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- Pietro e
Margherita
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- La partenza era fissata per le h. 06.45 da
piazza Verdi.
- Ventinove persone, di età compresa
tra i sessantacinque e gli ottantadue anni,
aspettavano di salire sul pullman gran turismo
accostato al marciapiede. I due accompagnatori
raccoglievano il denaro, ventiquattromila a testa
per viaggio a Sanremo andata e ritorno, visita alla
città e pranzo in caratteristico ristorante,
inclusi frutta, acqua minerale e un quarto di vino.
Il programma prevedeva anche una breve
presentazione di articoli per la casa, offerti in
blocco a "prezzo specialissimo". L'aria primaverile
era fresca, di prima mattina, e la giornata si
annunciava bellissima. Uomini e donne
chiacchieravano a piccoli gruppi, si presentavano.
I veterani delle "gite con acquisto" raccontavano
ai novizi dei loro viaggi precedenti, che non c'era
l'obbligo di comprare e che, qualche volta, le
proposte erano interessanti. Le donne, che
costituivano la maggioranza, erano vivaci, molte
vestivano a tinte chiare, avevano il rossetto e le
unghie smaltate. Tra gli uomini, alcuni stavano in
disparte, altri discutevano con gli accompagnatori
sull'itinerario e sulle soste, che si annunciavano
frequenti. Alle h. 07.00, in leggero ritardo, la
comitiva si imbarcò e finalmente
partì. Le signore presero posto cercando di
mantenere i gruppi formatisi durante l'attesa, gli
uomini occuparono i sedili rimasti liberi. Gli
accompagnatori percorrevano il pullman,
intrattenendo gli anziani gitanti. L'impianto-radio
diffondeva musiche da ballo.
- Alcuni tenevano ancora in mano il
dépliant colorato che recitava: "Splendido
viaggio nella Riviera dei Fiori".
- L'atmosfera si stava scaldando, ormai quasi
tutti parlavano, qualcuno cantava. Pietro, seduto
in fondo, si divertiva: lo stavano conducendo in un
bel posto, aveva incontrato gente simpatica, era
quasi curioso di vedere gli articoli in offerta,
forse avrebbe anche comprato qualcosa. C'era il
sole, c'era la musica, stava per comparire il mare
e Pietro non si sentiva più solo. Fu durante
una delle soste all'autogrill che accadde
l'imprevedibile. Pietro era sceso insieme a sei o
sette persone, e si accingeva a raggiungere il
pullman quando udì alle sue spalle una voce
di donna: - "Accidenti
Il tacco!" Pietro si
voltò e la vide. Margherita guardava
sconsolata la sua scarpa destra, dalla quale il
tacco s'era staccato di netto. Per restare in
equilibrio, doveva appoggiare a terra la punta del
piede, e Pietro le offrì subito il braccio.
Dopo averla aiutata a recuperare il tacco da terra,
la sostenne sino al pullman e l'aiutò a
salire. Quando Margherita si fu seduta e
poté sfilare la scarpa, insieme valutarono
il danno: tutti i chiodini che tenevano unito il
tacco alla scarpa erano saltati via, nessuna
possibilità di fissarlo. Non restava che
cercare un calzolaio, o una "rapida", con suggeriva
qualcuno. Pietro, assorbito dal problema della
signora, non l'aveva ancora guardata bene in
viso.
- Quando alzò lo sguardo, restò
come abbagliato dagli occhi di Margherita: occhi
chiari, limpidi, giovani, che parevano ribellarsi
alla sottigliezza della pelle arrossata, ai
profondi solchi sulla fronte, alle tante piccole
rughe che circondavano la bocca. Pietro
pensò subito che doveva essere stata bella:
il sorriso aperto, i capelli corti, tinti di biondo
chiaro, un velo di rossetto. Piccoli orecchini
pendenti, una collanina di corallo rosa in tinta
con la camicetta che a stento conteneva il seno
abbondante. Margherita non pareva accorgersi di
quell'esame, era troppo preoccupata per il tacco e
temeva di rovinarsi la gita. L'accompagnatore le
promise che, arrivati a Sanremo, per prima cosa
avrebbero cercato un calzolaio. La donna di
ricordò di non aver ancora ringraziato
Pietro per il suo aiuto. Lui le sedette accanto, si
presentarono e parlarono di sé, delle loro
famiglie. Entrambi vedovi, abitavano soli ma vicino
a figli e nipoti. Non si erano mai incontrati, ma
scoprirono di avere conoscenze in comune. Mentre
parlavano, Pietro si sentiva a suo agio, sicuro.
