Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Francesco Bicchieri
Con questo racconto ha vinto il quinto premio al concorso
Age Bassi - Castiraga Vidardo 2005, sezione narrativa

«Orme»


Quando alla mattina tiro le tende e scopro che ha nevicato tutta notte, la prima cosa che guardo è se le orme ci sono anche oggi. Eccole infatti sul marciapiede dall'altra parte della strada a regalarmi il buongiorno. Prendo allora la macchina fotografica dallo scaffale e con l'obbiettivo mi avvicino fin quasi a toccarle. Se ne stanno in fila, una dietro l'altra, in una lenta processione che arriva fino all'angolo della via. Le seguo fin dove posso con l'occhio dello zoom come un cacciatore della steppa che dal mirino del fucile inquadra le impronte della preda, una preda che però gli è del tutto sconosciuta. Poi un cliclick e un'altra foto si aggiunge alle precedenti. Qualche volta sono addirittura sceso in strada e ho tentato di seguirle quelle impronte, ma la neve caduta nel frattempo me le ha nascoste. E comunque arrivate al primo incrocio si sono confuse con altre mille. Mi piacerebbe capire dove vanno a finire quelle orme. Mi piacerebbe sapere cosa fanno durante la giornata quelle orme.
Noto delle differenze. Alla mattina camminano decise e sembrano soffici, come se fossero felice di passare. La sera invece arrancano stanche, come se portassero pensieri pesanti sulle spalle. Ma come sono fatte quelle spalle? E come sono quei pensieri? Non riesco proprio a immaginarli, non ho una grande fantasia purtroppo.
Ma voglio tornare alle cose concrete, ai fatti. Solo quelli al giorno d'oggi sembrano contare. Altrimenti inizierete a credere che io sia un pazzo e che quelle orme nemmeno esistono. Invece esistono e io sono tutto fuorché un matto. Dunque le ho fotografate, e poi analizzate attentamente in tutto questo tempo. Ho la casa invasa di fotografie che tengo alle pareti, nei cassetti, o ad asciugare in camera oscura. In apparenza sembrano tutte uguali. Invece no. Se le osservi bene, queste sono quelle del mattino. Veloci, nette, ben marcate. Quelle sopra il camino, sì proprio quelle!, si vede invece chiaramente che sono quelle del rientro. Paiono più lente, non è vero? Sono quasi immobili. Come faccio a dirlo? È una foto, è immobile per forza! Eppure queste lo capisci anche tu che c'è del movimento, che c'è l'aria fresca del mattino sotto la neve che ti sferza il viso, che ti entra nei polmoni allegra e odorosa di vita, piena di energia. Sono ormai convinto che calzi un trentasei, un trentasette al massimo, ma è difficile dirlo con certezza dalla mia finestra. Dovrei stare appostato tutto il giorno e scoprire facilmente di chi sono quelle orme. Sarebbe addirittura facile. Invece preferisco non saperlo. Una volta che lo scoprissi che potrei mai fare? Cosa cambierebbe? Ne saprei di più o sarebbe tutto terribilmente impossibile lo stesso? Forse ancora più impossibile. Anzi, a pensarci bene dovrei proprio smettere con tutta questa storia. Ho deciso: smetterò da oggi.
È tre giorni che nevica ininterrottamente. Mezzo metro, forse più. Non è un evento eccezionale a queste latitudini. La città è tutta bianca. Io ho smesso di guardare alla finestra e non mi interesso più di nulla.
Ma rientrando ieri sera camminavo dietro una donna curva sotto il peso di una borsa. Ne ho osservato i segni che lasciava sulla neve. Mi hanno colpito le sue orme, così identiche a quelle che conosco. Ma come posso dire una cosa simile? È vero, non posso averne la certezza, però più le osservavo più mi sembravano le stesse. Perso in quei pensieri, quasi senza accorgermene mi sono ritrovato, ci siamo ritrovati, nella mia via è già lei aveva infilato la mano nella tasca e sentivo tintinnare all'aria le sue chiavi. Allora ho avuto paura, ho accelerato il passo e superandola mi sono diretto a casa mia.
Ma non ce l'ho fatta a non guardarla, non ho potuto fare a meno di sbirciare. Era avvolta in una sciarpa, fino alla radice del naso. Ho potuto vedere solo un paio di occhi verdi. Erano verdi, malinconici, e mi fissavano. Sono rientrato di corsa e non so se lei abbia proseguito o se sia entrata nel palazzo che mi sta di fronte.
Lo ammetto, ho ripreso con la mia mania. Quando alla mattina tiro le tende e scopro che ha nevicato tutta notte, la prima cosa che guardo è se le orme ci sono anche oggi. Eccole infatti sul marciapiede dall'altra parte della strada a regalarmi un paio di occhi verdi per tutte le stagioni.

Francesco Bicchieri


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Age Bassi - Castiraga Vidardo 2005

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