai lasciato solo.
Aiuto! Non mi ama, sicuramente non mi ama.
- Eccola che arriva: mi prende con un braccio
solo, mi solleva da terra e mi sorride, basta questo
per rassicurarmi, i battiti del cuore si calmano le
lacrime cominciano a fermarsi. Mi porta via, allora mi
ama, sicuramente mi ama, non mi ha abbandonato, sono
ancora con lei e resterò per sempre con
lei.
- Penso sempre a lei, la mia vita senza di lei
non avrebbe senso, ogni cosa che faccio, ogni cosa che
vedo mi ricorda un momento vissuto assieme.
- Non posso lasciarla, non posso abbandonarla,
non se lo merita, non è giusto.
- Ognuno di noi dovrebbe fare quello che ritiene
sia giusto, quello che sente di dover fare.
- Non mi devo fare condizionare da nessuno, la
vita è mia e decido io cosa sia giusto e cosa
non sia giusto, in fondo chiedo soltanto d'amare e di
essere amato.
- La amo? Si. La amo così intensamente. Mi
ama? Si. Mi ama così intensamente. E' questo
l'Amore?
- Tu sei l'unica persona con cui mi sento a mio
agio, con cui riesco ad essere me stessa, mi stai
cambiando, sto diventando più ottimista,
più libera, più aperta verso le altre
persone. Ho scoperto, grazie a te amore mio, che il
mondo non è poi così malvagio, che
c'è ancora speranza, ci potremmo ancora salvare
finché esisteranno persone come te.
- Anche io mi sento diverso, finalmente sento
dentro di me qualcosa di grande che non avevo mai
sentito prima.
- La mia missione. Adesso ricordo, la mia
missione: ci sto riuscendo, sto riuscendo a rendere
felici le persone che mi stanno accanto, sto riuscendo
a rendere felice te, improvvisamente mio unico bene,
sto riuscendo a farti sorridere alla vita.
- E' questo l'Amore? Non ti lascerò mai.
Neanch'io. Cosa? Scemo, non ti lascerò mai. E'
questo l'Amore?
- Sono ancora con lei e resterò per sempre
con lei.
- Questa luce si fa sempre più intensa e
sempre più attraente, non so per quanto tempo
potrò resistere ancora, penso d'essere ancora
vivo.
- Si. Sono senz'altro ancora vivo; le funzioni
vitali di quel povero corpo stuprato dal raptus
violento e irrazionale della mia mente non sono del
tutto scomparse, altrimenti la luce mi avrebbe
sicuramente già preso.
- Non so se sperare che qualcuno soccorra
quell'uomo oppure no.
- Forse egli non mi appartiene più, forse
è meglio così e non capisco come mai
stia resistendo in questo modo alla morte che ha tanto
cercato per risolvere i suoi problemi.
- Si tratta forse dell'istinto di conservazione.
Mi sembra di averne sentito parlare, ma se la mente
vuole con tanta determinazione l'eliminazione fisica
del proprio corpo, può quest'ultimo resistere
in questo modo?
- E' la mente che ha capito di essere andata un
po' troppo in là, che sta dando man forte al
corpo? Rimorsi, pentimento o consapevolezza? Non lo
so, sono troppo confuso, che voglia di abbandonarmi
alla luce.
- Mi trovo nella sala d'aspetto di un ospedale,
ho sensazioni di freddo, sonno e paura, sto
piangendo.
- E' notte fonda, la vedo passare sopra una
barella, sta molto male. Sono solo, mi chiamano: lei
è il figlio?
- Mi spiegano che devo firmare un'autorizzazione
liberatoria per procedere all'operazione. C'è
rischio di vita, mi guardo attorno, cerco mio padre, i
miei fratelli. Firmo: è la
responsabilità più grande della mia
vita. Ho paura.
- Voglio che viva, non potrei continuare la mia
esistenza senza di lei. So che un giorno
succederà, ma non adesso, non sono pronto. E'
uscita dalla sala operatoria, è andato tutto
bene, ma sono state le ore più brutte della mia
vita.
- Adesso credo di capire perché non mi
sentivo pronto ad un avvenimento che, da dove mi
trovo, mi sembra così naturale: ogni uomo ha
bisogno di una figura femminile che lo accompagni per
tutta la sua esistenza, dapprima la madre, in seguito
la propria donna, ed io in quel momento non avevo
trovato la donna che potesse sostituire un così
importante punto fermo della mia vita.