Margherita lo ascoltava, ed i suoi occhi
così giovani non smettevano di brillare.
Pietro sognava che quel viaggio non finisse mai,
che il pullman superasse inavvertito la frontiera e
che il tramonto li sorprendesse a Parigi, lui e
Margherita sul Lungosenna, luogo magico, immaginato
e mai visto. Margherita non pensava più alla
scarpa. Pietro la coinvolgeva con la sua parlata
sciolta, da emiliano, un accento che le piaceva. A
Sanremo, risolto il problema del tacco,
passeggiarono insieme, pranzarono vicini, insieme
valutarono batterie di pentole in acciaio inox e
set da bagno in vera spugna, posate e coperte in
lana merino, ricordando i loro tempi poveri ma
belli in cui non c'era niente ma c'era la
gioventù. Parlarono di figli, di nipoti, e
si confidarono che non si sentivano abbandonati,
semplicemente non avevano più una vita loro,
quasi che l'essere anziani e nonni significasse
aver cessato d'essere uomini e donne. Decisero di
rivedersi e si scambiarono i telefoni. Pietro,
emozionato, sentiva crescere l'attrazione per
quella signora così semplice e tranquilla,
con la quale sentiva di avere tanto in comune.
Margherita era frastornata. Che, dopo tanti anni,
un uomo si interessasse a lei le pareva
impossibile.
- Nei primi anni della vedovanza le era
capitato di ricevere qualche sguardo, qualche
proposta, ma era più giovane ed ancora
piacente. Adesso, a settantacinque anni, credeva di
aver perduto ogni attrattiva. Comunque, quel
ragazzo di nome Pietro le piaceva, era sensibile e
delicato, vitale ma prudente, con un bel senso
dell'umorismo. Così ebbe inizio la loro
storia, fatta di telefonate, cene, fiori, gite,
passeggiate. In un primo tempo, pur senza
nascondersi, non parlarono ai figli della loro
relazione, ma un giorno si decisero, e lo fecero
insieme. Adesso Pietro e Margherita, settantotto e
settantacinque anni, sono fidanzati. Magari non si
sposeranno, ma si vogliono bene e si aiutano a
vivere meglio. I figli hanno capito, e non li
ostacolano. L'altra sera, distesi sul letto uno
accanto all'altra, si tenevano per mano e parlavano
a bassa voce:
- - "Margherita, tu ci credi in Dio?"
- - "Sì. Ho sempre pensato che Dio
esiste e che c'è un aldilà.
- Ho allevato i figli e cresciuti i nipoti con
questa convinzione, perché per dare un senso
al presente credo che ci voglia un "dopo", non lo
so.
- Spero solo che sia migliore, più
giusto. Mio marito era ateo, ma era una brava
persona e non mi ha mai proibito di andare in
chiesa, né di battezzare i figli o di
allevarli secondo i miei principi. Da grandi, sono
stati liberi di decidere, e adesso, in chiesa, ci
vanno solo per le cerimonie, forse oggi credere
è più difficile. E tu?"
- - "Io la penso come tuo marito, nella vita
ho cercato di comportarmi bene, di non far del male
a nessuno. Però, certe notti, quando mi
sveglio e mi sento solo, ho quasi paura di dover
partire all'improvviso, senza aver mai pensato sul
serio a cosa può esserci dopo, all'altra
vita, se c'è.
- Tu non hai mai paura di morire?"
- - "No, Pietro. Tanto, dove si va ci si va
tutti, prima o poi.
- Se c'è qualcosa, ci ritroveremo, se
no, non ci sarà più memoria,
né dolore. Ma la vita, per noi, è
ancora qui".
- Margherita aveva mani calde e forti. Pietro
le stringeva tra le sue e provava un senso di
pace.
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