- Mi trovo in una grande stanza, c'è molto
caldo, molta folla, molte facce note.
- Sento che si tratta di un giorno importante, ma
non ricordo di che cosa si tratta, ci sono tutte le
persone che mi sono care: gli amici, i parenti e
naturalmente mia madre e il mio amore.
- Deve essere un giorno felice, perché
sento in me sensazioni diverse, ma dolci: dolce paure,
orgoglio, tensione, felicità ed infine
appagamento e senso di liberazione.
- In prima fila c'è il mio amore, è
molto emozionata, partecipa molto all'evento e mi
dirà in seguito che quello è stato il
giorno più bello della sua vita con
me.
- In seconda fila c'è mia madre, anche lei
è molto orgogliosa di me, penso che anche per
lei è un giorno importante, ma ho paura che
proprio quel giorno possa essere stato decisivo per i
drammi che s'incroceranno nei giorni a
venire.
- La confusione mi sta abbandonando, tutto
l'episodio è chiaro dentro di me. Si tratta del
giorno della mia laurea, un giorno unico con
un'emozione particolare che non avevo mai provato fino
ad allora.
- Mi sentivo veramente bene ed ero contento di
avere raggiunto quel traguardo che mi ero prefisso, di
avere vinto questa sfida con me stesso.
-
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- DISPERAZIONE
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- Il buio é tornato.
- Paura, freddo, angoscia, solitudine e
buio.
- Mi sento come se il mio cervello fosse immerso
in un gran bicchiere d'acqua gasata.
- Non vedo più la luce, si é
allontanata sempre di più fino a sparire. La
luce seppur fioca e lontana mi dava sensazione di
calore, sicurezza, compagnia, serenità e
speranza. Avevo cominciato a considerarla come
l'ultimo filo che mi legasse alla Vita.
- Adesso tutto é perso.
- Sono solo.
- Immerso in questo vuoto immenso e
buio.
- Dove sei lucina mia?
- Perché mi hai abbandonato?
- Sento dietro di me qualcosa, una presenza,
vento che pervade ed invade tutta la mia essenza. Mi
guardo intorno e non riesco a capire cosa sia. Mi
sembra di vedere nel buio una porta che si apre su una
stanza buia. Buia e vuota.
- Mi avvicino lentamente, sento ancora questa
presenza accanto a me, ma la sento sempre più
lontana, sempre più sfiduciata, sempre
più rassegnata.
- Forse ho capito di che si tratta, in un attimo
d'illuminazione razionale mi fermo, mi volto deciso,
sicuro di vederla.
- Avevo ragione. Quella presenza é proprio
la mia "amica" luce. Non se ne andata, si é
soltanto nascosta nei meandri della mia mente.
Però mi sta lasciando andare, mi trattiene
sempre più a fatica. Mi indirizza verso una
strada segnata dal destino, verso quella porta aperta
su una stanza buia e vuota.
- La guardo ancora un attimo e penso: non
desistere, possiamo essere artefici del nostro
destino. Il destino può essere cambiato, ci
vuole la forza dirompente di una locomotiva impazzita
per deragliare dalla strada segnata, ma si può
fare.
- E' solo un attimo.
- Mi rivolto verso la porta, velocemente cerco la
mia "amica", ma non la vedo più.
- E' proprio finita, non posso scappare, mi avvio
ancora più lentamente verso la porta. Se avessi
ancora un corpo in carne ed ossa, sono sicuro che
sentirei un brivido attraversare la mia spina dorsale,
deglutirei in fretta sudando come un contadino che ara
il suo campo a mezzogiorno e barcollerei sulle gambe
avviandomi verso l'ignoto conosciuto.
- Il mare.
- Il mare che ci unisce e che ci divide.
- Il mare é la cosa che più ho
amato, che maggiormente mi ha fatto pensare
all'esistenza di qualcosa di soprannaturale.
- Adesso mi trovo in un immenso mare
nero.
- E' questo Dio?
- L'uomo non ha bisogno di un Dio che angoscia e
che uccide la mente, ma d'altronde non c'é
bisogno nemmeno di un Dio consolatore, altrimenti
sarebbe senz'altro solo morte.
- Le roi est nude.
- Benvenuto raggio di sole.
- Questo pensiero mi invadeva la mente tra un
boccone e l'altro quando la vidi. Era lì
accanto a me, bella e intelligente, difficile
accoppiata, sicura di se', universale, internazionale.
Ma era donna e come le altre donne, per me, era facile
da affascinare, da conquistare.
- La conquistai.
- Inspiegabilmente mi conquisto, mi sconvolse la
vita, le sconvolsi la vita.
- Mi accorsi più tardi che avevo ancora
una volta superato il limite dell'amore terreno.
Ancora una volta amavo per essere amato, amavo fino al
limite massimo della distruzione dell'Amore.
- "E' possibile essere disperati e non desiderare
la morte?"
- Questa frase con cui inizia 1934 di Alberto
Moravia, l'ultimo libro che avevo letto, era sempre
presente nei miei pensieri nei giorni precedenti al
mio gesto di estrema follia.
- Il protagonista del libro era convinto che la
disperazione fosse uno stato abituale dell'uomo,
quindi essa non poteva in nessun caso portare alla
morte. Egli esorcizzava la morte scrivendo un romanzo
in cui togliendosi la vita allontanava da se' la
disperazione, ma nella realtà ciò non
accadeva.
- Io avevo risposto alla domanda in maniera
opposta, perché avendo amato moltissimo,
essendo stato molto felice e avendo dato molta
felicità, non potevo sopportare la disperazione
come abitudine e così la mia mente era andata
in tilt.
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- SOGNO
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-
- Sono in un bosco, è giorno.
- C'è una grande sequoia ed un sottobosco
fittissimo.
- Tutto intorno si respira pace, calma e
serenità.
- Il mio sguardo si sposta leggermente ad
ammirare il panorama circostante e si sofferma, ad un
tratto, ai piedi dell'albero secolare.
- Intravedo una figura gentile, una fanciulla
bellissima che riposa con un sorriso soave sulle
labbra.
- L'ambiente circostante è invaso da una
moltitudine di uccellini svolazzanti e
cinguettanti.
- I raggi di sole che riescono a penetrare le
foglie e i rami stanchi della sequoia accarezzano la
pelle bianca della fanciulla che è distesa
così compostamente che mi fa pensare ad una
principessa.
- E' primavera, la principessa si è
lasciata andare ai pensieri felici della sua
infanzia.
- Si vede bambina, corre tra i prati verdi a
piedi scalzi con il padre e la madre che la inseguono
tra risate fragorose.
- Desidera ardentemente ritornare a quel periodo
della sua vita in cui tutto era così
bello.
- I suoi genitori erano tutto il suo
mondo.
- Non aveva bisogno di nient'altro, era felice di
niente, era felice di tutto.
- Riesco, finalmente, a staccare lo sguardo da
quell'immagine così affascinante.
- In un cespuglio vicino, vedo uno scoiattolo,
con una ghianda tra le zampe.
- E' fermo, ritto sugli arti inferiori che guarda
estasiato la principessa.
- E' innamorato, folgorato in un attimo dalla
grande potenza dell'Amore.
- Non riesce a staccare il suo sguardo da
quell'immagine che per lui è tutto il suo bene,
ogni ragione di vita, il sangue delle sue vene, l'aria
dei suoi polmoni, ogni battito del suo cuore.
- Non riesco ancora a capire perché mi
trovo ad immaginare questa situazione.
- Cosa c'entra questo con la mia vita?
- Fisso lo scoiattolo ancora un po', si muove, si
avvicina alla principessa, poi sparisce dietro il
tronco centenario.
- Un'ombra si staglia da dietro
l'albero.
- E' un'ombra di un uomo.
- Un cavaliere.
- Il cavaliere ha un'espressione austera ma
stanca.
- Si avvicina alla principessa e si inginocchia
al suo fianco.
- La guarda e in quel momento i suoi occhi
malinconici sprizzano gioia.
- Resta fermo in quella posizione per parecchi
minuti, poi le accarezza la guancia, le bacia le
labbra e si alza.
- Si dirige verso un laghetto che si trova alle
spalle della sequoia.
- E' un lago seminascosto dalla nebbia
fittissima.
- Mentre il cavaliere va verso le acque torbide
dell'oblio si volta verso la principessa e si ferma
pochi istanti a guardarla aspettando, forse, un
segno.
- Il cavaliere arriva sull'orlo del laghetto,
volge lo sguardo per l'ultima volta al suo unico bene,
fa cadere la ghianda, e si immerge.
- Piove.
- Una pioggerellina scarna primaverile.
- Le gocce vanno ad infilarsi tra le foglie e
colpiscono il viso della principessa mescolandosi alle
sue lacrime segno ormai non più avvertibile
dagli occhi del cavaliere bagnati dell'acqua del lago
che lo sommergerà per sempre.
-
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- SOLITUDINE
-
-
- Non era questo quello che volevo?
- Finalmente solo con me stesso ed il mio
tormento.
- Allora perché mi sentivo così
tremendamente vuoto?
- Avevo fatto il possibile per ricercare la
solitudine per avere un po' di pace dell'anima e per
capire, quindi, cosa volevo veramente, chi amavo
veramente, se amavo.
- Adesso ero lì, avevo appena finito il
mio parco pasto e stavo pensando cosa fare di questo
mio spazio e di questo mio tempo.
- Per quanto mi sforzassi la mente, mi sentivo
completamente senza idee, senza stimoli, senza voglia
di far niente. Anche la mia amica musica, compagna di
ogni momento della mia vita, non riusciva a darmi
sollievo.
- Solo.
- Ero finalmente solo.
- Ero tremendamente solo.
- Mi sentivo l'uomo più solo della terra,
forse anche l'ultimo uomo sopra una grande distesa di
sabbia e cenere creata improvvisamente intorno a me
dall'unico supersiste.
- Tabula rasa.
- Avevo proprio fatto tabula rasa intorno a me,
non una mano amica mi veniva tesa, non una parola
dolce mi veniva proferita, non un sorriso soave mi
veniva rivolto.
- Era proprio quello che volevo.
- Era proprio quello che volevo?
- Non era proprio quello che volevo.
- Solo.
- Io e nessun altro.
- L'animale sociale per eccellenza rinchiuso in
una gabbia due metri per due con barre così
robuste e fitte da non potere guardarci
attraverso.
- Pover'uomo, pensavo nella mia nuova essenza,
nella ricerca dell'Amore come ragione di vita non
aveva trovato nient'altro che se stesso, una scatola
di carne e sangue con un cuore che batteva per
abitudine.
- Non sapeva più Amare, o meglio, non
sapeva più guardare, tra una pulsazione e
l'altra, nelle pieghe incallite del suo cuore dove era
nascosto l'Amore.
- Era nascosto così bene che non è
riuscito a trovarlo più.
- Dove mai sarà?
- Che momenti intensamente dolorosi ha vissuto
quest'uomo: grandi amori, grande felicità,
grandi sacrifici, grandi sofferenze.
- Ed io, influenzato da tali grandi emozioni,
provo grande tenerezza per quell'uomo che cercando la
vita ha trovato la morte.
- Cosa sto diventando?
- Sono io quel povero corpo straziato.
- Perché, allora, lo compiango?
- E' stata una mia scelta, la mia mano ha seguito
l'impulso freddo e lucido del mio cervello. Un impulso
violento senza mezzi termini come può esserlo
solo la follia.
- Mi sento impazzire, un dolore tremendo e
lancinante prende tutta la mia entità. E' un
dolore quasi fisico. Avevo dimenticato quanto potesse
essere forte un dolore fisico.
- Cosa sta succedendo?
- Mi sono immedesimato in quel corpo a tal punto
da sentire le sue sofferenze fisiche o forse è
la grande madre che viene a prendermi. E' questa la
morte?
- E' finita.
- E' finito, il dolore è cessato
così improvvisamente come era
cominciato.
- Non so perché, ma penso che stavo per
oltrepassare un limite.
- Forse per un istante stavo per ritornare
all'interno del mio corpo che, evidentemente sta
reagendo a tanto scempio.
- Forse sono vicino alla soluzione, sto riuscendo
a capire il motivo del mio suicidio e forse anche il
motivo per cui devo continuare a vivere.
- Adesso sono stanco, ho tanto sonno, dormirei
per l'eternità se solo i miei neuroni me lo
permettessero.
-
-
- PENTIMENTO
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-
- Vorrei amarti ancora una volta.
- Tu sei l'unico bene che io abbia mai avuto,
l'unica cosa che abbia veramente sentita mia,
così grande e così incoprensibilmente
bella.
- Bellissima.
- Piena di momenti felici e meno felici eri la
mia luce e il mio buio, il mio raggio di sole e le mie
nuvole, la mia estate ed il mio inverno, la mia gioia
e la mia tristezza.
- Bellissima.
- Unica.
- Preziosa.
- Il primo vagito, i primi passi incerti, il
primo giorno di scuola, il primo bacio, il primo vero
amore, la prima busta paga.
- Tutto.
- Non ti ho capita, non ti ho amato, non ti ho
voluta.
- Ti ho offesa, umiliata, calpestata,
vilipesa.
- Ti ho tradita.
- Soltanto adesso che ti perdo capisco quanto sei
importante per me.
- Vorrei tanto tornare indietro sulle mie
decisioni, vorrei tanto non avere fatto quello che ho
fatto, vorrei tanto che tu trovassi la voglia di
perdonarmi, vorrei tanto che io trovassi il coraggio e
la forza di farmi perdonare.
- E' tutto inutile, è tutto perduto, tutto
finito, tutto definitivamente compromesso.
- Lo sconforto mi assale perché tu te ne
stai andando a poco a poco ed è giusto: ti ho
tradita.
- Vorrei amarti ancora una volta mia
.Vita.
-
-
- RITORNO ALL'AMORE
-
-
- Salvatelo.
- Salvate quell'uomo, non lascetelo spegnersi
così, ha ancora tanto Amore dentro di sé
da riempire il mondo intero.
- E tu uomo non lasciarti andare, non arrenderti,
non mollare la presa, non farti trascinare giù
all'Inferno da una stupida morte proprio adesso che
stai riuscendo a capire la tua vita, proprio adesso
che stai per prendere la decisione della tua
vita.
- La scelta.
- La scelta che ogni uomo deve fare prima o poi
nel corso della propria vita.
- Hai davanti a te una biforcazione, due strade
allo stesso modo tortuose e difficili da intraprendere
che ti possono portare ad un cammino sereno e giusto o
ad un cammino pieno di sensi di colpa e di
rammarichi.
- Cercare di imboccare la strada giusta non
è così facile, il bene e il male sono
così tanto simili che la confusione dentro di
te è legittima.
- Devi prendere una della due strade o puoi
abbandonarle entrambi per inseguire la
Gloria?
- L'Amore è così imprevedibile che
a volte prende strade inimmaginabili.
- Uomo sei solo al mondo e non te ne rendi conto,
la solitudine ti fa compagnia come una bella signora
che ti ascolta e non parla mai, ti sta sempre accanto,
ma non ti aiuta a crescere ed a vivere.
- Reagisci uomo, creati una tua dimensione, un
tuo spazio in questo mondo senza pietà.
- Questo mondo che ti fa morire senza
accorgersene, che rimane inerme di fronte ad un dramma
della solitudine.
- Ama uomo.
- Ritorna ad Amare, solo così ti puoi
salvare.
- Ritorna ad amare, in primo luogo te stesso, la
tua vita, tutto quello che ti circonda, un bambino che
passa e ti sorride, un cane che ti annusa e
scodinzola, l'immensità del mare, la grandezza
dell'uomo, il miracolo della vita.
- Ama.
- Ama e Vivi uomo.
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- RITORNO ALLA VITA
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- Si è aperta una barriera dentro il mio
cervello.
- L'Amore è la grande forza che fa girare
il mondo.
- Io sono di nuovo pronto per Amare e lo
farò, voglio farlo, dovessi anche cambiare
pelle dovessi cambiare vita lo farò.
- Non si può sbagliare l'Amore è
lì, ti cerca, ti trova e ti coinvolge nelle sue
tempeste.
- Io Amo, io vivo.
- Vivo.
- Quelle furono le ultime parole fissate nello
schermo del computer in quella stanza del dolore, dopo
mi svegliai nel mio letto sudato come se avessi
camminato per ore ed ore nel deserto della mia
anima.
- Avevo capito: Amavo ancora, ero ancora
vivo.
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